Vai al contenuto

Cosa vi rende felici?


Messaggio consigliato

Cosa vi appaga quando giocate?

La domanda è all'apparenza scontata: "una storia profonda", "interazioni interessanti", "un'ambientazione ben studiata". 

Ma quelli che vi chiedo è di essere più specifici e profondi possibile. 

Ad esempio una risposta potrebbe essere "trovare dopo molta fatica un oggetto unico", o "conquistare la fiducia di un npc importante, " cambiare le sorti di una comunità" o chissà che altro.

 

Voglio sentire le vostre opinioni a riguardo. 

 

Grazie in anticipo😊

 

  • Mi piace 3
Link al commento
Condividi su altri siti


Da giocatore mi piace interpretare personaggi ambivalenti, che racchiudano una doppia anima, così come ambivalente è sempre la realtà. In gioco però ho la possibilità di gestire questa ambivalenza in maniera non traumatica, cosa che nella vita invece mi crea difficolta.

Da master mi piace che i giocatori provino emozioni durante le sessioni. Mi piace approfondire le storie dei personaggi, e del mondo di gioco. Mi piace che i giocatori trascorrano una serata piacevole, divertente, stimolante. A volte mi piace scoprire e far scoprire ai giocatori cose nuove del mondo reale tramite il gioco (ad esempio eventi storici, questioni morali, tecnologie, ecc.). 

Del gdr in generale mi piace il fatto di poter ''vivere'' qualsiasi realtà, epoca e situazione che l'immaginazione sia in grado di partorire. Mi piace poter lasciare temporaneamente il mondo reale per visitare mondi altri, e poi tornarmene tranquillo nella realtà.

Link al commento
Condividi su altri siti

@Knight_mare, la domanda è talmente ampia e complessa che è difficilissimo rispondere: ognuno di noi è appagato, potenzialmente, da centinaia di cose diverse a seconda del gioco e del contesto sociale in cui si svolge. Tuttavia, è anche una domanda davvero bella e affascinante e non posso astenermi dal rispondere. Con un certo grado di approssimazione. 🙂

 

Da giocatore, di sicuro mi appagano le seguenti cose. Non sono necessariamente le uniche, e non sono necessariamente in ordine di priorità.

  • Riuscire, nello scenario (nel villaggio, nel regno, nel Multiverso...), a far trionfare il bene e la giustizia (con tutte le dovute approssimazioni), o almeno a fare qualche progresso in tal senso. Insomma, ottenere un lieto fine dal punto di vista etico-morale sapendo di aver contribuito a farlo. (*)
  • Avere la sensazione che il mio personaggio sia una brava persona e/o un eroe e che sia riconosciuto come tale, anche qualora non riuscisse a ottenere il suo scopo. (*)
  • Far parte di un bel gioco di squadra, cioè arrivare insieme (agli altri PG/giocatori) a conseguire dei risultati che da soli non avremmo potuto ottenere.
  • Una vittoria meritata, cioè la sensazione di essermi guadagnato pienamente un successo (che sia ritrovare un tesoro, salvare una persona, compiere una missione o altro).
  • Creare, inventare o scoprire (sempre in-game) qualcosa che prima non c'era; per esempio sviluppare un nuovo incantesimo, creare un oggetto magico, trovare la risposta a una questione irrisolta.
  • Raggiungere un posto nel mondo, cioè far sì che il mio personaggio sia riconosciuto come una persona importante, influente, rispettata (o temuta) nella società del mondo di gioco.

(*) sì, lo so, sono un noioso legale buono nell'anima

 

Forse non sono specifici quanto ti aspettavi... difficile per me esserlo più di così.

 

Da master, di sicuro mi appagano le seguenti cose. Non sono necessariamente le uniche, e non sono necessariamente in ordine di priorità.

