@TheBaddus Scarlett Bloomblight - nel bosco con tanaka Inizialmente Tanaka non sembra volersi riprendere, ma, dopo un po’ che lo scuoti, emette qualche colpo di tosse e apre gli occhi. Si mette a sedere, tenendosi la testa con una mano. Le sue dita passano nei suoi capelli umidi e sporchi. “Scarlett??” Ti domanda con aria confusa “cosa… cosa diavolo è successo?” Poi, sembra accorgersi solo in quel momento di essere mezzo nudo. Si stringe le braccia al petto, afferrandosi con le mani le braccia. Lo vedi rabbrividire e iniziare a tremare. Ti guarda… smarrito… fragile… esposto. “Io… non ricordo… eravamo nel bosco…” si ferma un attimo come a riordinare i pensieri. “Cory e gli altri dovevano pestare Clark… io e te abbiamo scopato… poi nulla…” torna a guardarti sempre più confuso. “Che è successo poi? Dove sono i miei vestiti? Ho freddo..” dice, provando a rialzarsi a fatica. @SNESferatu Ana Rivero - rivelazioni a casa di Gustav Mentre gli parli, Gustav smette lentamente di singhiozzare. Quando ti abbassi alla sua altezza e ti accovacci davanti a lui, le mani gli scivolano dal volto. I suoi occhi, umidi e smarriti, si sollevano fino a incontrare i tuoi. Ti ascolta. Sul suo viso affiora una breve, disorientata confusione. «Setta?» mormora. «Di… di quale setta parli?» La voce è bassa, incerta, spezzata. Scuote appena la testa. «Non… non c’è nessun altro…» esita, come se stesse cercando dentro di sé il coraggio di dire qualcosa che non ha mai detto ad alta voce. «Io… ero soltanto un povero artista senza talento. Non sono stato io a cercarla…» deglutisce. «È stata lei a trovare me… Mi ha ammaliato con le sue promesse… Con i suoi doni…» Ogni parola sembra gravargli addosso, come un peso che lo incurva un po’ di più. «Mi ha dato le capacità di creare ciò che ho fatto per anni. Di diventare qualcuno…» un respiro tremante. «E in cambio ha voluto una sola cosa.» Si ferma di nuovo. Il silenzio si allunga, teso. Alla tua ennesima esortazione, che suona più come una minaccia che come una domanda, Gustav deglutisce. «… Che accettassi il lavoro commissionato da tuo padre.» Alza lo sguardo. I suoi occhi si fissano nei tuoi, profondi, colmi di qualcosa che somiglia al rimorso. La frase successiva esce a fatica, come se gli strappasse l’aria dai polmoni. «Che io creassi… te.» @Theraimbownerd Orion Kykero - dopo l’ora di ginnastica La lezione di educazione fisica ti sembra interminabile, ma alla fine si conclude. Ne esci stremato nel corpo, con i muscoli che tirano, eppure con la mente un po’ più leggera. Ti cambi negli spogliatoi e, quando esci, la vedi. Alice è appoggiata al muro del corridoio, le braccia conserte. Ti osserva con un’espressione vagamente imbarazzata. Basta quello sguardo per ricordarti che, anche se ieri pomeriggio vi siete riavvicinati, il litigio è ancora troppo vicino per far finta che non sia mai successo. Accenna un sorriso e solleva una mano in un saluto incerto. È chiaro che stava aspettando te. In effetti, da quando sei arrivato a scuola questa mattina, non vi siete ancora detti una parola. «Ehi, Orion…» dice quando le sei vicino. «Com’è andata ieri con Marcus?» C’è sincero interesse nella sua voce. «Il fatto che tu sia qui, tutto intero, lo prendo come un buon segno…» aggiunge, con un mezzo sorriso che però non riesce a nascondere del tutto una nota di preoccupazione. Non ti ci vuole molto per capire che quell’ultima frase le ha fatto tornare in mente chi, invece, oggi a scuola non si è presentato affatto nelle migliori condizioni.