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Dragons´ Lair

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Visualizzazione dei contenuti con la reputazione più alta il 01/07/2020 in tutte le aree

  1. La 3.x ha introdotto, tra le altre cose, l'idea di personalizzazione del PG, ma non credo sia per forza di cose un effetto da videogioco (che trovo molto di più nella possibilità da parte degli incantatori di lanciare Incantesimi di attacco a ripetizione, ad esempio). Io posso voler interpretare un mercenario alla ricerca di fama e ricchezza e averne un'idea chiara in testa e ruolarlo in modo coerente e concentrarmi, sulla scheda, sugli aspetti meccanici legati al combattimento. Ti ricordo che fin dalla prima edizione di AD&D s' invitava ad avere PG con almeno 15+ in due caratteristiche. Credo tu te la stia prendendo troppo con D&D. Non è il sistema che ti porta a dover caratterizzare il PG ad essere ottimizzato nel combattimento ma il master che si concentra esclusivamente su sfide di questo tipo. L'idea stessa di ottimizzazione è errata: ottimizzato per cosa? Il combattimento è solo una parte del gioco; un gruppo ottimizzato per il combattimento avrà difficoltà in altri ambiti (si perderà nelle terre selvagge, non riuscirà a inserirsi negli intrighi di corte, non potrà superare la parte di dungeon che richiede Incantesimi non di combattimento per essere superata ecc).
  2. Perdonami, ma le due cose non necessariamente sono in contrasto. Da nessuna parte c'è scritto che il personaggio "ruolato" deve essere debole, con problemi di vario genere,di salute cagionevole a assolutamente non ottimizzato, mentre il pg che tira secchiate di dadi viene "interpretato" solo quando c'è da tirare i dadi. Non necessariamente per "ruolare" un pg questi debba avere un qualche problema, una fobia o altro. Perché? Mi sembra il ragionamento di base che considera i romanzi e i film di fantascianze/fantasy di serie B a priori e i libri "impegnati e di denuncia" opere d'arte. Ma anche no. il genere non ha alcuna influenza su come è scritto.
  3. Non credo che il problema sia quello, tanto che la discussione è generica. Nella quinta edizione, ad esempio, il giocatore è invitato a scegliere vari aspetti del background come ideali e simili ma, una volta scelti "per obbligo", potrebbero tranquillamente finire nel dimenticatoio. La questione è semplice: giocare di ruolo non significa per forza ruolare un personaggio particolare. Alcuni si divertono a inventarsi particolarità varie, altri no. A chi piace può farlo nel basic come nella terza, a chi non piace non lo fa nel basic come nella terza.
  4. Anche con questo non sono d'accordo. Credo che dipenda dalla definizione che si ha di role. Per me role indica solo quel meccanismo del gioco per cui ti immedesimi nel personaggio e prendi delle decisioni al posto suo. Non include necessariamente avere una "traccia" psico-caratteriale definita a priori. E non include necessariamente una preferenza per personaggi più o meno problematici, edgy o simili (edit: né, semplicemente, per quelli molto diversi da sé).
  5. Non me la sono presa, ci tenevo solo a non essere frainteso: non è che si rinuncia alla complessità o all'interpretazione "profonda", si evita solo di vincolarla in anticipo e la si fa emergere man mano. In generale ottengo ottime scene di role-play in questo modo, anche se forse è perché ho avuto la fortuna di avere molti buoni giocatori. La mia risposta è che non viene fatto perché non funziona. Essere attori è una professione. La stragrande maggioranza dei giocatori di ruolo, anche se avesse voglia di comportarsi da attore (e non tutti ne hanno voglia - legittimamente), semplicemente non ne è in grado.
  6. Può essere. Di solito, però, i giocatori che si divertono a creare delle caratterizzazioni particolari ci stanno anche attenti.
  7. Yep. Anche perché se il problem è un generico "col d20 è diventato tutto un eumate" la risposta a "cosa faranno i pg?" è già nell'acronimo stesso.
  8. MAO Mi avvicino alla caviglia di ashnor, chiediamogli cosa cavolo ci fa qui, in mezzo al mare, vivo no? poi per quanto mi riguarda andrei a cena. MI volto perché sicuramente Shandri mi stara guardando male.. Va beh aiutiamolo e sentiamo cosa ci dice, per il resto mettiamolo in una cabina, ma teniamo per noi la chiave.
  9. Ciao, ho ancora la scheda in progress, ma ho molti pochi dubbi devo solo trovare il tempo di concretizzarla. Sono comunque sempre pronto e carico 🙂 EDIT: @Alonewolf87 Ecco la Scheda: https://www.myth-weavers.com/sheet.html#id=2235984 mi sembra vicina al 100%, al netto di errori mi manca un trucchetto da scegliere. Consigli su Illusione minore e Amicizia?
  10. Per questa settimana sono per diverso tempo in viaggio senza internet, quindi poterò con più scarsezza. Proseguite pure senza aspettarmi se necessario. In linea di massima io sono ancora per aspettare la battaglia, ma se entriamo in azione cercherò di andare sui maghi rossi.
