Lily
Durante il viaggio
Mi accomodo sul carro, e durante il viaggio continuo a tempestare di sproloqui e domande il nuovo povero disgraziato compagno studioso
E quindi, caro il nostro Evendur, ti affascina il sapere: modestamente, ho una discreta cultura per quanto riguarda il mondo spirituale e religioso, perciò ne potremo parlare a non finire. Campo medico? Non mi batte nessuno! Beh, insomma, sicuro che qualcuno mi batta, ci sono così tante persone, però ne ho studiato parecchio, così come messo in pratica. Oh si, ho anche dei vaghi ricordi per quanto riguarda l'agricoltura, ma anche animali, piante... Com'è che si dice? Flora e fauna? No, l'incontrario: fauna e flora, giusto! Beh... era mio padre l'esperto sull'argomento, ecco: si chiamava, e spero si chiami ancora, Arun, un elfo dei boschi. Aveva i miei stessi capelli, sa? Biondi come il grano. Credo che fosse un druido, ma non saprei proprio: poteva anche essere un mago, da quanto ne so, ma sicuramente il mondo naturale lo affascinava oltre ogni modo. Mi ricordo vagamente la nostra fattoria, ma vi erano questi campi immensi di grano, un sacco di erbe medicinali e spezie, fiori profumati... e il pesco! Era il mio preferito! Quando era il periodo, mi ricordo che le mangiavamo sul momento, ne facevamo confetture, o addirittura le mettevamo sotto acqua e zucchero a macerare, ed erano la cosa più buona del mondo! E quanto mi divertivo a giocarci con le bambole, a leggere sotto la frescura delle foglie e ad intrecciare piccole collane con i petali rosa che cadevano... Oddio, mi sono lasciata un po' andare ridendo, leggermente imbarazzata, per poi ricompormi, sempre sorridendo.
Ecco, le volevo parlare più che altro di un argomento particolare, che è legato indissolubilmente sia alla mia infanzia, ma anche alla mia chiamata sacerdotale: vorrei sapere il suo parere da esperto, spero, in materia, o se ha sentito di casi del genere. Tra l'altro, credo di non averlo mai raccontato a Gar, quindi mettiti comodo anche tu e ascolta un po'. Vym invece lo sa bene, ma non mi è stato molto di aiuto. mi sistemo bene, con la schiena dritta, mezzo sorriso stampato fisso, le mani poggiate sulle cosce, gli occhi che si muovono lentamente, prima su Evendur, poi su Gar, a turno.
Allora, si parla di ben 87 anni fa: avevo 20 anni all'epoca, praticamente ero una bambina mentalmente, come tutti gli elfi, anche se il mio corpo era già che bello maturo. E, come tale, giocavo in mezzo al campo di grano. Mio padre e mia madre, che non vi ho ancora presentato, giusto... Xulene, ecco, Xulene Argith, la drow, di cui porto il colore degli occhi e un po' il colorito, il suo però era molto più buio, come la notte, anche se ricordo che riluceva sotto gli astri, e splendidi e lunghi capelli bianchi. Insomma, loro due, erano impegnati, mia madre in casa a tessere, anche perché di giorno usciva difficilmente: gli occhi, sapete, dicono che i drow non ci vedano molto bene alla luce del sole, forse per una maledizione, o chissà perché. Comunque, invece mio padre era andato in città a vendere parte del raccolto. E io giocavo nel campo di grano, anche se non volevano che lo facessi: forse sempre perché mia madre era drow? Ammetto di saperne poco, ma dicono che i drow sono esseri spregevoli, ma mia madre era diversa... Mi perdo troppo... Scusateeee... ridendo teneramente, mentre mi prendo una ciocca di capelli e ci gioco nervosamente.
