Un nuovo singhiozzo, più alto e doloroso, seguito a sua volta da lacrime scroscianti fa eco alle parole di Dakkar e Void. La sacerdotessa, rimanendo con le braccia avvolte attorno alla figura singhiozzante di Mirna, si volta verso di voi. Negli azzurri occhi della chierica, anch’essi umidi di lacrime, cogliete una sfumatura nuova. Garaele si rivolge a tutti voi.
Grazie per averci… informato.—dice, con voce ferma—E grazie per aver riportato Thel alla sua famiglia ed alla sua comunità.—continua, alzando leggermente il tono per farsi sentire sopra il pianto di Mirna—Ci prenderemo cura di lui.
Si interrompe un momento, riportando lo sguardo su Mirna e chinandosi per sussurrarle alcune parole di conforto. Quest’ultima, nonostante continui a piangere, si ritrae leggermente dalla religiosa, voltandosi in modo da darvi le spalle mentre continua a piangere in silenzio. Garaele, nel frattempo, si alza e si rivolge a voi.
Se posso approfittare ancora di voi, vi chiederei di aiutarmi in una cosa.—dice, dirigendosi verso la porta ed uscendo nella fresca aria serale. Quando la seguite, vi da indicazioni per trasportare il corpo di Thel nella piccola costruzione a ovest della sua casa, che si rivela essere una sorta di obitorio. Il corpo del povero falegname trova riposo su un lungo tavolo in legno, circondato da scaffali che contengono boccete di unguenti, rami di piante odorose, bende, pomate, olii, ed altre cose usate nella preparazione dei cadaveri alla sepoltura. Garaele, rispettosamente, copre il corpo con un panno pulito e poi vi fa cenno di uscire con lei.
Una volta fuori, e sulla porta di casa, la religiosa si volta verso di voi. Mi prenderò cura di Mirna e della sua famiglia. Sono al sicuro qui, non vi preoccupate.—poi, continuando con tono più perentorio—Credo invece sia giunta per voi l’ora di ritirarvi. Le vostre gesta vi hanno stancato, nel corpo e nella mente, ed alcuni di voi parlano chiaramente a vanvera, senza pesare le proprie parole.—Il suo sguardo, che ora brilla di una luce dura e severa che contrasta con l’aspetto calmo e gentile della donna, si posa su Void. Con due rapidi passi, la donna è alla porta e la apre. Buonasera, e buon riposo. La porta si chiude alle sue spalle.
Rimasti fuori, Sildar lancia uno sguardo al gruppo. Béh, poteva andare meglio. Commenta, con un’espressione leggermente contrariata, prima di incamminarsi verso la locanda Stonehill. Dall’interno della casa di Sorella Garaele sentite provenire, ovattate, parole di conforto e consolazione miste al pianto ed ai singhiozzi di Mirna.
***
Dopo pochi minuti, vi trovate tutti comodamente seduti in una tranquilla ed accogliente stanzetta privata, dietro la sala comune della locanda, seduti su buone sedie di legno, attorno ad un tavolo su cui sono poggiati una brocca d’acqua e una di birra, assieme ad un tagliere su cui sono poggiati pane e formaggio. Boccali e stoviglie Arrivo subito con lo stufato!—dice Toblen, il locandiere, chiudendosi la porta alle spalle.
D’accordo, andiamo al sodo per poi poterci godere la cena. Cos’è successo al Maniero? E cos’è che volevate discutere in privato?—chiede Sildar, dopo aver preso un sorso dal suo boccale.