  11. Dopo averci parlato di Magia e conservazione dell'energia, in questo articolo il prof. Marrelli ci parla di Magie e entropia. La magia può sembrare una cosa meravigliosa: si tratta di uno strumento in grado di fare, in prima approssimazione, qualunque cosa. Abbiamo tuttavia già visto nel precedente articolo che la faccenda non è così semplice: infatti, per ottenere un qualunque effetto magico che sia fisicamente coerente, abbiamo bisogno di spendere energia. E abbiamo bisogno di ottenere questa energia da qualche parte. Ma il problema non si ferma qui: ogni volta che l’energia viene trasformata da una forma all’altra, una porzione di essa sempre maggiore viene dispersa, diventando inutilizzabile per il suo scopo originario Oggi parliamo del secondo principio della termodinamica… applicato alla magia! Calore e movimento Se mettiamo a contatto tra loro due oggetti a diverse temperature, il più caldo comincerà a raffreddarsi e il più freddo a scaldarsi finché non raggiungeranno la stessa temperatura. Questo fenomeno, detto “principio zero della termodinamica”, è evidente se mettiamo un cubetto di ghiaccio nell’acqua d’estate: il cubetto si scalda, sciogliendosi, ma nel farlo raffredda l’acqua. Quello che è accaduto è che una certa quantità di energia, detta calore, ha abbandonato il corpo caldo, raffreddandolo, per introdursi in quello più freddo e riscaldarlo. Questo passaggio di energia può essere “imbrigliato” per ottenere movimento: le macchine in grado di compiere queste trasformazioni sono dette Motori Termici, tra cui il motore a scoppio, il motore stirling e l’immancabile motore a vapore. Un modellino di motore stirling. Una lieve differenza di temperatura tra il sopra e il sotto della base è sufficiente per far girare la ruota. Un motore termico ha infatti bisogno di due “ambienti”, uno più caldo dell’altro, e la sua capacità di funzionamento dipende proprio da tale differenza di temperatura. Quando, nel mondo reale, gli scienziati, ingegneri e inventori del ‘700 e ‘800 cominciarono a studiare il rapporto tra il calore fornito a una macchina a vapore e l’energia meccanica (cioè legata allo spostamento della vaporiera) che essa era in grado di rilasciare, si accorsero che una porzione di tale energia veniva perduta. Infatti, parte di quel calore andava comunque a riscaldare l’ambiente esterno, più freddo ovviamente della caldaia: questo implica che, se da una parte l’aria esterna circola ed è in grado di rinnovarsi, la caldaia va via via raffreddandosi e richiede sempre nuovo combustibile. Per quanto si possano migliorare numerose parti di un motore, per esempio riducendo gli attriti (che dissipano ulteriore preziosa energia), una porzione di dispersioni energetiche dovute a questo scambio di calore sarà sempre, inesorabilmente presente. Tale evidenza portò a una delle formulazioni del “Secondo Principio della Termodinamica”, quella di Lord Kelvin: “È impossibile realizzare una trasformazione ciclica il cui unico risultato sia la trasformazione in lavoro di tutto il calore assorbito da una sorgente omogenea” Fu questa triste scoperta, l’inevitabile dispersione dell’energia, che portò gli scienziati del tempo alla definizione di una nuova grandezza fisica: l’Entropia. Energie inutilizzabili L’Entropia viene spesso definita come lo “stato di disordine di un sistema”, ma si tratta di una definizione che può confondere: infatti non si tratta banalmente di sistemi nei quali gli elementi siano “riposti ordinatamente”. Due oggetti a temperature diverse e a contatto tra loro, infatti, sono ugualmente “ordinati” prima o dopo aver scambiato calore tra loro. Quello che invece sappiamo grazie ai motori termici è che se due oggetti hanno temperature diverse è possibile usarli per generare energia meccanica, mentre questo è impossibile se hanno la stessa temperatura. In questo secondo caso, infatti, la loro energia è stata “distribuita” tra di essi, mentre inizialmente essa era “disponibile” per generare lavoro. Se immaginiamo le unità di energia termica come palline, esse possono essere utilizzate per produrre movimento solo finché sono separate Badate bene che, dopo lo scambio di calore, tale energia non è stata “perduta” nel nulla: l’energia totale è conservata e così il primo principio della termodinamica, solo essa non è più “sfruttabile” alla stessa maniera. La sua “qualità” è diminuita. L’Entropia è, di fatto, la misura di questa “riduzione di qualità” dell’energia di un sistema. Un’evidenza nata sia dall’osservazione naturale che dagli studi di Carnot è che l’entropia è sempre in continua, inesorabile crescita, e quindi la “qualità” dell’energia è in perenne calo. Ciò ha portato a un’ulteriore formulazione del secondo principio della termodinamica: “in un sistema isolato l’entropia non può mai diminuire”. Tutti i fenomeni spontanei, infatti, aumentano (o quantomeno mantengono inalterata) l’entropia del sistema: il calore fluisce da un corpo caldo a uno freddo, anche quando si cerca di imbrigliarlo con un motore, riducendo inevitabilmente l’efficacia del processo (come abbiamo già visto). Tutti i fenomeni naturali che portano alla dispersione dell’energia sono prima o poi inevitabili: il ghiaccio fonde, gli oggetti cadono, il ferro si ossida, le pile si scaricano, le stelle si spengono e gli esseri viventi, alla fine, periscono. Questo non significa che sia impossibile ottenere effetti opposti a quelli spontanei: abbiamo ad esempio inventato frigoriferi e condizionatori per abbassare la temperatura. Tuttavia, tali macchinari si “limitano” a spostare il calore, ad esempio, del cibo congelato nell’ambiente fuori dal frigo, e consumano energia per farlo: parte di questa energia poi, ovviamente, non sarà utilizzabile per raffreddare gli alimenti ma verrà dispersa. Se noi cercassimo di utilizzare la differenza di temperatura tra frigo e stanza per alimentare un motore termico, otterremmo ancora meno energia di quella necessaria per mantenere il cibo congelato. L’energia necessaria per raffreddare un oggetto è insomma superiore a quella che si otterrebbe utilizzandolo come ambiente freddo per un motore termico: questo perché parte di quell’energia è stata dispersa proprio a causa dell’entropia. Come per un cambio di valuta, scambiare euro per dollari avrà un costo: riscambiando indietro dollari con euro, un ulteriore costo, ci troveremmo in mano meno soldi di quelli iniziali. Ogni trasformazione d’energia riduce quella disponibile per nella nuova forma, disperdendone inevitabilmente altra a causa dell’entropia Inoltre, andando ad effettuare il calcolo, vedremmo che, dove l’entropia dell’interno del frigorifero è diminuita, quella del suo esterno è aumentata di una quantità superiore: l’entropia totale infatti aumenta sempre. A seguito di un’azione su un sistema che ne riduca l’entropia ci sarà sempre un sistema più grande che lo circondi la cui entropia totale è aumentata (o al limite è rimasta identica): si dice in gergo che “l’entropia dell’universo” non può mai diminuire. Come per i frigoriferi, anche i meccanismi degli esseri viventi riescono a mantenere sotto controllo l’entropia, a scapito tuttavia delle sostanze che espellono: gli scarti del corpo umano, se anche non fossero per esso dannosi, sarebbero comunque meno nutrienti dell’equivalente cibo necessario per crearli. Se fossimo in grado di assimilare gli elementi nutritivi del terreno e produrre autonomamente determinate molecole biologiche necessarie per il nostro organismo, come alcune proteine, troveremmo svantaggioso nutrirci di piante e animali poiché il loro “passaggio” ha rubato energia. Ogni trasformazione di energia ha, infatti, un determinato “rendimento”, cioè una percentuale dell’energia investita che è effettivamente utilizzabile dopo una trasformazione: il rendimento è sempre inferiore