Tutti
Finalmente Grimm e sua sorella “ritornano all’ovile”.
È bello rivederli sani e salvi, ma per quanto la situazione si sia tranquillizzata con il dileguarsi della nebbia (e con essa i lupi), si respira comunque un’aria di profondo sconforto.
La conta dei sopravvissuti è impietosa.
A parte voi tre e la giovane Mèla, restano solo dodici dei venti uomini che vi erano stati affidati.
Battendo l’area circostante ritrovate immediatamente le due guardie notturne (due del gruppo “specialisti”).
O quello che ne resta almeno: sono state orribilmente smembrate.
Su di loro non c’è stato solo un attacco furtivo, coordinato, ma anche gratuitamente violento.
Qualcuno singhiozza sulla loro sorte, qualcun altro ripete l’epiteto ormai diventato comune per quella razza di bestie: “diavoli incarnati”.
Ad ogni modo il ritrovamento delle guardie spiegherebbe perché nottetempo non via abbiano allertato.
Né per i lupi, né per l’avvicinarsi di quella foschia che avete sempre accuratamente evitato.
Il resto è una storia che conoscete. Sopraggiunta l’alba siete usciti dalle tende, ritrovandovi nel mezzo del nulla. Non sentivate un vero motivo per fare “armi e bagagli”. O forse è stata la nebbia stessa a confondervi. D’altronde… era soltanto nebbia.
Ma quel che è stato è stato. Adesso siete nel cuore della Foresta Primordiale, sprovvisti di tutto o quasi, e non c’è tempo nemmeno per le lacrime.
Gondow: «Non abbiamo il tempo di seppellirli… Presto verranno pietosamente coperti dalla neve. Pace all’anima loro» riferendosi ai due cadaveri «Raccattate quelle quattro cose che vi restano. Adesso dobbiamo concentrarci sulla nostra sopravvivenza.»
Le tende, ridotte a cenere e fiammelle, ancora crepitano. Alcuni si precipitano a spalare neve sulle fiamme, ma è evidente che i vostri averi sono perlopiù andati in fumo.
Frugate lo stesso. Fate un lavoro minuzioso, perdendoci del tempo prezioso, ma alla fine recuperate poca roba.
Miracolosamente, confermando le predizioni del chierico, alcuni tomi sono rimasti intatti (3 x Borsa di Libri).
La notizia corre di bocca in bocca. Non per il ritrovamento in se, ma per l'interpretazione che ne viene data: un segno di benevolenza dall’alto.
Così due portantini di buon cuore hanno assemblano una barella di fortuna.
Il signor Kalyst un giorno potrà deambulare, magari con l’aiuto di una gruccia, ma attualmente deve essere trasportato di peso.
Vi rallenterà, questo è certo. Ma almeno, avendo perso i sensi, non vi tormenterà con i suoi sproloqui.
Questo è quanto. Si parte.
La scarsità di viveri e di altri beni, sarà un problema che affronterete successivamente.
Le ore di sole sono sempre troppo poche, e dovete raggiungere le rovine prima di essere sorpresi dalla notte, dalla tormenta o da chissà cos’altro. Sperando che in qualche modo le rovine saranno un riparo perlomeno decente.
-----------------------------------------------------
Gelaria – Giorno 39 – Anno 26.287
Rovine di Kusùlth
Ordinati in fila, solcate lungo la valle una scia simile ad una lacrima che scende su un viso algido.
Il silenzio è carico di lutto, e interrotto da occasionali brontolii di stomaco.
La neve alta mette a dura prova cosce e polpacci. Le dita dei piedi nemmeno le sentite più.
L’assenza dei cavalli si fa sentire, e la barella con Kalyst viene passata di braccia in braccia, provocando il malcontento di chi lo trova un sacrificio evitabile.
Ma stringete i denti. Le rovine si avvinano, mentre il sole volge oltre l’orizzonte.
Affidati all’istinto di Alduin, penetrate nella cittadella - che è una vera e propria metropoli - fino a raggiungere le pendici del Tempio.
La luna è ormai allo zenit.
Vi trovate davanti a una struttura verticale, imponente e minacciosa.
Stagliandosi al chiar di luna rivela un’architettura a dir poco inusuale.
Le innumerevoli guglie sembrano zanne aguzze e ritorte verso il cielo, mentre le gargolle, grottesche ricostruzioni di demonietti, si affacciano da cornicioni e sporgenze, come per controllarvi.
Anche l’entrata ha un che di raccapricciante. Ricorda una mostruosa bocca dentata.
Ad ogni modo è chiusa da un monolite. E' davvero enorme. Bussandoci sopra vi rendete conto del suo spessore. Nemmeno cento uomini riuscirebbe a smuoverlo. Tanto meno voi, che siete terribilmente stanchi.
Quel che è peggio è che il tempo inizia nuovamente a mutare. Le nuvole si addensano, l’aria diventa pungente. Avete imparato a riconoscere questi segni. Ben presto arriveranno raffiche di vento e neve.
Cosa fate?