Capitolo Due - Il futuro dello shopping, l'Emporio dei Sogni
Era da poco passata l'ora di pranzo quando le quattro carrozze e i tre destrieri, partiti dal palazzo reale, si fecero strada tra le vie del borgo in direzione nord-ovest. Molti erano i curiosi che osservarono quella processione, quasi uscita da un racconto da fiaba, sebbene viziato da presenze assai poco raffinate come quella di Kaahan e Geerum.
Il viaggio proseguì comunque senza intoppi, fino all'arrivo al borgo industriale, nel quale sorgeva l'Emporio dei Sogni. Nessuno degli avventurieri vi era finora stato, sebbene racconti sullo stesso avessero percorso tutta Glantria lodandone l'ampiezza, l'organizzazione e l'innovatività.
Ma nessun racconto sembrò rendere giustizia a ciò che videro.
L'Emporio dei Sogni, che dal nome poteva far affiorare alla mente l'immagine di una piccola bottega gestita da una innocente vecchina, era grande quanto un palio per le corse dei cavalli. La struttura in pietra e legno, solida come quella di un maniero, sembrava sfidare le botteghe degli artigiani con la sua presenza, la sua ampiezza e le ampie vetrate per far entrare la luce allo stesso modo dell'ampio ingresso con annesso parcheggio nel quale si fermarono le carrozze. Una grande insegna recante la scritta EMPORIO DEI SOGNI capeggiava sopra l'ingresso, sottolineando l'ovvia natura di quell'immenso luogo.
Se l'esterno era da mozzare il fiato, l'interno poteva portare direttamente in coma. Mai nella vita di un avventuriero si erano visti tanti oggetti d'avventura in un luogo solo. Separati e ordinati da scansie con cartelli che ne indicavano i reparti si trovavano rastrelliere di armi, armature, banchette di pozioni, gioielli in teche, anelli, amuleti, scudi, stivali, mantelli, borse, bastoni, copricapi, pergamene, verghe e via di scorrendo. Apposti su vari cartelli e su fogli di pergamena impilati vi erano offerte e promozioni disponibili per la settimana. Una serie di banconi in fila fungevano da casse per consentire lo smaltimento della fila di paganti in più punti, mentre diversi addetti con tuniche rosse passeggiavano tra i corridoi tenendo in ordine il luogo. Questi addetti sembravano invero assai anonimi, personale abituato a un regime tale per il quale tutti sembravano assomigliarsi, non dimostrare di appartenere a un sesso o una razza precisa. Insomma, erano davvero dei soggetti di contorno, cui però chiunque si sarebbe potuto rivolgere per avere indicazioni sugli articoli in vendita.
L'unica persona degna di interesse fu un elfo dai lunghi capelli mori tenuti sciolti e dalla lunga tunica color cobalto Benvenuti all'Emporio dei Sogni disse accogliendo i clienti Mi chiamo Deputy Deth e sono il titolare. Il principe Derbel mi ha avvisato del vostro arrivo si presentò Il negozio è stato tenuto chiuso per voi, potete girare quanto volete e acquistare tutto ciò di cui avete bisogno spiegò In questi reparti potrete trovare tutto quello che volete e, qualora aveste dubbi, non esitate a chiedere al personale. Per vostra comodità ci sono anche dei carrelli disse, indicando una serie di ampie cassette in metallo grandi come scrigni, poste su piccole ruote, tanto trainabili quanto spingibili.