al 100% e tale perdita, dovuta all’entropia, va accumulandosi ad ogni passaggio. Se, per esempio, della benzina viene bruciata per spingere un’automobile, tale processo è più efficiente (si ha cioè a disposizione più energia effettiva) che se tale motore fosse usato per produrre energia elettrica ed essa, a sua volta, utilizzata per alimentare un motore elettrico di un’automobile: motivo per cui le auto elettriche sono efficienti e meno inquinanti solo se ci sono scelte oculate nella produzione dell’energia elettrica. A loro volta, i combustibili fossili come il petrolio, “fonti” di energia, non sono che l’effetto della degradazione di energie ben superiori accumulate milioni di anni fa durante la crescita, ad esempio, delle piante ormai fossilizzate e dell’azione dei batteri su di esse: l’energia spesa, insomma, per creare un albero e trasformarlo in carbone fossile è superiore a quella ottenuta bruciando quello stesso combustibile. Per riassumere il concetto, l’entropia è la misura della degradazione dell’energia di un sistema: essa aumenta inesorabilmente a ogni trasformazione d’energia, rendendola sempre più inutilizzabile e portando spontaneamente a fenomeni come la dispersione del calore, dell’energia e la devastazione del tempo. Gli effetti sulla magia Ma quali effetti avrebbe l’entropia sulla magia, alla luce anche dell’articolo precedente? Tanto per cominciare, l’energia magica disponibile sarebbe, se possibile, ancora meno. Che sia accumulata fuori o dentro il mago, l’energia magica tenderebbe a disperdersi: sarebbe forse questo fenomeno a concedere l’esistenza di incantesimi che permettano la percezione della magia. Questo implicherebbe, per esempio, che gli effetti magici vadano a svanire nel tempo e causino tutti quei classici eventi come l’indebolimento dei sigilli magici per trattenere chissà quale oscuro demone del passato. Sarebbe anche molto in linea con tutte quelle ambientazioni nelle quali la magia si è via via ridotta e non sia più facile come un tempo produrre chissà quali effetti meravigliosi, un classico anche di tanti racconti che pongono spesso le vicende in epoche successive a quelle degli dei e degli eroi: un tale sapore si respira, ad esempio, nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco, nel Signore degli Anelli ma anche, da un certo punto di vista, in ambientazioni dove magia e tecnologia si confondono come Warhammer 40.000. Ma come giustificare la presenza di antichi artefatti di ere perdute in grado di garantire immensi poteri, come quelli tipici della terra di mezzo? Una maniera per limitare lo scambio di energia al minimo è quello di utilizzare contenitori adiabatici, che riescono quasi ad azzerare lo scambio di calore (chiaramente non è possibile azzerare completamente le perdite per un tempo infinito… proprio per colpa dell’entropia!). L’idea di ridurre la dispersione dell’energia è ampiamente utilizzata in ambito tecnologico per materiali isolanti (basta pensare all’edilizia o ai termos) nonché per altre applicazioni come i Volani, pesanti oggetti tenuti in rotazione nel vuoto su cuscinetti magnetici in modo che non disperdano il loro movimento rotatorio (il quale viene poi utilizzato, all’occorrenza, per produrre energia). Impedire a un oggetto magico di rilasciare energia potrebbe essere sia una maniera per allungare la sua vita sia, nell’ottica precedente, di celarne la natura. Ma un oggetto di potere immenso in grado di durare millenni potrebbe somigliare di più a una forma di vita magica, che ottiene la sua energia dall’ambiente esattamente come le piante (entro un certo limite) dal sole. In base a come funzioni il mana in un mondo di finzione, oggetti e creature che si nutrono di esso potrebbero ridurne la disponibilità magica in una determinata area, cosa che potrebbe portare a divertenti implicazioni. Ma l’effetto più importante dell’entropia sulla magia è che la sua energia è ancora più preziosa: ad ogni trasformazione, infatti, viene dissipata, che sia per il passaggio dal metabolismo umano a una riserva magica, dall’ambiente circostante agli incantesimi stessi. Gli incantesimi poi dovrebbero, se possibile, agire in maniera estremamente diretta: sollevare un masso, per esempio, dovrebbe evitare di richiedere l’apertura di un portale sul piano elementale dell’aria per manifestare una corrente ascensionale (anche se può darsi che un mero sollevamento non sia poi così facile da ottenere… ma ne parleremo oltre!). Alla stessa maniera, una palla di fuoco potrebbe essere ottenuta separando ossigeno e idrogeno nel vapore acqueo presente nell’aria, spezzando i loro legami tra loro e ottenendo, per ricombinazione, un effetto esplosivo… ma questo richiederebbe un enorme dispendio di energia. Perfino l’arco elettrico di un fulmine sarebbe molto più semplice da causare, ma richiederebbe comunque più energia di una punta affilata sparata magicamente sul nemico. Diversa invece la situazione se queste energie magiche fossero presenti e pronte a svilupparsi in maniera selvaggia: in tal caso, il mago potrebbe limitarsi a gestire con perizia il flusso magico incontrollato, lasciando la dispersione energetica più grande alla fonte magica… Articolo originale: http://www.profmarrelli.it/2020/01/22/manadinamica-magia-ed-entropia/ Se questo articolo ti è piaciuto, segui il prof. Marrelli su facebook e su ludomedia. Visualizza articolo completo
  12. I passi che seguo io nella maggior parte dei casi sono: Il master mostra l'idea del mondo (che stia in 2 o 3 pagine, eventuale mappa compresa: l'idea, non i dettagli) Il master propone un obiettivo per la prima avventura in quel mondo, e si assicura che i giocatori approvino I giocatori si accordano su una motivazione comune di medio-lungo termine per i loro PG, che tenga unito il gruppo e gli dia senso. "Diventare ricchi" o "diventare potenti" non sono motivazioni accettabili perché (a) sono cose scontate che vogliono tutti, e (b) non sono il fondamento di un gruppo perché la ricchezza è individuale, la potenza è individuale. Richiedo che la motivazione sia qualcosa di specifico e caratteristico. Esempi: un nemico comune da sconfiggere, uno specifico tesoro da ritrovare, uno specifico torto da vendicare. Spesso sarà una motivazione comunque classica. Mi va bene, non è un problema. Ogni giocatore crea il suo personaggio in modo che sia adeguatamente motivato per l'obiettivo della prima avventura, e che condivida la motivazione comune del gruppo sul medio-lungo termine. Non serve altro. Il master crea la prima avventura, cosa che può avvenire anche in parallelo al punto precedente, per la maggior parte. Questo però non risolve il problema da te posto, quello che secondo me non si può risolvere. Perché quando dicevo: mi riferivo a degli aspetti meta-narrativi che il giocatore medio (come anche diversi master) non è in grado neppure di formulare in modo corretto, anche se magari ne ha una vaga comprensione intuitiva: figuriamoci metterli in pratica. Ma è giusto così. Ma il problema è proprio questo: non siete scrittori, e non state scrivendo un libro. E' normale e giusto creare il proprio PG tenendo conto delle capacità degli altri, ma il tipo di alchimia che c'è tra i personaggi di una storia è qualcosa di diverso, riguarda i loro ruoli nella storia e quelli sono indeterminati se non si conosce la storia. (Edit: attenzione, la storia, non basta l'ambientazione!) Pensa a Harry Potter: se fosse stato un GdR e i giocatori si fossero voluti accordare sui personaggi, in linea con le tue aspettative, uno avrebbe dovuto dire "io sarò il protagonista, il prescelto con un destino da compiere, e una classica storia di formazione da attraversare per diventare adulto e leader"; e un altro rispondere "ok, allora io sarò il migliore amico del protagonista, un po' spalla comica sfigata