@TheBaddus Scarlett Bloomblight Quando borbotti una risposta appena accennata, tua madre non replica. Mentre afferri la tazza del caffè, la scruti di sottecchi: le vedi solo increspare appena il naso, in un gesto quasi impercettibile, seguito da un leggero, altrettanto discreto scuotere del capo. Non ne hai la certezza, ma a volte ti pare che possieda un olfatto fuori dal comune... un’intuizione affinata al punto da sembrare quasi soprannaturale. Scacci quel pensiero con una scrollata mentale, preferendo rifugiarti tra le notifiche del telefono. Le scorri con svogliata distrazione, tutte simili tra loro, finché una in particolare cattura la tua attenzione: non è un ringraziamento, ma una richiesta. Forse sei ancora un po’ stordita dal sonno, perché ci metti un momento a riconoscere il nome del mittente. Ma quando leggi chiaramente sul display: Tanaka Yamaguchi, il tuo cervello si desta all’istante. Una volta fuori casa, l’aria fresca e frizzante ti punge sulla pelle ancora pallida. È una mattina insolitamente rigida, e l’umidità lasciata dalle recenti piogge gelate si fa sentire. Una sottile nebbiolina spettrale si solleva lentamente dal suolo, accompagnando il risveglio di Lilac Hollow. Tra le volute lattiginose si intravede qua e là qualche spiraglio di cielo, timidamente azzurro. Il tuo telefono vibra di nuovo. E' ancora Tanaka. "Perfetto! Ci si vede in pausa pranzo allora! Sei una tipa a posto!" Dopo una camminata di circa un quarto d’ora, finalmente intravedi il profilo familiare della Saint Liliane High School. @Voignar Darius Whitesand Quando tuo zio Samuel ti osserva meglio, gli occhi gli si accendono di un'intuizione repentina. "Ah... Le lezioni di astrologia antica di tua madre hanno lasciato il segno, vedo!" esclama con un sorrisetto ironico, accompagnato da una breve risata che tradisce una memoria condivisa. È facile immaginarselo, anni addietro, seduto anche lui su quel divano a subire lo stesso bombardamento di trattati e mappe celesti. "Lo so, lo so... i testi di Claudio Tolomeo possono sembrare un supplizio ora, ma un giorno potresti sorprenderti di quanto tornino utili. Fidati, sarai contento di averli letti." Il suo tono è bonario, quasi paterno, intriso di quella familiarità fatta di affetto e pazienza. Alla tua richiesta, dà un'occhiata rapida all’orologio da polso, con un’espressione distratta. "Oh… in realtà mi sono alzato prima del solito. Devo andare a ritirare della merce per il bar, a Burlington. Se non ci metti troppo, certo che ti do uno strappo!" Quando sei finalmente pronto, sali in macchina. Durante il tragitto verso scuola chiacchierate del più e del meno, come spesso accade con lui: argomenti leggeri, battute, qualche aneddoto da bar. Samuel è lo stesso di sempre, solare e affabile. Eppure, in mezzo alla conversazione, lo sorprendi più volte a lanciare occhiate rapide verso l’esterno, come se qualcosa attirasse la sua attenzione. Guarda la nebbiolina che si solleva lenta dai campi e quei rari squarci d’azzurro che trapelano da un cielo ancora velato, con un’espressione difficile da decifrare. Ti sorprendi a pensare che possa esserci una connessione con le teorie celesti che tua madre tanto venera… ma scacci il pensiero. Fantasie, probabilmente. Poco dopo, tra i veli opachi dell’umidità mattutina, si staglia finalmente il profilo familiare della Saint Liliane High School. @Theraimbownerd Orion Kykero Il tuo rituale mattutino si compie con la meticolosità di un gesto sacro, raffinato dall’abitudine e divenuto ormai quasi meccanico, ma mai privo di significato. Alzarsi così presto non smette di pesarti, certo, ma ogni volta che il tuo riflesso nello specchio ti restituisce l’immagine che senti davvero tua, una piccola fitta di orgoglio ti attraversa il petto. Non è solo questione di apparenza: è un atto di affermazione, di verità. Di coraggio, forse. O, più semplicemente, di essere. Così il rituale di bellezza prosegue, passo dopo passo, con una grazia ritmata che sembra quasi seguire un motivetto interiore, una melodia allegra, come una marcia personale