Khalya, paladina di Yvet Lorne
Ritrovo il druido con uno sguardo di sollievo, che subito però muta in sgomento.
«Ancora quelle rune…»
Non c’è un secondo da perdere.
Torno velocemente sui miei passi tirando Will per un braccio, quasi ad assicurarmi di non perderlo ancora, come una madre col suo bimbo nella calca del mercato.
Non è quello il momento di chiedergli perché al tatto sento la sua pelle fredda e coriacea…
Di nuovo al gabbiotto dei funzionari portuali, salgo su una cassa svettando su innumerevoli teste tumultuose.
«Silenzio!»
Dall’espressione di qualcuno si evince la sorpresa di vedere una donna, la cui risolutezza contrasta insospettabilmente con il suo aspetto serafico.
«Signori, i terribili fatti di questi giorni sono ancora in atto, e lo sono a pochi passi da noi.»
Ora vedo sbiancare le stesse facce di prima.
«Dovremo irrompere nei magazzini infestati. Sospendete momentaneamente ogni attività.»
Gelo con lo sguardo chiunque sembra mugugnare per aver fatto la fila inutilmente.
«Ho bisogno di quanti più uomini per evacuare la zona. Avvertite anche gendarmi, templari e cacciatori di streghe.»
Dopo essere scesa dal “pulpito”: «Ufficiale Arnald Roux, le chiedo la cortesia di affiancarmi durante le operazioni.»
Nel guadagnare l’uscita: «Will, gentilmente, facci strada.»
Giunti a destinazione, lascio due uomini in divisa forzare il lucchetto di uno dei magazzini incriminati. Incrociando lo sguardo tentennante di uno: «Sì, sono sicura di quello che ho detto. Procediamo.»
«Arnald», mi rivolgo verso il giovane ufficiale al mio seguito. Sembra avere il cuore in gola.
«A chi appartengono questi magazzini e, ufficialmente, a che scopo sono adibiti?»
Spalancata l’entrata, un tanfo di putrefazione investe i presenti. Nonostante gli ufficiali avessero evacuato molti metri dall’edificio, più di qualcuno si tura il naso anche dalla distanza.
«Allontanatevi!»
«Arnald, anche tu, ma tienimi sempre a portata di vista.»
«Will, tu stammi vicino invece», chiedo gentilmente all’elfo, consapevole che essendo già stato sul posto, fosse sicuramente in grado reggerlo.
Dopo una prima occhiata all'interno, la tentazione è quella di dar subito fuoco. Senza se, e senza ma. Tuttavia, nell’attesa che sopraggiungano templari o cacciatori, sguaino la mia arma e decido di indagare senza lasciare nulla al caso, avendo come uno strano presentimento.
‘Madre mia aiutami a discernere il male’
I pallidi raggi invernali che filtrano dall’entrata, concedono visibilità solo a pochi passi dalla sua soglia.
Di nuovo chiedo aiuto... e la spada sembra ascoltarmi, diffondendo una luce bianca e purissima!
Superando lo stupore di quel prodigio, la sposto qui e là, rovistando con la punta tra i cumuli in putrefazione, illuminando ogni anfratto, e avvicinandola ai simboli sui muri, per osservare come reagiscono alla purezza della sua luce…