I soldi sono sempre una questione spinosa. Non ho una soluzione esatta al tuo problema, ma potrei darti qualche consiglio su come gestisco io la questione del denaro.
Innanzi tutto, non penso sia il caso di cercare di fare un equivalenza tra il valore di una moneta d'oro in un'ambientazione fantasy e il denaro nella nostra realtà attuale. Questo perché noi viviamo in una società altamente industrializzata, dove vi è un'offerta molto superiore alla domanda in quasi ogni campo. In una realtà più antica, come la maggior parte delle ambientazioni simil D&D, è ragionevole aspettarsi che l'offerta sia analoga alla domanda, se non drasticamente inferiore in molti settori. Inoltre, il lavoro manuale è molto più lento e dispendioso del lavoro meccanizzato, e quindi vale molto di più: una lama di fattura industriale varrà un decimo, se non meno, di una lama forgiata e modellata a mano da un artigiano. E non necessariamente perché la seconda sia di qualità intrinseca superiore (anche se è probabile che lo sia) ma proprio per una questione di fatica e di tempo necessario per svolgere il lavoro manuale.
Premesso ciò, è frequente che nelle campagne di D&D i personaggi finiscano per avere molto denaro con loro. Questo non è di per se un problema, se i personaggi ottengono quel denaro in modo coerente con le regole e con l'ambientazione: trovo deleterio ridurre artificiosamente il patrimonio del gruppo perché, "a naso" sembra che abbiano guadagnato troppo. In effetti, non penso che il DM debba neanche preoccuparsi di queste cose, ammesso che tutto si sia svolto in modo coerente con quanto detto sopra, ovviamente.
Tuttavia è lecito che tu ti chieda quale dovrebbe essere, almeno in principio, la "curva di ricchezza" del gruppo. Posto che, comunque, a priori tu possa solo fare una stima, un'ipotesi che, per ovvi motivi, non sarà quello che avverrà al tavolo di gioco. Ed è giusto che sia così, vorrei aggiungere.
Ora, il modo più semplice è stabile dei tenori di vita, e in base a quello stimare quanto denaro valgano gli oggetti più comuni che i PG possano reperire come bottino: hai parlato di mostri, quindi immagino ci sia un mercato di pellame esotico: quanto possono valere le squame di un leviatano mangia-uomini? E quelle di un dinosauro mangia-uomini? E quelle di un uccello gigante mangia-uomini? Insomma, se pensi che i maggiori guadagni dei personaggi proverranno dalla caccia di grosse creature, basare almeno in parte l'economia della tua ambientazione sullo smercio di queste carogne esotiche è sicuramente un buon punto di partenza.
In ogni caso, anche se i personaggi avessero enormi quantità di ricchezze, non è detto che ciò che vogliano comprare sia sempre disponibile. In effetti, nel mio sistema di gioco, ogni oggetto ha un valore di rarità dal quale dipende la probabilità che un mercante abbia con sé quel materiale. Quindi, anche avendo il denaro necessario, non è affatto detto che il mercante abbia quanto richiesto.
Inoltre, troppo spesso si trascura l'ingombro che ingenti masse di denaro rappresentano: portarsi in spalla sacchi di monete d'oro non è qualcosa di fattibile, e saccheggiare il tesoro di un drago non è qualcosa che i personaggi dovrebbero dare per scontato. Come pensi di trasportare cinque tonnellate d'oro, d'argento e gemme preziose? Con una carriola per giorni? :'D
Infine, se prevedi che la maggior parte della campagna avverrà in terre selvagge, il problema del denaro sarà marginale: i personaggi dovranno, presumibilmente, procacciarsi da soli ciò che serve alla loro sopravvivenza. Che poi è, fra l'altro, lo stile di gioco che preferisco di più in assoluto, sia come master che come giocatore!
Spero di esserti stato utile!