e un po' la sua ombra su cui può sempre contare, e sarò il suo tramite tra il mondo dei Babbani e quello della magia; e alla fine mi metterò insieme alla secchiona"; e un altro ancora "ok, io invece sarò l'elemento femminile del terzetto, la secchiona e la coscienza del gruppo, quella che fa sempre le prediche e fornisce gli spiegoni di lore se richiesto, e che alla fine si metterà con l'amico sfigato". Suona male, giusto? Ce le vedi tre persone dotate di raziocinio fare questo? No, a meno che... non siano un gruppo teatrale che si prepara a uno show! Ma in quel caso, lo stesso gruppo che fa la discussione di cui sopra definisce anche la storia, e lo fa contemporaneamente a quella discussione, non successivamente. E' anche quello che fa uno scrittore. Uno scrittore definisce i protagonisti insieme alla storia. Sa già come va a finire. La Rowling sapeva già cosa sarebbe successo nel settimo libro, quando ha inventato i personaggi per il primo. E' una cosa che è impossibile riprodurre in un GdR, semplicemente perché un GdR è un'altra cosa. Quando creano i personaggi della loro Compagnia (che, tra parentesi, è abbastanza eterogenea come razze) i giocatori non sanno ancora che ci sarà da distruggere l'Unico Anello, gettandolo tra le fiamme del Monte Fato, dopo aver attraversato le miniere di Moria, ed essersi poi divisi in grossomodo due gruppi, uno che si occupa delle guerre contro le armate degli orchi e l'altro che prosegue la missione in incognito seguendo il PNG Gollum viscido ed ambiguo. Sanno che l'avventusa si svolgerà nella Terra di Mezzo e che il Male sconfitto nell'antichità si sta risvegliando; se va bene sanno anche che si tratterà di distruggere l'arma finale di Sauron. Tutto qui. Non è abbastanza per definire Frodo e Sam, Aragorn e Gandalf, Legolas e Gimli come li conosciamo noi. Fidati, la base solida di partenza che ti serve come master è l'obiettivo. Quello di breve termine e quello di lungo termine. Non ti serve sapere chi sono i personaggi dentro e come interagiscono tra loro. Neanche i giocatori stessi lo sanno. Se dicono di saperlo, in molti casi è solo perché non sanno di non saperlo. Eppure, in un buon 95% dei casi, sarà così: un manichino vuoto che si riempie con il tempo. Come tu all'inizio non sai la trama della campagna, a parte al limite l'obiettivo finale e i temi generali, così i giocatori all'inizio non sanno chi è il loro PG, sanno solo che è un ranger umano-dunedain, prode combattente, che vive nelle terre selvagge e parla il Comune e l'Elfico. Dopo diventerà Aragorn. Non può essere Aragorn sin dall'inizio. Le scelte fatte in corsa non saranno mai incoerenti perché saranno operate da un essere umano (il giocatore) in risposta a una serie di stimoli provenienti dal contesto (altri PG, mondo di gioco). Saranno una conseguenza di quegli stimoli. Non saranno, questo sì, belle come un personaggio del cinema creato a tavolino. Ma è normale. Non sarà mai paragonabile a un libro perché non è un libro. Se quello che cerchi è un romanzo, forse dovresti scrivere un romanzo. Lo dico seriamente, eh, non è una presa in giro. Io ho l'impressione, lo dico con cautela e scusami se manco di tatto, che il problema potrebbe essere nelle tue aspettative anziché nel gioco.
  13. Vada per elfico. Domani aggiorno la scheda
  14. A dire il vero, un po' di techno-babble non ci sta male...
  15. 1 punto
    Aggiustato il link. Non prendere l'immagine alla lettera (sono granchi ed altri crostacei), ma solo come "spunto" per verificare la variabilità di aspetto dei membri della tua razza. Un'altro modo per mettere la domanda: ipotizzando che tutti i tipi di scimmie abbiano più o meno la stessa altezza, è come se un membro della tua razza somiglia ad un umano, un'altro ad un gorilla, un'altro ad un babbuino, un'altro ad un lemure, eccetera? Ok, probabilmente mi sono confuso perchè avevi scelto "Artropoid" (almeno credo) come fisiologia. I Threlitiani di Ian Morgenvelt sono piante, ma ha dato loro aspetto umano; io invece ho creato gli Hermaliani come umanoidi, ma come aspetto potrebbero far pensare a mammiferi da branco (capre); in entrambi i casi non c'è problema, l'aspetto non deve per forza essere legato al 100% alla fisiologia. Si, ora che l'hai detto me lo ricordo; il tratto è "Herd animal": I più importanti sono aspetto, storia e cultura; puoi farli anche solo a grandi linee (io c'ho messo un sacco di cose perchè sono un perfezionista quasi patologico, non sentirti obbligato a fare come me se non te la senti). La descrizione del pianeta solo se è particolare o se pensi che prima o poi ci andremo, altrimenti lasciala pure per dopo.
  16. concordo Un pazzoide fatto in role è fantastico per quanto mi riguarda la scelta è libera dopo aver descritto il mondo poi il resto è che il giocatore resti fedele al pg che ha fatto. non proprio, ogni cosa che facciamo è conseguenza di carattere mentale (ideale paure, ecc) e fisico (riflessi, forza ecc). ed ora a distanza nel tempo capisco anche alcune scene dei film quando viene da dire "ma che cavolo, non se ne accorge?" il fatto che giocare il PG creato (come un personaggio di una qualunque storia (come frodo e gandalf o superman ognuno con i suo carattere ideale ecc) immaginando (base del role) che sia in quel posto ed in quel momento quando gioca dovrebbe essere proprio una delle basi. Per la difficoltà concordo appieno con te. probabilmente saranno sempre i soliti triti e ritriti, giocabili per carità, ma nulla con quello che intendo. Es fare soldi, diventare potenti, comprare un castello prendere il posto di un dio, vendicare ecc. i classici insomma. Se quando crei un personaggio di una storia ti poni domande e lo fai parte di un mondo e non esterno (famiglia, luoghi, carattere ecc) prende vita e avrà un approccio differente nelle situazioni di qualunque altro PG (rendendolo unico) Ho fatto anch'io come te. Poi non voglio disquisire nulla, mi sono trovato dopo molto tempo di pensare se i master si divertono in conseguenza del divertimento dei giocatori o perchè anche lui fa parte della storia (che non vuole dire crearla ma viverla con dei personaggio ben dettagliati) e non per ricevere frasi tipo: "è stato fighissimo il combattimento ed finale della storia davvero epico in cui abbiamo spaccato tutto" mi immagino invece se si fosse giocato il signore degli anelli. Con i giocatori che erano gandalf , legolas, frodo ecc. arrivati alla fine (dopo aver perso dita, morti ecc) una vittoria arrivare alla fine ma con difficoltà e morti nel cammino dove resta quella sensazione d'aver salvato il mondo con sacrificio. (spero d'aver spiegato la cosa anche se con fare troppo epico 😅) P.S. il disegno per i pg è fighissimo 👍
  17. 1 punto
    È normale, lascia passare del tempo e torna a giocare quando ne avrai voglia, non c'è da sentirsi in colpa per 'sta cosa. Io "soffro" di burn out ciclici, ho risolto la cosa avendo più opzioni. I miei hobby son poi sempre quelli: gdr, videogiochi, giochi da tavolo, animazione, miniature e modellini. Quando mi rompo di uno, mi concentro di più sugli altri, finchè non mi torna la voglia di riprendere in mano quello che ho abbandonato. Attualmente ad esempio non sto calcolando minimamente i miei giochi di miniature, mentre ho ripreso più o meno di recente a giocare di ruolo dopo una pausa di quattro anni, tipo. Rilassatevi, è un gioco, che dopo un pò vi stufi è normale. Trovatevi degli altri interessi, prima o poi vi tornerà la voglia di riprendere in mano una scheda.
  18. Ma che c*z 🤣🤣🤣🤣 non ho stretto la corda E pure l'acrobazia è stata pessima! Sembra una scena da un cartone con Duffy Duck... nello specifico quello in cui lui è Robin Hood e Porky Pig è Fra Tuck! 🤣 Il segnalatore, fornisce luce intensa in 3m e soffusa nei successivi 6m. E' anche il punto dove mi sono materializzato io.
