@Marco NdC @Knefröd
Khalya & Daleor Inverno, Ciclo quinto, giorno 23 - Castelfranco, Quartiere dei GIardini, Villa del Marchese - Ora del pasto serale
Un brivido sottile ti attraversa la pelle liscia mentre preghi la tua Dea di rivelarti il Male, paladina. La casa ne e' pregna. Il suo proprietario, la montagna seduta accanto a lui, il giovane domestico ed in maniera minore i suoi ospiti e anche le stesse cortigiane, che covano un seme malvagio fra i seni prosperosi. Essere malvagi non e' un crimine, oppure le prigioni dell'impero sarebbero colme. Ma trovarti cosi' circondata dal male, in forme, concentrazioni ed aspetti cosi' diversi dovrebbe metterti in guardia. E forse lo sei, in guardia, ed e' per questo che mentre finisci di parlare e ti guardi in torno nel fumo nebbioso della stanza degli ospiti facoltosi vedi solamente gli occhi minacciosi dietro i volti per bene. E per un breve attimo hai paura.*
Fortuna vuole che il tuo sguardo Magister e' piu' predisposto di quello della tua compagna ad indagare ambienti di perdizione o forse e' il tuo particolare legame con l'energia entropica ancora forte per il rituale a facilitarti il compito. La percepisci non appena ti concentri su cio' che ti circonda. Essa e' un velo etereo, scivola sinuosa fra le pieghe della realta' condizionando con fili invisibili i presenti, stringendone i cuori oppure lo stomaco, facendo leva sul desiderio, sull'orgoglio e le insicurezze in modo insospettabilmente leggero con piccoli tocchi tenui. Solamente un abile fruitore di incanti sarebbe capace di sfruttare il potere primitivo del caos in modo cosi' controllato e preciso. Per adesso l'incanto sembra non averti preso di mira ma la cosa potrebbe cambiare. Seguendo le scie di potere i tuoi occhi ti rivelano che esse sembrano confluire sotto di voi, e non sarebbe cosi' strano se i tuoi pensieri tornassero al capanno del porto. Un altro rituale dipinto su di un muro, un altra occasione per te di accumulare potere forse. Oppure niente di tutto questo ma potrebbe comunque valer la pena controllare. Mentre sei distratto nelle tue elucubrazioni, il tuo sguardo incrocia quello del fanciullo che vi ha aperto la porta. Egli attende appoggiato sulla soglia della cucina ed adesso che lo osservi bene, non puoi che raggelare per quel suo sorriso. Un sorriso che tu conosci bene, e' lo stesso di Ren. Non e' umano.
<< Mi e' stato notificato quanto accaduto e lei e' stata fin troppo ligia nel suo dovere a venire fino qua a quest'ora della sera, vi faccio preparare subito qualcosa da bere. >> La voce di Mellario e' musicale e femminile, mentre batte le mani in modo leggero e secco. Il fanciullo in un attimo scompare nella cucina per riapparire subito dopo con una coppa di metallo riempita di un vino rosato e dal profumo fruttato, che ti offre Khalya, ignorando del tutto te, Magister, forse perche' messo in secondo piano dalla tua compagna. Bere e mangiare nella casa di un nobile e' un rituale antico quanto i governi lo sapete bene. E' un gesto di accettazione e di tregua, base di tutte le diplomazie fra rivali. Rifiutarsi sarebbe tremendamente scortese. Intanto il Marchese continua a parlare. << Sono a capo di una piccola associazione, con diverse proprietà in tutto l'impero, sicuramente qualcuno dei nostri dipendenti potrebbe sembrare bizzarro o avere abitudini fuori dal comune, ma niente che a me sia sembrato inappropriato. Cio' che e' successo al porto e' una tragedia, uno spreco di vite. Vorrei aver potuto fare qualcosa. >> si prende una pausa mentre il fanciullo riempe nuovamente il bicchiere del suo signore e della montagna vicino a lui. << Beviamo. >>, esorta, per poi riprendere il discorso. << Quel capanno era utilizzato poco a dire il vero, ogni tanto ci dormivano addirittura dei senza tetto. Credo che la scelta potrebbe essere stata del tutto casuale. Ad ogni modo faro' sorvegliare da alcuni uomini fidati gli altri capanni in modo che non si ripeta niente del genere.>> Che cosa fate?
