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Quanto è importante Tolkien?


Tuor

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Ciao a tutti,

Io sono un grandissimo estimatore di Tolkien, per tutta una serie di meriti che sono troppi per poter essere elencati, però mi capita molto spesso di incontrare persone che lo considerano uno autorucolo buono solo per scrivere romanzetti di serie Z adatti esclusivamente ai bambini. 

In questo Topic vorrei che mi deste la vostra idea di Tolkien, quanto è stato importante per la letteratura e ciò che pensate delle sue opere.

Grazie in anticipo a tutti.

P.S: di solito questa sezione del forum e più in generale i topic in cui si chiede un confronto vengono notati poco. Spero che in questo casa non sia così, visto che si tratta di un argomento che mi preme particolarmente. 

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Premetto che ho conosciuto Tolkien tramite il famoso film d'animazione di Bakshi del 1978, che ho sempre amato da morire.
Per quanto riguarda i romanzi veri e propri, però, il mio primo contatto con le opere di Tolkien è stato il Silmarillion... sono un'appassionato di romanzi fantasy, e da piccolo adoravo leggere anche la Bibbia (e guardare i vecchi colossal americani basati su di essa), ma nonostante tutto ho lasciato e ripreso il Silmarillion decine di volte, a causa della sua pesantezza! Sono riuscito a leggerlo tutto di seguito solo attorno ai 35 anni, vale a dire dopo l'uscita della trilogia di film di Peter Jackson, e dopo aver letto i libri del Signore degli Anelli. Successivamente ho letto anche l'Hobbit.
Tolkien è il "padre" del "fantasy moderno" (sia in ambito letterario che di gdr), su questo non si discute... ma per quanto le sue storie, come contenuti siano ottime, come stile sono di una pesantezza abissale!

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15 hours ago, Tuor said:

mi capita molto spesso di incontrare persone che lo considerano uno autorucolo buono solo per scrivere romanzetti di serie Z adatti esclusivamente ai bambini. 

Beh, wow... addirittura spesso?! Sorprendente.

Non è un autore che piace a tutti, è difficile, un po' "datato", alcuni suoi testi (non tutti) sono un po' "pesanti". Ma a definirlo di zerie Z ci vuole coraggio. Non si può negare che sia un pilastro della letteratura moderna.

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Tolkien e le sue opere hanno dei meriti.

Gli elfi così come li consociamo nelle opera fantasy moderne derivano dalle sue opere, prima erano tutt'altro.

Gli hobbit (halfling o come altro volete chiamarli) li ha plasmati lui.

Se però passo ai suoi libri (che ho letto)

Lo Hobbit è un libro con diverse scene alquanto ingenue come costruzione e semplice da comprendere e seguire

Il Silmarilion è di una pesantezza tale nello stile narrativo da essere illeggibile (almeno per me)

Tom Bombadil non è narrativa, è una poesia lunga pagine pagine. Può piacere come può non piacere. Sinceramente non non mi ha lasciato nulla tranne l'ossessivo "tim bel dol tim bel doll tom bombadill".

Il signore degli anelli (prima versione della traduzione) l'ho letto tutto due volte, parzialmente altre due. I primi capitoli sono pesanti, hanno uno stile narrativo non proprio scorrevole, successivamente si divide in due parti. La parte che segue Frodo l'ho sempre trovata noiosa e qualitativamente inferiore alle vicende di Pipino, Legolas e gli altri.

Concludendo al mondo fantasy ha dato molto, e molto gli è stato preso, questo lo trovo al di fuori di ogni ragionevole dubbio. Dal punto di vista narrativo non ha dato nulla, non ha creato niente e non è stato di alcuna importanza per la letteratura in genere. Tutto quello che gli viene attribuito sono illazioni più che altro politico-filosofiche in buona parte postume e che non hanno nulla a che vedere con la letteratura.

Il signore degli anelli di fatto è stato il giocattolo di Tolkien per potere applicare il suo hobby: creare una cultura (quella elfica) e usarla.

