Nomi
Polyd, Astor e Eukesk ( il più anziano, maledetto con l’aspetto più giovane; il più giovane, maledetto con l’essere vivo nel corpo ma senz’anima di notte, morto nel corpo e con l’anima di giorno; la mediana, divorata costantemente da ferite e rigenerazioni tumorali)
Epiteti: la Triade; la Morte della Ragione, la Morte Disonorevole e la Rinascita; i tre Folli fratelli di Irskullor; i Tre Maledetti
Aspetto
Polyd: un giovane ragazzo dal fisico allenato, dai lunghi capelli biondi, ali da insetto gli spuntano dalle spalle, veste con abiti alieni per questo mondo. Il volto è costantemente illuminato da un sorriso dolce e caloroso, gli occhi neri brillano di stelle che non sono di questa realtà.
Astor: durante la notte è un giovane uomo sulla trentina, il fisico del guerriero e adornato come un nobile di un altro mondo. Gli occhi sono vuoti e vitrei, l’espressione calma ed il sorriso vuoto inquietante; durante il giorno il corpo è grigiastro, le vene nerastre come animate da un misto di insetti e piante: durante la notte il fratello e la sorella lo abbigliano come un nobile di Arkh, per coprire il più possibile le sue membra distrutte e divorate dalla morte.
Eukesk: capelli neri come la notte, l’incarnato bianco della malattia. Gli occhi verdi sono assai intelligenti. Di solito veste come una guerriera, anche se come una che privilegi la destrezza rispetto alla resistenza ed alla forza bruta; normalmente il volto è coperto da un elmo con maschera raffigurante una delle tante immagini della morte ( quindi prevalentemente scheletri od animali predatori, a seconda della cultura).
BG
Fratellastri e sorellastre di Irskullor, sono giunti in questo mondo per errore: quando Lugasdil aprì una delle porte chiuse e custodite di Albawaabat, per un istante si aprì in un luogo di colori e magnificenza, ma anche di orrore e desolazione.
Nessuno si accorse immediatamente di questo arrivo, ed il primo ad accorgersene fu lo stesso Illuskor che ritrovò i membri della sua famiglia perduta ( o meglio dire abbandonata) in un luogo sperduto e disabitato, senza vita alcuna.
Non si sa se forse l’arrivo rocambolesco oppure la permanenza nell’isola disabitata e maledetta siano state la causa di uno sfasamento nei tre, che a seconda dei cicli delle stelle ( ma forse delle loro stelle, apparse nel firmamento dopo la loro comparsa) sembra che siano bloccati in un ciclo di rinascita e morte, gioia e sofferenza. Solo uno dei tre, il più vecchio, ha ricevuto la maledizione più lieve, cioè quella della eterna giovinezza. Il più giovane è condannato ad un eterna morte nella vita e vita nella morte ( corpo vivo ma senz’anima e corpo morto ma con un’anima), mentre la sorella di mezzo è condannata ad una eterna sofferenza, mentre i suoi arti marciscono per una orrenda e tumurale rigenerazione costante.
I tre vivono felicemente nella Città degli Dei, nei palazzi di Irskullor, all’interno di un grande giardino fatto nascere dal più vecchio. Il culto che ha deciso di seguire i fratelli della morte è debole, frazionato da quella che sembra la ciclicità dei tre nel richiedere missioni impossibili, sacrifici estremi e dolorosi ed incarichi senza alcuna logica.
Se per i mortali sono un enigma terribile quasi come la Fine, per i Reggenti sono ospiti deliziosi ed educati che sembrano non aver grandiosi desideri di grandezza e potere: sembra che si accontentino di vivere nell’ombra del fratello che li osserva con un silenzio diverso da quello con cui guarda gli altri Reggenti: senso di colpa forse? Felicità…oppure orrore?
@il master
Da editare per la scheda…