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  1. Premetto che scrivo non da mod, ma da utente. Saluto intanto in ritardo @The Stroy, se ancora legge. È sicuramente un utente da cui ho imparato tanto, sia quando eravamo in disaccordo (all'inizio spesso) sia quando eravamo d'accordo (ultimamente spesso). Mancherà davvero moltissimo alla comunità. Lo saluto in ritardo perché è un periodo complicato e questo non era un post facile da scrivere. Il post di @Brillacciaio mi aiuta in questo, perché scrivere di risposta mi permette di saltare gran parte del discorso da fare. Ecco, concordo in grossa parte con quello detto da Brillacciaio, sia qui sia dopo questa parte quotata. Ma trovo però che il punto del discorso sia solo qui, nelle prime righe. Direi che il resto, cosa sia giusto e cosa sia umano e cosa sia empatico fare e dire, è la parte più importante ma è anche OT. Perché qui non si sta discutendo di chi abbia ragione, se la posizione di @Ash (a cui ho risposto nel merito nelle varie discussioni varie volte) sia ragionevole o se sia una opinione poco informata. Il punto del discorso è se ad @Ash dovrebbe essere permesso esporla in questo forum. Se abbia ragione o meno, è completamente irrilevante. Per questo credo che, del post di Brillacciaio, la prima parte sia quella cruciale, se cioè i post di Ash citati ricadessero o meno in una categoria da sanzionare. Se Tizio dice a Caio che è stupido, e stiamo discutendo se Tizio debba essere bannato, discutere se Caio sia o meno stupido non sarebbe rilevante. Stessa cosa qui. Quindi, cosa ne penso? Io personalmente trovo che, del documento di @The Stroy, gran parte dei commenti evidenziati siano commenti che non debbano essere eliminati dal discorso comune, se rilevanti per il topic del forum. Sono commenti su cui non concordo, in alcuni casi sono commenti che mi fanno arrabbiare (ad esempio perché riguardano forme di discriminazioni che ho subito personalmente o persone a me care), ma questo è ininfluente: le trovo opinioni vecchie e poco informate, ma che è giusto siano esposte così che vi si possa rispondere. Altrettanto personalmente, trovo che una piccola minoranza dei commenti citati sarebbero oltre la linea che io personalmente traccerei su cosa debba essere accettato nel mio forum ideale. Ma è una linea sulla sabbia, non nella pietra. Si sposta con il vento, e magari domani valuterei altrimenti, e sicuramente anni fa avrei valutato diversamente. Non pretendo di partecipare solo in community che traccino linee esattamente dove le traccerei io. E ovviamente non credo ci sia molto da discutere su questo punto, ognuno traccia la linea dove gli pare, e va benissimo che @The Stroy preferisca luoghi in cui determinati argomenti siano vietati in modo più severo, così come è giusto che altri preferiscano luoghi in cui si possa discutere di tutto in modo più ampio che su D`L. Ma sono in profondo disaccordo con l'equazione (implicita e esplicita) che permettere di esprimere un'opinione da parte della amministrazione del forum equivalga -- in qualche modo o in qualche percentuale o in qualche interpretazione delle parole -- ad approvarla. O a non disapprovarla abbastanza.
