DM
x Celeste, Seline e Trull
x Oceiros e Zhuge
I cadaveri dei giganti erano parzialmente coperti di neve quando gli avventurieri si avvicinarono. Gli occhi grandi come un pugno erano vitrei, i crani leggermente deformati da quella che poteva essere stata la stessa forza che li aveva uccisi. Senza tuttavia la presenza di un anatomo-patologo esperto non erano certi di poter fare ipotesi sulla causa del decesso. Le asce dei giganti sembravano essere state danneggiate, ma le pesanti borse che portavano a tracolla non erano state prese e in esse gli avventurieri trovarono un modesto bottino.
x tutti
Zhuge lanciò il suo incantesimo e controllò la grotta. Quando egli tornò al suo corpo, le notizie che portò furono molto migliori di quanto non si aspettassero: non solo all'interno non vi era nessuna entità ostile, ma il corpo di Anzalisilvar era ancora ben presente! L'euforia però fu presto spenta quando gli eroi decisero di prendere comunque tutte le precauzioni del caso, preparandosi a qualsiasi minaccia e tenendo gli occhi aperti mentre superavano l'immensa apertura, che i sei avventurieri avrebbero potuto attraversare anche andando a braccetto. L'interno dell'immensa tana era scavata all'interno della montagna stessa, le pareti che riflettevano la luce proveniente dall'esterno in un gioco di specchi naturali che creavano un caleidoscopio di colori, un lavoro certosino che doveva aver richiesto anni per essere portato a termine.
Quando il gruppo ebbe percorso diversi metri in discesa trovarono ad aspettarli un ampio spiazzo su cui giaceva quello che un tempo doveva essere stato il corpo di Anzalisilvar, di cui rimaneva l'immensa cassa toracica e lo scheletro del muso, a cui ancora erano attaccati qua e là pezzi congelati della pelle e delle scaglie color argento. Emercuryadar sibilò irritato vedendo quello spettacolo.
Gli eroi non persero tempo nell'attuare il piano e fu Oceiros a recitare le parole necessarie ad attivare l'antica pergamena ingiallita dal tempo, le parole che scivolarono via nel vento sparendo dalla carta stampata via via che il sacerdote-ur le pronunciò. La trafila durò una decina di minuti, un testo complicato anche per l'ex furfante che arrivò al termine con la gola riarsa, ma con la soddisfazione di aver compiuto un passo avanti nella sua ricerca di potere per riavvicinarsi ad Alistrel. Infine, quando l'ultima parola venne recitata, il cadavere si mosse. Laddove c'erano le ossa esse sembrarono sparire, sommerse dal torrente di carne, tendini, vasi sanguigni e scaglie che via via avvolsero la immensa figura che infine, una volta riavutone possesso, potè scrutare l'ambiente con i suoi immensi occhi.
Emercuryadar era grande, ma Anzalisilvar era semplicemente immensa, capace di far sembrare il figlio poco più di un cucciolo al confronto. Dalla cresta che partiva dalla testa percorrendo la schiena fino alla coda doveva misurare almeno venticinque metri, gli artigli prensili talmente grandi da poter afferrare un gigante.
Anzalisilvar la Protettrice del Nord
Il ruggito che emise l'immensa dragonessa fu talmente forte che gli avventurieri temettero di rimanere assordati FROSTYAZZAR! SYBERILLIN! VOKUL TAFIIR! HIN LUFT DII BAH!!
x chi capisce il Draconico
gridò, la montagna che parve tremare sotto l'ira di quella creatura regale e potente, al cospetto del quale tutti si sentirono piccoli come formiche. La dragonessa mosse un passo, notando solo allora le creature al suo cospetto VOI! CON ME! disse per poi afferrare gli avventurieri come un sol colpo, stringendoli (ma non stritolandoli) in una delle sue grinfie, prima di muoversi a grandi passi verso l'esterno, il cunicolo che rimbombò della potenza e del peso di quella maestosa creatura, mentre alle sue spalle la voce stentorea di Emercuryadar cercava, senza troppi risultati, di porne un freno Ehm... madre... avremmo molto da raccontarti...
NON ORA! ruggì Anzalisilvar, uscendo all'esterno (Emercuryadar si fece piccolo piccolo). Ivi la dragonessa spiccò un balzo nel vuoto, con gli avventurieri che videro sotto di loro innumerevoli metri di caduta, separati solo dalla morbida stretta dell'artiglio della Protettrice del Nord che creava una piccola area sicura per tutti, grande come una delle loro tende. Infine ella dispiegò le ali, producendo un forte fragore nel vento all'impatto con la membrana ci cui erano composte prima di spiccare il volo in direzione nord-est, dove il terreno sembrava venire inghiottito dalla neve, che formava un unica immensa distesa bianca. Emercuryadar, pur sbattendo freneticamente le ali e cercando freneticamente di seguire le correnti del vento, fu presto distanziato Oh, madre! Aspettami! fu il suo ultimo grido.
Dopo un paio di minuti di volo, la voce femminile della dragonessa così irosa fino a poco prima sembrò placarsi, mentre si rivolse agli avventurieri Dovremmo arrivare a Lòrien in giornata disse Anzalisilvar Immagino siate stati voi a riportarmi in vita. Spero abbiate preso delle buone precauzioni contro il freddo, le vostre razze rischiano molto così a nord e non ci saranno tappe fino a che non arriveremo nel posto in cui si trovano quelle due parodie di drago a cui strapperò personalmente gli organi interni. Nel frattempo... ditemi qualcosa su di voi.
x tutti