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Giocare di Ruolo
3 puntiQuante volte capita? Molto spesso. Quanto mi sembra corretto? Sempre. Ruolare un personaggio per me significa prendere delle decisioni per lui, in base alla situazione immaginata in cui si trova, e vivere attraverso di lui le conseguenze di quelle decisioni sulla situazione immaginata. Dal mio punto di vista il personaggio ruolato (personalità, carattere, valori eccetera) è qualcosa di emergente: si forma, o comunque acquista una sostanza, solo durante il gioco. Non è necessariamente un'entità definita in precedenza, si può benissimo cominciare a ruolare non avendo nessunissima idea di chi sia (personalità, carattere, valori eccetera). Ovviamente non è neppure vietato tentare di definirlo in precedenza e poi di attenersi a quanto definito: qualcuno ci riesce, qualcuno no; comunque è una cosa opzionale. È ciò che il personaggio fa, in gioco, a stabilire chi è davvero: questo è sempre vero. La sua identità emerge dal gioco. Il contrario, invece (cioè, che il giocatore decida cosa fa il personaggio in base a chi è), non è necessariamente vero e non è nemmeno preferibile, né segno di maggiore bravura: è solo questione di gusti individuali. Al mio tavolo non ha importanza che si ruoli un personaggio attenendosi a un'identità decisa in precedenza, né che si ruoli in prima persona. Non le ritengo cose che denotano bravura, solo preferenze. E non mi permetterei mai di ritenere la terza persona, o il ruolare "senza copione", degli errori da correggere. Ho scritto la mia visione di questo tema in modo molto più completo e dettagliato qui: Home page della serie: guida all’interpretazione In particolare in questo episodio: Psicosofia del ruolare (guida all’interpretazione, parte 2) Potrete trovarci le risposte anche ad altre questioni sollevate in questo thread, come ad esempio il rapporto tra i punteggi di caratteristica mentale e l'interpretazione.3 punti
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Giocare di Ruolo
3 puntiUn personaggio con INT 8 non è bravo a studiare ma questo non vuol dire che sia stupido. Se vuoi giocarlo che parla di se stesso in terza persona o senza congiuntivi può essere divertente, ma puoi anche giocarlo come una persona con un disturbo dell'attenzione ma molto brillante. Meccanicamente il personaggio ha un malus se deve ricordare la data di incoronazione del Re o la stagione in cui si pianta la mandragora, se deve studiare la magia, e questo è quanto. Ma non deve agire in modo sciocco nel combattimento, o non rispondere ad enigmi che si dovessero presentare. Ad esempio Francesco Totti faceva scelte incredibilmente intelligenti sul campo da calcio. Eppure, e lo dico da Romanista, guardando i suoi risultati scolastici realisticamente non sarebbe un personaggio con alta INT meccanicamente. Ma questo non vuol dire che deve passare la palla a caso: le caratteristiche non ci dicono niente sulla sua capacità strategica, che il gioco lascia al giocatore, non al personaggio. È un gioco di ruolo, non teatro. Vi è sia una parte ludica, sia una parte interpretativa. Le scelte strategiche da fare, nel risolvere enigmi o nella parte legata al combattimento, rispecchiano più il giocatore del personaggio; più la parte ludica della parte interpretativa. È abbastanza comune, soprattutto se non c'è stata una adeguata sessione zero. Se ognuno fa il personaggio da solo, senza parlarsi, è abbastanza naturale trovarsi poi a aggiustarlo un po' quando inizia il gioco e si scoprono gli altri personaggi. Si possono sviluppare maggiormente tratti che si erano appena accennati in fase di creazione, ma che creano interessanti reazione dagli altri personaggi. E magari alcuni tratti che erano centrali possono diventare meno importanti perché ti rendi conto che non sarebbero divertenti da giocare in quel gruppo. Tipicamente nella prima sessione si stabilizza abbastanza il personaggio.3 punti
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Capitolo Due: Nave schiantata
3 puntiGM L'attacco di Sabrina giunge agli occhi della pantera completamente inatteso, come se non capisse l'ubicazione della donna. Uomo. Donna in uomo. Sabrina lancia un attacco tonante sulla pantera puntando ai suoi punti vitali come una furia e Dusk, o almeno l'essere che era Dusk, con le ali membranose bucate e spezzate e le ferite sanguinanti fluidi non ben definiti, cade a terra infine. Morta. Vi guardate tra voi ansimanti, mentre Ozgov è ancora incapacitato e balbettante e si riprende a fatica, riesce a riprendersi dopo altri pochi ma eterni istanti. Chi era quell'essere? Cosa diamine ha fatto alla pantera per ridurla così? E ora dove sarà andata? E di chi è quella strana cuccia sul mobile? Sono tante le domande che non hanno risposta. Bern si avvicina al corpo del padre, inerte. "Muoviti, ti prego...Muoviti..." sussurra piano, agitandolo. Ma forse non si era mai mosso neanche all'inizio. Forse era solo frutto della vostra immaginazione, in questo luogo infestato da questa presenza oscura che continua a farsi sentire, come un mantello pesante sopra di voi. Siete stremati, ma non è il momento di riposare. @SamPey Tutti3 punti
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Giocare di Ruolo
2 puntiConscio che potrebbe diventare una situazione "spinosa", vorrei partire con lo scrivere che cerco solo di capire e non di imporre nulla a nessuno (nel caso qualche risposta a domande possa venir letta in maniera negativa) Premessa: dopo questi anni di covid ed aver passato molto tempo a masterare gruppi formati tra sconosciuti (quindi di tutto, accantonando tutto ciò che c'è di pessimo nel rapportarsi online) Cos'è per voi ruolare il personaggio? E come lo fate in game?2 punti
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Capitolo 7: La palazzina di caccia
Daardendrien Shamash (platino stregone) Nonostante la mia esplosione infuocata, che già sta iniziando ad appiccare un incendio nel foyer, due dei drachi da guardia ed il troll sono ancora in piedi. I due lucertoloni, nonostante le fiamme e le ustioni, non cedono al panico e mi aggredisco a morsi ed artigliate. Riesco a ritirarmi agitando il mio bastone davanti a loro mentre Silver mi viene in soccorso uccidendo uno e ripiegando nella stanza solo per vedere apparire quella che probabilmente è il Portavoce Bianco, Talis, che evoca uno sciame di insetti verso di noi. D'istinto faccio subito ricorso ai miei poteri ed invoco parole di protezione per disfare ed alterare il suo incantesimo di evocazione trasformando gli insetti in foglie secche che iniziano ad cadere ed adagiarsi per terra, innocue.2 punti
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Giocare di Ruolo
2 puntiSu questo non mi trovo d'accordo. Parlare in terza persona spezza molto l'immedesimazione ed è un errore che fanno spesso i principianti perché non si trovano a proprio agio. Però è qualcosa su cui lavorare e da migliorare.2 punti
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Giocare di Ruolo
