DM
x Oceiros
x Clint
x Flurio
x Chandra
x Chandra e Clint
La notte passò e la buia mattina giunse in quel freddo angolo di nord, la punta settentrionale del continente in cui gli avventurieri erano nati. Con il sole che sorgeva tardi, gli uomini del nord dovettero effettuare quasi tutte le preparazioni sotto la luce delle immancabili torce, nutrite con la legna duramente recuperata dai margini della foresta di Lòrien stessa, che accompagnarono anche la partenza del massiccio esercito guidato dai tre jarl. Gli uomini viaggiavano coperti da quante più pelli e pellicce possibili, impugnando le proprie armi con elsa o asta in legno, gli scudi rotondi con le insegne del proprio feudo legati a tracolla dietro la schiena, una marcia di quasi novemila uomini (un piccolo distaccamento era stato lasciato al campo) pronti per la decisiva battaglia. Sospinti a braccia dagli uomini si trovavano anche alcuni arieti da assedio, costruiti per fiaccare le resistenze del castello nemico. Sopra di loro, come guardiani giunti da un'epoca dimenticata stavano Anzalisilvar e suo figlio Emercuryadar, costantemente su chi va là.
Se vi erano imboscate pronte, tuttavia, la presenza dei draghi servì forse a prevenirli, poiché non vi furono incontri per tutto il corso dei tre chilometri di permafrost all'interno del sentiero principale che si inoltrava nella foresta, l'unico (a detta degli esploratori) utile al passaggio dei contingenti militari. Mentre l'esercito avanzava, affaticato dalla camminata e dai rigori dell'inverno, il ruggito di un drago si udì in lontananza. Anzalisilvar avanzò in avanscoperta, lasciando Emercuryadar con il gruppo. Dopo poco ella tornò Syberillin disse Appena mi ha visto è subito tornato indietro Aspettiamoci una robusta accoglienza al castello! avvertì.
L'avvertimento della Protettrice del Nord non si rivelò vano: quando l'esercito emerse fuori dalla foresta trovò ad attenderlo il castello della Regina del Gelo, una costruzione immensa fatta di ghiaccio che si diceva essere stata creata dal potere stesso della Regina, che giganteggiava brillando di luce riflessa nell'ampio spiazzo su cui erano visibili, qua e là, i pochi resti delle abitazioni degli elfi che un tempo abitavano. Il cielo che cominciava ad albeggiare mandava dei riflessi violacei nel cielo ancora stellato, creando un'atmosfera particolare in quel gelido angolo di nord.
Il castello della Regina del Gelo
Ma la Regina non sembrava intenzionata a voler sostenere un assedio, fatto dimostrato dalla presenza di un nutrito contingente di almeno tremila nemici tra giganti del gelo armati di asce bipenne grandi come alberi e bugbear dal pelo bianco, avvolti in una montagna di pellicce e dal ceffo patibolare, tutti schierati davanti al ponte che conduceva verso l'ingresso principale dell'immensa struttura. Le creature si misero in una posizione difensiva, mentre gli jarl diedero ordine agli uomini di avanzare. Fu allora che dal cielo risuonarono due ruggiti e i draghi bianchi fecero la loro comparsa.
Sia Frostyazzar che Syberillin erano grandi almeno quanto Azariaxis, le scaglie bianche come la neve che li rendeva difficili da scrutare quando essi passavano vicino a superfici innevate. Si sarebbe potuto usare qualunque aggettivo per descriverli, ma il termine “belli” non sarebbe stato adatto: il muso aveva una forma più simile a un becco, mentre al posto della lunga cresta che percorreva tutto il corpo come nel caso di Anzalisilvar, i due draghi bianchi avevano solo una piccola cresta sulla parte superiore della testa. Gli occhi erano color ghiaccio.
Quando gli uomini del nord videro i nemici, rallentarono fino quasi a fermarsi, almeno finchè un ruggito più forte, tale da far tremare le cime degli alberi, non proruppe nella radura FROSTYAZZAR! SYBERILLIN! VOKUL TAFIIR! HIN LUFT DII BAH!!
x chi capisce il Draconico
Anzalisilvar quasi travolse gli alberi più vicini, lanciandosi all'inseguimento dei due draghi, seguita a ruota da Emercuryadar e incitata dalle grida degli uomini, non più di paura ma di sostegno nei confronti della dragonessa. I membri del contingente al cancello avevano un espressione assai poco lusinghiera a quella novità, forse impreparati a quel cambio di situazione. Tuttavia essi non cedettero terreno e quando la carica dell'esercito del nord e degli avventurieri li raggiunse, la battaglia iniziò.
Gli uomini del nord cercarono fin da subito di far avanzare le macchine d'assedio verso il cancello, ma i difensori misero a guardia un gruppo di giganti verso l'ingresso del ponte, per meglio difendere l'unico accesso. Oltre a ciò, un suono di corno preannunciò un'imboscata: dal lato est della foresta giunse un nuovo contingente di bugbear e giganti del gelo, che chiusero a tenaglia l'esercito del nord che, non disponendo di riserve, fu costretto a vedere molti dei suoi uomini morire prima che l'avanzata nemica fosse arginata.
Per quanto uniti nella prima fase, in cui diversi nemici furono falciati dai falchion (o decapitati nel caso di quello di Bjorn), presto la mischia furibonda divise i membri del gruppo: Clint si ritrovò isolato dagli altri, trovandosi a un certo punto in uno scontro uno a uno con un bugbear biancò che si lanciò con un ruggito rauco cercando di colpirlo con la sua morning star, che mancò il bersaglio quando il Connor si abbassò in tempo. Tonum e Tom Po, finiti sul lato est del gruppo, si trovarono a fronteggiare un nutrito gruppetto formato da due bugbear muniti di pesanti elmi, spade lunghe e scudi torre e da cinque altri bugbear dal pelo bianco. In loro soccorso, svincolata da una mischia che aveva appena vinto, li raggiunse Celeste. Nei pressi delle prime linee, Oceiros e Zhuge si ritrovarono appaiati per fronteggiare un bugbear che ostentava pesanti vesti color porpora, che dileggiava i propri avversari mentre lanciava incantesimi sugli uomini del nord, difeso nella mischia da sei altri soldati bugbear. Flurio e Trull, abbattuti numerosi avversari, raggiunsero infine l'ingresso del ponte dove ad aspettarli si trovavano ben tre giganti del gelo e un contingente di più di una dozzina di bugbear. Per fortuna i due eroi furono raggiunti dalle retrovie da Seline e Ariabel, sospinte allo stesso modo dalla mischia furibonda. Quando uno strillo familiare attirò Bjorn e Chandra verso il cuore della battaglia, essi trovarono non solo una pila di cadaveri dei combattenti del nord, ma anche un comandante dei bugbear armato d'arco e avvolto da un mantello nero con cappuccio sopra un'armatura in pelle in drago d'argento. Ma se egli non era Higgyrxk, ucciso nei Clivi Lunari, allora era un suo pari grado altrettanto pericoloso con al seguito un bugbear armato di spada lunga e scudo torre. I due puntarono l'uomo del nord e la barda dietro di lui.
Nel cielo intanto risuonarono i ruggiti dei quattro draghi coinvolti nello scontro, impegnati in un combattimento aereo fatto di finte e assalti.
x tutti, situazione turno 1