DM
Fu un vero proprio Attacco dei Giganti quello che imperversò al centro di quella ampia radura, dove i giovani avventurieri del futuro fronteggiavano i brutali e spietati mostri, antagonisti fissi di tante fiabe per bambini, assaltando il nemico su tre fronti e mezzo. Laddove Vassilixia potè per un attimo credere di diventare gelatina, Efraym si gettò sulla gigantessa con la stessa foga che avrebbe riservato all'ultimo minuto della finale del campionato mondiale di Orcbowl, trapassando con il proprio spadone il seno destro della femmina anche quando essa lo colpì in pieno petto con un colpo di randello degno di una cornice, le costole del lucertoloide che scricchiolarono mentre si spezzavano. Gli scambi tra i due sembravano colpi tali da poter smuovere le montagne, ma a differenza della gigantessa, Efraym potè contare su un supporto a distanza di prim'ordine: Alucard scagliò i frammenti della propria arma direttamente sul viso della gigantessa, la quale fu appena in grado di bloccare l'ascia volante di Mulroht con il proprio arnese, prima urlare in agonia quando Vassilixia richiamò il potere del sangue della sua famiglia, investendo la brut(t)a con un fulmine che le attraversò lo sterno per poi raggiungere il cielo. Il corpo fumante dopo quell'assalto, la femmina crollò a terra priva di vita, arrendendosi di fronte alla Draconis.
Nel frattempo, molto distante...
Uò... uò... uò! gridò il gigante al margine sinistro di quel campo di battaglia, incespicando quando Ragnar evocò uno strato di olio sotto i suoi piedi.
X chi capisce il gigante
L'arrivo di Eoliòn sconvolse il già precario equilibrio del bestio, che crollò a terra, pancia all'aria, lo sguardò che vagò su Astrid prima che i burattini di Deborah si presentassero alla sua presenza. Creature di modesta misura, apparivano grandi come un dito di quel bestione grande, grosso e brutto, i cui occhi e orecchie parvero però completamente presi dal loro discorso...
Nella mente del gigante
Il gigante iniziò a piangere, forse una subdola tattica ma che aprì ulteriormente le sue difese quando Kat Po gli trafisse una tempia ed Astrid conficcò il suo falchion sullo stomaco, ponendo fine a quella scena così insolita e permettendo alla sorella di avvicinarsi a Dorian, il quale aveva chiuso i propri occhi, raggiunto anche da un Forgrim in vena di pace e ora tenuto per il bavero dall'unico braccio disponibile di Shayla Quando volete lo trascino via! disse, avendo intuito le intenzioni dei due. La madre di Angelica e Shaun era ben pronta a dare il suo modesto contributo liberando il campo di battaglia dagli elementi più vulnerabili.
E fu in effetti quello che furono in grado di fare i suoi figli e la sua aspirante nuora.
Angelica lanciò un urlo mentre si lanciò in mischia, i decibel simili a quelli tenuti durante il rapporto con Ragnar e che avevano svegliato mezza Pescalia, ferendo il suo nemico al fianco destro mentre Shaun recise un grosso lembo di coscia, i Draconis resi delle macchine da guerra dal potere druidico della Bjornsdòttir, splendente come la luce che ella stessa irradiava. Fu Angelica a prendersi il colpo di grazia contro il bestio nemico, che crollò a terra maledicendo i piccoli, ma numerosi avversari che avevano infranto i suoi sogni di gloria.
Ma seppure la luce della speranza splendesse al centro di quella mischia furibonda, l'oscurità sembrava ancora forte: laddove Malik ingaggiò il suo avversario capellone con ferale aggressività, mordendo e graffiando, Griselda lo trasse per un braccio lanciandolo in aria e proiettandolo a terra Uh! gioì il suo avversario, ben lieto di infrangere il proprio randello sull'inguine dell'Al Rasul, che sentì una doppia fitta di dolore che rischiò di farlo impazzire dal male, la strega che incespicò sulle proprie gambe dopo lo sforzo con cui resistette alla magia di Deborah, la quale bruciava al punto che fu costretta a tenersi il petto che pareva incandescente. La primissima linea sembrava vedersela male, fatto confermato anche quando Damien fu centrato in pieno dal suo avversario orbo, che colpì prima a un'ala e poi in pieno naso il Marsh, che cominciò a manifestare una evidente epistassi.
La battaglia proseguì, sul filo del rasoio laddove ogni errore poteva rivelarsi fatale.
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