Orione (mezzelfo intrepido)
Stanchi, feriti ma vivi, ci dirigiamo verso la distilleria, guidati dal resto di noi che si era diretto lì assieme ai Grifoni rimanenti. C'è spazio per poche parole, la stanchezza, le ferite ed il silenzio completo lasciano spazio solo al rumore dei nostri passi, allo sbatacchiare e tintinnare dei nostri equipaggiamenti, ed al rumore di quella strana macchina da guerra trainata dai grifoni. Vorrei chiedere loro delucidazioni al riguardo, la mia curiosità colpita dal quell'oggetto tonante e distruttivo, ma credo che non sia il momento. La stanchezza mi fa notare solo dopo diverso tempo, osservando il resto della comitiva in viaggio con me, che mancano il Capitano Alyssa ed Arie, ma non mi preoccupo ritendndo che possano aver deciso di rimanere indietro a protezione della principessa e di sua cugina.
Soltanto una volta giunti alla distilleria, vedendo la reazione scomposta e addolorata della principessa, comprendo cosa sia loro successo in realtà attraverso le parole della moglie di quella che credo essere la moglie di Astolfo, la quale in un gesto di rabbia schiaffeggia il mio compagno mercenario Gorbad dopo delle parole da lei giudicate troppo insensibili ed irrispettose del lutto che ammantava tutti noi, la principessa in particolare. E' davvero tragico che due belle donne come loro siano morte, è sempre un peccato quando la bellezza viene distrutta, due donne che non avevo nemmeno avuto il tempo ed il piacere di poter conquistare ed amare, due donne affascinanti al di là della loro bellezza, soprattutto il Capitano con quel suo carattere forte ed integerrimo. Forse è proprio per questo che penso che il combattimento debba rimanere una faccenda da uomini e che vada svolto in campo aperto, in scontri decisivi e brevi, piuttosto che in assedi o lunghe compagni di invasione e conquista che possano mettere in pericolo anche le povere donne di questo mondo, come se non fosse già abbastanza dover piangere per i propri mariti, figli, padri, amici, amori; ma almeno lì dopo il giusto tempo, ci sarei io a poterle consolare e a far risorgere la loro bellezza sopita ed appassita.
Mi avvicino alla principessa, le offro un fazzoletto, per asciugarsi le lacrime che nuovamente sembrano in procinto di sgorgare dai suoi begli occhi, un insulto alla mia vista che tali bellissimi specchi dell'anima vengano irritati in tal modo, gentilmente le dico: "Prego, mi dispiace molto per le vostre perdite. Posso solo immaginare quanto foste affezionata al Capitano ed alla vostra guardia del corpo. Erano due donne meravigliose. Verranno vendicate, ve lo prometto. Ma soprattutto verranno onorate e ricordate quando tutto questo sarà finito, affinché il loro sacrificio non sia mai dimenticato. Comunque fintanto che non troveremo i loro corpi, nulla è perduto, ci può essere ancora speranza. Non ritenetela vana, non ancora."