Clint Connor
Clint fu sollevato che il consiglio di guerra si fosse esaurito relativamente in fretta: il suo cuore era agitato dall'idea di scegliere per così tante persone, soprattutto a pochi giorni dal massacro di Blavandshok. Tuttavia, non poté evitare di rivolgere un'ultima frecciata nei confronti di Borg, avvicinandosi a lui e guardandolo negli occhi: "Meglio essere moderati, jarl, che disfattisti, accusatori ed ignavi.
Resto a disposizione, mio buon signore" concluse l'adepto, con una mezza riverenza di saluto.
Una volta fuori dalla tenda, riflettè su l'ordine con cui avrebbe preferito affrontare le sue questioni personali.
Seguí quindi dapprima Zhuge, chiedendogli se fosse un buon momento per parlare:
Concluso il dialogo, Clint chiese a Zhuge la gentilezza di potersi isolare con la spada, poiché, sebbene il dialogo sarebbe avvenuto a livello mentale, l'adepto si sarebbe sentito più a suo agio stando lontano dalle altre persone.
Dopo parecchi minuti, Clint si rimise in piedi e restituì la lama a Zhuge, prostrandosi in un inchino profondo e porgendogliela a due mani: "Non ho avuto necessità di estrarla, amico mio. Essa è linda come me l'avete passata e mi auguro di non avervi arrecato offesa alcuna, poiché so quanto il brando sia una estensione della vostra persona".
Un pensiero conclusivo di saluto e di ringraziamento particolare andò anche alla spada:
Sulla strada per la tenda, Clint incrociò Emercuryadar, che confabulava con Flurio. L'adepto si fermò un attimo, indeciso sul da farsi, poi lo guardò e gli disse, in draconico:
Così come Emercuryadar non gli aveva dato tempo per replicare, il mattino della separazione, Clint mosse via, diretto alla tenda di Anzalisilvar, a cui si annunciò mentre era ancora fuori, sebbene si immaginasse che la antica draghessa si fosse già accorta di lui. Nuovamente, una volta dentro, le si rivolse nella parlata dei draghi, che tanto amava:
DM