Alexis, nonostante il respiro trattenuto e la concitazione, pianta i piedi saldi a terra tanto da far rallentare la sua "preda". Come un lampo arriva Vanesh, arma in pugno, denti stretti, coraggio da vero elfo del nord. Raggiunge di corsa la creatura, solleva la spada, e nonostante incassi una scalciata da parte della creatura in corsa, riesce a colpire con maestria: la sua arma fuori misura, antica per fattura e per storia, affonda nella tenera carne del Draghetto Fungino, devastandone le carni e lacerando una delle zampe posteriori, che quasi sti stacca rimanendo penzoloni, attaccata al resto del corpo solo per un lembo di carne.
Nel fare ciò l'elfo inspira troppe delle spore che circondano la creatura, e la sua mente si perde in un turbinio di memorie altrui:
un altare nel buio, un arnese di pietra lavorata, appuntito, e una luce rossastra che lo circonda. Una cantilena tutt'attorno, in una lingua a te sconosciuta ma che stranamente riesci a comprendere: "Sorgano i nuovi dei dal sangue di quelli defunti. Vengano dal cielo, splendenti e cristallini". Poi ti si balena nella mente un gruppo di creature, quasi scomposte, ma cristalline, di colore bianco e azzurrino. Stanno marciando su una vasta prateria, tutti in perfetta sincronia; ripetono all'infinito solo una parola: "Elo-weh"
Alexis sfrutta la menomazione della bestia fungina, ribaltandola sfruttando il suo stesso peso. Libera il braccio dalla cavità oculare, estraendo dal centro della testa della creatura una specie di pugnale di strana fattura (più tardi lo analizzarà meglio: sembra intagliato da un pezzo unico di una qualche roccia o minerale; risplende leggermente di luce rossastra e sembra vibrare a diverse frequenze, più o meno regolari). Nell'estrarlo, la bestia muore immediatamente: che sia per le cervella spappolate o per la rimozione del pugnale, questo è impossibile saperlo con certezza.
Intanto, a qualche metro di distanza, con il polverone ormai diradatosi, Mithralan in forma di orso, con la creatura tra le proprie grinfie mentre questa tenta di richiamare altre sue compagne, cerca di strapparle a morsi la giugulare prima che il richiamo abbia il suo effetto. Tuttavia la creatura riesce a dimenarsi freneticamente, proseguendo il proprio "canto" a lungo, prima che il druido riesca nel proprio intento:
NE ARRIVERANNO ALTRE DANNAZIONE!!!
Urla Yan piangendo, tenendo tra le proprie braccia il corpo esanime del buon Braccioforte.
Al momento non percepite tremori sotterranei, né rumori strani.
Cosa fate?