2 puntiPosto che si potrebbero scrivere libri in merito, per me vuole dire interpretare un personaggio ragionando e agendo come se si fosse lui, in base alla personalità definita in anticipo o costruita andando avanti (uno shock o evento particolare può cambiare il modo di vedere le cose). Detto così sembra forse semplice, ma non sempre lo è.2 punti
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[TdS] Al di là della nebbia
2 puntiPensavo di aprire un topic per le schede, così lì potete fare upload di scheda e immagine pg. Almeno le abbiamo comode in un topic che contiene solo quelle2 punti
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[TdG] Capitolo I - L'arrivo a Lankshorn
Willow posa le brocche di vino e di birra sul tavolo mentre Balrigg fa la sua domanada. Qualche storiella? risponde, pensando. C'è ne sono tante qui a Dolmenwood. State cercando qualcosa in particolare? La ragazza sembra incerta della richiesta del nano. Ora che ci penso, si c'è una storia su una tomba che ci raccontavano gli anziani quando ero bambina, riprende Willow. Sir Chyde, un cavaliere che partecipò alla battaglia fra il mondo dei mortali e il mondo di Fairy, dovrebbe essere interrato da queste parti.2 punti
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[Prologo] Al di là della nebbia.
1 punto
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[Prologo] Al di là della nebbia.
1 puntoAlexis Barbaro "chi ha osato.??!!" sono le uniche parole che escono dalla bocca della barbara che comincia subito ad emettere strani respiri animaleschi e gutturali, come se stesse iniziando sempre di più a diventare sempre più arrabbiata, sfrutta il suo fisico possente quasi perfetto a flettere il busto e raggiungere con le mani la corda, scalarla e cerca di snodare il nodo principale attaccato al ramo "mhhhhrrrrr.....gggrr...." continua sommessamente1 punto
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Cerco/Non Trovo/Esiste (13)
1 puntoSe deve essere fattibile può essere un qualunque gruppo di creature non gigantesche che salgono sulla nave. La prima cosa che mi viene in mente ad esempio sono degli scrag, i troll acquatici. Altrimenti puoi gestire anche un grosso mostro tipo kraken o draco di mare (sono in qualche Dragon Magazine mi pare) che avvolge la nave e i PG combattono colpendo i tentacoli.1 punto
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Topic di servizio
1 puntoBhe è un governo full caster, gli spell costano un pacco di soldi da ricercare e ha diverse feature sulla costruzione di edifici che costano un altro bancale di soldi. E una fantastic unit sono un'altra bella carriola di soldi, almeno all'inizio.1 punto
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Come posso reinterpretare la magia?
Grazie mille per la risposta! Effettivamente non avevo mai pensato a delle implicazioni sociali precise (a parte il permettere la necromanzia, banalmente perché molte nazioni sono in guerra ed il rispetto per i morti non c'è più da molto tempo, ma è slegato dal concetto principale) e all'arcane hazard e sicuramente vedrò i manuali che mi hai consigliato. Grazie ancora!1 punto
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Giocare di Ruolo
1 puntoCerto ci mancherebbe, non c'è nulla di male. Poi probabilmente abbiamo esperienze diverse oppure parlando di me, mi lascia più soddisfazione un bel pg di una bella build. Cmq è sicuramente un buon metodo per far giocare chiunque in tranquillità. *sicuramente sono più pignolo per certi aspetti e questo è sicuramente un difetto a mio svantaggio per fare dei tavoli, anche se poi ci provo costantemente.1 punto
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Giocare di Ruolo
1 puntoè una cosa che faccio spesso nelle one shot ^.^ dopo questo cambio di opinioni effettivamente mi sta nascendo la voglia di provare a ruolare un pg in terza persona in una one shot e vedere come va 🤔1 punto
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Cerco/Non Trovo/Esiste (13)
1 puntoNon in versione gigante (ma basta riadattarne qualcuna pre-esistente e dire che è marina e trasparente), ma come possibili pezzi autonomi che si intrufolano su per la nave ce ne sono su Abissi e Inferi, sorta di amebe succhiasangue1 punto
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Giocare di Ruolo
1 puntoEhm ... capita di tanto in tanto che alcuni dei miei giocatori neanche si ricordano cos'è successo nella sessione precedente, figuriamoci se pretendo che si mantengano nel tempo la coerenza nel giocare esattamente nello stesso modo il Pg che loro stessi hanno creato 😅 A parte gli scherzi, giocando una volta a settimana - o qualche volta anche più di rado causa impegni - ci sta che non si mantenga sempre lo stesso modo di ruolare lo stesso personaggio (anche da master succede, suppongo). Se sono cose eclatanti onestamente tendo a farlo notare ed eventualmente parlarne (se ad esempio alla Sessione 1 il Pg A ama i cani e alla Sessione 3 li odia, senza che nel frattempo ci sia stata effettivamente un'evoluzione del Pg che motivi questo cambio).. se invece fossero cose marginali ci passo sopra. In ultimo aggiungo, sempre tenendo conto di quanto scritto sopra, ci sta anche che il modo di ruolare venga un po' condizionato da umore, stanchezza e via dicendo, soprattutto - per esperienza personale - quando al tavolo c'è un giocatore lavoratore che fa anche i turni.. stiamo pur sempre giocando e se non inficia sugli altri o sulla campagna va bene così!1 punto
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Cerco/Non Trovo/Esiste (13)
1 puntoStormwrack potrebbe avere qualche idea carina, magari arricchita da qualche condizione ambientale rognosa.1 punto
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Capitolo 2: Vicolo Teschio di Troll
Continuate il vostro giro, ispezionando ogni piano, compreso terrazzo e cantina. I piani alti sono messi meglio, ma la cantina è completamente devastata dall'umidità. Qui e lì ci sono letteralmente delle pozze d'acqua stagnante. Ma ci sono delle bottiglie di vino, impolverate, ma ancora sigillate. Chissà quanto valgono? Quando tornate al primo piano, trovate Lord Neverember ad attendervi. Con lui un dandy, un damerino vestito di tutto punto, elegante ed ingioiellato. "Ma guarda che bel maniero abbiamo qui! Avete fatto centro!" Non riuscite a capire se sia sarcastico oppure stia pensando realmente quello che dice. Probabilmente, per qualcuno abituato a gestire risorse e fare investimenti, potrebbe davvero essere una ricompensa degna di questo nome. Mentre Renaer osserva ammirato la struttura, il suo amico sembra ammirare Shelathan. "Che maleducato, perdonatemi. Vi presento il mio amico..." "Andor Hawkwinter, al vostro unico ed esclusivo servizio madama!" Lo interrompe il galantone, avvicinandosi a Shelathan per baciarle la mano.1 punto
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Elfen Lied - Il canto dell'elfa
1 punto
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Come posso reinterpretare la magia?