che accompagna ogni gesto con una nota di soddisfazione silenziosa. Quando scendi in soggiorno, Consuelo ti accoglie con un sorriso che ha qualcosa di materno, affettuoso e attento. Per un istante, ti torna in mente il timore, forse mai del tutto scomparso, che, nel momento del tuo cambiamento, lei avrebbe potuto guardarti con occhi diversi, forse perfino con giudizio. Dopotutto, il suo legame con la religione cristiana è forte, quasi viscerale. Eppure, quel sorriso, caldo e integro, sembra dire che gli anni trascorsi ad accudirti hanno scavato un affetto più forte dei dogmi. O, almeno, è ciò che scegli di credere. "Sua madre? Oh sì, si è alzata circa mezz’ora fa", dice, mentre sistema con cura alcune stoviglie. "Ha fatto colazione in fretta... poi si è ritirata nella cappella. Ha detto che aveva delle cose da fare. Cose da... chiedere alla Dea." La voce, però, si incrina lievemente su quelle ultime parole, come se il suono stesso la mettesse a disagio. Con un gesto istintivo e nervoso si fa il segno della croce, mentre si allontana verso la cucina. La gonna che fruscia, il passo leggero, e poi il tintinnio appena accennato delle stoviglie. Nel frattempo, il suono rapido di passi sulle scale annuncia l’arrivo di Diana e Juno, entrambe raggiate e già perfettamente “preparate” per la giornata. I loro sorrisi sono larghi, vivaci, e rispecchiano un entusiasmo tutto loro. Juno, in particolare, si ferma un istante davanti allo specchio dell’ingresso per scattarsi un selfie con una posa ben studiata, il telefono sollevato come fosse uno scettro. Più tardi, in macchina con le tue sorelle, osservi distrattamente il mondo scorrere oltre il finestrino. La mattina è fredda, insolitamente pungente, e il suolo ancora umido per le piogge recenti emana una nebbiolina sottile, lattiginosa, che aleggia pigra come un velo tra sogno e realtà. Qua e là, tra gli alberi e i tetti ancora assopiti, si aprono squarci timidi di azzurro. Quando l’autista annuncia l’arrivo, il profilo familiare della Saint Liliane High School si staglia con la solita imponenza. @Ghal Maraz Nathan Clark Stai per varcare l’ingresso di casa, a malapena qualche minuto dopo essere sceso in soggiorno, quando senti dei passi familiari dietro di te. Tua madre. La sua voce ti raggiunge in un mezzo richiamo: "Stai attento, tesoro! Mi raccomando, fai il bravo! Dio ti bened..." Ma non le lasci il tempo di finire. Le rispondi con un cenno rapido della mano, un gesto affettuoso ma sbrigativo, e la porta si richiude con un tonfo morbido alle tue spalle, lasciando le sue parole sospese nell’aria. Una volta fuori casa, l’aria fresca e frizzante ti punge sulla pelle. È una mattina insolitamente rigida, e l’umidità lasciata dalle recenti piogge gelate si fa sentire. Una sottile nebbiolina spettrale si solleva lentamente dal suolo, accompagnando il risveglio di Lilac Hollow. Tra le volute lattiginose si intravede qua e là qualche spiraglio di cielo, timidamente azzurro. Sali sulla tua bici con un gesto fluido e ormai familiare, il telaio che scricchiola leggermente sotto di te. È in quel momento che lo smartphone vibra in tasca. Lo tiri fuori senza pensare, un riflesso condizionato. Sul display, una notifica. Breve. Tagliente. Velenosa: "Sei morto frocetto ecologista del cavolo!!" Ti ritrovi a pensare se, forse, rispondere a Cory in quel modo non sia stata una mossa azzardata. Un errore. Ma è un pensiero che lasci fluttuare a mezza altezza, senza afferrarlo del tutto. Nel frattempo, le gambe pedalano quasi da sole, come guidate dall’inerzia del quotidiano. In un attimo, senza nemmeno rendertene conto, ti ritrovi davanti al profilo ormai familiare della Saint Liliane High School @SNESferatu Ana Rivero Quando il calore del pancake ti colpisce la lingua troppo in fretta, tua madre si volta di scatto, come se avesse percepito un pericolo. Il suo volto, per un attimo, ti appare più simile a una maschera ben rifinita che a un’espressione autentica. “Ti sei scottata, tesoro? Devi fare attenzione, piccola mia…” dice con voce zuccherina, piegando il capo di lato