Mi sembra che la discussione si sia esaurita, nel senso che molti hanno portato il loro contributo e si sono delineate due linee di pensiero, con altrettanti difensori, entrambe valide ma incompatibili.
Provo a fare il punto della situazione, per quanto non sia del tutto semplice riassumere 7 pagine di interventi, alcuni dei quali molto profondi e complessi. Perdonatemi qualche inesattezza o troppa generalità.
Una interpretazione vuole un DM super-partes, a cui i giocatori affidano i loro PG e si affidano alle scelte del Master. Per delega dei giocatori*, il Master ha la facoltà di cambiare i tiri dietro lo schermo e adattare i risultati a suo gradimento, per il bene del divertimento, della storia e dei personaggi. Questi "poteri" derivano dalla definizione stessa di Master, che è in pratica colui che plasma il gioco.
Una seconda interpretazione è a mio avviso una evoluzione della prima visione, ed in effetti nasce conseguentemente. Il Master è si colui che plasma il gioco, ma adesso i meccanismi di gioco sono ben conosciuti dal Master (per forza di cose) e dai giocatori (che sono esperti del funzionamento del gdr). Le regole vincolano tutto il gruppo, Master compreso. La morte di un PG, il fallimento di una campagna o altri eventi di gioco tipicamente "negativi" non sono in realtà esperienze negative ma l'esperienza stessa del gdr, alle cui regole tutti soggiacciono tacitamente nel momento che giocano. Viene così meno il pretesto stesso di dover alterare un tiro di dado o cambiare le carte in tavola: a che pro, se non esistono esperienze negative? (una visione che ritengo più matura e non adatta a principianti).
Si tratta di due visioni che, come premettevo, difficilmente possono coesistere e non è nemmeno da scegliere quale sia giusta o sbagliata, semplicemente si rifanno a due esperienze e maturità di gioco differenti:
nella prima, un Master che si preoccupa del divertimento del gruppo in un caso in cui eventi negativi (dal punto di vista del giocatore) siano percepiti come problemi, dotato di tutta una gamma di strumenti a disposizione per agire arbitrariamente (e non è detto che sia la scelta giusta, in quanto il master è un essere umano), tra cui il "barare";
nella seconda, Master e giocatori che si siedono metaforicamente sulla riva del fiume ed osservano lo scorrere del gioco, ben inquadrato dalle regole del sistema più le varie HR, in cui l'obiettivo del gruppo è l'esperienza del gdr (tra cui compresi la morte del pg o altri eventi negativi, qui non considerati tali ma come parte integrante del sistema a cui scelgono di giocare).
* va da sé, tra le righe, che i giocatori sanno che il master possa farlo. Altrimenti si tratta di un mero barare che, in tutto il 3d, è concordamente da biasimare
Direi che, se nessun altro ha qualcosa di diverso da aggiungere, si possa concludere qui il dibattito in quanto non c'è nessuna volontà (e nessun bisogno) di stabilire quale delle due visioni sia giusta o sbagliata, ma semplicemente adesso abbiamo chiaro il tutto (io sicuramente, mi è stato molto utile questa discussione)