Ciao! Se non sbaglio nel Perfetto Arcanista, Cityscape e forse anche nella Dungeon Master Guide II (tutti edizione 3.5) ci sono diversi capitoli dedicati alla tua domanda se ben ricordo. Un elemento molto figo è l'arcane hazard, cioè disastri "naturali" che accadono in posti in cui ci sono molti oggetti magici, maghi e incantesimi. Ad esempio un'epidemia magica che dona poteri arcani alla gente ma li fa ammalare (facendoli trasformare in mostri? Oppure esplodere in mezzo alla città? O semplicemente dando vita ad un culto pericoloso?). O ancora, le città sono infestate da alcuni mostri prodotti dagli scarti magici (elementali della corruzione, incantesimi viventi e lokus sono un esempio, non se in 5e sono stati importati però). Come dici tu, oggetti molto potenti richiedono controllo. Un oggetto meraviglioso maggiore potrebbe dover essere "accatastato" per legge e monitorato, e chi ne introduce nuovi senza pagarci le tasse viene multato (?). Oppure, alcuni chierici lavorano nei campi per garantire sostentamento alla città, ma non vengono pagati abbastanza e chiamano sciopero, rischiando di far morire di fame tutti. Pensaci, ogni elemento magico alla fine è bastato su qualcosa di reale no? Quindi basta fare un passo indietro e pensare: cosa farebbe il capitalismo se avesse per le mani la magia?1 punto
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[TdS] Al di là della nebbia
1 punto
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Giocare di Ruolo
1 puntoYep, sono d'accordissimo con te sul fatto che spezzi l'immedesimazione, ma stiamo giocando ad un gioco e non mettendo in scena una rappresentazione teatrale. Ho sempre seguito la filosofia che ognuno debba giocare come più lo fa stare a suo agio, senza forzature. Poi io sono il primo a cercare di incentivare i miei giocatori ad interpretare in prima persona il loro Pg, nonostante io sia il primo a trovarmi in imbarazzo, incespicare nelle parole e via dicendo 😅.1 punto
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Giocare di Ruolo
1 puntoBeh, per farla molto breve penso di avere un pensiero affine a quello di KlunK: "interpretare un personaggio ragionando e agendo come se si fosse lui" ..serve una bella dose di immedesimazione e se la campagna lo permette è molto bello anche quando il personaggio viene fatto evolvere nel tempo (in genere una one shot non da spazio a quest'evoluzione per problemi di tempistica). Che poi lo si faccia descrivendo tutto in terza persona, oppure parlando in prima persona facendo pure, facendo le vocine o mimando poco cambia (quello dipende da come il giocatore si trova a suo agio).. in ogni caso si sta ruolando il Pg.1 punto
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Giocare di Ruolo
1 puntoPer me giocare il personaggio significa interpretarlo con voci,gesti e peculiarità in prima persona o descrivendo in terza persona al meglio delle mie possibilità e energie, che mi diverta ma che diverta anche, senza nessun eccesso. in game assieme a descizioni/voce e altro ci devono essere delle azioni coerenti con la descizione,modi di fare, ambiente, ecc del mio personaggio, sempre nel limite delle proprie capacità ed energie, magari cercando di tanto in tanto di dare quel qualcosa "in più" ^.^1 punto
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Dubbi sull'OGL
1 puntoCome dice il buon Ermenegildo2 nessuna meccanica è protetta da copyright, quindi se decidi di usare il sistema D20 come D&D, il 2D20 come i titoli della Modiphus, oppure un qualsiasi sistema già usato (tipo lo Year Zero Engine) non possono legalmente farti molto (a parte minacciarti di intentare una causa potenzialmente fallimentare). Il consiglio è: prendi un sistema che più o meno ti piace/ti è familiare e cerca di capire se quel tipo di meccaniche può funzionare sul tuo gioco. Leggi manuali di ogni tipo e fatti un'idea precisa di che meccaniche vuoi nel tuo gioco. Una volta trovare queste, adattale all'ambientazione e al gioco che vuoi fare.1 punto
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Topic di servizio
1 puntoLo sto concordando in questo momento (sono quelle regole di buon senso). Ma non c'è problema, al limite cambio governo e/o razza. Edito: All'inizio mi ero fatto un'idea di regno senza avere conoscenza del gioco, ora che lo conosco un po' meglio sto cercando di rendere meccanicamente quel concetto senza dover modificare tutto (razza e classe). Per l'idea che avevo (ovvero fare sostanzialmente farming) la combinazione meccanica che ho scelto non è ottimale (i nani ok, ma i barbari non molto), quindi pensavo di mettere una pezza col background. Ma posso benissimo cambiare classe e razza.1 punto
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[TdS] Al di là della nebbia
1 puntoOk aperto il topic per le schede. Non appena @MaxEaster93 mi dice quale domanda vuole farmi con la mossa che ha attivato ascoltando attentamente, mando avanti la narrazione : ) (Ovviamente con i tempi dei pbf siamo tutti consapevoli che a volte qualcuno non riuscirà a postare tutti i giorni, siamo pazienti e rispettosi degli impegni altrui)1 punto
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Topic di servizio
1 punto@Casa Scusa ma il regolamento non prevede personalizzazioni di questo tipo che mi risulti. Mi sbaglio? O lo avevi concordato con @Voignar?1 punto
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[TdS] Al di là della nebbia
1 punto
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Abilità passive e come usarle
1 puntoVero ma se i dm non la usano forse é una meccanica sbagliata. Scusami non mi è chiaro cosa intendi, potresti spiegarmi meglio per favore?1 punto
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Atto I: Il Sangue della Città
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Un Nuovo Inizio
