La tua idea mi fà pensare al videogioco "Horizon Zero Hour" (mostrato da Silent qui)... e, sotto alcuni aspetti, a Numenera.
Ma io mi voglio spingere ancora oltre: Spesso si dice che è nelle avversità che riusciamo a mostrare il meglio di noi, e in questa ambientazione fantasy è così; l'intero multiverso stà morendo, e i sopravvissuti di tutte le razze collaborano per sopravvivere; unendo tutte le loro capacità tecniche e magiche, hanno creato un "pianeta artificiale" in cui vivere senza preoccupazioni. L'integrazione e la pace tra le razze, seppur forzata, ha permesso lo sviluppo di una civiltà altamente progredita, sia dal punto vista tecnico e magico, sia da quello di vista sociale e artistico. E' una vera e propria "età dell'oro" per i sopravvissuti, che stanno addirittura progettando un modo per sopravvivere alla morte del resto del multiverso. L'unico difetto, in questa situazione per il resto idilliaca, è la sempre più frequente apparizione di strani mostri, e il fatto che gli dei paiono non rispondere più alle preghiere dei sacerdoti. Quello che la gente non sà, è che il massiccio consumo di magia per mantenere il loro "eden" rischia di impedire la rinascita di un nuovo universo dopo la morte del vecchio; peggio ancora, il loro progetto per sopravvivere al "Big Crunch" rischia non solo di fallire, ma addirittura di provocare la morte degli dei. In pratica, se i sopravvissuti non si sacrificano, non ci sarà un futuro per nessuno: nè per loro, nè per l'universo, nè per gli dei. Ma, ovviamente, la cosa non gli và per niente a genio... dopo tutta la fatica che hanno fatto per sopravvivere, riuscendo persino a creare un vero e proprio paradiso terrestre, si rifiutano di morire. Quindi da una parte abbiamo i mortali (che, pur sapendo di non potercela fare, sono diventati così arroganti che non sono comunque disposti a gettare la spugna), dall'altra gli dei (che sono costretti a cercare di uccidere gli ultimi mortali, che finalmente hanno creato la società perfetta, perchè altrimenti non ci sarà futuro per nessuno).
P.S.: ovviamente questa idea parte da una serie di presupposti (che elencherò io, prima che me li facciate notare voi), per evitare incongruenze:
gli dei sono buoni (o sono rimasti solo gli dei buoni).
il livello tecno-magico raggiunto dai mortali è tale che essi possono combattere alla pari con i mostri mandati dagli dei.
gli dei potrebbero spazzare via i mortali rimasti, agendo direttamente, ma così facendo rimarrebbero così indeboliti che potrebbero fallire nel far risorgere l'universo (con tutte le spiacevoli conseguenze del caso).
le anime dei morti "sopravviverebbero", essendo tenute al sicuro nel dominio degli dei, quindi potrebbero rinascere nel nuovo universo... ma i mortali non ci credono, essendo diventati troppo arroganti, e pensano che gli dei vogliano salvare solo se stessi.
i mortali credono veramente, sia per arroganza sia per ignoranza (calcoli sbagliati, e una conoscenza del multiverso non così perfetta come credono), di potercela fare; quindi è impossibile fargli cambiare idea.
più a lungo le battaglie si protraggono, più magia viene consumata, rendendo sempre più incerta la rinascita dell'universo.
i mostri ovviamente sono privi di anima.
i mortali non possono entrare da vivi nel dominio degli dei, ma solo come anime dopo la morte.
Questo offre molti spunti; si può giocare nella parte di:
gli dei che, pur essendo buoni, sono costretti a creare mostri per sterminare i mortali, in modo da salvarli da loro stessi.
i mortali, che cercano di sopravvivere ai mostri mandati dagli dei.
i pochi mortali che credono ancora agli dei, e che per salvare la gente sono costretti ad ucciderla e a sabotare gli sforzi della società.