Il divertimento è una cosa puramente soggettiva: dipende dal significato che si da alle cose.
Anche il combattimento non è altro che una serie di tiri: tiro x colpire contro CA, tiri di danno contro gli HP del bersaglio, tiri salvezza contro effetti pericolosi, oppure sono tiri che il nemico deve fare per difendersi dalle capacità del PG.
Anche nel combattimento si tratta costantemente di tirare un dado e avere fortuna.
Non c'è nulla di diverso riguardo a questo aspetto.
Riguardo all'uso dell'ingegno, la cosa vale per entrambe le aree d'azione.
Anche in un combattimento si può semplicemente tirare passivamente dei dadi e vedere come va. Anzi, ho visto talmente tanti combattimenti in cui i PG attaccavano solo frontalmente i bersagli che si trovavano di fronte - senza un minimo di strategia, inventiva o creatività narrativa - da sapere che il combattimento di per sè non stimola automaticamente alcun tipo di ingegno.
L'ingegno, come il roleplaying o il divertimento, sono cose che nascono dal giocatore e dipendono dal giocatore.
Anche giocare a situazioni di sopravvivenza richiede ingegno.
Non bisogna considerare scontate le prove. I tiri di dado, così come in qualunque situazione di gioco, vanno guadagnati facendo la cosa giusta. Allo stesso modo, anche i vantaggi sulle prove vanno guadagnati usando l'astuzia e determinando la giusta circostanza.
Così come in un combattimento si può conseguire un successo maggiore quanto più si sfruttano le circostanze a proprio favore, così questo accade nelle situazioni di sopravvivenza.
E' facile dire che un PG si costruisce un pugnale in mezzo al nulla.... Ma prima deve decidere quale materiale utilizzare, come ricavarlo, come lavorarlo. E' facile pensare di accedere un fuoco... Ma tocca al giocatore tirare fuori l'ingegno riguardo al materiale e ai metodi che il suo PG utilizzerà per creare il suo falò.
L'ingegno del giocatore è ancora più importante riguardo alla sopravvivenza in generale: magari le singole azioni possono essere mere prove di dado ma, come accade per un combattimento, è la strategica riflessione sul modo e la combinazione con cui effettuare le singole azioni che può aumentare le sue probabilità di successo. Un PG magari sa accedere un fuoco, scuoiare un animale o costruire un rifugio... Ma dove costruire il rifugio? Come lo vuole costruire esattamente? In che punto piazza il falò? Dove scuoia l'animale cacciato, nell'accampamento (dove gli animali si avvicineranno all'odore del sangue) o fuori dall'accampamento? Che materiale utilizza per costruire rifugio e strumenti? Materiale capace di resistere all'usura e alle intemperie o materiale fragile? Che cosa buttera via il PG e cosa terrà? Si sente sicuro dallo sprecare un materiale che, in una circostanza futura potrebbe risultare fondamentale? Ce la fa il PG a portarsi dietro una grande quantità di equipaggiamento? E così via.
Non è solo in combattimento che è richiesta l'astuzia.
Anzi, non c'è nulla che richieda più astuzia del vivere in mezzo alla natura selvaggia. D&D normalmente tratta la sopravvivenza come qualcosa di scontato. In una Campagna incentrata sulla sopravvivenza il riuscire a mangiare, bere, rimanere al caldo, avere un luogo sicuro dove dormire, il non subire attacchi da animali, il non trovarsi acciaccato e affaticato non è per nulla scontato. Anzi, la mossa sbagliata e sei fregato.
Sulla base delle regole di D&D 5a, ad esempio, ciò equivale non solo al rischiare di beccare danni facilmente (attacchi di animali, cadute, scivolate, ecc.), ma anche di subire costantemente livelli di Exhaustion, che potrebbe non essere facile recuperare.