1 puntoTyrhum - paladino umano Per gli dei! State bene? Chiedo, accorrendo verso Daisy. Posso guarire le ferite. Lasciate che vi tocchi. @Daisy, dm1 punto
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(TdG) La Città Sacra
1 puntoBernard Lo scontro con i costrutti si rivela fortunatamente più facile e veloce del previsto e riusciamo a riunirci ai nostri compagni senza grossi scossoni. Ma le brutte sorprese non sono finite, visto che presto una nostra vecchia e odiata conoscenza si rifà presente, in maniera decisamente drammatica, portando con sé il sentore della follia e del pericolo. Qui non ci saranno giochetti che tengano, la morte è l'unica possibile alternativa. Mentre Tristan prova a sciogliere le protezioni innalzate da Rosso Bernard torna nel suo angolino preferito di questa stanza e lancia i suoi soliti dardi di energia contro il nemico per saggiarne le reazioni @Black Lotus1 punto
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Abilità passive e come usarle
1 puntoLa percezione passiva è utile se vi è un ampio divario di percezione all'interno del gruppo: alcuni PG potrebbero evitare delle trappole mentre altri no proprio in virtù del loro valore di percezione passiva. Non è un brutto concetto, basta saperla usare con intelligenza secondo me. Comunque non tutte le abilità dovrebbero avere una "variante" passiva: abilità che richiedono di svolgere un'azione fisica, per esempio, dovrebbero essere solamente attive, ha poco senso il contrario, sia da un punto di vista logico che meccanico.1 punto
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[TdG] Capitolo I - L'arrivo a Lankshorn
Balrigg Greyshield Io, il Senzavolto e Garreth cerchiamo quest'anello per conto del mago Nurzag. Personalmente sono interessato a misurare la mia forza nei vari pericoli che incontreremo ma la paga è buona e l'equipaggiamento non si paga da solo Rispondo a Indol. Ah, Willow giusto in tempo. Conosci per caso qualche storiella o leggenda su una tomba nelle vicinanze di questa città? Chiedo alla ragazza appena arrivata.1 punto
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Abilità passive e come usarle
1 puntoLa passiva serve per far evitare al master di dire "fatemi una prova di percezione" (creando probabilmente metagame) ad un certo punto della storia e non in risposta ad una azione del pg. Ma i miei master continuano a chiedere regolarmente la prova di percezione. In teoria il master chiama i tiri salvezza non i tiri di abilità.1 punto
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La Tomba degli Orrori Tds
1 puntoPerdonatemi se sono un pochino assente in questo periodo, a lavoro mi stanno facendo uscire letteralmente di testa. Non riesco ad avere un orario identico una settimana dopo l'altra, e ce li cambiano con un preavviso di meno di un giorno. Non riesco a programmare nulla in anticipo, nemmeno quando andare a fare la spesa.1 punto
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Abilità passive e come usarle
1 puntoBeh in effetti anche io la uso davvero molto poco.. se qualcosa deve essere visto / notato dai giocatori, semplicemente lo descrivo, altrimenti si tira l'abilità. Comunque anche io ricordavo che ci fosse solo la percezione come abilità passiva (forse indagare o come si chiama? nelle schede in genere c'è lo spazio in basso a sinistra del primo foglio). Se una certa cosa è fin troppo semplice non faccio tirare, oppure uso la regola proposta da BillieBoo, ereditata dalla 3.5: se non ci sono fattori di tempo, semplicemente il pg ci metterà un po' di più del previsto, ma comunque riuscirà a portare a termine cosa ha intenzione di fare.1 punto
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Capitolo Due: Nave schiantata
1 puntoJon The Fish Lobhand Lo spazio angusto mi blocca, quindi non riesco a trovare la giusta forma per combattere quello che una volta era la pantera amica di Aelech. "Ringrazia che non c'è spazio, o mi trasformavo in una piovra gigante e ti riservavo un trattamento orientale!" Dico a nessuno in particolare, pensando ad alcuni disegni di popoli orientali raffiguranti piovre in atteggiamenti equivoci con donne varie.1 punto
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Cerco/Non Trovo/Esiste (13)
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La Regola dei Tre Indizi
1 puntoArticolo di The Alexandrian del 08 Maggio 2008 Gli scenari investigativi nei giochi di ruolo hanno la reputazione di finire spesso in disastro. I PG finiscono quasi sempre per prendere totalmente un'altra strada o non riuscire a trovare un dato indizio e l'intera situazione si inchioda o si incaglia sul primo scoglio che trova. I giocatori finiscono per non essere sicuri di cosa dovrebbero fare. Il DM finisce per avere la sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato. E l'intera serata finisce per essere noiosa o frustrante o entrambe le cose. Un tipico esempio può essere questo: quando il gruppo si trova su una scena del crimine, nessuno cerca fuori dalla casa, perciò non trovano mai le orme di un lupo che si trasformano in quelle di un essere umano. Falliscono il tiro di Cercare e non trovano le lettere d'amore nascoste, così non si renderanno mai conto che entrambe le donne erano corteggiate dallo stesso uomo. Trovano la cassa distrutta con la scritta CARNI DI DANNER, ma, anziché tornare indietro dal macellaio del posto con cui hanno parlato prima, decidono invece di tenere d'occhio il vicino impianto di trasformazione delle carni. Di fronte a problemi come questi, molti raggiungono una conclusione affrettata: che inserire degli scenari investigativi nei giochi di ruolo sia una pessima idea. Nel tipico giallo su un omicidio, per esempio, il protagonista è un brillante detective. I giocatori probabilmente non sono dei brillanti detective. Perciò inserire uno scenario investigativo è impossibile. O, come