Lo scempio fatto ai due cadaveri scatena altre grida di disperazione e afflizione tra i prigionieri, questa volta davvero spaventati dalla situazione. E se poi toccasse a loro?
Gli orchi d'altro canto sono esaltati: ridono, strepitano e festeggiano svuotando rapidamente alcune botti in una serie di brindisi e bevute.
Il capoclan è tra coloro che bevono, servito dalla scontrosa T'kava. L'orchessa però non ribatte e porta il boccale pieno a Wurrzag, sedendosi vicino a lui. Altri, come Tayyip, mettono qualcosa sotto i denti.
Il bottino comprende un sacco di cibo, e in particolare dei prosciutti e dei salumi. Anche gli orchi conoscono l'arte di insaccare la carne e farla durare a lungo, e queste cibarie vi risultano familiari e goderecce. Almeno questo si deve dire dei pellechiara: a cibo e bevande sono messi bene.
Ma il focus resta sui due giovani sciamani. Ora che sono sporchi di sangue e frattaglie umane il Colosso comincia a cantare con voce gutturale e profonda, evocando il potere della terra e della roccia.
Il terreno comincia a creparsi e frantumarsi, mentre il pavimento di pietra della piazza (unica parte della città veramente pavimentata) si spacca e spuntoni di roccia emergono lentamente trascinandosi dietro terriccio e polvere. Quasi fossero animali, dei piccoli massi si fanno largo tra la pietra ed emergono a metà, creando una zona brulla e simile a ciò che resta dopo una frana. Poi arrivano gli spiriti.
Sono fatti di polvere e detriti, schegge di selce affilata e sottili lastre di pietra chiara. Molti orchi si aspettavano energumeni di duro granito, ma queste entità sono più vicine a masse di fango piene di spuntoni, bitorzoli, artigli e zanne di pietra. Vermi, insetti e strane creaturine si muovono nei loro corpi indisturbate, e al loro passaggio il terreno sembra rimestato e scuro come dopo una pioggia estiva. Sono tre, o quattro, o forse cinque? Si muovono e si fondono e tornano interi e si dividono ad ogni momento.
Si avvicinano ai due sciamani e cominciano ad osservarli, quasi ad annusarli... se avessero un naso, almeno, sembrerebbe questo il loro intento. Poi uno di loro passa su Gurak, attraverso Gurak. L'orco avverte colpi violenti, come una grandinata di ciottoli, e viene soffocato dalla polvere e dal fango. Ma quando lo spirito si allontana, subito dopo, Gurak è illeso. Il sangue dell'umano è impiastricciato di terriccio.
Subito dopo Yurdu subisce il medesimo trattamento.
I due sembrano pupazzi di fango, orribili sgorbi fatti con mota e scisto frantumato. Ma è una condizione che dura poco: inumidito dal sangue umano il terriccio si compatta e si muove, colando a terra e formando due pozze di melma vagamente rossiccia. E lasciando gli sciamani puliti e incolumi.
Non passa molto tempo che davanti agli occhi di tutti gli orchi le due nuove masse si muovono di nuovo assumendo la forma informe degli altri spiriti della terra. In un rombo e una nube di polvere tutti gli spiriti, quelli antichi e quelli giovani, sprofondano nel terreno. Il Colosso è raggiante "Zampa di Sangue! Ecco a voi due nuovi guerrieri, due nuovi sciamani! Acclamateli!"