La folla si raccoglie, prima dell'inizio della funzione. Appena il Cavaliere Revancha prende la parola, i sorrisi e gli applausi cessano e gli abitanti di Lemieux si stringono nel cordoglio, per le povere vittime della follia, che li sta colpendo. Ascoltano in silenzio. Il dolore dei loro volti è mitigato dalla speranza, che viene alimentata dalle parole di liberazione, della donna.
Le sue parole sembrano avere decisamente effetto sui popolani, visto che tanti sguardi si levano fieri, anche se i volti sono rigati dalle lacrime. Si odono anche dei commenti isolati di assenso, pronunciati ad alta voce. La popolazione è provata, ma ha fiducia nell' Ordine.
Nessuno prende la parola, lasciando intendere che si può procedere con il rogo dei cadaveri. Il borgomastro accende una torcia e la pone nelle mani del Cavaliere. La torcia viene messa ai piedi delle figure, che sono state cosparse di paglia e legna secca, per facilitare la combustione dei corpi. Ciononostante essi fanno fatica a prendere fuoco. Il materiale combustibile si infiamma velocemente, ma i corpi sembrano rimanere quasi immuni alle fiamme, rimanendo fissi nel loro innaturale irrigidimento. Soltanto dopo un po' cominciano a bruciare anche loro e quando succede, un fumo denso e nero dall'aspetto maligno, comincia a fuoriuscire dalle loro figure. La nuba si addensa, assumendo una connotazione malsana e mortifera. Sciami di mosche nere si addensano attorno ad essa. Sono centinaia. Non si capisce da dove saltano fuori. Il loro ronzio cresce e diventa più fastidioso e penetrante ogni secondo che passa. Ad un certo punto i corpi scompaiono nella fiamme e la nube diventa enorme, nascondendo il cielo ai presenti e stagliandosi sopra le loro teste, come un minaccioso soffitto nero gassoso. Le mosche diventano migliaia e riempiono la nube, fino a dare l'impressione che debba esplodere. Il fumo comincia a calare sulle persone e anche gli insetti scendono sciamando sui malcapitati, circondandoli e attaccandosi ai loro corpi in maniera asfissiante. Quello che era un momento di vittoria e di serenità, in meno di due minuti diventa un incubo. Le persone cominciano a correre fuori dal piazzale in maniera confusa e agitata. I bambini piangono. Gli insetti aggrediscono chiunque, entrando nella bocche e nelle orecchie dei malcapitati. Alcuni cadono in terra, rotolandosi per provare a liberarsi. Chi può soccorre i malcapitati, provando a scacciare l'esercito nero, che li sta aggredendo. Intanto il fumo intossica molti, provocando spasmi, tosse e conati di vomito, in quelli che rimangono più esposti. Sembra di assistere ad un incubo.
Anche voi non rimanete immuni. Aurora respira il denso fumo nero e viene aggredita dagli insetti. Resiste con vigore alla tossicità del miasma, ma viene assalita da così tante mosche, che si mette a correre agitata e fuori controllo, per cercare di liberarsene. Urla e invoca aiuto, in preda alla confusione e all'agitazione più totale.
Il Soldato Valerious lotta strenuamente, riuscendo a mantenersi freddo e lucido, nonostante le centinaia di creature ronzanti che lo assalgono. Riesce a liberarsene e resiste anche agli effetti del fumo. Con determinazione si libera delle mosche e combatte la nausea che lo assale. Si dirige prontamente verso il suo Cavaliere, cercando di aiutarlo in ogni modo.
Hanz resiste anche lui agli effetti insalubri della nube, ma gli insetti che lo assalgono sono troppi e comincia a correre e rotolarsi per terra, invocando aiuto in maniera sguaiata, in preda alla paura più cieca.
Come gli altri due, Fuscus rimane immune alla nube. Il suo corpo temprato è ormai immune a molte cose e ci vuole ben altro per scalfirlo. Ma anche lui rimane vittima degli insetti. Viene circondato e lotta strenuamente. Alla fine soccombe e inizia a rotolarsi in preda al disgusto sull'erba, proferendo frasi violente e sconnesse.
Anche il Soldato Attila rimane coinvolto. Nonostante il suo corpo non sia assolutamente il più robusto e il fumo entri copiosamente nel suo naso e nella sua bocca, se ne libera con qualche colpo di tosse e rimane perfettamente in forze. Gli insetti lo assalgono con furia, ma questo anziché spaventarlo, muove un profondo moto di rabbia dentro il suo io, che lo sprona a reagire e a scacciarli con una foga e una determinazione straordinarie, rimanendo allo stesso tempo totalmente freddo e lucido. Praticamente impassibile.
Infine Artiom e il suo animale vengono raggiunti. Purtroppo l'uomo paga a caro prezzo, la sua età non più giovane. Il suo corpo non reagisce più come un tempo e il vomito lo assale, piegandolo sulle ginocchia. Intanto approfittando della sua debolezza anche le mosche lo assalgono, finendo di fare scempio delle sua persona. Rimane piegato dal malessere e piagato dagli insetti, finendo a rotolarsi per terra in preda al delirio.
Il suo compagno di viaggio, subisce una sorte analoga. Ingenuamente la fiera apre la bocca, per provare a scacciare gli insetti, ma assorbe così solo più fumo e ingoia un' enorme quantità di mosche. Comincia a sentirsi male e rigurgita il tutto, sotto forma di un pastone scuro e denso. Vacillante per lo sforzo fisico, viene sopraffatta dall'orda ronzante e impazzisce totalmente, correndo avanti e indietro in preda al panico, ruggendo disperatamente.
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