mi è stato detto una volta: “I giocatori non sono Sherlock Holmes.” Nonostante questa conclusione non sia corretta, c'è un po' di verità. Per esempio, in Uno Studio in Rosso Sherlock Holmes investiga su una scena del crimine. Scopre un mucchietto di cenere in un angolo della stanza. Lo studia con attenzione e arriva alla conclusione che la cenere viene da un sigaro Trichinipoli. Ora, vediamo come potremmo tradurre questo esempio apparentemente banale di deduzione sherlockiana sul tavolo: I giocatori dovrebbero riuscire a cercare per bene nella stanza. Dovrebbero interessarsi alla cenere abbastanza da esaminarla. Dovrebbero passare il tiro abilità Ricerca per analizzarla. Dovrebbero usare quelle informazioni per raggiungere la conclusione corretta. Sono quattro possibilità di fallimento. I giocatori potrebbero non riuscire a cercare per la stanza (o perché non ci pensano o perché fanno tiri bassi). Potrebbero non esaminare la cenere (perché non pensano sia importante). Potrebbero fallire il tiro per analizzarla. Potrebbero non riuscire a fare la deduzione corretta. Se riconoscere correttamente questo indizio è essenziale per proseguire nell'avventura (se, per esempio, il gruppo deve andare nel vicino negozio di sigari particolari e cominciare a fare domande), allora l'indizio diventa un collo di bottiglia: o il gruppo coglie l'indizio o va a finire contro un muro. I colli di bottiglia sono sempre un grosso problema nella creazione di un'avventura e devono essere evitati, ma quando ci troviamo in una situazione di tipo investigativo il problema è ancora peggiore: ogni indizio non è un solo collo di bottiglia, ma in realtà più colli di bottiglia. Perciò qui la soluzione è semplice: eliminare i colli di bottiglia. IL SENTIERO DI MOLLICHE DI PANE Nel GUMSHOE system di Robin D. Laws (utilizzato in Esoterroristi, Di cosa hai paura, e Sulle tracce di Cthuhlu), trovare gli indizi non è necessario. In ogni “scena” di una situazione investigativa, c'è un “indizio”. Si presume automaticamente che gli investigatori lo troveranno. Ciò elimina tre delle nostre quattro strettoie, e rimane solo la necessità di usare l'indizio per fare la deduzione corretta (cioè, la deduzione che ti porta alla “scena” seguente dove potrà venir rivelato l'indizio successivo). E, nel caso del GUMSHOE system, anche questo passaggio può avvenire in modo meccanico (coi giocatori che spendono i punti delle abilità investigative dei propri personaggi per ricevere dal master “deduzioni” sempre più precise). È una soluzione meccanica al problema. Ma se utilizzata in una sessione che segue in modo superficiale la struttura di una storia investigativa, credo che fallisca nel suo intento perché non sembra di stare giocando una storia di investigazione. L'errore fondamentale di Law, secondo me, sta nel partire dal presupposto che una storia investigativa equivalga a seguire un “sentiero di molliche di pane” (o meglio, di indizi). Ecco la citazione di un suo saggio a tal proposito: Ma, nella realtà dei fatti, questo tipo di trama ridotta semplicisticamente a “Da A si va a B e da lì a C e da lì a D” non è tipica del genere investigativo. Per dare un contro-esempio relativamente semplice, torniamo a Sherlock Homes in Uno Studio in Rosso: Questa è solo una piccola deduzione in un mistero molto più fitto, ma noterete che Holmes in realtà ha raccolto diversi indizi, li ha studiati, e poi da essi ha tratto una conclusione. Ed è questa, per l'appunto, la struttura tipica del genere investigativo: il detective raccoglie piano piano le prove fino a che non arriva una conclusione. Nelle note parole dello stesso Holmes, “Quando si elimina l'impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità.” In realtà, in molti casi la verità è che c'è bisogno di tante piccole deduzioni per raccogliere tutte le prove necessarie a risolvere il mistero. In ogni caso, come dimostra l'esempio di Uno studio in rosso, anche queste deduzioni più marginali possono emergere da un insieme di prove e non da un solo indizio isolato. Questa osservazione ci porta inesorabilmente alla soluzione che stavamo cercando: LA REGOLA DEI TRE INDIZI Ogni qualvolta realizzate uno scenario investigativo, dovreste inevitabilmente seguire la Regola dei Tre Indizi: Per ogni conclusione a cui volete che giungano i giocatori, includete almeno tre indizi. Perché tre? Perché probabilmente i giocatori si perderanno il primo; ignoreranno il secondo; e interpreteranno male il terzo prima di fare un incredibile volo pindarico che li farà arrivare dove volevate fin dall'inizio. Scherzo, ovviamente. Ma se pensate ad ogni indizio come un piano (il gruppo troverà X, arriverà alla conclusione Y e andrà a Z), allora quando avete tre indizi vi ritrovate non solo con un piano, ma con addirittura un piano B e uno C. E quando vi renderete conto che i vostri piani non sopravviveranno mai al confronto coi giocatori, capirete perché vi servono un piano B e uno C. Nella migliore delle ipotesi, ovviamente, il gruppo troverà tutti e tre gli indizi. Non c'è nulla di sbagliato. Potranno usare gli indizi per dare conferma ai loro sospetti e rafforzare le loro conclusioni (proprio come Sherlock Holmes). Nella peggiore delle ipotesi, dovrebbero essere in grado di usare almeno uno di questi indizi per raggiungere la conclusione corretta e proseguire nell'avventura. Ed ecco un suggerimento importante: la Regola dei Tre Indizi non ha eccezioni. “Ma Justin!” mi direte. “Questo indizio è davvero lampante. Non è possibile che il gruppo non ci arrivi.” Secondo la mia esperienza, probabilmente vi sbagliate. Da un lato, considerate che siete voi a creare la situazione. Sapete già qual è la soluzione del giallo. Questo vi rende difficile il giudicare in maniera obiettiva se una cosa è ovvia oppure no. E anche aveste ragione, che problema