@MattoMatteo @Ermenegildo2 @Checco @Lord Danarc
Come dice @Lord Danarc bisogna, però, tenere presente anche il fattore del ritmo lento delle uscite, fattore che rende questa edizione differente quantomeno dalle ultime due edizioni, le stesse che, oltre ad aver avuto un buon ritmo di uscite annuali, hanno visto anche una graduale riduzione del ciclo vitale. Le ultime edizioni in particolare (non ricordo bene per le edizioni più vecchie, quindi ditemi voi) sono state caratterizzate da un ritmo alto di uscite, il che ha portato velocemente i giocatori al punto di saturazione e di stanchezza. Il ritmo lento delle uscite mantiene alta la fame di nuove regole nei giocatori e diminuisce la probabilità che questi ultimi finiscano con lo stufarsi del regolamento. Come giustamente dice @The Stroy, è sicuramente vero che prima o poi la comunità di giocatori si stancherà di D&D 5e e pretenderà un cambiamento, ma il rischio che ciò avvenga nel breve termine sono basse, proprio per via del ritmo lento delle uscite. Come dice sempre The Stroy - e come, se non ricordo male, è stato ammesso dagli stessi designer - non è per nulla improbabile che la 5e regga bene per un totale di 10 anni circa, ma per questa edizione non sarebbe nemmeno impossibile un ciclo vitale di addirittura 12-13 anni, secondo me.
I designer, in ogni caso, già qualche anno fa hanno fatto sapere come prevedono di gestire la transizione a una nuova edizione. Innanzitutto inizieranno a pensare a una 6e solo nel momento in cui i giocatori segnaleranno nei sondaggi di essersi stufati del regolamento o di volere una significativa revisione delle regole dei 3 Core. La 6e, inoltre, a meno che nel frattempo i designer trovino utili dei cambiamenti radicali o ricevano dai giocatori indicazioni in tal senso, sarà una morbida transizione dalla 5e, ovvero una sorta di revisione: i designer punteranno con il rivedere e ammodernare il regolamento della 5e, senza metterlo radicalmente in discussione, così che i prodotti della 6e possano essere in qualche modo compatibili con quelli della 5e.
Sì, esattamente. 😉
Fanno certamente soldi anche con i supplementi, ma il grosso degli incassi li fanno sui Core. In ogni caso la Hasbro, proprietaria della WotC, per dare l'approvazione alla 5e ha preteso che quest'ultima sia costruita attorno ai prodotti derivati: la fonte principale degli introiti del brand D&D derivano, oltre che dai 3 Core, dai Board Game, dai videogiochi, dagli accessori per il gaming, dal merchandising generale (abbigliamento, idee regalo, ornamenti per la casa, ecc.) e così via.
D&D 5e non funziona come le precedenti edizioni. Con le precedenti edizioni il core business erano i manuali del gioco, mentre con la 5e lo è diventato il brand di D&D stesso, dunque tutto ciò che usa il marchio D&D.
Il mercato dei Gdr, però, non è come il mercato dei telefonini. 😉
Sicuramente la concorrenza interna è enorme (esiste un numero incredibile di Gdr e ne vengono creati a centinaia ogni anno), ma la gran parte dei prodotti ha un incidenza minima sul mercato, visto che attrae un numero limitato di giocatori. La vera lotta, in genere, è tra un numero ristretto di aziende, quelle che pubblicano i Gdr dall'appeal talmente alto da attirare l'attenzione del grosso del mercato. Anche il Gdr, come tutti i prodotti, rischia sicuramente la stagnazione o addirittura la crisi: è successo, ad esempio, intorno al 2008-2010, quando in particolare la grande crisi economica ha portato il mercato Gdr a contrarsi. La situazione attuale, però, è diversa, perchè per la prima volta in decenni il mercato Gdr è in espansione: il numero dei giocatori aumenta e questo è dovuto in particolare proprio a D&D 5e.
D&D è sempre stato uno dei pochi Gdr capaci di portare nuovi giocatori nel mercato, attirando anche coloro che non avevano mai giocato prima. E' per questo che tutte le aziende che producono Gdr guardano sempre con favore l'uscita di una nuova edizione di D&D, in quanto in genere è in grado di ingrossare il mercato e permette alle altre aziende di poter sfruttare questa espansione generale anche a proprio vantaggio. E se questo è valso spesso in passato vale ancora di più in questi anni, visto che D&D sta vivendo una periodo di successo straordinario. In questi anni D&D è diventato letteralmente popolare: se ne parla nei maggiori Talk Show Americani (Stephen Colbert, presentatore del Talk Show più visto negli USA, ha parlato più volte di D&D nel suo programma), è giocato e pubblicizzato da diverse star della TV americana o di Hollywood (promuovono D&D personaggi come Vin Diesel, Joe Manganiello, Deborah Ann Woll - Karen di Daredevil -, Mathew Lilard e Ashley Johnson - attrice nota per Genitori in Blue Jeans e per la parte di Ellie in The Last of Us), ed è entrato a far parte della più generale cultura popolare grazie a serie tv quali The Big Bang Theory, Stranger Things e Community. Le campagne di D&D giocate in streaming, come Critical Role, fanno un numero allucinante di visualizzazioni, mentre quelle giocate dal vivo riempiono i teatri.
Questa immane visibilità sta permettendo a D&D di attirare l'attenzione di un numero incredibile di nuovi giocatori, ovvero gente che a D&D non aveva mai giocato prima e che grazie a D&D entrerà per la prima volta a far parte del mercato Gdr. Al momento l'interesse per D&D è talmente alto che l'idea di un'uscita a breve di una 6e è radicalmente impossibile. Ci vorranno un po' di anni prima che la saturazione di cui parli arrivi. 😉