  19. Nuova Mappa. Iniziativa
  20. No money, no level up 😞
  21. quello che vedo nel maggiore dei casi e si parla di paura dell'acqua abbastanza facile da giocare. ma quando si parla di carattere preciso e costante, allora qui ci si perde.Esempio, il personaggio è avaro? ok il master potrebbe usare questa info per rendere ancora più interessante e mirata al party questa info. Un altro esempio è nei classici background in cui il giocatore crea npc, mostri "il mio personaggio è sopravvissuto all'attacco di un demone che ha ucciso la mia famiglia" e qui inzio a pensare da master "ok, allora il giocatore tutto da solo ha deciso questo quindi ora ho a disposizione un demone che conosce il pg e magari vuole finire il lavoro (visto che la gestione del mondo dovrebbe essere di quest'ultimo)" poi guarda la scheda e dice "ok, effettivamente è solo un 1 livello (pensiero meta e che no c'entra nulla con il roleplay) passo quando è di 20 così può battermi" e qui il master guida il demone più stupido del mondo. Mettiamo che il metodo di nascita del D&D è eroi che sconfiggono il male. Ora nessuno fa più buoni e non si aiuta il contadino per non meno di 100 mo a testa. In secondo luogo l'ambientazione più richiesta è forgotten realms dove nelle descrizioni dice anche quanti galline ha la data taverna. Mai visto sfruttare questo per del role. Invece dovrebbe essere, il PG X proviene da citta X ben descritta in cui si amalgama e vive insieme e non al di sopra di tutto il mondo dove il master controlla tutto il resto che risponde agli stimoli dei giocatori. Probabilmente quando la meccanica è entrata prepotentemente nel gdr ha fatto del role una cosa più leggera, nulla di male, ma trovo situazioni così strane dove non si tiene conto di nulla per un role, se non un pg in mano ad un giocatore che da una sessione all'altra (visto che non è un attore che si cala nella parte) cambia idea, modi di fare carattere ecc ecc
  22. Se la build non piacciono basta non giocare la 3a, semplice. Il basic, ad&d e la 5a sono sistemi migliori per il role playing volendo.
  23. Assolutamente concorde, ma il giocatore "alternativo" si trova sempre, almeno 1 volta nella vita. 2 se sei sfig@#to
  24. Momento gente xD Qui le cose sono un po' troppe, datemi un ordine di cosa volete fare, abbiamo: lo squaloide legato all'albero maestro frugare il ragazzo e lo scrigno svegliare il ragazzo e capire che dice Avevo iniziato a fare il post sul secondo punto e mo' @Octopus83 passa a riprendersi i coltelli e frugare i corpi, ma allora! Stai fermo un secondo 🤣
  25. Gromnir Il guerriero conosceva bene la situazione, l'esperienza nell'Arena l'aveva messo talvolta al centro delle attenzioni di coppie di avversari, anche nemici fra loro ma non di rado coalizzati tacitamente quanto temporaneamente per aver ragione di lui. Il fatto di essere li' testimoniava come era andata a finire. "Si dice che l'occhio del ciclone sia un luogo tranquillo, ma prima o poi si deve comunque agire e rischiare, per uscirne. Quali sono i vostri progetti? Credo che io e i miei compagni potremmo dare il nostro supporto per realizzarli, dato che abbiamo un obiettivo in comune. Stavamo viaggiando per tentare di dare una stilettata direttamente al cuore della Megera... un piano ambizioso, lo riconosco. In pochi come siamo era la nostra migliore opzione. Voi forse avete delle alternative da condividere... e braccia e valore sufficienti a non farle sembrare utopie."
  26. Accerchiarli era un'idea ottima, ma la fortuna ti ha abbandonato nel momento clou. Peccato. Il segnalatore, fornisce luce intensa in 3m e soffusa nei successivi 6m.
  27. Personalmente la vedo in modo nettamente diverso: penso che un giocatore di ruolo sia qualcosa di molto differente da un attore, proprio perché non ha un "copione" da seguire (delle linee, come dici tu), e credo che la definizione caratteriale e psicologica del personaggio dovrebbe essere una conseguenza di come viene interpretato e non un dato a priori sulla base del quale interpretarlo. Ho approfondito il tema in diversi articoli sul mio blog tra cui ultimamente questo (scorri pure fino ad "appendice 1: non si tratta di recitare"). Detto questo, ho una giocatrice che una volta ha voluto interpretare un personaggio cieco, e un'altra volta un personaggio con serie disfunzionalità psichiche. Dipende dalla persona. Non è una cosa che si può forzare, e non me la sentirei nemmeno di incoraggiarla: se uno vuole interpretare un eroe d'avventura senza grandi difetti non me la sento di definirlo un giocatore peggiore. Edit importante: mi riferisco in particolare a giochi sulla falsariga di D&D; esistono altri giochi, specialmente recenti, che sono più "narrativi" e funzionano in modo diverso sotto questo profilo; a me non piacciono ma esistono. Eh, però l'attore viene pagato. Altra differenza non da poco. 😉😁
  28. Secondo quello che è previsto nel manuale mi pare chiaro. Ogniqualvolta inizia il suo turno ed è colpito dalla luce solare prende 20 danni. Se è colpito parzialmente o totalmente non cambia. Se sta sotto al sole assolutamente prende i danni. No, i vampiri non possono andare in giro il giorno.
  29. @Bille Boo Ti ringrazio per la lunga ed esaustiva risposta che mi hai dato! Premetto che, per gusto personale, delle tre soluzioni che hai presentato all'inizio delle tua risposta preferisco la prima: non mi piace proprio l'idea che gli incantatori possano creare cose "dal nulla", sia in senso figurato che letterale. Inoltre, mi piace che la magia sia prevalentemente distruttiva e che altre forme di essa ("costruttiva o curativa") siano appannaggio solo di pochi incantatori, i più potenti e sapienti. Ovviamente non pretendo che questo concetto sia presente in D&D o Pathfinder: sarebbe devastante per gli equilibri del gioco, con incantatori di primo livello capaci di generare incantesimi distruttivi paragonabili a Sciame di meteore con più facilità che fare un Cura ferite leggere :'D Ciononostante, sei riuscito a darmi delle definizioni di limite "alternative" a quello di conservazione interessanti, in particolare la prima: il fatto che la mente umana abbia un limite di complessità dei "processi magici" che può gestire è un concetto coerente con il fatto che, quantomeno i maghi, in D&D aumentino le proprie capacità magiche all'aumentare del punteggio di Intelligenza. Penso che mi piacerebbe applicarlo nella campagna che ho attualmente in corso, ti ringrazio ancora per lo spunto!
  30. Tholin Elle e Deneb @Bellerofonte
  31. però in alcuni punti da buoni spunti e buone idee che possono evitare di arrovellarsi il cervello tipo master: la creatura venne rinchiusa e sigillata magicamente mille anni fa, e or ai sigilli magici si stanno rompendo giocatore: perché? Se erano maghi così potenti, perché i sigilli si stanno rompendo, avevano la scadenza come il latte? master (fa partire la sigla di quark e prende un cartonato dei Paco Lanciano) A causa dell'entropia energetica, l'energia magica.... Scherzi a parte alcuni punti possono essere utili per chi, ad esempio, voglia progettare o fare un setting diverso dal solito, dove la magia sia meno presente e meno onnipotente.