c'è? Avere indizi in più non darà alcun problema. Perché non prevenire anziché curare? ESTENDERE LA REGOLA DEI TRE INDIZI In realtà, sarebbe un'ottima idea tenere a mente il concetto base della Regola dei Tre Indizi, in senso lato, nella realizzazione di qualsiasi tipo di situazione. Richard Garriot, il designer dei videogiochi della serie Ultima e Tabula Rasa, una volta ha detto che il suo lavoro come game designer era assicurarsi che fosse possibile avere almeno una soluzione ad un problema senza impedire al giocatore di trovare altre soluzioni per conto proprio. Per esempio, se trovate una porta chiusa in uno degli Ultima, da qualche parte ci sarà anche una chiave. Ma potreste anche farvi strada con la forza; o scassinare la serratura; o puntarci contro un cannone e farla saltare. Warren Spector, che cominciò col lavorare con Garriott ad Ultima VI, in seguito divenne designer di Deus Ex. Segue la stessa filosofia di design e parla entusiasta dell'emozione che provava nel guardare qualcuno giocare al proprio videogioco e pensare, “Aspetta... funzionerà?” In realtà, quando progetto un'avventura cerco di portare questa filosofia di design al livello successivo: per ogni problema che si pone davanti al gruppo, mi assicuro che ci sia almeno una soluzione e poi rimango totalmente aperto a qualsiasi idea venga in mente ai giocatori. Ma per ogni problema a collo di bottiglia, mi assicuro che ci siano almeno tre soluzioni. Con problema a collo di bottiglia intendo ogni problema che necessita di essere risolto perché l'avventura possa procedere. Per esempio, mettiamo caso che ci sia una porta segreta dietro la quale c'è un tesoro a caso, ma sostanzialmente trascurabile. Trovare la porta segreta è un problema, ma non è un collo di bottiglia, perciò devo trovare un'unica soluzione. In D&D questa soluzione è semplice perché è scritta direttamente nelle regole: la porta segreta può essere trovata con un tiro di Cercare ben riuscito. Ma poniamo caso che, invece che un tesoro a caso, dietro quella porta ci sia qualcosa di vitale importanza. Perché l'avventura possa procedere, il gruppo deve trovare la porta segreta. Ora la porta segreta è un problema a collo di bottiglia e quindi cercherò di assicurarmi che ci siano almeno tre soluzioni. La prima soluzione è sempre la stessa: passare la prova di abilità di Cercare. A questo potremmo aggiungere un appunto in un altro scenario in cui si danno istruzioni ad un cultista perché “nasconda l'artefatto dietro la statua di Ra” (dove si trova la porta segreta); un diario consunto scritto dall'ideatore del complesso che fa riferimento alla porta; una seconda porta segreta che porta allo stesso luogo (questa conta come una soluzione separata perché introduce immediatamente un secondo tiro di Cercare come possibilità); una probabile situazione in cui il cattivo principale cercherà di scappare attraverso la porta segreta; la possibilità di interrogare i cultisti catturati; e così via. In realtà, una volta identificato un collo di bottiglia del genere, diventa abbastanza banale cominciare ad aggiungere soluzioni in questo modo. Ho visto alcuni master dire che questo rende le cose “troppo facili”. Ma in realtà soluzioni alternative così tendono a rendere lo scenario più interessante, non meno. Pensate alla nostra porta segreta, per esempio. Prima che cominciassimo ad aggiungere soluzioni alternative, era solo un tiro di dadi. Ora è stata pensata da una persona specifica; usata dai cultisti; e potenzialmente può rivelarsi una via di fuga. Quando inizierete ad usare più spesso queste tecniche della Regola dei Tre Indizi, scoprirete che i vostri scenari diventano ancora più solidi. Per esempio, prendiamo uno scenario investigativo su un omicidio in cui l'assassino è un lupo mannaro che cerca le sue ex amanti. Ci vengono in mente tre modi per identificare l'assassino: Pattugliare le strade della cittadina in una notte di luna piena. Rendersi conto che le vittime sono tutte ex amanti dello stesso uomo. Andare nella macelleria del posto, in cui lavora l'assassino, e trovare le confessioni dei suoi incubi e dei suoi peccati scritte col sangue sui muri del retro. Per ognuna di queste conclusioni (è un lupo mannaro; è un ex amante; dovremmo controllare la macelleria) avremo bisogno di tre indizi. È UN LUPO MANNARO: Orme che da quelle di un lupo si trasformano in quelle di un essere umano. Segni di artigli giganti sulle vittime. Una delle vittime aveva una pistola caricata con proiettili d'argento. È UN EX AMANTE: Lettere d'amore scritte dallo stesso uomo. Il diario di una delle vittime in cui si racconta di come lui la tradisse con un'altra delle vittime. Il ritratto dello stesso tizio o sul corpo delle vittime o custodito da qualche parte nelle loro case. CONTROLLARE LA MACELLERIA: Una cassa rotta su cui si legge CARNI DI DANNER, su una delle scene del crimine. Un biglietto su cui c'è scritto “incontriamoci alla macelleria” accartocciato e gettato in un cestino. Una nota che dice “incontrare P in macelleria” nell'agenda di una delle vittime. E in un attimo avete creato uno scenario con nove diverse opzioni di riuscita. E se rimanete aperti all'idea di “più indizi, meglio è” mentre progettate l'avventura, troverete ancora più possibilità. Per esempio, non sarebbe cosa facile lasciare un riferimento alla macelleria in una di quelle lettere d'amore? O riempire quel diario di irrequieti schizzi a carboncino che rappresentano lupi? La parte divertente in tutto ciò, è che una volta che vi date la possibilità di inserire un sacco di indizi, vi date la possibilità di inserire degli indizi davvero sottili ed esoterici. Se i giocatori li colgono, saranno soddisfatti di averlo fatto. Se non li notano o non li capiscono, va bene lo stesso: avete un sacco di altri indizi che possono cercare (e una volta che avranno