DM
x Celeste
Beregar cercò di fare passi lunghi e ben distesi Due giorni e mezzo disse in risposta a Geerum Se tutto va come previsto, dovremmo raggiungere Maranio in serata, trovare un alloggio e ripartire in mattinata con cavalli freschi spiegò Sì, anche per voi se lo vorrete, anche se non impiegheremo un ritmo da staffetta. Non ha senso rischiare di uccidere i cavalli e rischiare di ritrovarci appiedati in parte prima di aver raggiunto la città successiva osservò Anche se, dopotutto, che cosa potrebbe mai andare storto nel frattempo?
E infatti... non successe niente. I quattordici viaggiatori continuarono a percorrere, chi a piedi chi a cavallo, la Via dei Mercanti. Unico evento degno di nota fu l'incrociare un cavaliere di Firedrakes, splendido nella sua armatura completa con tabarro, che percorreva la strada in senso inverso pattugliando la via Buon viaggio, miei signori augurò incrociando la loro strada dei tredici coraggiosi Signor ciambellano... aggiunse con un cenno del capo a Beregar
Il primo pomeriggio scivolò in tranquillità, laddove gli eroi ebbero occasione di conoscersi meglio tra di loro. La marcia condusse quella brigata attraverso molte terre coltivate, campi di grano e granturco coltivato con fierezza dagli abitanti agresti di Glantria, che spesso e volentieri salutavano con la mano i viandanti. Tale scenario di un settore primario in fermento, comunque, si accompagnava ad ampi spazi non coltivati di quelle terre così fertili e fu in una di esse che Beregar propose una pausa Propongo una pausa disse il ciambellano indicando una collina poco vicino, fuori dalla strada maestra Lì c'è Colleviola, direi che è l'ideale per ristorarci in attesa di ripartire, senza affollare la strada.
Il nano condusse quindi gli uomini e le donne di quella spedizione su un sentiero laterale, tracciato con ampie pietre dispose a formare un lastricato che, dolcemente, si inerpicava su una serie di colline in cui violette, pervinche e achimes conferivano una striatura colore viola al paesaggio appena collinare
Il sentiero su Colleviola
La compagnia si fermò infine su uno dei lati della collina, immersi in quel surreale tappeto a due colori Una bellezza selvaggia, eppure incantevole osservò Beregar, sedendosi. Non vi erano fonti d'acqua, nè luoghi di particolare riposo, l'unico aspetto veramente positivo di quella tappa pareva, di primo acchito, essere unicamente il panorama Un tempo questo territorio era conteso da diverse tribù di selvaggi, guidati da druidi che esercitavano il loro potere per cercare di dominare questa distesa così fertile per le civiltà spiegò Se non sbaglio in cima al Colle ci dovrebbe essere uno degli antichi tumuli dei guerrieri caduti, magari qualcuno di voi potrebbe essere interessato a dargli un'occhiata o pregare i caduti, secondo la propria fede
Beregar stiracchiò le gambe Non è però il mio caso, io penso che rimarrò qui. Magari, se proprio mi andrà, potrei anche mettermi a raccogliere piante. Diamine, non lo faccio da una vita! ridacchiò Ma so per certo che in queste colline crescono diverse piante e qualche frutto, basta sapere dove cercare. Ecco, forse dovre--
Un rumore in lontananza interruppe le dissertazioni di Beregar. Due uomini, in lontananza, vestiti con abiti da esploratori, stavano galoppando inseguendo un cervo. Uno di essi, un giovane moro, tentò di tirare una freccia, ma il tiro mancò completamente la creatura, che scartò di lato. I due tirarono le redini, cercando di riportarsi all'inseguimento della creatura, benchè i cavalli sembrassero fare non poca fatica a reggere quel ritmo.