  32. Nessuno resta impassibile mentre la propria fidanzata sc0pamica dolce metà compagna di avventure viene ferita da un mozzo arrabbiato qualunque. Deneb si precipita ad affrontare lama contro lama l'avversario, che viene trafitto dopo solo qualche colpo di avvertimento, cadendo esanime sul ponte. Tholin è nei guai: accerchiato e disarmato, non possiede l'agilità di Deneb o la stamina di Elle; un incontro corpo a corpo potrebbe essergli fatale, e quale ironia nel cadere in battaglia proprio nei pressi di dove i suoi zii hanno perduto la vita? Un guizzo di magia arcana di provenienza sconosciuta lo avvolge nella nebbia. @Tholin Tentacoli oscuri enormi, che assomigliano a quelli di un enorme polpo, ognuno grande quanto l'albero maestro, inglobano i nemici trascinandoli a sei metri d'altezza...per poi sbatterli a terra, spiattellando i loro corpi come una fetta di pane e burro caduta dal lato sbagliato. Annientati gli avversari, raggiunge finalmente i suoi compagni. Deneb, Tholin ed Elle da Ovest; Raftal prova ad entrare invece da Est, con una corda legata alla cintola che però non regge il peso di un goliath, slacciandosi nonappena Raftal abbandona il ponte di poppa della nave. L'acqua è fredda, e nella nebbia si vede davvero poco. L'ultimo nemico sul ponte svanisce; l'assassina di Mastini, nascosta da qualche parte, vi dà una mano dall'oscurità. La ferita alla gamba di Elle non la fa desistere dal voler buttare giù la porta; spallata dopo spallata, ma i cardini continuano a non voler cedere. @Tutti
  33. Grigory Non mi sembra di aver messo in dubbio le parole di Arn rispose serafico Grigory al centauro. Quindi si rinchiuse in un momentaneo silenzio, prima di replicare all'uomo Se accettate, vorrei accompagnarvi. Credo che il ritrovamento della statua dalla testa di sciacallo nel corso di questa caccia ai mannari non sia stato un evento casuale. C'è un percorso tracciato che ci ha riuniti in questa radura. O forse si è trattato soltanto di una coincidenza, ma non lo capirò mai, senza prima tentare il cammino con voi. Condivideremo rischi e pericoli, ma anche meriti e glorie. Avrete a disposizione il mio arco, la benedizione di Zirchev e, quando sarà maturo il tempo, potrò raccontarvi di più della profezia che muove i miei passi, che molto è oscura anche a me stesso.
  34. Esplorazione: in The One Ring, l'esplorazione, è una delle parti più codificate del sistema, non l'ho letto in maniera approfondita quindi non posso dare pareri a riguardo, ma ne ho sentito parlare bene. Ho trovato divertente anche la mossa dedicata ai viaggi in Ironsworn: con pochi tiri di dado ed qualche input da GM/giocatore si creano situazioni interessanti ed inaspettate. Un'altra risorsa che potresti tenere presente è The Perilous Wilds, tecnicamente è un supplemento per Dungeon World che aggiunge meccaniche e spunti interessanti per l'esplorazione ma è facilmente adattabile a qualsiasi altro GDR; tra i tre che ho nominato è forse quello che consiglierei di più. Diplomazia/Oratoria: ricordi bene, in The Burning Wheel sono presenti regole per gestire un interazione sociale particolarmente importante come fosse un combattimento. Anche l'ottimo La Leggenda dei Cinque Anelli 5ed ha delle regole ben codificate per alcune situazioni diplomatiche (magari è più rilevante per il punto Gestione delle Relazioni Politiche, tra l'altro L5R ha anche regole per duelli e battaglie su larga scala grazie ad un sistema di conflitti molto robusto, interessante e molto crunch!). Gestione di un Insediamento/Comunità/Regno: HeroQuest Glorantha (precedentemente noto come Hero Wars, ora QuestWorlds 😅) ha delle regole la gestione di una comunità molto carine (risorse, eventi etc). Ho letto in qualche recensione (ma non ho avuto modo di approfondire) che anche la nuova edizione di Numenera, con il manuale Numenera Destiny aggiunge regole a riguardo.
  35. 1 punto
    Esatto. Sostanzialmente la tua cultura rispetta i precetti di uno dei Giuramenti del Paladino, declinato in qualche modo. Credo serva per "compensare" il fatto che la cultura con quel tratto (Honorable) ha un +2 a Sag, invece di +1. Le culture che danno +2 invece che +1 hanno tutte qualcosa in meno, proprio perchè sono avvantaggiate numericamente. Comunque, non è solo una "linea guida", fornisce anche un piccolo bonus:
  36. Per questa settimana sono per diverso tempo in viaggio senza internet, quindi poterò con più scarsezza. Proseguite pure senza aspettarmi se necessario.
  37. Per questa settimana sono per diverso tempo in viaggio senza internet, quindi poterò con più scarsezza. Proseguite pure senza aspettarmi se necessario.
  38. Continuate pure ad elaborare il piano, intanto io vi informo che questa settimana sono per diverso tempo in viaggio senza internet, quindi poterò con più scarsezza.
  39. Caranthiel "Il disordine è l'ordine di una mente fuori dagli schemi", saluto il vecchio Stregone, con un inchino ed un sorriso, prima di unirmi al suo desco. Rari e misteriosi sono momenti come questi ed ancora una volta la mia vita mi regala sorprese inattese.
