Verso l'Infermeria
Dopo gli ultimi preparativi, in cui fate stendere Dhiana sul letto nella stanza accanto alle sentine, per poi chiudere tale porta (ma lasciando una chiave nelle mani della madre di Dorian, in modo che, una volta risvegliata, possa aprirla da sola), vi dirigete verso l'infermeria. Il percorso è breve, ed arrivate senza alcuna difficoltà, dato che tutti i costrutti che incontrate, grazie a quanto fatto da Arancio, non vi attaccano.
Infine, arrivate ad una grande porta bianca, con sopra disegnato un simbolo molto particolare: un bastone, avvolto dalle spire di un serpente. Bernard riconosce quel simbolo, avendolo letto su un vecchio libro che parlava della storia di un medico di bravura eccezionale, seppur nato nei bassifondi di Shakar: è il bastone di Asclepio. Il simbolo universale dell'arte medica. Senza ulteriori indugi, ma pur sempre senza abbassare la guardia, entrate.
Fondamenta del Castello: Infermeria
Davanti a voi, si presenta un lungo corridoio, ai lati del quale vi sono varie stanze vuote, con una porta in fondo. Le stanze laterali sono sale di degenza, con letti e tende, più uno studio, probabilmente riservato al medico a capo di quel reparto, uno stanzino, delle latrine. La stanza più grande è però riservata ad una porta con sopra disegnata una verga alata, avvolta da due serpenti gemelli, il cosiddetto caduceo. La porta con il caduceo è l'unica, tra le porte laterali, che non si apre con le tessere a vostra disposizione. Resta, infine, solo la porta in fondo al corridoio, che aprite.
L'ampia stanza che si presenta ai vostri occhi è decisamente buia, fatta eccezione per un'unica illuminazione centrale. Sia alla vostra destra che alla vostra sinistra vi sono strumenti di Antica Tecnologia, alcuni dei quali emettono dei suoni periodicamente. Uno di questi strumenti ha uno schermo nero, sul quale scorre una linea verde, all'inizio piatta, ma che poi sale e scende, in una forma peculiare e regolare. Un grande macchinario emette invece un suono di pressione, che sembra quasi accompagnare il respiro.
Al centro della stanza, disteso su un bianco letto, con dei tubi che entrano dentro il suo corpo, giace Celeste, il Guardiano Cieco, la maschera del respiratore gli copre naso e bocca. Non serve essere medici per capire che è afflitto da una qualche malattia, in stadio terminale, confermato dal suo aspetto cadaverico. "Vi attendevo... Eletti..." dice con un filo di voce, stanca e dolorante, mentre i suoi occhi vuoti guardano fissi il soffitto. "Non temete... sono libero dal potere di Viola... però... non mi resta... molto tempo..." aggiunge.
I Doni di Celeste
Il Guardiano Cieco solleva a fatica una mano, infilandola sotto le sue vesti da malato. Estrae una tessera, che vi porge: "Prendetela..." e Viktor si avvicina, prendendola con sé. "Con tutte e sette..." continua, "... andando in plancia... potrete ottenere l'Omnicard... la bianca tessera... e la nave obbedirà ai vostri ordini". Il silenzio tra le parole spezzate di Celeste è rotto solo dai suoni periodici del respiratore e dell'elettrocardiografo.
"Blu... mi ha detto... di darvi anche quella..." e Celeste indica un oggetto posto su un comodino, che riconoscete come una Lanterna di Vera Luce, ma non una qualsiasi, bensì quella di Celeste, basata sul suono, oltre che sulla vista. "Con la verde luce... nessuna illusione... potrà mai ingannarvi..." asserisce, prendendosi poi una lunga pausa, dato che perfino parlare lo stanca profondamente.
Tristan si avvicina al comò ed afferra l'oggetto. "La porterò io, so come usarla al meglio. Questa lanterna è di fattura pregiatissima... non ne ho mai vista una così potente. Ma serve dell'unguento vedico per accenderla" dice il giovane Horst.
L'Ultimo Messaggio di Celeste
"Tanti peccati ho consentito che accadessero... ero accecato dalla luce... inebriato dal potere... e non vedevo l'ombra delle mie colpe..." confessa, mentre delle lacrime scendono dai suoi occhi vacui. "Per quanto poco possa valere... la parola di un guardiano cieco... avete la mia benedizione..." dice, con il cuore in mano, alzando una mano tremante verso di voi.
L'elettrocardiografo segna un battito cardiaco accelerato. "Viola... è stato corrotto..." le parole escono con difficoltà dalla sua gola. "Era ambizioso... desiderava... essere come Mordenkainen... o perfino superarlo..." continua, mentre il battito accelera ancora di più. "Ma... lui non è il vero... n-..." la voce si affievolisce.
Celeste fa un respiro soffocato.
Il battito è irregolare.
Poi, la mano cade di colpo.
Il suono dello strumento diventa fisso, l'elettrocardiogramma piatto.
Così, davanti ai vostri occhi, si spegne Celeste.