@Gizekh
Shank, Inverno, Ciclo quinto, giorno 23 - Quartiere Elfico, Imbrunire
Colonne di fumo nero si alzano da pire di corpi, e da pochi edifici, mentre alcuni soldati presidiano delle tende bianche da dove provengono urla di sofferenza, mentre cacciatori di streghe ed inquisitori perlustrano le strade. Il portale da cui arrivi, ovvero quello che collega il quartiere degli elfi a quello dei mercati e' sgombro e non appena lo oltrepassi, dopo esserti fermato vistosamente in mezzo alla strada, il tuo fare guardingo, la tua ansia dovuta alla tua mancanza d'informazioni ti fa oggetto dell'attenzione di alcuni cacciatori. << Hei tu, cittadino, vieni qua. >> I due uomini vestono di cuoio e metallo, hanno lunghe spade al fianco ed uno di loro una pesante balestra sulla schiena. Cappe pesanti gli coprono le spalle, cosi' come cappelli a tesa larga gli oscurano i volti. Fra te e loro una decina di metri, sulla tua destra si apre un piccolo vicolo fra case mal messe, sulla sinistra un gruppetto di elfi che come hai potuto gia' notare parlottano sugli accadimenti. Scappare potrebbe essere pericoloso, non sai quanti altri imperiali potresti trovare fra le vie, oltre al fatto che ti precluderebbe la possibilita' di muoverti indisturbato per il quartiere. Certo che rispondere alle domande dei Cacciatori non e' mai facile, sopratutto se si ha qualcosa da nascondere, come il veleno che hai acquistato.Che cosa fai?
@luisfromitaly
Will, Inverno, Ciclo quinto, giorno 23 - Quartiere Elfico. imbrunire
Fra le urla di dolore, la voce pacata dei curatori e il fare intransigente degli inquisitori il tuo arrivo e' silenzioso e furtivo, permettendoti di posarti sul muretto senza che nessuno si curi di te e ti assicuro che questo e' un bene Druido. Perche' mai gli imperiali hanno visto un gabbiano con un sopracciglio e di quelle dimensioni. Mentre cerchi di non farti distrarre dal sangue e dalle carcasse, la voce sofferente di un figlio del tuo popolo pronuncia un nome che conosci bene, quello di Lonne. << E' un giovane senza dimora che di rado dorme nella casa blu al confine est, insieme ad altri ragazzi, va e viene nel quartiere. Si chiama Lonne, e' lui che ci ha dato le spade, non so altro. Per favore, dovete credermi. >> , l'inquisitore che lo sta interrogando fa un cenno di assenso ad uno dei cacciatori a lui vicini, che esce di tutta fretta dalla tenda prendendo in direzione delle indicazioni ricevute. Mentre lo segui con lo sguardo incroci la figura di un cavaliere imponente in armatura scintillante ed un giovane donna anch'essa in armatura. Stanno parlando del rogo appiccato alla capanna del porto, quella che hai visto bruciare precedentemente. Sembra che vi stessero praticando qualche rituale che ha causato tutte quelle morti e da cui forse dipendono le difficolta' che hai riscontrato trasformandoti. Ma dovresti avvicinarti per indagare. Mentre rifletti sul da farsi, percepisci chiaramente gli occhi di qualcuno sul tuo esile corpo piumato, in quel modo cosi' unico in cui lo percepiscono gli animali. Volti il tuo muso verso la strada e fra i piccoli gruppi di elfi e curiosi, vedi una donna che si nasconde sotto un ampio cappuccio osservarti con sguardo perplesso. Forse avverte la tua natura unica, visto che anche lei non e' semplicemente cio' che sembra. Che cosa fai?