  40. Dato che ci sono, aggiungo questo : con l'azione di disimpegno eviti gli attacchi di opportunità.
  41. La squadra di Kriger è composta da un manipolo di cainiti con cui combatte da più o meno una cinquantina di anni. Sembra infatti che la conquista di Berlino sia stata ritardata a causa di costoro, nella seconda guerra mondiale, per poter effettuare un rituale sabbatico su richiesta dei Tremere Antitribù. Come effetto "collaterale", il rituale ha fornito ad ognuno dei membri della squadra di Krieger un potere soprannaturale evocato da chissà che abisso infernale... Krieger è un notissimo gangrel di città anti-tribù, il volto contorto in una mostruosa faccia di ragno, ma con una deturpazione per cui a volte sembra che il ragno stia "cercando di uscire dal volto" del vampiro. E' un colosso alto sui due metri e venti (forse qualcosina di più) che di solito andava in giro sullo stile di "Elephant Man", con un sacco sulla testa per non farsi vedere. Famoso per le doti di combattimento, è comunque MOLTO più famoso per la sua competenza tattica...ma anche per essere completamente apolitico per quanto riguarda le correnti del sabbat. Si sa che uno di loro è Nicolas Drevin, un malkavian famoso per essere stato un sabbatico di alto profilo, prima che diablerizzasse un baali e ne finisse soggiogato per anni, divenendo persino camarilliaco ed in combutta col clan tremere, prima di tradirli e divenire indipendenti. Negli anni venti Krieger lo trovò in uno dei suoi giri per gli USA ad esportare il sabbat e lo salvò: si sa che sono amanti adesso. La cosa curiosa è che Nicolas rappresenta il tipico malkavian sabbatico: è un pozzo di Demenza che si muove e che infetta tutto ciò che è vicino a lui. Inutile dire che molti cainiti sono diventati “baccanti” a causa sua. Di lui si sospetta che il potere che abbia ricevuto sia proprio quello di "infettare la realtà con demenza". Gli altri sono lo tzimisce armaiolo Blood, soprannominato così per il tatuaggio di una goccia di sangue che ha sul corpo (cambiandolo spesso di zona) e per l’abitudine che ha per lasciare i cadaveri con una parte del corpo delle vittime scuoiata a forma di goccia. Di lui sai che è esperto nell'arte dell'Arsenale Corporeo. Se è qui, probabilmente lo seguono anche alcuni apprendisti dell'Ordine di San Giovanni (una sotto-setta di tzimisce cavalieri...di cui si sussurra facciano parte anche alcuni lasombra cercatori della perduta arte delle Lame d'Ombra); una coppia di fratelli assamiti, chiamati Solstizio ed Equinozio per i tatuaggi bianchi sulla loro pelle nera rappresentanti tali simboli di cui non sai niente; i gemelli di Sangue Redneck Freak, un esperimento fallito, ma che Krieger si porta con sè: dei gemelli di sangue nati originariamente da tre fratelli d'Alabama, perpetuamente ed orrendamente fusi fra loro, molto più dipendenti dal contatto dai normali fratelli di sangue, ma molto più forti del normale; ed un Toreador antitribù chiamato Jacques le penn, noto “artista del fuoco e degli esplosivi” e sacerdote del gruppo, famoso per aver sviluppato un rituale misto fra la vaulderie e la danza del fuoco che sembra possa rendere immuni, per un poco di tempo, alla paura del fuoco nei cainiti: sembra però che la cosa sia estremamente rischiosa e pericolosa, motivo per cui il rituale non viene praticato fuori dalla Mano Nera.
  42. Lo scoiattolo vi anticipa, guidandovi alla casa dello stregone, ed arrivato alla porta si arrampica su di essa per poi appendersi al campanello. Al tintinnio vigoroso risponde una voce profonda. "Prego, prego. Entrate pure!" Mentre la porta si apre da sola. Entrate con una sorta di timore reverenziale suscitato automaticamente dal semplice fatto che si tratta della dimora di uno stregone, sebbene non lo abbiate mai conosciuto. L'interno della casetta è stipato di oggetti di ogni tipo e provenienza. Beli riconosce giocattoli nanici di fattura eccellente, fermi ed immobili a prendere polvere, ma scommette che una volta girata la molla si sarebbero attivati sicuramente. Germoth nota alcune pentole tipiche dei beorniani, usate per preparare i cibi tipici di quelle genti. Caranthiel vede abbandonati in angoli bui archi di fattura elfica che avrebbero fatto una splendida figura nei palazzi dei potenti. Lifstan e Kol notano dei fuochi d'artificio di Valle, venduti a peso d'oro per i nobili più agiati dell'Eriador. Radagast vi aspetta seduto su una comoda sedia, dietro una tavola con pane, formaggio, marmellata e frutta, abbastanza per tutti voi. Indossa una veste marrone, rattoppata in più punti. "Messere nano, Beli, accomodati pure. Kol, Lifstan, venite! Che notizie da Re Bard? Dama Caranthiel prego, scusa il disordine. Germoth, assaggia questa marmellata: non è come il miele di Beorn, ma ti assicuro che non lo rimpiangerai troppo! Venite! Mangiamo! Parleremo poi!"
  43. C'è un gioco, Polaris, che è costruito per essere una tragedia epica. Le meccaniche rendono possibili solo due finali per ogni personaggio: morire oppure diventare parte delle forze demoniache che avevano giurato di combattere. Tra l'altro se scrivi direttamente all'autore Ben Lehman chiedendo una copia gratis lui ti manda il .pdf. Comunque vale la pena di comprarlo. Puoi provare a importare la meccanica molto semplice che porta i personaggi alla caduta. Sarà poi il gioco stesso far sì che i giocatori vivano il dilemma tra rettitudine e sacrificio da una parte, e potere assoluto e libertà dall'altra. Ci sono due punti comunque a cui IMHO devi dare la priorità. Uno: che i giocatori sappiano sin dall'inizio che stanno conducendo una lotta disperata, o addirittura senza possibilità di vittoria. Prospetta loro che il meglio che possono ottenere non è sconfiggere il male, ma avere una morte gloriosa che sarà ricordata nei canti degli eroi. Questo stabilisce un certo tono sin dall'inizio. Due: non ti affezionare a un'idea preconcetta di come debbano svolgersi le cose! Questo è il punto fondamentale. Crea delle premesse chiare e dei confini netti e poi semplicemente segui il corso degli eventi. Non programmare quello che deve succedere: anzi, armati di curiosità ed entusiasmo per quello che davvero succede, per l'imprevisto, per i modi in cui le azioni dei giocatori modificheranno l'eveolversi della storia in modi che non avresti mai immaginato da solo. Una semplice meccanica di corruzione fa miracoli in questo senso, perché non sei tu a dover forzare la mano: saranno i PG stessi a procurarsi la corda con cui impiccare i loro valori e giuramenti. E se aggiungi per ognuno qualcosa di valore che venga messo in gioco dalle loro scelte, tutto convergerà verso la rovina con ancora più facilità. Se i demoni ti offrono di poter rivedere il tuo amore perduto; se devi scegliere tra fermare la loro avanzata, o perdere quello in cui credi; se vivi per l'onore ma la scelta giusta ti impone di tradirlo senza poter spiegare perché, ed essere ricordato con disprezzo e odio e ridicolo. Allora le cose corrono da sole verso la rovina.
  44. 1 punto
    Non necessariamente. Quello che tutti vogliono evitare, a quanto ho capito, sono le meccaniche di gruppo "tossiche", come un PG pronto a venderti al primo offerente per via della sua cultura. Nessuno ha invece problemi (sempre a quanto ho capito) per eventuali scontri su visioni differenti dell'etica, filosofie di vita diverse o personaggi in contrasto. Io, ad esempio, non avevo capito che fossero aggressivi solamente contro i nemici. Leggendo quello che hai scritto della razza mi aveva dato l'impressione che non fossero assolutamente intenzionati a collaborare, se non per sottrarre conoscenze al prossimo. Concordo che una razza non sia fatta con lo stampino, ma non avevamo strumenti per ritenere che esistessero membri della tua razza pronti alla convivenza civile con gli altri alieni. Magari dovresti approfondire la questione dei rapporti con gli stranieri e spiegarla meglio.
  45. Moldain 4 Yarthmont 992, sera [sereno - fine primavera] @Grigory "L'umano è sincero" disse Loshad rivolto a Grigory parlandogli come se gli altri non ci fossero "hai trovato un gruppo di persone di cui puoi fidarti" Poi rivoltosi agli altri aggiunse "Uno degli umani che era con voi, tornato all'accampamento degli uomini che rapiscono cavalli, è ora tornato indietro e vi sta cercando. Ho detto hai miei cavalli di guidarlo da voi. Vi raggiungerà"
  46. E non è quello che vuoi? Certo, bisognerebbe che ci fosse anche un prezzo da pagare, magari più sul lungo termine ma comunque noto o perlomeno intuitivo.
