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Il mattino sorse luminoso sui Clivi Lunari, ma funestato dal gracchiare dei corvi e dei mangiacarogne che banchettavano gioiosamente sui cadaveri dei goblin caduti. E quello sarebbe stato per loro un vero pasto da re, laddove le pile di cadaveri iniziavano il loro lento processo di decomposizione. Liberato uno sgomento Gneek, sellati i cavalli e ripartiti alla volta di Pescalia, gli avventurieri riuscirono a ricongiungersi dalla Via del Mercante, dopo aver ampiamente costeggiato Covo del Tarrasque, ancora in quarantena. Il viaggio in strada fu tranquillo e anche i cavalli parvero beneficiare di un percorso battuto, procedendo al trotto. La giornata scivolò quindi tra chacchiere e valutazioni sugli eventi recenti, con un un'unica pausa per il pranzo, che fu consumato in un piccolo spiazzo di ristoro a lato della strada, dove si trovavano alcune panche in legno, una fontanella e un pratico bidone per i rifiuti, all'ombra di un paio di alberelli.
Verso pomeriggio inoltrato, però, tutti i presenti notarono all'orizzonte un sinistro presagio, diverse colonne di fumo che si levavano nel cielo Da quella parte dovrebbe esserci Pescalia, accidenti! commentò il ciambellano spronando la sua cavalcatura. Gli eroi forzarono la marcia per quel giorno, senza tuttavia sforzare troppo i cavalli. Non si sa mai che ne avessero avuto bisogno all'improvviso.
Pescalia sorgeva su una piccola collina, cui la maggior parte era terreno occupato da vigneti. Il piccolo borgo era infatti celebre per il Fuocherello di Glantria, un vino corposo e forte, che ben si accompagnava a piatti di carne. Ma ora, per ironia della sorte, in quella sera che si stava approssimando era un altro fuoco, ben più infido, quello che aveva contraddistinto la città, al punto da consumarne una buona parte.
Gli ultimi focolai di Pescalia
Quando l'immenso gruppo di quattordici avventurieri guidati dal ciambellano di Firedrakes in persona, il canuto nano Beregar Stonewall, giunse in città, trovò impegnati villici e contadini in una opera di spegnimento delle ultime fiamme che avevano consumato più di metà città. Beregar, con spirito pratico, chiese di parlare con il borgomastro per sapere di più su quell'accaduto Ciambellano, è lei? Accidenti, se solo fosse stato qui prima! rispose un calzolaio coperto di fuliggine No, anzi, mi correggo, è meglio che non ci fosse! E' stato Azariaxis! E' giunto qua in città cinque giorni fa. Alcuni avventurieri hanno provato a fermarlo, ma il drago li ha arrostiti vivi e ha deciso di punire anche noi, che non c'entravamo nulla!
Con quale autorità posso parlare? chiese il nano
Beh... rispose l'uomo passando un secchio di acqua a un altro uomo che corse in direzione di una casa che stava ancora bruciando Direi che a questo punto Tommarc, il vecchio borgomastro, sia la persona più adatta. Lo troverà in casa sua. Se ha bisogno di fare domande in città ci sono anche altri avventurieri, che ci hanno aiutato molto in questi giorni per tenere l'ordine in città.
Il ciambellano annuì e si rivolse al gruppo Non mi aspettavo che avremmo trovato una roba del genere, ma cerchiamo di fare del nostro meglio disse passandosi un fazzoletto sulla fronte imperlata di sudore Calibano, Hymer e Geerum al pattugliamento della città, almeno vi diamo un ruolo utile. Gli altri a fare quello che preferite, se c'è rimasto qualcosa da fare in mezzo a tutto questo sfacelo
Il termine sfacelo, putroppo, sembrava parecchio calzante. Se Pescalia contava all'incirca un centinaio di abitanti, una ventina di essi (borgomastro compreso) erano morti negli incendi che erano scaturiti grazie alla furia del drago. Più della metà delle abitazioni era finita in cenere o era talmente danneggiata da non essere abitabile, compresa la locanda locale, l'Uva della Volpe. Anche i campi circostanti non erano stati risparmiati dalla furia di Azariaxis, sebbene gli avventurieri dovettero riconoscere che gli instancabili abitanti di Pescalia avevano lottato con le fiamme con valore e, dopo un'aspra lotta, erano rimasti ormai pochi focolai gestibili.
Tra il viavai di persone che stavano terminando la lunga guerra contro le fiamme, ormai ridotte a pochi focolai, gli avventurieri che avessero preso tempo per controllare ciò che rimaneva della città, una decina di abitazioni, un paio di granai e un mulino, avrebbero notato la presenza di varie tende e accomodamenti di fortuna per i cittadini rimasti privi di casa, fatto che sottolineava la difficoltà che i visitatori avrebbero incontrato nel reperire una sistemazione per la notte. Delle attività rimaste solo un calzolaio, un mugnaio, una sarta e il macellaio erano rimasti integri, oltre a un negozio di articoli per avventurieri dal nome "Carabattole magiche da Grukilm e Arwel".
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Il ciambellano si diresse verso una bassa casa all'inizio del villaggio, che gli fu indicata da una mugnaia che strillò di gioia a vedere il rappresentante del principe. Beregar, imbarazzatissimo, disse qualche parola di conforto prima di dirigersi all'interno.
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