Alzabuk (Stregone della Luna, Invocatore) Partecipo al brindisi pensando che è proprio bello: sembra di essere a casa! Di solito passo l'ora del rancio osservandi come il refettorio della "base" sia stato riattato dall’ospedale militare con scarsi mezzi: alcune finestre di questo piano sono state murate alla meglio per tenere lontane le ombre. Il soffitto gocciola ancora in certi angoli, ma il calore interno, generato artificialmente, è sufficiente a tenere a bada l’umidità. I cacciatori di nonmorti vi siedono si solito in silenzio, mangiando con lentezza, come soldati in trincea. Oggi no: che sia Iskra a scaldare l'atmosfera? Placata la fame con le prime cucchiaiate, mi godo l'atmosfera e sistemo davanti a me e alla scodella di zuppa fumante una serie di ampolle e bicchierini di vetro. Ogni cucchiaiata che porto alla bocca viene adesso preceduta da un rituale: qualche goccia di liquido verde, un pizzico di polvere color ocra, una rapida mescolata con il cucchiaio... Equilibrio degli umori mormoro,s ignorando gli sguardi divertiti o infastiditi dei compagni. Ricordo che la prima volta che mi misi a fare intrugli qui c'era anche lui: Van Richten, seduto a capotavola, si limitava a fissarmi come si osserva un fenomeno clinico, con attenzione ma senza giudizio.Che uomo! Mastico e assaporo lentamente, come valutando il sapore non in termini di piacere, ma di formula. La mia zuppa, arricchita alchemicamente, ha assunto una sfumatura violacea poco rassicurante. Adesso, a lancia piena, se alzo lo sguardo con i baffi intrisi e gli occhi vivaci, sembro più uno studioso in laboratorio che un commensale a tavola. Sapete, ogni piatto di brodo è come un alambicco. Ogni pasto, un esperimento. Se un giorno non torneremo da una caccia, voglio aver lasciato almeno qualche appunto su come trasmutare il grano in conforto… e il conforto in forza. Guardo Iskra: e tu in questo sei davvero maestra. Nell’aria rimane sospeso l’odore di zuppa speziata e reagenti alchemici. Per un attimo, tra quelle mura screpolate e infestate da ricordi di guerre passate, il pasto degli agenti di Van Richten non sembra più solo nutrimento, ma un fragile rito di resistenza contro l’oscurità che ci circonda. Un rito con una componente materna insostituibile. L'oscurità lascia trapelare il rumore di passi per le scale e me ne accorgo, esclamando: DeaMadre! -sì, ce l'ho con te, Iskra @shadyfighter07 Hai profetato che la tranquillità non sarebbe durata: sei divina davvero o sapevi che sarebbe arrivato qualcuno? Ingurgito l',ultimo cucchiaio di zuppa e ripongo le provette, puntando pii lo sguardo all'uscio da dove peovengono i passi in avvicinamento.