Owen Hunt - Precog SFT (Special Tactis Force), reparto First Response della Marina Terran.
Fra i rapporti Quarid, che si manifestano negli schermi-dischi olografici davanti alla triade dorata, la figura di un umanoide imponente si staglia fra le altre. Le immagini lo mostrano all'interno di una cabina marziale, il cui mobilio rasenterebbe l'essenziale, se un ampia vasca rigenerativa ed un sistema di assemblaggio e fissaggio per armature servo assistite, non occupasse parte dello spazio. É un Terran, il cui corpo biopotenziato dall'ingegneria genetica, é segnato da tatuaggi militari, connettori metallici e segni di vecchie ferite. I tratti squadrati ed affilati disegnano un volto serafico ed austero, la cui calma spiazzante é scossa da occhi chiari che trasmettano ingegno, acume e insospettabile consapevolezza. Piú volte il suo sguardo sembra infatti bucare lo spazio ed il tempo, seguendo il movimento dei Tre rappresentanti di quella razza superiore come se potesse vederli spiarlo. Una sensazione spiacevole, intaggibile e difficile da decifrare anche per loro. Nella stanza, lo schermo di un palmare militare con documentazioni classificate, irradia una luce verdastra, che illumina debolmente una rastrelliera per armi vuota, mentre un drone fluttua silenziosamente alle spalle dell'uomo.
Davanti allo spettacolo del Sole assediato dalle energie entropiche, Owen Hunt é ammutolito. Se ne sta in piedi sul ponte della navetta di classe Serendipity a cui é stato assegnato. Le braccia incrociate dietro la schiena in una posa marmorea e marziale. Ha scambiato solo brevi convenevoli con il resto dell'equipaggio, nonostante si sia preso il tempo di leggere le loro schede. Sono un gruppo variegato con competenze specifiche e diverse, ed é difficile immaginare a quale scopo la Decalleanza abbia pensato quando ha assortito la squadra. Non nutre il minimo dubbio che molti dei suoi compagni abbiamo anche missioni personali da portare avanti in quella spedizione e si chiede se questo potrá interferire con la sua. Intanto le energie entropiche tenute a bada dalla tecnologia Quarid, gridano nello spazio, spezzando quell'equilibrio di colori cosí diverso dallo spazio che conosce bene. Echi di futuri possibili sussurrano ai suoi sensi psionici e per un attimo che sembra infinito, la sua fede vacilla. Sente freddo.
Alanya - Certo che ho già visto le strane navi tetraedriche dei Quarid, ma erano molto più piccole di quelle... immensità!
La voce della dottoresa lo riscuote dai profetici artigli di futuri possibili, trovandosi ancorato alla sua analisi di quello che sta accadendo al sole.
Alanya -Chi mai potrebbe creare un'arma così colossale e terrificante, capace di divorare intere stelle?
Credo che presto ce lo diranno, dottoresa O'Connor
Commenta distrattamente, mentre i grandi occhi chiari guardano ancora sullo schermo.