Le mani del pirata si giungono di fronte al suo viso mentre la sua espressione diventa sarcasticamente commossa: "Ma quanto siete gentili, grazie, non dovevate" poi si preoccupa di rispondere a dovere alla contessa - sia mai che abbia l'ultima parola su qualcosa! "Nessuno ha mai messo in discussione la vostra malia, mia succosa signora." quell'aggettivo messo in rilievo lo legge sulla copia del giornale che ha in mano, passandotelo attraverso le sbarre. Perché in mezzo a tutte quelle belle parole e ai modi da ladro gentiluomo sentite comunque una sgradevole sensazione di qualcosa che sta marcendo? No, non è l'umido delle segrete, sto parlando di Nero; c'è qualcosa in lui che continua a non tornare, qualcosa che ha a che fare col suo cervello, o il suo corrotto senso di giustizia. Indossa una maschera di cerca presa in prestito a qualcun altro, che si scoglie inesorabilmente e crea un mostro ancora più terrificante, sebbene a tratti, perfino affascinante.
Se Kaleb continua a fargli quei complimenti, prima o poi Nero si innamorerà di lui, se ancora non l'ha fatto. Notate entrambi come il suo petto si gonfia a sentire le parole del Warlock, orgoglioso di esperienza e malefatte. "Le locande, a mio avviso, sono il luogo meno adatto dove raccogliere informazioni. I marinai per antonomasia hanno sempre avuto una fervida immaginazione, immagino per colmare le numerose falle della loro conoscenza del mare." tira avanti il suo sgabello, portandolo esattamente di fronte alle sbarre, e appoggiandosi a queste ultime con entrambe le mani scruta Kaleb nel profondo. "Vuoi sapere la mia storia? Niente in contrario, ma vi conviene mettervi comodi." ed ecco di nuovo la sua sete di palcoscenico. Opposti ma non poi così diversi, eh, contessa?
"Sono nato sulla Jocasta nel ventiseiesimo giorno del nono mese del 1445, da Bolero Jack e mater ignota. Sono stato cresciuto su dai pirati fin da piccolo, e ho imparato presto a usare le sciabole; non ho mai concepito il loro modo rozzo di approcciarsi alla pirateria, così a tredici anni ho ereditato la nave di mio padre dopo uno sfortunato incidente in battaglia in cui il povero Jack Gomez perse la vita, e ho rimodellato la gerarchia e le usanze a bordo. Vado molto fiero di trasformato trenta cavernicoli in perfetti marinai. Niente più bestemmie gratuite, niente più gare di rutti, niente più zuffe immotivate: ma piuttosto abiti decenti, uno stile di vita più equilibrato e soprattutto, disciplina a bordo.
Quando sono salito al comando, Bolero Jack aveva già spianato la strada per qualcosa di più grande: appena i marinai vedevano la mia nave, non provavano nemmeno a scappare; si arrendevano, e ci consegnavano tre quarti del bottino di loro spontanea volontà. Sapevano già le regole, volevo che le sapessero. I guai sono iniziati quando ci siamo spostati ad Ovest, verso l'impero di Avernus; all'epoca era in guerra, e l'oro scarseggiava a palazzo, così quando abbiamo svuotato un convoglio di lingotti diretti alla capitale - per i reali niente sconti! - non l'hanno presa granché bene. Ci hanno dato la caccia in ogni porto, e uscire con la Jocasta significava quotidianamente certezza di scontro. Così ho preso una goletta in prestito da un vecchio pescatore, con a bordo quattro uomini, una sega da falegname e un barile di pece, e ho affondato la loro ammiraglia, la Royal Majesty. A bordo c'era il terzogenito della casata reale, Erodes Handorien. L'ho visto bruciare insieme alla nave.
Dopodiché ci hanno lasciato in pace, e dopo qualche anno siamo tornati nell'Est - tutti conoscevano la nostra impresa, e ha fatto bene agli affari. Ruba di qua, ruba di là, di giorno in giorno è diventato sempre più seccante fare sempre le stesse cose! Non capisco cosa ci trovino tutti di così emozionante, nel depredare le navi. Magari è divertente per qualche anno, ma dopo un po' diventa troppo facile! Quando ho saputo della Settima Spedizione ho pensato che era un buon momento per fare il colpaccio qui a Capo Ventura; immaginate, svegliarvi una mattina e trovare la vostra tesoreria svuotata! Ma alla fine ho avuto un'idea migliore, come ben sapete. Kiltus era stato mandato per catturarmi dopo che era venuto a sapere del mio piano originale, e sapendo di non potermi presentare senza un biglietto da visita appropriato, ho lasciato che mi catturasse. Il resto è storia. Chiedo ai miei di corrompere qualcuna delle guardie per un diversivo a palazzo e quello dà fuoco a mezza città! Mah, non ci sono più le guardie di una volta…" in quest'ultima parte della storia, evita accuratamente di guardare Sandrine negli occhi. "Oltretutto avevo prestato dei soldi a Baffogrigio Ridley qualche tempo fa. Certo, sapere che suo figlio entra nella Settima è un bel colpo di fortuna!"
La storia sembra per entrambi sembra essere abbastanza coerente; non sembra abbia mentito, o almeno non sulle cose importanti. Kaleb in particolare non sa granché del passato di Nero, e per lui la maggior parte di queste informazioni non fanno suonare nessun campanello.