effettivamente risolto il mistero, si divertiranno a ritrovare quegli indizi esoterici e a capire cosa volessero dire). COROLLARIO: TOLLERANZA NELLA RICERCA DEGLI INDIZI La massima “più indizi ci sono meglio è” è da tenere sempre a mente. Quando si progetta uno scenario investigativo si è naturalmente portati, almeno credo, a tenersi per sé alcune informazioni. È logico: dopotutto, un mistero si basa sulla mancanza di informazioni. E c'è differenza tra scoprire un sacco di indizi e scoprire che l'assassino ha scritto il suo indirizzo col sangue sul muro. Ma il desiderio di tenere per sé le informazioni fa più male che bene, secondo me. Quando tenete per voi un'informazione, essenzialmente state sbarrando una strada che potrebbe portare al successo. Questo ci riporta al consiglio di Garriott: a meno che non ci sia una ragione per cui la porta dovrebbe essere a prova di cannone, il giocatore dovrebbe essere premiato per la sua inventiva. O, per metterla in un altro modo: solo perché davanti ad una porta chiusa non troviamo a terra la chiave per aprirla, non vuol dire che non ci siano altri modi per passare. Tenendo a mente ciò, dovreste avere la volontà di aprirvi ed essere tolleranti nella ricerca degli indizi. Con questo intendo dire che, se i giocatori trovano un modo intelligente di portare avanti le indagini, doveste essere aperti all'idea di dar loro informazioni utili di conseguenza. Poniamola in un altro modo: non trattate la lista degli indizi a cui avete pensato durante la preparazione come ad una camicia di forza. Pensate invece al vostro lavoro di preparazione come una rete di salvataggio. Una volta mi affezionavo molto ad una soluzione intelligente quando la progettavo. Mi lasciavo coinvolgere emotivamente dall'idea che i miei giocatori scoprissero questa soluzione intelligente che avevo pensato. Di conseguenza, tendevo a rifiutare le altre soluzioni che trovava il party; dopotutto, se avessero funzionato, i giocatori non avrebbe mai scoperto la soluzione intelligente che era venuta in mente a me. Col passare del tempo, mi sono reso conto che è molto più divertente quando i giocatori mi sorprendono. È lo stesso motivo per cui evito di stravolgere il tiro dei dadi per preservare qualunque concetto drammatico mi sia venuto in mente. Di conseguenza, ora tendo a pensare alla soluzione che ho progettato come alla peggiore delle ipotesi, alla rete di salvataggio che appare quando i miei giocatori non riescono ad uscirsene con nulla di più interessante. Per essere tolleranti riguardo alla ricerca di indizi, dovete prima capire la situazione di base. (Chi è il lupo mannaro? Come ha ucciso questa vittima? Perché l'ha uccisa? Quando l'ha uccisa?) Poi dovete abbracciare le idee e i metodi inaspettati del party, e fare leva sul vostro lato permissivo quando dovete decidere se troveranno o meno un indizio a cui non avevate mai pensato prima. COROLLARIO: INDIZI PROATTIVI Ovvero Fateceli Sbattere Contro. A volte, nonostante tutti i vostri sforzi, i giocatori si faranno strada verso un vicolo cieco: non sanno cosa significano gli indizi o li ignorano o li usano per raggiungere conclusioni sbagliate e ora se ne stanno andando nella direzione sbagliata. (Quando uso la Regola dei Tre Indizi, mi rendo conto che questo accade spesso quando i giocatori non si rendono conto che in realtà c'è un mistero che va risolto; dopo tutto, i misteri non sono tutti palesi come lo può essere un cadavere.) È in questi casi che è utile avere un piano di riserva. Il problema in questo scenario è che i giocatori sono troppo passivi, o perché non hanno le informazioni che servono loro, o perché le stanno usando nel modo sbagliato. Quindi la soluzione è far sì che succeda qualcosa di attivo. Il consiglio di Raymon Chandler in questi casi di impasse era: “Fate entrare dalla porta un tizio con una pistola.” L'ultima spiaggia alla quale ricorro io è più o meno dello stesso avviso: il cattivo scopre che è il gruppo ad investigare e manda qualcuno ad ucciderli o a corromperli. Un'altra buona soluzione è “muore qualcun altro”. O, più in generale, “ha inizio la fase successiva del piano del cattivo”. L'effetto sarà quello di creare una nuova situazione o evento dinamico di modo che il gruppo possa interagirvi. L'idea di fondo, ovviamente, non è semplicemente “far succedere qualcosa”. Vorrete che questo nuovo evento dia al gruppo un nuovo indizio (o, ancora meglio, più indizi) che possono seguire per continuare l'avventura. Nel peggiore dei casi, comunque, potete progettare un ultimo escamotage estremo per salvare capra e cavoli e concludere in modo soddisfacente la situazione, non importa in che casino i giocatori si siano ficcati. Per esempio, nella nostra storia del lupo mannaro, se il gruppo perde totalmente la strada, potreste semplicemente far apparire il lupo mannaro che cercherà di ucciderli tutti (perché crede che “si stiano avvicinando troppo”). Di solito non dà chissà quale soddisfazione, ma almeno vi toglie da una brutta situazione. È l'ultimo piano alternativo quando tutti gli altri hanno fallito. COROLLARIO: I DEPISTAGGI SONO SOPRAVVALUTATI I depistaggi sono un elemento classico nel genere investigativo: tutte le prove puntano verso X, ma è una falsa pista! Il vero colpevole è Y! Quando si progetta uno scenario per un GDR, in ogni caso, i depistaggi sono sopravvalutati. Non mi azzardo a dire che non dovreste mai usarli, ma mi azzardo a dire che dovreste usarli con estrema cautela. Sostanzialmente per due ragioni: Primo, riuscire a far fare ai giocatori le giuste deduzioni è già abbastanza difficile. Metterci pure una falsa pista non fa altro che rendere il tutto più difficile. Più importante ancora è il fatto che una volta che i giocatori hanno raggiunto una conclusione, tenderanno a rimanerci aggrappati. Potrebbe essere estremamente difficile