    11 punti
  2. @Ash ho letto il tuo documento, voglio dire la mia per quanto io non c'entri niente. Voglio dire la mia due volte. Uno. Stai parlando a un individuo che forse non ti leggerà, se ti leggerà probabilmente non ti risponderà, avresti potuto riportare la questione altrove, ma va be' è giusto che tu senta il bisogno di difenderti dalle accuse mosse a prescindere da quale sede hai usato per farlo. Due. Non sei razzista, non sei misogino, non sei omofobo o transofobo, lo dici e ti credo, anche perché non leggo contenuti che ricadono in una di queste categorie. Sei uno tra tanti che non ha visto che il problema non è concreto, è retorico. Il problema è nel linguaggio che usiamo tutti i giorni, il problema è nelle strutture astratte della società in cui viviamo, il problema è in cosa diamo per scontato. Non è detto che un certo tipo di propaganda sia la soluzione più giusta a questo problema, ma ritenere che siccome non facciamo del male a nessuno e non pensiamo male di nessuno siamo nel giusto, questo non è automatico e credo faccia male se è l'atteggiamento che assumiamo tutti. La ragione per cui certe affermazioni vanno bene soltanto con un genere e al rovescio no, la ragione per cui “prendersela con i maschi bianchi eterosessuali” è “la moda del momento”, la ragione per cui si fa tanto parlare di mascolinità tossica come se tutti fossimo colpevoli... è che si sta cercando di riscrivere il paradigma, si sta cercando di costruire una cultura che parta da premesse diverse. Il maschio bianco eterosessuale non ha magari vantaggi nella società, come dici tu giustamente nessuno ti regala niente per esserlo, ma è lo standard su cui ragioniamo, è il "minimo sindacale". Finché sarà lo standard e tutto il resto variazioni, finché ci sarà bisogno delle quote rose, di inclusività, finché non avere una caratteristica tra quelle elencate potrebbe rivelarsi un handicap (non è detto che accada sempre, non è detto che tutti siano misogini o razzisti o quel che è; significa solo che quando un'azienda apre una posizione s'immagina così il suo candidato e quando vede una donna potrebbe storcere il naso - e sì, ancora succede -, quando vede un individuo di un'altra etnia, o troppo provocante, o troppo eccentrico, qualsiasi cosa non sia il suo candidato maschio bianco che almeno appaia eterosessuale - perché spesso mi pare che la retorica sia "ben vengano gli omosessuali purché siano uguali agli altri" denigrando gli eccessi, il pride, i colori, qualsiasi cosa si discosti dallo standard percepito - potrebbe storcere il naso, consapevolmente o meno; significa che quando ci immaginiamo un leader, il protagonista della storia, qualsiasi cosa tu abbia elencato quando hai fatto l'esperimento di invertire la polarità delle frasi generalmente ce lo immaginiamo maschio e bianco, o se non maschio e bianco un qualche altro archetipo/stereotipo predefinito che ci dà l'illusione di espandere il nostro pensiero, di renderci inclusivi quando in realtà crea solo altre barriere) non saremo liberi dal problema. Esistono sempre gli estremi e gli eccessi, esiste anche chi demonizza come fai notare il maschio bianco eterosessuale ben oltre il mio discorso, ma difendere l'idea che "non stiamo facendo niente di male" non aiuta. È spesso vero ma non aiuta. Non aiuta essere indifferenti alla questione, non aiuta provare a sistemare quello che non va e tenere il resto. Noi miseri maschietti femministi vogliamo cambiare la nostra cultura nel profondo, cambiare la nostra identità come popolo e come individui. Vogliamo abituarci a pensare che un bambino possa piangere in pubblico (non debba, possa), che un uomo possa indossare una gonna o truccarsi la faccia se gli va (E mille altre sciocchezze perché pure il concetto di decenza è arbitrario e a volte, non sempre ma a volte, nocivo in modi cui non pensiamo. Prova a rifletterci al di là della questione omosessuali, pensando per esempio a come il concetto di decenza riferito a te in qualunque categoria ti identifichi, a una donna adulta o qualsiasi cosa possa averti privato di te stesso in parte, o fatto male a te o qualcun altro anche in modo indiretto. Magari non trovi niente, nel mio caso io santifico l'indecenza - per quanto la mia sia assai moderata), che i commenti su un bel culo siano da farsi in confidenza e in privato (anche le donne eterosessuali e gli uomini omosessuali eccetera commentano un bel culo con discrezione, nessuno lo chiama catcalling e si mette a fare questioni perché non è molesto, non è pubblico e normalizzato, non