Ci riprovo eh: giocavo, mio padre e mia madre non mi guardavano, finché ad un certo punto non arrivarono dei contadini. Li salutai, felice come sempre, ma loro non ne furono entusiasti... smetto di giocare con i capelli, tirando un piccolo sospiro, e smorzando un po' il sorriso Mi caricarono con accette, forconi, zappe, falcetti, vanghe. Qualunque cosa avessero, la usarono contro di me. Io dopo poco chiusi gli occhi, urlando agonizzante, tremante dal dolore, mentre sentivo il sangue fluire dalle ferite, il freddo inondarmi le vene e il cuore cominciava a battere sempre più lentamente, fino a cessare. Non credo che fecero altro, sapete... non ne ebbero il tempo, perché sentii, come qualcosa di ovattato, un grido disperato e passi allontanarsi. chiudo gli occhi per qualche secondo, sempre con quel sorriso un po' sghembo, poi li riapro, seria.
Ero morta, ne sono sicura, ma è come se qualcosa mancasse, in questo periodo: è come se avessi sognato, un lungo sogno, di cui non ricordo nulla, e in cui certi ricordi sono andati perduti. Quando riaprii gli occhi, mi sentivo bene. Più grande, più matura, come se il tempo non si fosse fermato per il mio corpo e la mia mente. Sapevo, intuitivamente, che avevo adesso 73 anni... ne erano passati 53, e ciò che vidi me lo confermò: la casetta di legno era marcia e fatiscente, abbandonata da chissà quanto tempo, le piante che la ricoprivano quasi per intero; i campi di grano completamente inariditi; il pesco secco e che mai più avrebbe potuto generare quei frutti così gustosi; e i miei genitori, Arun e Xulene: scomparsi, per sempre forse. Io mi ero appena alzata da terra, e accanto a me, vi era una fossa, come se fosse stata scavata da qualcuno, posta ai piedi di quel pesco; indossavo questo vestitino con la gonna corta, completamente sporchi di terra, e non avevo ferite alle tempie, all'addome, al petto... Che a proposito, era parecchio ingrandito, da quanto me ne ricordassi ridacchiando divertita E anche la veste, mi stava stretta da morire: era, credo... pensato per arrivare a metà polpaccio... A me arrivava a metà coscia! E quanto mi tirava addosso... Oh, giusto, la cosa più importante di tutte: vi era il crepuscolo, ma non ci feci caso all'inizio. Solo dopo aver notato tutto questo, notai quanto era buio, in cielo, e che vi era già la luna. Però, questa luce, quasi innaturale, c'era, e la luce proveniva da tutt'altra direzione rispetto a dove normalmente il sole starebbe. Ho deciso di seguirla, avvicinandomi al fiume che stava vicino a casa nostra, mentre questo colore rossastro si faceva sempre più intenso, e poi...
Lascio una pausa enorme, aumentando il pathos a livelli esagerati, trattenendo anche il fiato e riempendomi il petto, e rilasciando tutto di colpa Vuoto. Vuoto mentale. Proprio come mi era successo appena svegliata. Eppure, mi dicono, che deliravo, quando giunsi alla capitale: in Elfico ovviamente, quindi mi chiedo chi abbia capito cosa dicevo, ma comunque era qualcosa come... "IL CREPUSCOLO MI HA SALVATO! SIA BENEDETTO IL CREPUSCOLO! LODE AD ESSO!" dicendolo ad alta voce, in Elfico, e scoppiando a ridere E niente, e poi si, tutti gli studi, tutti i combattimenti, la devozione a Yndohr, dio dello spirito, la creazione dell'Ordine del Crepuscolo e così via.
Faccio una pausa, guardandoli entrambi Per caso... non è che ne sapete qualcosa? Di questa condizione di morire ma non morire... Anche piccola piccola, o se magari avete mai incontrato queste due persone... i miei genitori... Ne sarei davvero felice...
Arrivo al campo
Guardo con grande ammirazione alle rovine di questo palazzo mezzo sepolto. Vedo che vi è un campo, ma, come ormai sono costretta a fare, aspetto pazientemente i nostri carcerieri Bene, ci faccia pure strada, signor "Nonmisonoancorapresentato".