  47. Una campagna in cui vi è una degenerazione dei personaggi con sforamenti verso la malvagità, a meno che non i sia un forte elemento che li tenga uniti sin dal principio (come servire una divinità) rischia di avere elevate probabilità in cui i pg iniziano a litigare e le conseguenze possono andare dall’abbandono del gruppo di alcuni dei. personaggi alla morte di alcuni altri E nei peggiori casi anche a litigate in real. con questo non voglio dire che non va assolutamente fatta, ma deve essere preparata molto bene e sopratutto i giocatori devono esserne consapevoli e d’accordo. magari invece di fare una competizione tra pg per chi è più cattivo gioca a livello di collaborazione anche se malvagia. Il boss sarà alla fine il più malvagio ma potrebbe essere divertente vedere come cercano di ottenere più potere dal patrono. Rimane comunque il problema “implosione” se non gestito mooooolto bene.
  48. La magia di D&D non è, a regola, soggetta a nessuna legge di conservazione. Eppure è limitata, a quanto mi consta. Esempio facile: un incantesimo per creare un litro d'acqua. Applicando il tuo ragionamento si potrebbe dire: a meno che non valga un principio di conservazione, crearne un litro o creare un oceano intero non dovrebbe richiedere "ulteriori sforzi". Ma tutto sta nel definire cos'è uno sforzo. Se valesse la conservazione dell'energia nella sua forma "scientifica", una cosa banale come creare un litro d'acqua per magia richiederebbe una tale quantità di energia da uccidere diversi incantatori (vedi il calcolo sulle "bombe atomiche equivalenti" dell'articolo). Figuriamoci evocare una creatura! Di fronte a questo problema possiamo: Dire che non è possibile creare un litro d'acqua per magia. È possibile sollevare un macigno, scagliare un proiettile, tirare palle di fuoco, ma non far apparire un innocuo litro d'acqua. Come sistema magico è possibile e può essere interessante da esplorare. In un gioco come D&D, però, ammetterai che è poco pratico. Inoltre va fatto presente che con questo approccio si favorisce in modo drastico la magia distruttiva (in effetti ridurre in briciole un intero grattacielo rispettando le conservazioni energetiche è molto facile, l'energia richiesta alla fine dei conti è addirittura negativa) mentre si mettono enormi ostacoli a quella creativa o curativa. Inventarci una supercazzola mentale (scusate il termine) per giustificare come sia possibile creare un litro d'acqua per magia pur rispettando la conservazione dell'energia. Ad esempio: non stai veramente creando l'acqua, la stai prelevando da qualche altra parte (uhm, ok... quindi più sei lontano da una fonte d'acqua e più la magia è difficile? Di nuovo, affascinante dal punto di vista narrativo ma poco pratico in un gioco). Oppure, altro esempio: le svariate "bombe atomiche equivalenti" di energia necessaria non vengono tutte dall'incantatore, l'incantatore fornisce un piccolo "innesco" e poi l'energia viene dalla Trama o da un flusso quantico o simili. Da cui, problema 1: inventarsi una fonte di energia esterna che sì, ok, "finirà un giorno", ma di fatto è inesauribile nello spazio della storia umana, non è solo un'acrobazia mentale per metterci una toppa? In che modo è diverso dal dire che semplicemente l'energia non si conserva, e festa finita? E problema 2: se il mago può attingere N-mila "bombe atomiche equivalenti" dalla Trama o simili per creare un litro d'acqua, perché non può farlo per generare una palla di fuoco della potenza di N-mila "bombe atomiche equivalenti"? Accettare che la conservazione dell'energia per la magia non vale e che non ha senso cercare di infilare un "vestito" scientifico a qualcosa che scientifico non è. Io preferisco la strada 3. Da notare che la strada 3 non significa "nessun limite", "compiere prodigi su scala cosmica senza ulteriori sforzi" come dici tu. Significa che i limiti esistono ma seguono una logica diversa dal computo dell'energia, tutto qui. Esempi: Limite = massima complessità gestibile da una mente umana. Puoi creare un litro d'acqua ma non mille litri perché crearne mille litri richiederebbe un "processo magico" troppo complesso per la tua mente. Puoi lanciare una palla di fuoco come descritta dalle regole ma non una palla di fuoco di energia equivalente alla massa di un litro d'acqua, perché quest'ultima sarebbe troppo complessa per la tua mente. Tutto qui, non c'è bisogno che la soglia del "troppo complesso" corrisponda a un valore di energia. Limite = una risorsa finita di altro genere che non ha nulla a che vedere con l'energia. In D&D si usano gli slot incantesimi, in altri sistemi il mana o i punti magia. In ogni caso, ogni individuo ne ha una certa quantità ogni giorno, che si può aumentare con l'esperienza e i lunghi anni di studio, ma rimarrà una quantità finita. Puoi evocare solo la quantità d'acqua permessa dal tuo mana. Serve a qualcosa convertire questo valore in Joule? A niente. 😉 Limite = qualcosa di inspiegabile che è così e basta. La magia può fare certe cose e non ne può fare altre perché è così che la magia funziona, punto. Può sembrare insoddisfacente, ma in fondo perché nel nostro Universo l'entropia è crescente, i protoni hanno carica positiva, la costante di gravità è proprio 6,67×10^(−11) N m²/kg² e non un valore diverso? Non c'è perché, è così e basta. La fisica segue le proprie leggi che noi possiamo solo scoprire e accettare. In un mondo fantasy in cui esiste la magia, la magia seguirà le proprie leggi che si potranno solo scoprire e accettare. Perché evocare un pugnale di adamantio da mezzo kg è più difficile che evocare un litro d'acqua? Perché sì. 😁
  49. Nullum comincia ad avanzare lentamente nello spazio ristretto del passaggio di fuga. Avanzare è complicato e costringe i compagni dietro ad un'attesa tutt'altro che piacevole.ù Subito dietro di lui arriva Drenor, che preme per infilarsi anche lui nel passaggio. Più indietro Xyrl, finalmente di corsa, e Nym, che sembra volersi attardare. Su costoro su lancia un nugolo di insetti, che la sacerdotessa riesce ad evitare, ma non il mago, morso più volte. Abbanonata ogni velleità di voler combattere contro l'onda montante degli insetti, vi date ad una precipitosa e difficile fuga attraverso il budello di roccia, dove gli insetti vi inseguono senza dare tregua. Sbucate infine in un altro tunnel, questo silenzioso, spoglio e completamente disabitato, che sembra proseguire in due diverse direzioni. Schiacciate la testa agli ultimi centipede che hanno perseverato ad inseguirvi, e con un respiro di sollievo vi rendete conto di esservi allontanati a sufficienza dal nido di bestiacce. Le gambe di Xyrl e soprattutto di Nym portano ancora i segni feroci di quelle cocciute e velenose mandibole. Ma siete vivi, e questo è tutto ciò che conta. @ tutti
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