Tecnologia medioevale. Su una grande isola (pensate alla Gran Bretagna o meglio all'Australia), gli zombie creati da un parassita hanno completamente devastato ogni società, lasciando pochissimi sopravvissuti. Prima del collasso, alcune delle culture più marittime sulla costa dell'isola tentarono di emigrare e fondare colonie sul continente più vicino, ingaggiando guerra con le popolazioni del luogo, e perdendola nella maggior parte dei casi. La tecnologia navale di queste popolazioni ha fatto passi da gigante, e la maggior parte si è data al commercio marittimo costale ingegnandosi in ciclopiche città fatte di barche vicino ad aree costali.
Ad ogni modo, l'isola è ancora stracolma di tesori. La piaga è stata talmente veloce che il trasporto della ricchezza è stato parziale. Ma le bande di predoni solitari possono razziare solo le città marittime (con un altissimo rischio). Alcuni regni del continente non infetto hanno investito nella costruzione di avamposti sul continente a partire dalla riconquista delle piccole città costiere (le grandi città costiere sono stracolme di zombie: dato che l'esercito zombie si rimpolpa per ogni caduto, mandare una massiccia quantità di uomini contro relativamente pochi zombie è molto più sicuro che mandarlo contro una grande quantità di zombie perché il rapporto caduti-uccisioni deve essere molto alto). Queste piccole città costiere sono state bonificate, ma soprattutto immensamente fortificate. In queste città-bunker la tecnologia bellica sta avendo un leapfrog: partendo dalla necessità di avere un numero di perdite bassissimo contro gli zombie, in alcune città-bunker si mandano avanti solo ed esclusivamente i migliori guerrieri, cioè quelli che abbiano una struttura fisica portentosa e doti di combattimento eccezionali, in altre città-bunker vengono allestite apposite arene per allenare uno stile di combattimento che prevede non venire ferito (il parassita rilascia uova microscopiche nel sangue delle vittime, ma queste uova sono sulla pelle dell'infetto quindi basta il contatto di una propria ferita o di una propria mucosa con la carne dell'infetto per venire contagiati; questo comunque non è male in quanto la ferita è visibile e si può eliminare chiunque abbia una ferita; per la mucosa è leggermente diverso, comunque dato il periodo di incubazione di 1 anno, è difficile che ci siano dei trasformati zombie che in seguito creino una piaga in quanto devono prima ferire qualcuno e di solito vengono ammazzati in tempo... la maggior parte degli zombie si crea nelle battaglie campali; in alcuni luoghi sporchi comunque il parassita rilascia le proprie uova), in altre città-bunker si creano complessissimi abiti di stoffa che come una mummia ricoprono il guerriero per fare in modo che non subisca ferite, e si passa alla armatura di piastre per ogni guerriero. Dato che le ferite sono visibili mentre le mucose no, praticamente tutte le città-bunker sviluppano delle maschere imbottite di cotone, aglio, lino e altri filtri, alcune simili a quelle dei medici della peste.
Immaginatevi un uomo alto 1,93 m in armatura di piastre completa, bendato da mummia e con una maschera da corvo. E niente fluffa, tutta roba che serve.
Le città-bunker stanno andando bene economicamente. Si creano delle strade protette da ambo i lati, delle specie di mura doppie, che collegano la costa. Innanzitutto c'è una buona affluenza di metalli preziosi derivante dalle lente operazioni di bonifica dei territori e soprattutto delle scuole di combattimento eccezionali, sorte dalle nuove necessità belliche. Le città-bunker creano anche un sofisticato stile di warfare che sfrutta gli incendi per forzare il movimento contro un muro di lance. Questo stile di warfare viene anche applicato nel continente.
Il benessere economico e il fatto che la cultura si evolva velocemente crea anche un buon numero di correnti artistiche piene di riferimenti all'oscurità e alla vita. Le città-bunker, essendo sicure, diventano anche una meta obbligata nel percorso dei nobili del continente (una sorta di prova di virilità, nonostante siano quasi completamente sicure) e attirano un numero innumerevole di artisti e mercanti. Alcune diventano più potenti della madrepatria e si staccano.
Con i decenni, le vecchie culture dell'isola scampate alla piaga, adesso datesi al commercio, vengono considerate alla stregua degli ebrei nella storia medioevale e premoderna europea: questo non è più tanto una questione di essere effettivamente malati (gli abitanti delle città-bunker paradossalmente potrebbero esserlo ancora di più), ma semplicemente di brutta nomea, di gente che inquina e sporca. Ad ogni modo contribuiscono ai rapporti commerciali delle città-bunker, e vengono parzialmente integrate a queste (essendo queste le più aperte sul tema infezione).
Nel frattempo, sul continente è iniziata una grande guerra: le madrepatrie si stanno attaccando a vicenda per ottenere il controllo sulla città-bunker controllata dai loro vicini. La guerra è stata portata anche sull'isola infetta, piegando le economie e le risorse delle città ed indebolendole. I non morti riescono ad arruolare molte più vittime in questa situazione, e per la prima volta dopo decenni il loro numero aumenta invece di diminuire.
Nello stesso momento, il parassita si sta evolvendo. I parassiti più intrusivi, quelli che lasciavano meno capacità cognitive all'ospitante, muoiono prima. Quelli che le lasciavano meno alterate, invece, sopravvivono e infettano quei pochi delle città-bunker che non ce la fanno.
Magari poi posto il Volume II, adesso non ho più voglia di scrivere. Avete idee su come rendere il setting più interessante? 🙂 È realistico che l'economia delle città-bunker sia florida, considerando la difficoltà e i costi dei viveri oltre il pesce? È possibile che queste città diventino così potenti da staccarsi dalla madrepatria come successe in Sud e Nord America?
Ci sono delle dinamiche che pensereste possa accadere in una situazione del genere? Ad esempio pirati che minaccino di portare il parassita sul continente? Cosa vi viene in mente che accadrebbe oltre quello che ho scritto?