Ha sdoganato il fantasy in Italia? No, perchè a farlo è stato il film di Jackson, non i libri che di fatto non erano presenti nemmeno in libreria.

Quindi grazie a Tolkien aver il suo contributo all'"argomento" fantasy e agli elfi in particolare, ma dal punto di vista letterario abbastanza superfluo.

Ah, dimenticavo "autore solo per bambini"? No, decisamente no. Ha scritto un libro semplice senza particolari complessità narrative di trama e senza argomenti pesanti per dei bambini (lo hobbit) e ha scritto libri decisamente più complessi.

Se per bambini si intende un libro dalla trama semplice, senza scene di violenza eccessiva, senza scene di sesso o riferimenti sessuali, scene horror e altro. Sì lo si può considerare tale. Se si considera per bambini un libro scritto con uno stile semplice da seguire in tal caso ha scritto alcuni libri per ragazzi e altri no, MA questa è una distinzione farlocca. Un libro complicato da seguire, un libro pesante da leggere in cui bisogna rileggere tre volte una riga per capirla, non è alta letteratura, non è narrativa per adulti: è pattume autoreferenziale. La narrativa deve evocare immediatamente immagini e sensazioni, se non ci riesce non è narrativa.

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Avendo finito di leggere Il Ritorno del Re solo un anno e mezzo fa, ho ricordi abbastanza freschi su Tolkien.

Concordo con le varie persone che qua sopra, indipendentemente dalle opinioni e dai gusti personali, hanno affermato che è stato un pilastro e abbia ispirato molti scrittori. Dopo averlo letto avevo un senso di soddisfazione pari a quello che si ha dopo aver recuperato un film cult. Non ho un gran senso critico, però sul fatto che sia poco scorrevole concordo, ma non mi sono mai perso d'animo e mi sono lasciato trasportare dall'atmosfera e dalla volontà di completare l'impresa.

Concordo anche con @Albedo sul fatto che lo scopo del libro era abbastanza preciso: era un benchmark per la sua cultura artificiale, quella degli elfi.

Devo dire che la cosa che personalmente devo di più al Signore degli Anelli (per ora unici libri di Tolkien che abbia letto, nella loro vecchia traduzione tra l'altro) è stato il worldbuilding, e questo chiaramente lo dico avendolo letto dopo aver iniziato a giocare a GDR e aver fatto il master. Sebbene fossero meno scorrevoli della parte narrativa (il che è tutto dire!), una delle parti che ho apprezzato di più e che hanno lasciato di più il segno su di me sono state le appendici a Il Ritorno del Re.

Modificato da Vackoff
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A me piace: sa scrivere; i riferimenti sono non banali; le sue opere sono ragionate.

Lasciami iniziare con un po’ di Amarcord.

Il mio primo approccio fu inconsapevole: avevo 7 anni e all’oratorio ci reclutarono per mettere in scena Lo Hobbit; facevo il ragno. Ricordo e canticchio ancora le canzoni, di cui il racconto è pieno: “lassù, tra monti fumidi e gelati/in antri oscuri e desolati/…” Per me sono ricordi bellissimi della mia infanzia.

Anni dopo, ero in prima media, avevo da un annetto iniziato a giocare a D&D e lo hobbit fu il primo racconto fantasy che lessi, consigliatomi dalla libraia. Mi piacque moltissimo; il fatto di essere anche un racconto per bambini, per me era e rimane un pregio.

Scoprii che l’autore era lo stesso de Il cacciatore di draghi, altro bel libro per bambini che avevo letto quando ero più piccolo.

Qualche anno dopo,  era l’89 perché ricordo che ascoltavo pump degli Aerosmith mentre lo leggevo, riuscii ad avere in prestito da mio cugggino 😁 Il signore degli anelli; negli anni l’ho riletto più e più volte; direi che solo i due poli della chiusura “non vi dirò non piangete, perché non tutte le lacrime sono un male” e “sono tornato”, valgono la lettura del libro.

Tra l’altro la traduzione della Alliata di Villafranca è un capolavoro; pensa che la fece che era ancora minorenne e che Tolkien stesso la lodò (nella primissima traduzione, prima che Principe la emendasse, c’erano perle di traduzione poetica, come Thorin Oakenshield -> Torinio Occhescudo; se penso ai rimaneggiamenti dell’ultima edizione mi viene male da quanto sono pedestri).

Poi arrivarono Il Silmarillion (che mi piacque moltissimo) e i vari racconti perduti, incompiuti, dimenticati, fino a quando non misi le mani su tutti i volumi della history of middle earth e sulle lettere.

Fine dei ricordi.

Tolkien sa scrivere, nel senso che padroneggia vari registri. Poi può piacere o no lo stile che ha scelto per il signore degli anelli, ma resta il fatto che è una scelta stilistica. Dire che è lento è una constatazione, non una critica: lo stesso, per citare un grandissimo, si può dire di Proust.

Dire che Tolkien è per bambini è sminuente: è anche per bambini e questo è un pregio.

Dire che è manicheo, vuol dire non averlo capito; in Tolkien il male non è un principio in sé, ma corruzione di ciò che è giusto. Se con questo invece si intende che i personaggi sono bidimensionali, in bianco e nero, niente di più sbagliato: Gollum, Turin, Bilbo, Elu Thingol e chi più ne ha più ne metta sono personaggi, non maschere, con un loro spessore.

Quando penso a Tolkien penso a un giovane uomo scaraventato nell’abisso delle trincee della prima guerra mondiale e al meraviglioso modo poetico che ha scovato per esorcizzare quell’esperienza.

Chiaramente tutto è senza intento polemico. Pace e bene.

-toni 

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7 ore fa, Albedo ha scritto:

Ma come non apprezzi Simplicio al posto di samvise, i raminghi che diventano forestali e granpasso che cambia in passolungo?

Per quanto riguarda ogni eventuale discussione riguardo alle traduzioni la mia risposta è, e rimarrà la seguente:

La traduzione nuova è la prima che ho letto, quella che ho nel cuore, nulla mi farà cambiare idea riguardo al fatto che sia la migliore per il semplice fatto che ci sono attaccato sentimentalmente. Le canzoni e le poesie (quella di Eärendil che Bilbo canta a Valforra fa eccezione, quella è bella solo in inglese) sono trasposte meglio secondo me e hanno una migliore musicalità.

Il 24/11/2023 at 23:41, MadLuke ha scritto:

Ho letto solo "Il signore degli anelli" 25 anni fa. Io gli rimprovero il manicheismo fatto iperbole. Neanche i tre porcellini o cappuccetto rosso sono così piatti nella loro bontà. Non scherzo.

Ciao, MadLuke.

Come piatto? A Tolkien si possono rimproverare molte cose volendo, ma sicuramente non l'essere piatto. Anzi è molto profondo. Basti pensare alla celebre frase: "Certo che meriterebbe di morire, come molti che sono morti meriterebbero di vivere, puoi tu riportare in vita i morti? No, quindi guardati dall'essere spiccio nel dare giudizi capitali." Non me la ricordo a memoria e ora non ho sottomano i libri quindi non posso controllare se sia giusta, però il senso resta quello. E questa è soltanto una delle molte "perle di saggezza" contenute in LOTR.

 

Il Silmarillion è pesante sicuramente. Tuttavia questo:

Il 24/11/2023 at 14:04, Albedo ha scritto:

Un libro complicato da seguire, un libro pesante da leggere in cui bisogna rileggere tre volte una riga per capirla, non è alta letteratura, non è narrativa per adulti: è pattume autoreferenziale.

Mi sembra molto esagerato. Il Silmarillion nonostante la sua pesantezza resta un' opera d'arte o quantomeno un ottimo libro. Definirlo patturume autoreferenziale è sbagliato.

 

9 ore fa, d20.club ha scritto:

A me piace: sa scrivere; i riferimenti sono non banali; le sue opere sono ragionate.

Lasciami iniziare con un po’ di Amarcord.

Il mio primo approccio fu inconsapevole: avevo 7 anni e all’oratorio ci reclutarono per mettere in scena Lo Hobbit; facevo il ragno. Ricordo e canticchio ancora le canzoni, di cui il racconto è pieno: “lassù, tra monti fumidi e gelati/in antri oscuri e desolati/…” Per me sono ricordi bellissimi della mia infanzia.

Anni dopo, ero in prima media, avevo da un annetto iniziato a giocare a D&D e lo hobbit fu il primo racconto fantasy che lessi, consigliatomi dalla libraia. Mi piacque moltissimo; il fatto di essere anche un racconto per bambini, per me era e rimane un pregio.

Scoprii che l’autore era lo stesso de Il cacciatore di draghi, altro bel libro per bambini che avevo letto quando ero più piccolo.

Qualche anno dopo,  era l’89 perché ricordo che ascoltavo pump degli Aerosmith mentre lo leggevo, riuscii ad avere in prestito da mio cugggino 😁 Il signore degli anelli; negli anni l’ho riletto più e più volte; direi che solo i due poli della chiusura “non vi dirò non piangete, perché non tutte le lacrime sono un male” e “sono tornato”, valgono la lettura del libro.

Tra l’altro la traduzione della Alliata di Villafranca è un capolavoro; pensa che la fece che era ancora minorenne e che Tolkien stesso la lodò (nella primissima traduzione, prima che Principe la emendasse, c’erano perle di traduzione poetica, come Thorin Oakenshield -> Torinio Occhescudo; se penso ai rimaneggiamenti dell’ultima edizione mi viene male da quanto sono pedestri).

Poi arrivarono Il Silmarillion (che mi piacque moltissimo) e i vari racconti perduti, incompiuti, dimenticati, fino a quando non misi le mani su tutti i volumi della history of middle earth e sulle lettere.

Fine dei ricordi.

Tolkien sa scrivere, nel senso che padroneggia vari registri. Poi può piacere o no lo stile che ha scelto per il signore degli anelli, ma resta il fatto che è una scelta stilistica. Dire che è lento è una constatazione, non una critica: lo stesso, per citare un grandissimo, si può dire di Proust.

Dire che Tolkien è per bambini è sminuente: è anche per bambini e questo è un pregio.

Dire che è manicheo, vuol dire non averlo capito; in Tolkien il male non è un principio in sé, ma corruzione di ciò che è giusto. Se con questo invece si intende che i personaggi sono bidimensionali, in bianco e nero, niente di più sbagliato: Gollum, Turin, Bilbo, Elu Thingol e chi più ne ha più ne metta sono personaggi, non maschere, con un loro spessore.

Quando penso a Tolkien penso a un giovane uomo scaraventato nell’abisso delle trincee della prima guerra mondiale e al meraviglioso modo poetico che ha scovato per esorcizzare quell’esperienza.

Chiaramente tutto è senza intento polemico. Pace e bene.

-toni 

Mi dichiaro d'accordo su praticamente tutta la linea.

 

Il 25/11/2023 at 08:47, Vackoff ha scritto:

Concordo anche con @Albedo sul fatto che lo scopo del libro era abbastanza preciso: era un benchmark per la sua cultura artificiale, quella degli elfi.

Tolkien stesso ha dichiarato che prima ha inventato l'elfico, poi ha cercato una scusa per usarlo. La scusa in questione era il Signore degli Anelli. Però credo che sia andato molto oltre rispetto ad una semplice storiella per vantarsi della lingua da lui inventata.

 

Il 24/11/2023 at 14:04, Albedo ha scritto:

Lo Hobbit è un libro con diverse scene alquanto ingenue come costruzione e semplice da comprendere e seguire

Il Silmarilion è di una pesantezza tale nello stile narrativo da essere illeggibile (almeno per me)

Tom Bombadil non è narrativa, è una poesia lunga pagine pagine. Può piacere come può non piacere. Sinceramente non non mi ha lasciato nulla tranne l'ossessivo "tim bel dol tim bel doll tom bombadill".

Il signore degli anelli (prima versione della traduzione) l'ho letto tutto due volte, parzialmente altre due. I primi capitoli sono pesanti, hanno uno stile narrativo non proprio scorrevole, successivamente si divide in due parti. La parte che segue Frodo l'ho sempre trovata noiosa e qualitativamente inferiore alle vicende di Pipino, Legolas e gli altri.

Sullo Hobbit, ti do ragione, gli avevano chiesto di scrivere un libro per bambini e ciò ha fatto.

Il Silmarillion per quanto pesante non è illeggibile. L'ho letto io, quindi può riuscirci chiunque

Tom Bombadil, non l'ho letto quindi non faccio commenti al riguardo. Dico solo che le poesie e le canzoni sono una parte importante dei libri del Professore.

Signore degli Anelli, sono d'accordo sul fatto che la parte di Pipino e Merry sia scritta meglio di quella su Frodo e Sam. Però stiamo mettendo a confronto grosse battaglie campali,  e scontri epici con la storia di due poveracci che arrancano per la Terra di Mordor. Alla fine del libro, gli Hobbit della Contea celebrano molto di più Merry e Pipino rispetto a Frodo, anche se è lui quello che ha compiuto il compito più difficile. Possiamo dire che siamo tutti dei piccoli Hobbit.

Il 25/11/2023 at 08:47, Vackoff ha scritto:

Signore degli Anelli (per ora unici libri di Tolkien che abbia letto, nella loro vecchia traduzione tra l'altro)

Se non fosse così pesante, ti consiglierei di leggere il Silmarillion e poi i Racconti Incompiuti. Ti assicuro che molte cose le vedrai sotto una luce totalmente diversa.

 

Concludo dicendo che stiamo parlando di un autore del secolo scorso e che dobbiamo valutarlo di conseguenza. (A metà '900 tutti i vari Diario di una Schiappa e simili li avrebbero bruciati, ora siamo abituati a libri molto più "facili" da leggere, quindi leggere Tolkien ci risulta molto più complesso).

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2 ore fa, Tuor ha scritto:

Come piatto?

E' un magnifico manifesto contro la pena di morte... Ma è un po' poco.
Concretamente nessun personaggio ha mai una debolezza, tanto meno Frodo o Sam, se non a causa dell'anello, nessuno dei buoni fa male a nessuno (a meno che scuoiare un coniglio morto possa dirsi malvagio) così come nessuno dei cattivi ha mai un momento di tenerezza. Sono tutti degli ideali di virtù o corruzione che camminano, mai una contraddizione.

In confronto le Cronache di Dragonlance (che è letteratura per ragazzi) sembrano scritte da Dostoevskij.

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7 minuti fa, MadLuke ha scritto:

E' un magnifico manifesto contro la pena di morte... Ma è un po' poco.
Concretamente nessun personaggio ha mai una debolezza, tanto meno Frodo o Sam, se non a causa dell'anello, nessuno dei buoni fa male a nessuno (a meno che scuoiare un coniglio morto possa dirsi malvagio) così come nessuno dei cattivi ha mai un momento di tenerezza. Sono tutti degli ideali di virtù o corruzione che camminano, mai una contraddizione.

In confronto le Cronache di Dragonlance (che è letteratura per ragazzi) sembrano scritte da Dostoevskij.

I cattivi non provano tenerezza, perché non sono cattivi. Noi li consideriamo cattivi, ma loro sono fermamente convinti di star facendo la cosa giusta. Loro sono fermamente convinti che il fine giustifichi i mezzi. Inoltre Sauron, ha passato così tanto tempo al servizio di Melkor (o Morgoth Bauglir se preferisci) da non riuscire più a scostarsi dalla malvagità. Sauron (o Thû se usiamo il nome originale) ha visto questo mondo e ha deciso di migliorarlo, ma lavora con la profondissima convinzione, che lui sia il bene. Inoltre in quanto servo di Melkor lavora per la distruzione (o al massimo per la creazione che abbia la distruzione e il proprio potere personale come obiettivo in quanto originale servo di Aulë).

Inoltre viene più volte spiegato che Eru guida i loro passi e le loro azioni verso ad un obiettivo celato perfino ai Valar e nessuna tentazione può frapporsi tra Eru e il suo obiettivo, tranne quella originata da un essere divino (l'Anello simbolo di Sauron) che agisca direttamente su Frodo e non "indirettamente" come il volere di Eru.

Per quanto riguarda Dragonlance, non l'ho letto, e su internet ho trovato moltissime recensioni che considerano la saga una bidonata, mentre altre la saga definitiva. Ne approfitterei quindi, per chiederti un parere al riguardo.

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5 minuti fa, Tuor ha scritto:

I cattivi non provano tenerezza, perché non sono cattivi. Noi li consideriamo cattivi, ma loro sono fermamente convinti di star facendo la cosa giusta. Loro sono fermamente convinti che il fine giustifichi i mezzi. Inoltre Sauron, ha passato così tanto tempo al servizio di Melkor (o Morgoth Bauglir se preferisci) da non riuscire più a scostarsi dalla malvagità. Sauron (o Thû se usiamo il nome originale) ha visto questo mondo e ha deciso di migliorarlo, ma lavora con la profondissima convinzione, che lui sia il bene. Inoltre in quanto servo di Melkor lavora per la distruzione (o al massimo per la creazione che abbia la distruzione e il proprio potere personale come obiettivo in quanto originale servo di Aulë).

Inoltre viene più volte spiegato che Eru guida i loro passi e le loro azioni verso ad un obiettivo celato perfino ai Valar e nessuna tentazione può frapporsi tra Eru e il suo obiettivo, tranne quella originata da un essere divino (l'Anello simbolo di Sauron) che agisca direttamente su Frodo e non "indirettamente" come il volere di Eru.

Con tutto il rispetto per la tua accorata apologia, per le emozioni che evidentemente la lettura ti ha suscitato o ti suscita e ovviamente per i tuoi insindacabili gusti personali... Ma chi se ne frega?
Io leggo un romanzo perché voglio che l'autore mi interroghi, mi chieda "questa come la vedi? tu cosa avresti fatto al suo posto? cosa ne pensi del suo modo di vedere la vita e il mondo? Cosa ne pensi del suo modo di trattare gli amici e la fidanzata?". Così da imparare a conoscermi o farmi delle domande prima che la realtà me le sottoponga a sorpresa e io debba decidere di cose importanti in un istante invece che nel tempo che una giusta e distaccata riflessione richiede.

Se leggo solo di personaggi disumani, perché non hanno né debolezze né desiderio di essere amati, cosa me ne faccio? Sai che mi frega della loro storia inventata, che sono gli eredi dello spirito di Belzebù o quello che ti pare...

12 minuti fa, Tuor ha scritto:

Per quanto riguarda Dragonlance, non l'ho letto, e su internet ho trovato moltissime recensioni che considerano la saga una bidonata, mentre altre la saga definitiva. Ne approfitterei quindi, per chiederti un parere al riguardo.

Sul pareri che hai letto su internet, non saprei, avrei bisogno di capire quali sono i loro metri di paragone. Se è frutto del confronto con "Guerra e pace", o anche solo il fantasy Abercrombie, si, è una bidonata. Se invece intendevano rispetto ai romanzi di R.A. Salvatore (videogame trasposti in libro), dovrebbero sciacquarsi la bocca. Weis e Hickman affrontano con la leggerezza dovuta a un romanzo d'avventura fantasy il tema dell'abbandono della sicurezza famigliare per andare a fare la propria parte nel mondo, diversi tipi di amore romantico, da quello più superficiale a quello più autentico di prendersi cura della propria compagna/o, della scelta tra amicizia e amore, del saper convivere coi propri errori o con la malinconia esistenziale. Tutti temi tipici del romanzo di formazione. A me piacerebbe che tra qualche anno mio  figlio li leggesse e ne sapesse trarre qualcosa per sé. 
Se però hai già superato i 20 anni, a meno di una specifica passione per l'ambientazione di gioco, magari ormai è il caso di passare la mano.

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17 ore fa, Tuor ha scritto:

La traduzione nuova è la prima che ho letto, quella che ho nel cuore, nulla mi farà cambiare idea riguardo al fatto che sia la migliore per il semplice fatto che ci sono attaccato sentimentalmente. Le canzoni e le poesie (quella di Eärendil che Bilbo canta a Valforra fa eccezione, quella è bella solo in inglese) sono trasposte meglio secondo me e hanno una migliore musicalità.

gusti personali. Ma non puoi dire sono belli perchè a me piacciono perchè sono quelli che conosco e al contempo criticare chi dice lo stesso per le edizioni passate.

Tieni conto che la prima versione venne elogiata dal Tolkien in persona, non mi pare poco. E per vedere la differenza basta confrontare le due versioni della scritta dell'anello. Quella "vecchia" è infinitamente più evocativa.

17 ore fa, Tuor ha scritto:

Il Silmarillion nonostante la sua pesantezza resta un' opera d'arte o quantomeno un ottimo libro.

Perchè sarebbe un ottimo libro o opera d'arte?. Cosa lo rende tale, oggettivamente.? Non è scorrevole, impedisce al lettore di immergersi nell'ambientazione perchè lo sbatte fuori a calci ogni due righe, è complesso e pesante. Ma c'è anche un motivo per cui è così: Tolkien è morto prima di finirlo, rivederlo e smussarlo. 

Passando ad altro tipo di arte è come definire la "merda d'autore" di Manzoni un capolavoro o lo squarcio di Fontana. Lo è per chi ci crede e non ha un minimo di senso critico reale.

17 ore fa, Tuor ha scritto:

Però credo che sia andato molto oltre rispetto ad una semplice storiella per vantarsi della lingua da lui inventata

Indubbio. Però quello è e rimane. Sotanzialemnte il signore degli anelli è l'appendice delle appendici 🙂

17 ore fa, Tuor ha scritto:

Il Silmarillion per quanto pesante non è illeggibile. L'ho letto io, quindi può riuscirci chiunque

O ti stai insultando da solo (cosa che non credo) o volutamente non stai capendo cosa intendo e cosa si intende per "illeggibile".

17 ore fa, Tuor ha scritto:

Dico solo che le poesie e le canzoni sono una parte importante dei libri

Sicuro? Se dal signore degli anelli tolgo tutte le poesie il resto varia? cambia il messaggio, al trama e la costruzione di tutto? No. Fra l'altro -parere puramente personale- le canzoni nel signore degli anelli sono uno dei suoi difetti, rompono la scena e il flusso degli eventi. Sto leggendo un avventura e improvvisamente mi devo sorbire una poesia di due pagine che mi distoglie da quanto stava venendo mostrato prima. é come se mentre guardi alien e Ripley sta perlustrando la Nostromo c'è uno stacco di 5 minuti inc ui si mette a cantare.

 

17 ore fa, Tuor ha scritto:

Però stiamo mettendo a confronto grosse battaglie campali,  e scontri epici con la storia di due poveracci che arrancano per la Terra di Mordor

Dipende da come scrivi e da cosa mostri. Non esiste alcun assunto o regola divina per cui l'avventura di due persone con l'anello e un mostriciattolo che brama debba essere meno interessante di battaglie campali, anzi, sulla carta dovrebbe essere il contrario, perchè è Frodo che deve correre contro il tempo, che deve affrontare le sue paure, confrontarsi e non cedere è Frodo che sta combattendo contro Sauron, evitare gli inganni di gollum e quant'altro. Dall'altra parte è solo una serie di battaglie. Ma perchè sono rese meglio? Perchè Tolkien avendo combattuto sà di cosa scrivere trasponendo la sua esperienza nella scrittura fantasy.

 

17 ore fa, Tuor ha scritto:

Se non fosse così pesante, ti consiglierei di leggere il Silmarillion

Quindi è talmente capolavoro che tentenni dal consigliarlo 🙂

17 ore fa, Tuor ha scritto:

che stiamo parlando di un autore del secolo scorso e che dobbiamo valutarlo di conseguenza

Ni.

Se devo valutare oggi uno scritto lo valuto con i parametri di oggi. Se devo giudicare nel 2023 un libro scritto negli anni quaranta del secolo scorso, devo usare i parametri del 2023. 

Diversamente che parametri avrei dovuto usare quando il libro è uscito? Quelli dell'epoca in cui è uscito o quelli di 80 anni prima? Se vai dal medico vuoi che usi le conoscenze di oggi o quelle di 100 anni fa? Quando vieni interrogato o hai un esame vieni valutato per quello che dici e fai in quel momento non per quello che hai fatto prima o per il contesto in cui hai studiato/ti sei preparato. 

 

 

Modificato da Albedo
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4 ore fa, Albedo ha scritto:

Non è scorrevole, impedisce al lettore di immergersi nell'ambientazione perchè lo sbatte fuori a calci ogni due righe, è complesso e pesante

mi permetto di entrare a gamba tesa nella discussione per ribattere a questo

la prima volta che ho aperto Il Silmarillon forse ero alle medie, lessi letteralmente 4 pagine, poi lo richiusi pensando di non aprirlo mai più da quanto mi aveva fatto venire l'orchite

qualche anno dopo trovai una sorta di guida alle razze della Terra di Mezzo con continui riferimenti e citazioni del Silmarillon, che mi gasarono un sacco, abbastanza da farmi riaprire quel famigerato libro

penso di non aver mai letto un libro tanto velocemente e con tanta avidità come questo

superato lo scoglio della parte iniziale, oggettivamente un po' pallosa e ripetitiva, la storia esplode, è quanto di più coinvolgente ed emozionante avessi mai letto, non riuscivo letteralmente a smettere di leggere da quanto mi aveva preso... avrei voluto fosse lungo il triplo, l'intreccio di storie e personaggi mi aveva completamente rapito, era anche quasi divertente a ogni pagina doversi andare a leggere in fondo i vari alberi genealogici ed elenchi di nomi per tenere il filo

tra tutti i libri fantasy che ho letto, questo è stato a mani bassissime il migliore

 

 

al di là di questo, penso che Tolkien abbia fatto una cosa molto furba, che a posteriori penso sia stata proprio la fortuna dietro la sua fama e l'influenza che ha avuto nella letteratura dopo di lui: ha preso ispirazione da fonti folkloristiche che nel tempo si sono rivelate tanto interessanti ed evocative quanto il Signore degli Anelli stesso e tutta la sua mitologia, creando una sorta di legame a doppiosenso per cui è come se ne avesse monopolizzato la proprietà intellettuale, rendendo inscindibili le due cose

è inevitabile pensare a Tolkien quando si legge "nano", "elfo" o "drago" da qualche parte, così come è scontato pensare alla mitologia nord-europea quando quelle stesse parole le si leggono tra le righe de Lo Hobbit; chi sa quanti hanno visto Thor al cinema, coi Giganti del Gelo e Odino Padre-Tutto, e sono andati a cercarseli su internet solo per scoprire da dove arrivano, dei Nani che hanno forgiato il suo martello, che inevitabilmente rimandano a Gimli nell'immaginario collettivo

questo secondo me è il segreto delle sue opere più famose, e penso che anche tra 50, 100 anni si guarderà al Signore degli Anelli e tutte le opere che gli gravitano intorno come a qualcosa di immortale

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10 ore fa, Albedo ha scritto:

Ma non puoi dire sono belli perchè a me piacciono perchè sono quelli che conosco e al contempo criticare chi dice lo stesso per le edizioni passate.

Mi dispiace moltissimo, che il messaggio sia sembrato quello. Proprio perché non ho nessuna giustificazione al riguardo, se non l'ovvio: "mi piace", volevo farvi sapere che era inutile discutere su questo con me perché è un'affermazione che io non posso argomentare. Assolutamente non avevo intenzione di criticare voi. Anzi, proprio perché siete legati alla vecchia traduzione per motivi affettivi, questa vostra idea assume per me ancora più valore e mi spinge a non metterla assolutamente in discussione.

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