Prof. William E. Darwin
Il professore si accomodo', salutando con cortesia e compostezza la padrona di casa, signora Hudson. Ne aveva un doveroso rispetto come veneranda donna, come cortese ospite e come gentile conoscenza, avvenuta durante gli occasionali abboccamenti fra lui e lo scomparso Mr. Sherlock.
Aveva annunciato a Ms. Hudson la presenza della piu' giovane, e per tanto ancora avvenente, consorte quando aveva ricevuto l'invito a presentarsi, e non manco' di presentare le due donne quando incrociarono i loro sguardi. Il fascino della moglie cominciava nel sorriso radioso che elargiva con magnanimita', e William era munifico nel condividerlo con altre rappresentanti del gentilsesso.
Lascio' cappello a bombetta, bastone da passeggio ed ombrello alla diligente custodia della anziana donna.
Il volto era molto piu' serio quando dovette presentare sua moglie ai presenti di genere maschile dopo aver stretto loro con puntualita' la mano, nessuno escluso.
Forse almeno un paio di loro, se appassionati d'opera, potevano riconoscere Teresa Visconti come una stella del continente venuta da poco ad illuminare anche i teatri londinesi. Che tuttavia era esattamente il modo in cui suo marito l'avrebbe presentata, d'altronde, a nessun altro che a se stesso.
Infatti "Vi presento mia moglie, Teresa Visconti Darwin." fu la sua presentazione per quel esiguo pubblico, avendo cura di porre con la voce un discreto accento sul cognome acquisito.
L'arrivo di Watson fu provvidenziale nel toglierlo dall'imbarazzo di dover trovare un argomento di conversazione piu' efficace dei soliti commenti sul tempo della City, e gradi' ampiamente che il dottore entrasse subito in argomento. "Dottor Watson, so per certo che conosce la mia consorte per averla vista a teatro qualche tempo fa fra gli spettatori, ma lasci che faccia le presentazioni ufficiali." Espletata la formalita', lascio' illustrare al Dottore il caso, ed ascolto' le giustificazioni di Mr. Jonsson, nonche' la sua domanda.
"Mr Jonsson, non dubiti di se stesso. Frequentando i gentiluomini Sherlock e Watson, ho imparato che sono giudici di uomini molto meglio di qualsiasi giudice. Se il Dottore ripone la sua fiducia in lei, e prima di lui il compianto Sherlock, allora ha anche la mia fiducia. Come tutti i presenti in questa stanza."
*Spero che l'allusione a Mr. Doe sia evidente, e sia considerata sincera come vuole essere, e non ironica come invece altri potrebbero pronunciarla.*