mette in soggezione anche perché non viene da qualcuno percepito come più in alto, come in controllo) e così via per tutta una serie di atteggiamenti insignificanti che figuriamoci ora nemmeno mi vengono in mente tanto sono insignificanti per me ma insieme fanno un mare di merda. Da qui voglio arrivare un attimo al discorso della mascolinità tossica. Le mie finora non sono state opinioni da esperto, né argomentate da esperto, sono solo uno qualsiasi che ha accettato le critiche, ci ha pensato e si è reso conto che c'era del vero e si è reso conto che ha toccato anche me, la mia infanzia. Perché io sono sì un maschio bianco eterosessuale ma la mia 'mascolinità' non ha niente a che vedere con gli standard della società contemporanea e venivo deriso. E non ti parlo degli atteggiamenti molesti, non ti parlo di machismo violento, bullismo, aggressione o quel che vuoi mettere in mezzo; quando si parla di mascolinità tossica "non ironicamente" non si parla di questo, nonostante i goffi tentativi della Gillette o chiunque fosse oggetto della critica facciano passare (perché spesso è giusto per far scena o per dire "Sì certo interessa anche a noi continuate a comprare i nostri prodotti siamo un'azienda etica"). Quando si parla di mascolinità tossica si parla del fatto che siano diffuse certe idee su come sia fatto un uomo che vanno ben oltre la biologia, il genere in cui ci si identifica e quant'altro, e che queste idee siano diffuse ed applicate nel giudizio al punto da soffocare, denigrare, isolare, e mille altre sfaccettature chi non rientri nel paradigma oltre a minare la sanità dei rapporti tra uomini e uomini, tra uomini e donne, tra donne e donne persino. Non tutti gli individui, non tutti i gruppi sociali e non tutte le società sono allo stesso punto in questo discorso. Io sono abbastanza convinto (come te mi pare di aver capito) che i punti sulla violenza fisica siano abbastanza superati nella nostra società italiana per esempio (magari i dati mi contraddiranno non lo so) e che molti progressi siano stati fatti anche su altre questioni, ma siamo lontani dal risolvere il problema perché non lo stiamo capendo. Ti prendo una lista (presa a caso dal web è giusto per parlare) di cose comunemente associate al concetto di "mascolinità tossica": Siamo (fortunatamente) abbastanza lontani da questo come società italiana, siamo lontani per dire dall'uomo sposato che segue solo il calcio, abbandona la famiglia per andarsene al bar a bere con gli amici e non conosce né sua moglie né i suoi figli. L'Italia ha fatto diversi passi avanti nonostante io conosca più di qualche individuo così, lo riteniamo (o lo abbiamo ritenuto) normale persino. Non ci accorgiamo dei danni che fa ai suoi figli quest'uomo (ma ci preoccupiamo delle adozioni gay). Ovviamente seguire il calcio è una passione normale, eh! (Non sono ironico ci mancherebbe) Il fatto che sia l'unica o quasi passione accettabile o che sia scontato che tu segua il calcio o che venga visto come lo standard delle conversazioni e insomma un'altra serie di estremi, quello non è normale. A proposito di questo, tra amici nerd ho vissuto anche lo stereotipo contrario: chi segue il calcio è stolto, odioso eccetera. Un altro problema è che la "comunità nerd" ha largamente delineato una sua mascolinità nuova (epperò sempre tossica) che allontanandosi da molti dei punti delle solite liste sul maschio etereo e bla bla bla ci ha fatti sentire al sicuro. Se cambi un punto (o anche tutti i punti) della lista con qualcos'altro di specifico (per esempio il Vero Uomo Italiano si prenderebbe cura del suo aspetto fisico ma solo in certi modi precisi definendo un altro standard rispetto a questo proposto) il problema resta uguale, e il problema è che esiste un concetto di mascolinità (E di femminilità! Costruito in maniera complementare!) preciso che soffoca il resto, su cui è fondata una gerarchia implicita nelle interazioni sociali anche laddove non ce ne rendiamo conto (è questo il patriarcato non una società segreta con una specifica agenda che tiene le redini del mondo), che porta a deridere o a stupirsi quando per dire vedi uno come me che ha certe gestualità femminili, relativamente troppo emotivo e una serie di altre cose che mi hanno portato a essere deriso (appunto) nell'infanzia. Giocavo a calcetto perché era l'unica attività dei miei coetanei nonostante non me ne fregasse un cavolo di niente (ma fin lì andava pure bene alla fine se vivi in una piccola realtà e c'è solo una cosa da fare ti adatti, giustamente) ma venivo preso