Arkail
Sotto la feroce selva dei nostri colpi i tre pelle chiara soccombono in malo modo, sebbene più volte abbiano trovato la via per bucare le nostre difese. Grondo sangue da più punti, ma non sono le ferite a pulsare furiose, bensì il mio cuore che pompa sangue in ogni fibra del mio essere. Quando l'ultimo cade, mi volto di scatto verso il comandante fronteggiato dal Colosso, che a sua volta pare aver subito ingenti danni. E' una strana sensazione quando l'ira pervade il mio corpo: attimi di lucida follia, in cui la mia volontà si trova sul filo del rasoio. Né io né la rabbia abbiamo il pieno comando del mio corpo. E' un connubio perfetto, un'unione indissolubile che mi rende uno spietato guerriero, che elimina la paura per la morte, che rade al suolo ogni timore, dolore, ed esalta l'odio primordiale ed il puro risentimento che covano nel mio animo. Ecco, in quel momento, con lo spirito in subbuglio, mi volto con ferocia inaudita verso il prode cavaliere, fissandolo con i miei occhi iniettati di sangue. Per un attimo appare nella mia testa il volto del padre di mio padre, il saggio della famiglia. "Stacca il capo del serpente ed il suo corpo morirà." Poi vedo il faccione di mio padre, quello a cui somiglio maggiormente. "Ammazza tutti quelli che ti ostacolano." Ebbene, faccio miei entrambi gli insegnamenti. Fossi stato libero dalla mia furia forse avrei riflettuto un attimo in più dal gettarmi tra le fauci di quel nemico dalla pelle chiara: ridurre il colosso in quel modo non è roba da tutti ed io, tra le altre cose, sono ferito gravemente. Ma l'idea di scendere in battaglia di fianco al colosso mi esalta: l'ho affrontato in una semplice schermaglia e so sulla mia pelle cosa accade quando le ferite prendono il sopravvento. Si trasforma in una bestia, letteralmente, un orso dal pelo irsuto, nero come la pece, con fauci potenti ed affilate. Non voglio perdere l'occasione di intrecciare le mie armi con le sue. Senza considerare che ora, alterato dai fumi dell'ira, non c'è paura nel mio animo, soltanto cieco risentimento per il nemico. Darei la mia vita per l'orda, e probabilmente è ciò che succederà di qui a poco: con un ringhio che scuote l'aria mi avvento sul cavaliere mulinando il mio martello a mezz'aria. Il colpo vibra ed è diretto alla testa della bestia che cavalca, alla faccia di chi diceva che i cavalli sarebbero serviti. E poco importa se quelle parole erano del nostro capoclan...non ho intenzione di retrocedere di un passo, e se devo morire così sarà. Per Wurrzag. Per i miei fratelli. Per Yotul. Per il Clan degli Zampa di Sangue. E per la nostra terra tutta.
dm