  • Vedere che i giocatori si divertono particolarmente.
  • Vedere che i giocatori dimostrano un particolare attaccamento emozionale a qualche aspetto del gioco (un PNG, una fazione, una causa, una missione...).
  • Descrivere un bel colpo di scena che funziona bene e sorprende tutti (se si lascia libertà di azione ai giocatori non è detto che i colpi di scena vadano come previsto, può anche andare tutto al contrario; è il bello del gioco, e aggiunge suspense anche per me perché non so come andrà davvero quella scena, finché non si svolge).
  • Inventare cose nuove da introdurre nel gioco (nuove regole, nuovi oggetti, nuovi mostri, nuove razze, ma anche semplicemente un nuovo scenario, un nuovo PNG e così via). A volte mi diverto più ad inventarle che ad usarle.
  • Vedere un PG cambiare spontaneamente, in conseguenza di quello che è successo nel gioco (succede che i PG abbiano i loro "momenti della verità" in cui si vede "chi sono davvero", per le scelte importanti che fanno; mi piacciono quei momenti soprattutto se rivelano qualcosa del personaggio che prima, per come era stato concepito al tempo zero, non sembrava esserci).
  • Sentirmi ringraziare, o fare un complimento, dai giocatori in modo sincero alla fine di un'avventura o campagna.

 

 

 

 

  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Questo potrebbe diventare uno dei topic di più alto valore sul DL.

Da giocatore, interagire con i dettagli: bere una tazza di tè, parlare con un mendicante per strada, comprare un nuovo paio di stivali alla moda. Un master che mi dà la possibilità di spendere 10 minuti di campagna in 'frivolezze' mi ha già conquistato.

Da master, che i giocatori si interessino alla lore del mondo, che ne vogliano fare parte. Non sono solo personaggi creati e buttati dentro un mondo sconosciuto: sono parte di esso, hanno storie che si legano agli eventi passati, fanno battute, bestemmiano e usano esempi e aneddoti su divinità, eventi e png come facciamo noi nel nostro mondo.

  • Mi piace 4
Link al commento
Condividi su altri siti

38 minuti fa, Bellerofonte ha scritto:

Da giocatore, interagire con i dettagli: bere una tazza di tè, parlare con un mendicante per strada, comprare un nuovo paio di stivali alla moda. Un master che mi dà la possibilità di spendere 10 minuti di campagna in 'frivolezze' mi ha già conquistato.

All'incirca lo stesso. Avere la consapevolezza che il mio personaggio sia vivo e reale nel gioco. Che possa effettivamente avere un ruolo e che ciò che accade, accade perchè lo ha fatto lui e non perchè scritto nel copione del master.

Link al commento
Condividi su altri siti

Alla base, da giocatore e da master, creare una storia condivisa: non è poi così diverso, solo declinato in modo leggermente diverso.

Da giocatore, vedere che quello che contribuisco alla storia non vi scivoli via, ma diventi un paletto su cui altri costriuscono la loro storia. In parole diverse, vedere quello che io contribuisco riflettersi e essere amplificato dalla reazione degli altri giocatori e del mondo.

Da master, sentire da un lato che la base che io costruisco sia utile ai giocatori, e dall'altro che i giocatori si sentano parte dello sforzo creativo.

  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Da giocatore mi rende felice avere buone idee e, di conseguenza, quando riesco a dare un contributo valido alla soluzione del "problema di turno"

Da master provo soddisfazione nel vedere che sono riuscito a coinvolgere i giocatori, ad esempio in un dialogo, o con una situazione difficile in cui vedo impegno e sincera attenzione da parte loro.

Link al commento
Condividi su altri siti

Bel thread. Molto interessante.

Allora la risposta è certamente composita, non solo dal lato DM/giocatore, ma anche nelle diverse fasi del gioco.