per il culo perché ero scarso, tagliato fuori, canzonato come gay e mandato a casa a piangere da mamma (non sono omosessuale, lo preciso perché è importante capire che tutto sto apparato fa male pure a noi maschi bianchi eterosessuali, non è un complotto a danno nostro il femminismo). Percepivo come un problema anche piangere (Altro stereotipo da cui fortunatamente da grandi ci siamo liberati ma era l'idea comune non ci prendiamo in giro, e guai mio padre riteneva certamente più sano scassare a pugni le porte - faccio riferimento a un incidente specifico, mio padre non era un violento tanto per ribadire che non sto parlando di situazioni estreme di abusi e compagnia ma di cose che ho ritrovato abbondantemente in giro e che se ci rifletti sono pure nella tua vita da qualche parte come nella mia ma che riteniamo normali, tranquille). Ora io non penso che questo mio discorso possa aver risolto o dimostrato niente, mi ci sono anche perso io stesso. Ma tu, libero pensatore (e io ammiro questa dote sempre, non penso che esista una scelta politica giusta e il resto sia da buttare), magari non hai pensato a tutto. Magari ti sei fermato alla superficie della questione e io credo sia per questo che non hai capito l'accanimento di qualcuno. Ora, quando tutti avremo capito a che ci stiamo attaccando, quando avremo capito il perché dell'attuale retorica femminista, quando tutti avremo capito che il discorso non riguarda gli abusi e la violenza fisica o verbale ma la struttura socio-economica della società (anche e soprattutto economica!), che nessuno con idee sane accusa nessuno di violenza o di qualche altro orribile crimine (il femminismo radicale è una cosa brutta, ma è una minoranza; ah, ed è anche una parola che indica un movimento specifico non vuol dire solo avere idee femministe estreme), siamo tutti vittime. Pure un individuo concreto che sia maschio, bianco ed eterosessuale è vittima dell'idea di maschio bianco eterosessuale (ma alcune categorie hanno più difficoltà concrete inutile stare a girarci intorno). Quando avremo capito che femminismo non significa ottenere il 50% dei posti di lavoro per le donne (ma nemmeno più del 50%, significa ottenere un mondo del lavoro in cui sia irrilevante essere donna, in cui anche la possibilità di gravidanza non costituisca un discrimine perché vogliamo una società libera di avere figli tanto per fare un esempio classico) e un mucchio di altre cose... ALLORA CI SARA' POSTO PER LE SOLUZIONI ALTERNATIVE. Quando le idee alternative non contemplano queste cose ma si preoccupano solo del fatto che "Ci sono sempre più donne e minoranze etniche in posizioni di rilievo senza problemi" c'è per forza qualcuno che viene fuori e gli dà contro, magari pure ingiustamente incazzandosi. Perché non è questo il problema. Il problema è che siamo inclusivi solo fino a quando chi vuol essere incluso si comporta da maschio bianco eterosessuale anche quando non lo è (o lo è ma a modo suo). Va al lavoro in giacca, pantaloni e cravatta, mette da parte la famiglia se ne ha o rinuncia all'idea di averne. Diamo per scontato che fare carriera o avere una vita fuori dal lavoro sia una scelta, vogliamo un mondo in cui il Vero Impiegato (Vero Leader, Vero Individuo) sostituisca il Vero Uomo, e sia come il Vero Uomo sessualmente attivo, affascinante, sempre cordiale, sempre al top, maschio (o femmina senza ciclo), senza famiglia perché vogliamo anche il Genitore Presente e le due figure non possono andare d'accordo, in pratica un Vero Uomo che viene in molti gusti diversi. E, e, sto divagando di nuovo terribilmente. Ora se tu pensi che tutto questo non abbia niente a che vedere con il patriarcato (o che il patriarcato sia una cavolata), con il femminismo o che basta essere inclusivi nel senso di far rientrare tutte le categorie nella stessa categoria vai a studiare, poi non torni qui a parlarne con me ma apri un dibattito vero con chi ha elaborato queste teorie e posto queste questioni in questi termini. Io sarò felice di leggere quello che hai scritto e avere un parere alternativo al femminismo contemporaneo (non perché non mi piaccia ma perché è sempre sano il dibattito). Ma se le tue argomentazioni sono limitate a "Guarda che non siamo tutti violenti non faccio male a nessuno" non hai capito di che si parla o stai facendo negazionismo, e io anche se sono d'accordo con le tue affermazioni (perché sono d'accordo, dipingere ogni maschio bianco eterosessuale come un cavernicolo violento non è accurato ma è fuori questione che lo sia) ti darò contro.