convincerli a lasciarla andare e riesaminare le prove. (Un modo per far funzionare un depistaggio è assicurarsi che ci sia una confutazione inoppugnabile: per esempio, gli omicidi continuano anche dopo che il gruppo fa arrestare un sospettato. Sfortunatamente il concetto che potreste avere di “confutazione inoppugnabile” potrebbe essere oggettivo quanto quello che avete di “un indizio davvero palese che non è possibile non venga colto”.) Secondo, non c'è davvero bisogno che mettiate una falsa pista: quasi sicuramente il gruppo lo farà al posto vostro. Se riempite la vostra avventura con nient'altro che indizi che puntano solo ed esclusivamente al vero colpevole, posso praticamente garantirvi che i giocatori inizieranno a sospettare di almeno altre tre persone prima di rendersi conto di chi c'è dietro a tutto. Si aggrapperanno con forza ai loro sospetti e cominceranno a tessere teorie complicate per spiegare il collegamento tra le prove che hanno trovato e il sospettato che vogliono. In altre parole, per progettare uno scenario investigativo il trucco è cercare di evitare incidenti stradali. Buttare una falsa pista nel calderone è come far ubriacare i giocatori prima di metterli al volante. COROLLARIO: NULLA È A PROVA DI STUPIDO Avete disposto con attenzione uno scenario in cui ci sono diversi percorsi per giungere alla soluzione, con dozzine di indizi a sostegno di ogni passo di ogni percorso. Avete anche un paio di piani di riserva pensati preventivamente per portare il gruppo sulla giusta strada se qualcosa dovesse andare storto. Cosa potrebbe mai andare storto? … come fate anche solo a pensarle certe cose? Non importa quanto accorti siate stati: la verità è che, prima o poi, qualcosa andrà storto nei vostri piani. Quando questo capiterà vorrete essere pronti a improvvisare nuovi piani sul momento. Ecco un estratto di un eccellente saggio di Ben Robbin Vi consiglio caldamente questo saggio. Dice più o meno tutto quello che pensavo di includere nella mia discussione di quest'ultimo corollario, quindi non perderò tempo a ripetere qualcosa che è già stato scritto così bene. Mi prenderò solo la soddisfazione di citare questo consiglio: Come abbiamo già detto, un modo per evitare questo tipo di problema è evitare di avere “un suggerimento chiave” sul quale si regge tutta l'avventura. Ma il consiglio di “scrivere le rivelazioni in anticipo” è ottimo. Come dice Robbins, “deve essere un elenco o un promemoria, non tutta la spiegazione”. Il mio consiglio è di fare una lista delle conclusioni che volete che i vostri giocatori raggiungano. Sotto ogni conclusione, scrivete ogni indizio che potrebbe condurli a quella conclusione. (Potreste usarla anche come lista di controllo del progetto per essere sicuri di avere abbastanza indizi a sostegno di ogni conclusione.) Nel momento in cui il gruppo riceve gli indizi, fateci un segno a fianco. (Questo vi permetterà di vedere subito se ci sono aree in cui ai giocatori mancano troppi indizi.) Per finire, ascoltate con attenzione quello che si dicono i giocatori. Quando hanno raggiunto una data conclusione, potete spuntarla per intero dalla lista. (Fate attenzione a non spuntarla appena la considerano una possibilità. Spuntatela solo quando hanno effettivamente concluso che sia vera.) Se vedete che sono tanti gli indizi che non vengono colti per raggiungere una conclusione, o che sono stati trovati tutti, ma che i giocatori ancora non ci sono arrivati, allora saprete che probabilmente è ora di cominciare a pensare a nuovi indizi da plasmare nell'avventura. L'ULTIMA PAROLA In sostanza, la questione si può semplicemente riassumere così: progettate diversi percorsi per raggiungere l'obiettivo. Incoraggiate l'ingegnosità del giocatore. Datevi un piano B. E ricordate la Regola dei Tre Indizi: Per ogni conclusione a cui volete che giungano i giocatori, includete almeno tre indizi Link all'originale: https://thealexandrian.net/wordpress/1118/roleplaying-games/three-clue-rule1 punto
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La Regola dei Tre Indizi
1 puntoNon conoscevo The Alexandrian, grazie per aver sopperito a questa mia mancanza!1 punto
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1 puntoL'intenzione è quella, basata anche sulle indicazioni ricevuta dal sondaggio che abbiamo fatto qualche tempo fa1 punto
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1 puntoSommo maestro! The Alexandrian è uno dei blog più belli ed utili della rete. Facciamo una raccolta firme per avere una rubrica settimanale con le traduzioni dei suoi post!1 punto
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1 puntoUn grande classico! Sempre molto interessante. Aggiungerei anche: nel caso di un collo di bottiglia, niente dadi. O meglio, fare in modo che almeno una delle soluzioni (possibilmente tutte) non si basi sul risultato dei dadi: se i PG fanno "la cosa giusta" ottengono l'indizio, senza prove.1 punto
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1 puntoTrovo che The Alexandrian abbia un ottimo blog e faccia degli articoli veramente interessanti! Seguendo in lingua inglese a volte ti perdi dei dettagli. Son contento che abbiate deciso di tradurre questo articolo.1 punto
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Recensione: Waterdeep - Dragon Heist
Mi piace lo stile pulito delle mappe (alla Dyson Logos) e semplifica molto la vita quando devono essere riprodotte al volo al tavolo di gioco. Mi piace molto anche lo stile artistico di Tomb of A., Curse of S., Storm Kings Thunder anche se rende + complicato il riprodurle velocemente. Non mi piace quello di Elemental Evil e trovo troppo confusionario e dipendente dallo stile Paizo quello di Out of Abyss e quello della Regina drago Tiamat. Voi che ne pensate ??1 punto
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