DM
X Forgrim
Adularia annuì alla domanda di Luna Il potere di Verderovere è antico e più forte di qualunque altro, qui a Frondargentea disse con tronfio orgoglio Non sarà una fattucchiera da quattro soldi a infrangere le barriere che proteggono coloro che vi dimorano spiegò. La rassicurazione parve stemperare le tensioni circa la possibilità che l’astuta nemica scoprisse le informazioni appena giunte all’orecchio del gruppo, di fatto rendendo la serata più tranquilla Non abbiamo botteghe, umano disse in tono freddo a Forgrim, i cui complimenti sulla cena non passarono comunque inosservati Sì, comprendo tu non possa aver mai trovato nulla di così gustoso nelle vostre misere terre. Nella mia immensa magnanimità farò in modo di farti avere qualche esemplare di una di esse concesse, con lo stesso tono che una maestra avrebbe avuto per un allievo con notevoli carenze intellettuali, la stessa che rivolse a Shaun quando egli chiese degli elfi di Frondargentea I tempi degli elfi che rispettavano la natura sono passati da secoli ormai rispose La famiglia Glynrora governa da ormai trecento anni e intende farlo per altrettanti. Essi hanno sì costruito una società unita del loro popolo, ma lo hanno fatto sottomettendoli a un regime che di popolare non ha niente Adularia si aggiustò i lunghi e fluenti capelli neri “Il passato non muore mai” è il loro motto, ma Lathlaeril Glynrora è solo un tiranno, protetto dal suo immenso esercito. Quel grasso maiale passa il suo tempo solo a mangiare e scegliere le condanne a morte tra i suoi dissidenti. E tale sarebbe pure un favore per alcuni, poiché i campi di lavoro che egli tiene nell’area a nord-ovest sono quanto di più lontano vi possa essere dal trattamento umano: gente stipata in aree troppo piccole, nutriti al minimo e costretti a turni di lavoro di sedici ore l’uno, con continui episodi di stupri e abusi da parte dei loro carcerieri dal quadrello facile. Un tempo le donne di Frondargentea rivaleggiavano tra di loro in bellezza, ma ora tengono un profilo basso e cercano di non farsi notare, temendo di essere prese dall’onorato leader Adularia sottolineò il titolo del Signore delle Fronde come se esso avesse un sapore disgustoso E messe nel suo harem, per poi essere date in sposa ad uno dei suoi ufficiali qualora egli si stufi. Un despota che tentò di allungare le sue mani anche verso di noi fino a che Diamante non minacciò una guerra senza precedenti, per la quale egli stesso preferì evitare. No, umano disse rivolta a Shaun Non abbiamo simpatia per Frondargentea. Quel comandante idiota forse spera di poter cambiare le cose dall’interno, ma Elidyr non è meglio del padre e con Ciradyl scomparsa a Frondargentea si prospettano altri anni di soprusi.
Le parole di Adularia diedero nuovi elementi al gruppo circa quel tetro luogo che era divenuto ormai Frondargentea. Dorian si sedette dietro a Vassilixia, cingendola tra le sue gambe per abbracciarla e tenerla più al riparo dal freddo di quella sera. Dal canto suo, i membri della compagnia scoprirono ben presto che Zaffira ed Ametista erano sparite, allo stesso modo di Ragnar e Alucard
X Ragnar
Il fatto che nel corso della sera la voce di Zaffira fu udita gridare OH DEI! RAGNAR!, intervallata da gemiti e sospiri, suggerì al gruppo che egli non si trovasse in immediato pericolo di vita. I due furono visti più tardi riunirsi alle rispettive compagnie, poco prima dell’ora del riposo. Lo stesso fecero poco più tardi Ametista, che sembrava ostentare un sorrisetto compiaciuto, ed Alucard, il cui viso era ricoperto da segni di rossetto e pareva parecchio stanco.
Freddo a parte, la notte si rivelò tranquilla per tutti gli avventurieri. Zaleria non pose o non riuscì a porre assedio ai sogni di alcuno dei giovani viaggiatori giunti da Covo del Tarrasque, prima notte tranquilla dal momento in cui essi avevano lasciato Lagocristallo una settimana prima, le notti tormentate da quella instancabile aguzzina. Il rapido controllo che i viaggiatori fecero l’un l’altro rese la fase di risveglio più allegra del solito, nonostante la tetra atmosfera che si stagliava su quella congrega di ninfe. Un centauro dai capelli talmente lunghi da coprirgli parte degli occhi portò a Forgrim un piccolo involto contenente alcuni esemplari di pastinaca, i tuberi più semplici coltivati nell’ampio orto delle ninfe. Adularia si rivolse quindi alla compagnia La Gemma di Verderovere si è rivolta a voi, un onore che per alcuni ritengo anche fin troppo grande esordì Ma il vostro dono si è rivelato valido e alcuni di voi si sono resi perfino meritevoli della nostra compagnia. Auspico che Ragnar e Alucard torneranno qui una volta terminata la vostra cerca disse Accetteremo inoltre la tua presenza tra di noi, Luna Bjorsndòttir disse rivolgendosi alla giovane figlia della Dama del Lago Qualora riterrai di volerti unire a noi ed apprendere nuove vie della magia druidica, ti accoglieremo come iniziata nei nostri ranghi concesse attendendo per qualche secondo di fronte a tale dichiarazione Ora andate, compite il vostro destino o soccombete se non sarete abbastanza forti furono le sue parole di congedo. Zaffira si avvicinò per baciare Ragnar sulle labbra e lanciare un’occhiata spavalda ad Astrid, prima di riunirsi tra i ranghi delle sue sorelle.