In primis da Dungeon Master mi piace inventare la storia. Una storia che non sia railroaded, che permetta ai giocatori di partecipare con le loro scelte, con le loro idee e anche con le loro storie, in particolare con i Background che generalmente lego alla storia principale secondo gli spunti che mi vengono forniti. Ma creare situazioni, dare una coerenza all'ambientazione, avere idee per colpi di scena, stupire e rendere il gruppo felice delle sessioni e sopratutto permettere a tutti (DM compreso) di divertirsi grazie alla storia è fondamentale. Ma come appunto dicevo centrale è la creazione della storia, l'impressione di inventare e scrivere un bel racconto. Infatti nel periodo in cui non ho masterizzato (per un paio d'anni fino a un mese fa) questo aspetto mi è mancato e infatti approfittando del lockdown ho iniziato a riflettere e a trasfondere Dark Sun per la 5e. Questo è l'altro aspetto, quello di creazione, che in 3e era più vario e facile (anche se impegnativo). I PNG, le spell eccetera erano più impegnativi da costruire ma era difficile sbagliarsi con un po' di esperienza, mentre in 5e quello che ho fatto (e che alla fine conviene fare) è stato reskinnare molti mostri come altre creature (su DS alcune razze non esistono mentre ce ne sono di peculiari). Per fortuna non essendo uscita DS per la 5e mi son sbizzarrito a usare il materiale di 2e e di 4e e trasfonderlo in 5. Insomma il processo creativo per me è centrale nell'attività di master.

Per quello che riguarda il lato giocatore, anche qua il lato creativo rimane centrale. Infatti in primis mi piace buildare. Mi piace pensare a che personaggi fare, scegliere la razza, classe, se multiclassare, quali archetipi far interagire e trovare sinergie. Questo aspetto è fondamentale, perchè ti permette di avere idee e di preparare o riflettere su più personaggi di quelli con cui effettivamente giochi e alla fine sceglierne uno adeguato a quello che vuoi fare, qualora dovessi giocare, ma è anche un'attività che puoi fare nel tempo libero e da solo. Al riguardo va detto che la 5e mette un freno a questa attività essendo la costruzione del personaggio abbastanza limitata, anche se con Tasha si è un po' migliorato. Il complemento di questa attività, una volta scelto il PG, è trovare il suo posto nel mondo, facendo attenzione alla sua psicologia, ai suoi obiettivi e ai suoi punti deboli, giocando e interpretando quindi un personaggio completo. Una volta esaurita la fase della costruzione del personaggio durante la campagna mi piace interpretare più fedelmente possibile il PG, facendolo magari crescere e modificando anche le sue idee iniziali man mano che, facendo esperienza, conosce il mondo. Dopodiché il combattimento è una fase molto divertente. Al di là del tirare i dadi, la strategia da adottare e sopratutto l'adattamento alle varie situazioni e il conseguente superamento delle sfide è centrale per il divertimento. Proprio per questo preferisco PG che abbiano diverse opzioni tra cui scegliere, quindi generalmente usufruitori di magia. I non caster alla fine fanno poche cose (e sempre quelle) e quando ho giocato un ladro non mi sono divertito un granché dal lato meccanico. Attenzione a una cosa però, anche grazie a alcune discussioni in questo forum ho notato che spesso può accadere che un giocatore "aiuti" gli altri (dal suo punto di vista) quando tale aiuto può essere un indirizzamento dell'attività degli altri giocatori e personaggi secondo la propria strategia. Per quanto potrebbe essere la strategia migliore o più efficace, bisogna trovare il giusto equilibrio tra suggerire l'uso di una capacità e giocare tutti i PG al tavolo. 😄

Link al commento
Condividi su altri siti

Come giocatore penso che le emozioni più forti mi vengano dal fattore "sopravvivenza" ovvero affrontare situazioni difficili e letali e riuscire a scamparla. Il brivido che provo in una situazione in cui la vita del personaggio è in bilico è una sensazione unica, soprattutto perché si riallaccia alle mie prime esperienze con il gioco di ruolo. Certo questa sensazione dipende anche dal gioco, se scelgo di giocare a D&D 5a sarà un po' più difficile avere la sensazione di non riuscire a farcela rispetto alla prima edizione.
La seconda fonte di appagamento come giocatore è creare personaggi particolari, non tanto nella build quanto nella caratterizzazione. Cerco sempre di creare personaggi imperfetti, viziosi, subdoli, con difetti caratteriali o morali e riuscire a rappresentarli bene a tirar fuori l'essenza del personaggio che ho in mente non è sempre facile. Ho capito che non dipende solo dall'interpretazione ma piuttosto dal saper cogliere i giusti momenti di gioco per far risaltare il meglio (o il peggio) del proprio personaggio. Quindi diciamo che riuscire a incastrare un tratto caratteristico di un mio personaggio in uno specifico momento di gioco è sicuramente fonte di appagamento e aiuta a rendere "immortali" certe giocate.