e sorridendo con quella tenerezza quasi teatrale che sembra riservare a una bambina troppo cresciuta. Una cosa.. poi.. non troppo lontana dalla realtà visto che sei in "vita" da soli due anni. Le sue dita ti sfiorano la guancia in una carezza. “Sei bellissima, tesoro.” Lo dice ogni mattina, con la stessa identica inflessione. Ti sforzi.. Ma non riesci proprio a capire se davvero non ci arrivi a capire come ti senti o se, semplicemente, le è troppo difficile da accettare e si limita a fingere che sia tutto normale. È un sentimento complesso, umano. Troppo umano, forse, per poterlo ancora afferrare del tutto. Fuori, Lilac Hollow si stiracchia lentamente nel gelo dell’alba. Una nebbia sottile risale dai tombini, scivola tra i vialetti curati e si dissolve piano sulle facciate delle villette. Il cielo sopra la tua testa è ancora di un grigio spento, ma qua e là si aprono squarci di un azzurro tenue, timido, come se il giorno stesso esitasse a cominciare. Cammini, le mani affondate nelle tasche del giubbotto. Il tuo respiro si condensa in piccoli sbuffi sospesi nell’aria, che osservi per un istante come se potessero suggerirti qualcosa sul tuo stesso stato. Forse fa freddo. Ma è difficile dirlo davvero: il tuo sistema di termoregolazione non funziona come quello degli altri. Un’altra differenza da aggiungere all’elenco che non smette mai di allungarsi. Sei assorta nei tuoi pensieri quando il profilo della Saint Liliane High School si staglia d’improvviso davanti a te. PER TUTTI La Saint Liliane High School si erge con la solennità di un tempo che non ha mai davvero lasciato le sue mura. L’edificio principale, un tempo convento benedettino, conserva ancora l’eleganza austera delle sue origini religiose: alte finestre ad arco, muri di pietra levigata dal tempo e un grande rosone in vetro colorato che domina la facciata come un occhio antico e silenzioso. Dall’alto, le guglie sembrano sfiorare le nubi basse di quella mattina lattiginosa. I cancelli in ferro battuto sono spalancati e una lenta, ma costante processione di studenti attraversa il cortile centrale, diviso tra coloro che si attardano nei gruppetti e chi invece, più zelante, si dirige già verso le aule. Gruppi di ragazzi chiacchierano animatamente sotto il vecchio porticato, le voci che si fondono in un brusio confidenziale, pieno di piccoli segreti, pettegolezzi dell’ultima ora e battute starnazzate. Qualche risata improvvisa si leva nell’aria fredda, mentre altri, più silenziosi, si appoggiano ai muretti di pietra, occhi puntati su nulla in particolare. Poco più in là, sul lato sinistro del cortile, il professor Julian Crane è già circondato da un piccolo seguito di studenti incantati. Sta mostrando, con la sua solita teatralità, come eseguire un semplice accordo sulla sua inseparabile chitarra acustica, le dita che si muovono con una naturalezza affascinante mentre le corde vibrano di un accordo maggiore che si perde nell’aria del mattino. A lato dell’ingresso principale, appoggiato con una spalla al muro e lo sguardo vigile, c’è Tom McCarthy. Il bidello. O, come lo chiamano alcuni con un misto di timore e affetto, “Il guardiano del cancello”. La sua corporatura massiccia e l’espressione severa lo rendono facilmente riconoscibile, ma chi lo conosce sa che dietro a quello sguardo burbero si nasconde un’autentica preoccupazione per ogni ragazzo di quella scuola. Scruta con attenzione tutto il cortile, occhi che si muovono instancabili da un gruppo all’altro, quasi aspettandosi un’improvvisa tempesta. Ma per ora, tutto è quieto. O almeno, in superficie. Off Game Considerate che arrivate più o meno tutti nello stesso momento.. o comunque a distanza di pochi minuti.. non ho specificato tutti i vari png che potrebbero già esserci.. sentitevi liberi di considerare che, se volete interagire con qualcuno, potreste facilmente trovarlo.. Quindi agite pure interagendo o direttamente tra di voi o specificando chi andreste cercando.. Se qualcuno volesse continuare la sua scena personale prima dell'arrivo a scuola proseguiamole pure sotto spoiler.