Wilfrido Baax, elfo e druido
So che non ho tempo sufficiente per escogitare un altro modo per immobilizzare la gamba del golem, perchè devo andare in soccorso di Khalya, per cui... ** al diavolo i Templari che mi vedranno trasformarmi! **
<<Madre, v’invoco!>>: l’aria è satura di Arvil, ma, nonostante la vicinanza alle pietre nefaste, ne vinco l’influenza e riesco a traformarmi nel Grande Grigio senza nessuna corruzione spirituale.
La mia forma gigante è ora di una gravità terribile anche per il golem, che immediatamente perde il controllo dell’arto e, infatti, la gamba si affloscia* nel fiume Argento.
E l’acqua mi porta sollievo: non mi sento più le zampe sprofondare con disgusto nella carne macilenta e corrotta dell’abominio, bensì nel fresco del moto ondoso. E poi l’acqua mi puó aiutare contro il fuoco: con la proboscide l’aspiro due volte, prima per bagnare il mio corpo a protezione dalle fiamme, poi, per crearmene una riserva.
Ora posso quindi scattare in avanti e percorrere la gamba in direzione del torso avvolto dalle fiamme: con il mio procedere il golem sente alleggerirsi il peso sull’arto e riprova a scalciare, ma ormai sono arrivato al ventre e non riesce a far leva. Poi sento la pancia dell’abominio sussultare in modo convulso ed emettere un urlo spaventoso!
** Cosa sta succedendo? Rosa di Lorne, tenete duro! **
Nonostante l’altezza del mio corpo da elefante, nonostante l’acqua, sento comunque le fiamme accanirsi contro la mia pelle, vanificando velocemente la mia umida protezione.
Ma devo assolutamente avvicinarmi a Khalya e ora la percepisco proprio davanti a me: come una sacerdotessa intenta in qualche rito augurale, la Rosa di Lorne è china sul petto del golem, la spada immersa nelle viscere immonde, avvolta da una sola coperta in una nube di fiamme e fumi neri. Allora libero la mia proboscide e con un bagno d’acqua le offro la mia protezione.