Clint Connor
Clint arrivò al campo con il cuore ancora gonfio di orrore e malinconia. Il freddo dell'aria che congelava il fiato dei suoi compagni era nulla, confronto al gelo che serrava il suo cuore. Sentiva lo scricchiolio del permafrost sotto i suoi stivali e calcolava in silenzio l'immensità del paesaggio attorno a loro, misurando con dolore le forze dislocate attorno alle tende.
Quante altre vite sarebbero state presto perdute... e chissà in quali altri modi osceni.
Non osò rispondere alle domande speranzose dei nordici, lasciando alla oratoria di Chandra o alla capacità drammatica di Ariabel il compito di provare a dare un po' di fiducia a quegli uomini ed a quelle donne, coraggiosi, determinati e folli.
Si preoccupò invece di controllare la salute dei suoi compagni più segnati dalla bassissima temperatura, che pure, a lui, sembrava una brezza appena accentuata. Da anni, ormai, Clint aveva dimenticato il concetto stesso di freddo. Gli occhi non gli lacrimavano, la pelle non tremava, i piedi non si intirizzivano, le labbra non si screpolavano e spaccavano.
Mai.
Niente di niente.
Lanciò quindi una serie di incanti su Ariabel, prima, e su Flurio, poi; a loro che, invece, quel clima lo pativano fino al midollo.
In quel mentre, sentì forte il fischio del vento che si infrangeva come schiuma di risacca sugli scogli, l'aria che esplodeva in un rombo, spostata con violenza da un corpo gigantesco.
Clint udì le ali schioccare, piegando muscoli e tessuti, allontanando e poi imprigionando le correnti.
L'adepto alzò gli occhi, simili a stiletti nel viso, come per scavare tra ľaccecante riverbero della neve e ľincipiente tenebra.
Riconobbe il rumore e identificó la sagoma prima di chiunque altro ed il suo cuore, momentaneamente, si alleggerí, addolcito dalla comprensione di quanto stava accadendo ed estasiato, nonostante tutto, dalla magnificenza della antica draghessa.
Clint mosse verso il punto che riuscì ad identificare come probabile luogo dell'atterraggio, facendosi addirittura sfuggire un sorriso nel vedere Trull e Celeste salvi, per quanto palesemente sconvolti dal clima.
Non fece però in tempo a salutarli che, subito, quel loro nuovo, piccolo mondo di tensioni, paure e speranze reagì, imprimendo a sé stesso un moto di novità innescato, ancora, dalla stessa Anzalisilvar.
Clint seguì il discorso, pensando con orrore, ma anche con odio, ai due sciacalli in forma di Verme Bianco, ed una lingua di fiamma esaló tra le sue labbra serrate.
I suoi compagni giunti in volo erano però la prima preoccupazione, mentre la vendetta sui due draghi traditori avrebbe dovuto attendere... attendere un momento migliore e dei piani seri di battaglia.
Havard, però, avanzò subito la sua richiesta di mettere in campo il peso del passato: allora, Clint lasciò che le prime ferite fossero curate dal caldo dei fuochi e dal ristoro dei pasti, rimuginando in testa quello di cui bisognava velocemente discutere con la ritrovata Protettrice del Nord.
I suoi pensieri vaganti furono interrotti dal "saluto" di Seline, a cui Clint rispose nella lingua comune, poiché non aveva nulla da nascondere: "Non bene... e come potrebbe altrimenti? Come può qualcosa andare ancora bene, finché questa maledetta storia non è conclusa?".
Clint raggiunse poi, finalmente, Trull e Celeste, avvolgendo la ragazza, praticamente congelata, nel suo mantello, per poi ricoprirla anche con la coperta estratta dallo zaino: "Iniziamo da voi... dèi, non eravate pronti! Amico mio, fratello... ma soprattutto tu, bambina... gli incantatori non potevano proteggervi?".
Clint, poi, li toccó, attivando un primo incanto taumaturgico su di loro ed invitando chiunque altro ne avesse bisogno a chiedere aiuto. A Celeste prestò particolare attenzione, in effetti.
Solo a situazione già un poco migliore, Clint si avvicinò alla sagoma umanoide assunta da Anzalisilvar, facendo una riverenza nella sua direzione: "Protettrice del Nord, mi dispiace disturbarvi. Il mio nome è Clint Connor, compagno dei vostri salvatori... pur se decisamente meno capace di loro...
È un onore conoscervi, anche se le circostanze sono... le peggiori. Ma mi conforta sapervi di nuovo tra noi.
Come ho detto, non vorrei disturbare, vista la vostra recente rinascita al mondo, ma mi chiedevo se, non appena ve ne fosse possibile, sareste in grado di aggiornarci al meglio delle vostre conoscenze sui nostri avversari... immagino che anche gli Jarl siano interessati a ciò, oltre a sperare in altri rinforzi che mai, purtroppo, avverranno...
Credo sia tempo di iniziare a progettare la guerra. L'assalto finale.
Ora che voi siete qui, la Regina del Gelo - qualunque cosa ella sia diventata - non tarderà molto a tentare di spezzare l'assedio.
E questo è il suo terreno di battaglia, non il nostro. Persino questi uomini dei Fiordi, per quanto abituati al gelo, patiscono temperature simili.
E la strega lo sa, mentre il suo stesso esercito ignora gli effetti negativi di tutto ciò".
Cure (DM, shadizar, pyros88, PietroD, Organo 84):