La Dama Oreo
Mi dispongo a difesa piazzando l'enorme scudo torre davanti a me e srotolando la palla a catena dal braccio: la pesantissima sfera metallica ricoperta di spunzoni cade con un boato sul selciato del ponte spaccando e sollevando di alcuni centimetri i lastroni di pietra all'impatto.
"Sono felice tu non sia affogato, Passerotto", dico rivolto a Nebbia.
"Ma conciato come sei ti avrei preferito al sicuro, al campo. Vedi di non starmi intorno quando scatenerò l'inferno"
Sento la gola serrarsi, chiaro segno d'astinenza da Furia, e mi sale una voglia matta di farmi. Di brutto.
L'istante dopo sto di nuovo fissando la sponda occidentale del Hozelbrucke da sopra il bordo dello scudo, salivando in vista del massacro imminente.
Dimentica di tutto, inizio a canticchiare il motivo di una Tresca, battendo il tempo con lo stivale borchiato.
Non è un ballo nobile -gli Squarcialupi direbbero volgare, da plebei e contadini- ma da quando sono nella Legione ho smesso di considerare la guerra come qualcosa di rispettabile.