Il ritorno a Mylmanor si rivelò scevro da pericoli e diede l’occasione, a chi avesse voluto, di effettuare un cambio d’abito o di trucco dopo la parentesi tra le peculiari ninfe oscure di Verderovere. Le guardie al cancello si dimostrarono come sempre poco solidali, la vista di Mulroht che gli valse una selva di frecce puntate contro. Pur avendo riconosciuto gli stranieri, ed essendo essi in possesso di un lasciapassare firmato da Dravicov in persona, i soldati si rivelarono antipatici e da principio bollarono la cosa con un Vale meno che carta da sedere prima di venire redarguiti dalla loro comandante, la quale confermò la validità del documento Ci ho parlato stamattina, prima che ripartisse. E’ tutto regolare le lungaggini amministrative per farli entrare, comunque, richiesero una buona ora, tempo che venne allungato in virtù della sadica pausa pranzo che i soldati si presero lasciando gli stranieri ad aspettare il loro ritorno, per una procedura che alla fine dei fatti richiese solo una decina di minuti scarsi effettivi. Gli stomaci brontolanti dalla fame, gli studenti dell’Istituto Von Gebsatell ebbero modo di dirigersi verso l’area di maggiore interesse, l’ampio mercato sotterraneo conosciuto a Mylmanor come “il quartiere dei drow”.
Tale sinistro angolo della città, come era stato ribattezzato per le sue similitudini con la patria degli odiati elfi oscuri, viveva quel giorno come i precedenti: era lì che i non elfi o i più poveri tra gli orecchie a punta vivevano le loro giornate, fosse esso tramite la vendita di spiedini di rane, pesce affumicato o misture esotiche che portavano agli occhi fumo e alle narici odori pungenti Uno spiedino di rane per le sue signore. Solo tre monete d’argento! disse un vecchio mezzelfi, riferendosi ad Astrid e Angelica. Un nano orbo chiamò con voce roca Panini di pane nero, formaggio e salame. Solo quattro monete d’argento! sbraitò. Nel quartiere erano venduti anche articoli di dubbia origine e morale Un amuleto per far innamorare un uomo di lei per sempre. Due monete d’oro! disse una vecchina umana a Vassilixia, sventolando un pendaglio di bigiotteria con una piovra (Dorian prese a braccetto la sangue di drago blu, guardandosi intorno per tagliaborse e simili) Una marionetta per l-ah,no… disse un venditore baffuto vedendo Deborah, rinunciando ai suoi propositi Una pozione per ingrandire il seno! propose un elfo squattrinato, agitando una bottiglietta in direzione di Luna Solo trenta monete d’oro, un affare! un coro di proposte, domande e offerte in quell’oscuro mercato dove si consumavano furtarelli negli angoli più bui o negli esercizi lasciati vuoti. Numerosi erano i vecchi e gli esclusi che chiedevano l’elemosina, derisi e talvolta presi a calci dalle poche guardie che pattugliavano pigramente quel quartiere, fornendo un distratto controllo che era più spesso sorpassabile con una bustarella, come in superficie non sarebbe mai stato possibile. Ma pure lì non era impossibile vedere anche persone di un certo rango, segreti clienti dell'attività che sorgeva in ogni città per la sua semplicità ma anche l'ottimo servizio offerto, il bordello locale noto come “Il piacere del Sottosuolo”.
Un bar lurido nelle sue vicinanze, che portava l’azzeccato nome de “Il bar lurido” poteva offrire ai viaggiatori una base dove poter discutere la situazione. Un piccolo locale, grande quanto un soggiorno domestico, era attualmente vuoto e la compagnia di viaggiatori avrebbe potuto da sola riempire l’intero locale. A gestire il negozio pareva esservi un elfo dagli occhi chiarissimi e dai capelli bianchi, intento a mescere alcuni drink da bottiglie polverose, interrompendosi per osservare guardingo quella numerosa clientela fuori dal suo esercizio.
X tutti