Come master credo di essere contento in primis quando al tavolo ci stiamo divertendo tutti.
In secondo luogo quando i giocatori si impegnano e progrediscono nella trama, spesso mi assale una sorta di "impazienza" vorrei andare avanti, entrare ancora più nel vivo, vedere come si rapporteranno e affronteranno quello che li attende. A volte non ci dormo la notte, ripasso mentalmente gli step che li attendono e cerco di figurarmi cosa faranno e le loro reazioni di giocatori di fronte allo svolgersi della trama. Ecco diciamo che si tratta di una sorta di "trasporto" in cui mi sento contento per loro oppure provo a immaginare che tipo di emozioni proveranno in determinate situazioni.

Link al commento
Condividi su altri siti

non saprei... mi piace un sacco ruolare il personaggio, riuscire bene in qualche interpretazione o interazione, crearmi il pg (cominciare a sbizzarrirsi con classi e componenti homebrew) , uccidere l'npg odioso di turno se ci sono, costruire un bg soddisfacente per me e che sia intricato nella trama/mondo di gioco, salire di livello.... cose così, infangarsi un po con la storia generale del mondo.  almeno questo è quello che mi piace fare come giocatore più o meno. 

 

da master mi piace di solito costruire il mondo di gioco, improvvisare qualcosa, mettere in difficoltà i giocatori con qualche mostro o png cattivo cose così, dare libera scelta ai giocatori dove andare e cosa fare, e ovviamente tutte le cose citate sopra ma riconvertite da master, fargli incappare in oggetti o cose strane e la mia parte preferita lo adoro. 

credo di essermi spiegato... spero..

Link al commento
Condividi su altri siti

Da giocatore, diverse cose:
- quando ci sono dei PNG ricorrenti, che quindi tornano durante la campagna e si evolvono anche in base alle scelte dei giocatori. Non per forza in punti cardine della trama: un boscaiolo salvato dai PG durante un viaggio potrebbe farsi vivo mesi dopo per salutare i giocatori, magari offrirsi di procurar loro del legno per creare dei mobili con cui arredare la loro casa ecc. Grazie ai PNG ricorrenti, ho la sensazione di essere immerso in un mondo vivo e non in una storia prescritta e a tunnel;
- quando il mio PG ha del tempo libero fra uno snodo di trama e un altro per svolgere delle attività random ed esplorare il mondo (es. una festa in un villaggio vicino, un torneo di tiro con l'arco, la gestione di una taverna/una gilda/ecc). Stessa ragione del punto precedente;
- quando c'è un problema complesso da risolvere ma la stesura di un piano spetta perlopiù ai PG;
- quando si crea una scena comica memorabile: sicuramente nei momenti cruciali ci deve essere serietà, ma le memorie che conservo di più delle vecchie campagne sono sicuramente le grassissime risate fatte nei momenti di rilassamento. Secondo me non devono mai mancare degli attimi di ilarità e demenzialità, in una campagna, per essere davvero memorabile XD

Modificato da ilmena
Link al commento
Condividi su altri siti

Sia da giocatore che da DM sempre la stessa cosa: che gli altri giocatori scrivano bene, cioè diano spessore ai loro PG/PnG o ambiente in modo che a me sembri di star leggendo un romanzo invece di giocare, e quindi sono incoraggiato ad arricchire la mia narrazione.

E ancora: sia da giocatore che master: quando il mio PG o i PG dei miei giocatori (di cui cioè conosco la build) riescono in qualche manovra di combattimento o abilità/talenti particolarmente efficace.

Ciao, MadLuke.

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account e registrati nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.
 

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo...