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i vostri bardi


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Principali partecipanti

Il miglior bardo è il bardaro! Vale a dire il bardo/barbaro. Cosa c'è di meglio di cantare come un forsennato mentre sei in preda all'ira?

P.S. SO che non si può usare la musica bardica in ira, ma nulla ti vieta di urlare LALLALLALALÀ mentre decapiti gente a destra e a manca.

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Il bardo più no-sense che abbia mai fatto è stato un nano nerboruto e eccessivamente barbuto che andava in giro con un mandolino in corde di adamantio a cantare in growl i testi dei manowar e degli iron maiden, in cambio di boccali di birra e arrosto di cinghiale.

Mi venne in mente dopo aver visto una vecchia puntata di Hercules in cui suonando il mandolino di Menelao produceva un suono tipo chitarra elettrica.:lol:

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Io per una sessione in cui dovevo gestire 4 pg creai un band con il cantante bardo su ispirare coraggio, il percussionista bardo/musico da guerra, il violinista bardo divino/burlone divino e il mandolinista bardo/accordo sublime.

Giravo per le città a dare concerti... e facendomi pagare fior fior di soldi ingannando i re, ma questa è un'altra storia.

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Advanced D&D

Il mio primo personaggio mai fatto, prima partita, il bardo Conan.

Appena possibile comprai praticamente ogni cosa assurda che c' era sul manuale del giocatore (ad esempio il famigerato barile di aringhe sotto sale/ in salamoia), con tanto di carretto e mulo a trasportarlo.

Venne ovviamente e tristemente soprannominato Conan, il supermercato Bardo.

Morì travolto da una carica di buoi, mentre era arrampicato su un albero, la leggenda non ricorda se detto albero crollò travolto dalla carica o se il suddetto Conan tentò spavaldamente di saltare in groppa ad uno di loro (non ricordo più ma conoscendomi, la seconda).

Dopo di lui non ho mai giocato bardi, ma spesso i miei pg pagavano per far comporre su di loro eroiche ed altisonanti storie alla bisogna.

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Ho giocato 3 bardi nella mia vita.

-il primo non era nulla di ché. era uno dei miei primi pg, giocavo in solitaria col dm (tristezza), e volevo un pg equilibrato per sopravvivere

-il secondo era già meglio, però è un po' off topic: bardo-lama iettatrice. serissimo, non usava musica bardica, ma recitare.

-il sommo e il divino.

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di bardo ne avevo creato uno a livelli anche alti, e a pensarci, era un pò strano...

una donna con i bracciali del naga e altre 2 impiantate nelle spalle, con la quale: con le braccia vere e del naga suonavo una doppia chitarra-basso, e con le braccia impiantate suonavo dei tamburi impiantati nella schiena stile Ener di one piece, e in + cantavo! erao bardo-cercatore del canto-esemplare umano e combattente (arcani rivelati) ero tipo di 35 liv. e facevo 3 prove di intrattenere a volta: canto, strumenti a corda e percussioni....

devastante.....

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  • 1 mese dopo...

Nella mia campagna c'è un Cangiante Bardo/Accolito della pelle di nome Ombra. Con intrattenere Oratoria, il talento Presenza intimidente unita al poter cambiare aspetto a piacimento...

Gestisce un bordello ed è a capo di una cosca malavitosa creata da lui... Collabora con i Signori della Polvere di Eberron che stanno cercando di creare un esercito di supersoldati modificati geneticamente...

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Beh, io ne ho due da postare: quello di un mio amico, Bardo umano che a seconda dell'abilità che usa cambia personalità (e non è bello vedersi uno che diventa indemoniato quando usa ispirare coraggio :P) e il mio, o meglio la mia cara Elizabeth...

Background:

Spoiler:  
Il castello, sede dell'ordine dei cavalieri del giglio risplendeva ancora dell'antica gloria che aveva in passato. I tetti che si dicevano essere d'oro, mandavano bagliori luccicanti nella mattina, e i vessilli color bianco garrivano al vento. Ma Elisabeth, secondogenita del Marchese di Fiddien, capo dell'ordine dei cavalieri del giglio, non era in grado di apprezzare l'imponenza e l'antica bellezza del castello sua dimora anche se si trovava a poca distanza da esso, nel giardino. Questo perché i suoi occhi erano incapaci di vedere da quando lei aveva cinque anni

Per lei tutto era un indistinto universo avvolto dalla più totale oscurità, nel quale, sebbene avesse più volte cercato di immaginare il castello, spiccava solo una cosa: Il suono del suo flauto. Lo strumento di acciaio ora era riposto sulle sue gambe, sopra il vestito di seta che le avevano detto essere verde mentre, seduta su una delle panchine del giardino, si godeva il cinguettio dei pettirosso al mattino tentando di trovare l'ispirazione per un nuovo componimento. Prese in mano lo strumento e ne appoggiò l'imboccatura sulle labbra, prima di sentire un fruscio alle sue spalle.

Con una agilità decisamente poco adatta ad una lady, ruotò il flauto fra le sue dita, finendo per tenerlo come se fosse una spada, ruotò il busto e puntò la punta dello strumento verso il petto della persona alle sue spalle. La benda che aveva sugli occhi (In modo che nessuno notasse gli occhi terribilmente martoriati dalla malattia che le aveva strappato la vista) seguì la sua traiettoria con un piccolo fruscio.

-Non sta bene avvicinarsi di soppiatto ad una Lady, Alois- disse al fratello

-Come facevi a sapere che ero io?- Fu la risposta che udì. Probabilmente stava sorridendo, visto il tono. Elisabeth allontanò il flauto traverso e lo ripose di nuovo sulle sue ginocchia

-Solo tu ti avvicini di spalle, e soprattutto hai una cadenza di passi ben precisa...- rispose con un sorriso. Le piaceva la presenza di suo fratello, più grande di lei di due anni e già cavaliere del giglio a tutti gli effetti, un onore che a lei non sarebbe mai toccato.

-Stavi suonando?- lo sentì chiedere mentre si avvicinava. Percepì la sua presenza al suo fianco.

-Tentavo, vuoi ascoltarmi?- Le dita stavano accarezzando la superficie liscia e perfetta del flauto -Ma ad una condizione, mi fai fare un paio di tiri con la tua spada- Il fratello le aveva insegnato di nascosto come usarla, ma non ne aveva una sua.

-Condizioni accettate- Seguì una piccola risata divertita. La ragazza sorrise, poi accostò di nuovo lo strumento alle labbra, posizionando le dita sui fori con delicatezza. Prese fiato e soffiò dolcemente nello strumento, le dita che aprivano e chiudevano sapientemente i fori. La musica che ne uscì ricordava vagamente il canto degli uccelli che cinguettavano negli alberi intorno a loro, abbinandosi al loro canto in una dolce sinfonia che durò alcuni minuti. Un ultima nota e posò lo strumento

-E ora la tua parte dell'accordo- Disse mentre riponeva lo strumento nella sua custodia. Elisabeth si alzò e tese la mano aspettando che il fratello le passasse l'impugnatura. Uno stridio, poi la sensazione del freddo metallo sulle dita. Le chiuse sull'elsa e cominciò l'allenamento, seguendo le indicazioni che le dava Alois. Quel piccolo paradiso che era il suo mondo aveva meno di un paio di ore di vita ancora.

Cominciò la sera. Elisabeth stava camminando per i corridoi ora semideserto dopo che l'ordine aveva perso gran parte della sua antica gloria, quando sentì le grida provenire dalle mura. Con il flauto come sempre nella borsa che teneva al fianco si diresse verso la direzione da cui provenivano le grida. Sentì gridare qualcosa, ma non e comprese il significato. Continuava a camminare per i corridoi contando mentalmente i passi quando qualcuno la bloccò

-Sei impazzita, dove ti eri cacciata, ti stavamo cercando ovunque- Suo fratello, dal tono di voce terribilmente agitato. Tentò di rispondere qualcosa, quando udì l'esplosione dal piano di sotto. Alois imprecò. -Andiamo, qui non è sicuro- Cominciò a tirarla per il polso, trascinandola per le scale.

-Che sta succedendo? Cosa sono le esplosioni?- La voce di Elisabeth si udiva a stento sotto il fragore delle esplosioni.

-Il castello è sotto attacco, non so i dettagli, mi spiace, ma devo portarti fuori, ordini di nostro padre- Le urlò di rimando suo fratello. In breve tempo si ritrovarono fuori, nel giardino. Sotto i piedi Elisabeth poteva sentire l'erba frusciare ad ogni suo passo, mentre correva in quel mare di oscurità che era il suo mondo, fuori dai confini del castello. I rumori si fecero più flebili, forse per la distanza, o forse perché non c'era più nessuno in grado di emettere suoni. Una voce si alzò nelle tenebre parlando in elfico. Uno dei vantaggi di essere ciechi è che hai una quantità di tempo libero praticamente illimitato. Elisabeth lo aveva utilizzato per imparare a fare un po' di tutto, dal parlare lingue al suonare il flauto al maneggiare la spada

-Arrendetevi, e vi sarà concesso di vivere- Elisabeth si bloccò immediatamente, e suo fratello fece altrettanto, ma solo per sfoderare la spada e bisbigliare all'orecchio della ragazza

-Rimani qui- le lasciò le mani, poi cominciò il cozzare delle spade, mentre cominciava a piovere. Alcuni gemiti di dolore, ma lei non sapeva a chi appartenessero, poi un grido strozzato. Strinse le dita sulla borsa che conteneva il flauto mentre la pioggia le bagnava i vestiti.

-Stupido umano- Altre parole in elfico, e per Elisabeth fu come se il mondo le fosse caduto addosso. Non si accorse nemmeno di cadere a terra, mentre la consapevolezza che suo fratello era ferito, o forse peggio, morto, la schiacciava come un macigno. Silenziose lacrime cominciarono a bagnare la benda che le copriva gli occhi. Udì qualcuno avvicinarsi a lei, poi un sibilo, un altro rantolo e qualcuno che cadeva a terra. Qualcuno parlò in elfico, forse un capitano, perché ordinò a qualcuno di reagire, prima che le sue parole venissero stroncate da un altro sibilo. Frecce, intuì Elisabeth, poi un urlo squarciò la notte

-Pagherete per questo! Tyr, donami la forza per sconfiggerli- Un altra voce si unì all'invocazione del mancino, questa volta però Elisabeth non comprese le parole, ma comprese la musica che seguì. Eterea e bellissima, al tempo stesso malinconica e felice, delicata, ma decisa. Una musica che lei non sarebbe stata in grado di uguagliare. Alcune urla, poi il clangore delle spade che cozzano e tutto finì, lasciando posto al silenzio, rotto solo dai singhiozzi della ragazza, ancora in ginocchio sull'erba che si stava facendo via via sempre più viscida mentre la pioggia continuava a battere senza sosta. Si sentì toccare la spalla

-Stai bene?- La ragazza sobbalzò alla voce e al tocco sconosciuto, mentre la mano correva verso il flauto e lo puntava nella direzione da cui proveniva la voce -Credo che quello non ti servirà a molto- Le rispose la voce. Una voce maschile, gentile. Abbassò il flauto e a tenoni cercò la custodia.

-Dov'è Alois?- chiese con voce rotta -Dov'è?- Altre lacrime si correvano lungo le sue guance, gli occhi ciechi che si spostavano inutilmente alla ricerca del fratello. La benda ora era scivolata via e le cingeva il collo come una sciarpa -Io non posso vedere, per favore ditemi come sta...- La voce esce a fatica dalle labbra scosse dai singhiozzi

-Muoviti Alexander, non è per questo che siamo qui...- Una seconda voce, più musicale, ma al tempo stesso più dura

-Un attimo... Shireen ha già finito all'ingresso?- Il primo uomo rispose alla seconda voce, poi si rivolse di nuovo a Elisabeth -Forse è meglio se sei cieca, non è un bello spettacolo- La mano sulla spalla si spostò, scivolando via mentre anche la presenza dell'uomo si allontanava. Elisabeth afferrò la mano dell'uomo

-Io voglio sapere come sta... vorrei vederlo...- La voce le usciva strozzata mentre tentava di cacciare indietro le lacrime -Non so nemmeno che volto abbia... io... lui è mio fratello, il mio unico fratello...- le dita persero forza e lasciò la mano dell'uomo. Sentì un sospiro, poi di nuovo quella musica celestiale

-Se è quello che desideri davvero posso ridarti la vista, ma preparati al peggio, il mondo non è una vista gradevole purtroppo- Con queste parole le si avvicinò di nuovo e le toccò il volto, con una carezza leggera, poi si riallontana -Arrivo- Le ultime parole rivolte alla seconda voce.

Elisabeth era senza parole mentre osservava le sue dita, gli occhi che riacquistavano nuovamente a vista. si volò verso le due figure, due semplici sagome scure che sparivano nell'oscurità, poi si voltò nell'altra direzione. Davanti a lei c'erano una decina di elfi, alcuni trafitti da frecce, altri orribilmente mutilati, ma fu un altro corpo a riempire i suoi occhi di orrore. Suo fratello, l'unico umano in quella strage era riverso a terra, il petto sguerciato in più punti. Si alzò tremante e vi si avvicinò, per poi sedersi al fianco del fratello, osservandone per la prima volta dopo anni il volto. Si era fatto crescere la barba, bionda come i suoi capelli, in un pizzetto curato. Accarezzo il viso e poi lasciò che le lacrime scorressero libere, silenziose, l'unico rumore nella radura la pioggia che continuava a cadere incurante del suo dolore e della morte. Crudele.

Nessuno arrivò dal castello, nessuno gridava, nessuno sembrava più in vita al forte. Sempre piangendo, prese la spada e il fodero, osservandone per la prima volta l'elsa e la lama, sfiorò nuovamente il volto di Alois e mormorò una preghiera. Poi si alzò, guardò un ultima volta la radura e i corpi distesi sull'erba fradicia

"Riempi i tuoi occhi di questo orrore, perché non dovrai dimenticare, mai!" si fissò il fodero al fianco, infilando la spada al suo interno. Poi raccolse il flauto, osservando con occhi pieni di lacrime e stupore le forme ormai così familiari dello strumento, poi semplicemente cominciò a camminare, senza una meta precisa, sola…

Lei è fissata con gli elementi, e le costellazioni: ogni canzone ha un elemento e un segno associato :3 Ad esempio ispirare coraggio +1 è Fuoco, ariete, +2, Fuoco, Sagittario, ispirare competenza sono i segni d'aria è così via... la cosa buffa è che ha gli occhi impari, uno viola e uno verde, e questo gli ha garantito il soprannome begliocchi da parte di un barbaro :D

Altre cose strane... prende a schiaffi i mezzorchi :3 o meglio solo uno, perché lo odia; alla fine ci ho quasi scatenato una rissa in una locanda tirandogli addosso the bollente :D

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  • 1 anno dopo...

Il mio primo e unico bardo fino ad ora è il buon vecchio Bucaneve. Umano figlio di un nobilissimo cavaliere al servizio diretto del re, con qualche goccia di sangue reale anche lui e di una paladina di Heronius, che fin da piccolo lo volevano educare a essere il loro perfetto successore.

Peccato che lui alle spade preferisse i liuti, alle preghiere le birre e alle cerimonie solenni qualche giretto nei bordelli.

E' l'estremizzazione del bardo donnaiolo/ubriacono/millantatore. Uno stereotipo? Si, ma dannatamente divertente da giocare.

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Yorik potrebbe essere un bardo focalizzato sulla negromanzia e col talento per influenzare i nonmorti che evoca con la musica bardica

Mentre mordekaiser bho, al massimo la cdp presentata sul perfetto combattente del bardo da battaglia, dal momento che é comunque un combattente melee ma non un barbaro come olaf... Ma ci sta malissimo imho, anche se è quella più fattibile xD

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