    8 punti
  3. Come utente mi dispiace che tu sia giunto alla decisione di andartene, anche se capisco la motivazione primaria e la rispetto. Una forma di auto-disciplina come un'altra. Come moderatore vorrei invece fare un attimo le pulci. Si sta creando una narrativa nella quale i Mod sono assenti o praticamente conniventi con chi si atteggia in modo intollerante nel forum. Ammetto che situazioni recenti possono dare questa idea, ma solo se non si tengono in conto alcuni elementi piuttosto importanti. Noi siamo persone. Il che significa che spesso abbiamo opinioni differenti. Cerchiamo di presentare sempre un fronte compatto per mantenere una certa coerenza e correttezza nella gestione del forum. Ma per giungere a questo fronte compatto è necessario tempo, sono necessarie discussioni interne spesso lunghe e accese. Non bisogna nemmeno dimenticare che quando poi "deliberiamo" dobbiamo farlo in modo che non si creino pericolosi precedenti. Questi sono argomenti molto, molto delicati. È difficile avere un punto di vista oggettivo sulla situazione. Quello dell'intolleranza è un problema complesso da gestire, "essere intolleranti con chi è intollerante" non è la soluzione facile che può sembrare ad uno sguardo superficiale. Diciamo che è più uno slogan carino che viene usato da chi non deve poi metterlo in pratica. Perché chi decide cosa è "un post intollerante" e cosa invece è accettabile? Lo decido io arbitrariamente? Si, da un lato quella dovrebbe essere una delle responsabilità dei Mod. Da un punto di vista meno tranchant questo può valere per le classiche infrazioni, un po' meno per questioni più personali. Si ritorna al punto qui sopra.
    8 punti
  4. Non hai più bisogno strettamente di sistemi crunch, dato che qualunque MMORPG online può tenere traccia delle migliaia di variabili interessanti che vuoi simulare. Il GDR ritorna ad essere un'attività sociale e recitativa per sopravvivere, e per fare questo devi slegarti un po' dalle ricompense passive. In soldoni, tirare un dado e battere una soglia non è diverso da cliccare un pulsante e vedere esplosioni verdi sullo schermo. Queste ultime diventano sempre più interessanti, il dado no. I sistemi quindi tendono a incentivare uno stile più libero e circoscritto alle convenzioni del gruppo. Vedi FATE e roba così. Il test è difficile quanto lo vogliamo, il mostro è orribile quanto lo vogliamo, le regole ci aiutano alla narrazione profluente più che dirci cosa o meno ci grinda sugli HP e quale sia il bonus per scalare un muro coi mocassini. Più andrai avanti e più i sistemi di gioco digitali immersivi (in ogni caso passivi) spingeranno verso gdr da tavolo più aperti, astratti e semplicistici (ma non stupidi!) nelle regole. La sfida dei designer diventa questa, non trovare il numerino giusto che bilancia una classe con l'altra, e 300 talenti per simulare una varietà che puoi avere dando fiducia al giocatore.
    7 punti
  5. Personalmente non ho molto da aggiungere rispetto a quanto detto da Joe. La WotC può mettere tutte le dichiarazioni che vuole ma quando dice "questi contenuti erano sbagliati allora e lo sono adesso" insulta e indirettamente da dei razzisti a tutti quelli che su quei supplementi ci hanno lavorato (Gygax, Greenwood, Salvatore, Cook, Weiss, Hickman e altri). Tutti quelli che hanno contribuito a creare e mantenere il gioco attraverso gli anni. Hanno sputato sopra la storia del gioco, scaricando tutta la responsabilità (di cosa poi non si sa) su altri. Il gioco di ruolo D&D oggi è vittima del suo successo (un po' come negli anni '80). Sono senza alcun dubbio molti di più quelli che guardano giocare a D&D sui social di quelli che ci giocano costantemente ogni settimana. Io non ho MAI sentito un giocatore "appassionato" di D&D definire "problematici" i vecchi prodotti. Ma agli occhi dei moderni SJW ogni cosa è problematica e si arriva alla follia di definire gli scacchi un gioco razzista. L'editore è libero di fare quello che vuole. Ma se una cosa ha insegnato la quarta edizione è che se fai cose che non sono gradite alla tua fanbase, la fanbase ti molla senza pensarci troppo. Quando uscirà la prossima edizione (non per forza la 6a) riveduta e corretta dei 3 manuali base staremo a vedere. Nel frattempo giusto oggi c'è un gradevole articoletto sull'HuffPost che parla della Cancel Culture. Se volete dargli una letta...
    7 punti
  6. Sono davvero in totale disaccordo con questo post 🙂 Si confondono quattro contrari di "semplice": "complicato", "complesso", "ricco", e "difficile". Non sono la stessa cosa: voglio un software o un sistema ricco e complesso, ma non lo voglio complicato o difficile da usare. Einstein ha detto* che un modello deve essere As simple as possible, but not simpler. Più semplice possibile, ma non tanto semplice da perderne il senso, la complessità emergente. Semplificare, sintetizzare, togliere il grasso e lasciare il muscolo, trovare il modo più diretto per far funzionare una meccanica, è la chiave per rendere esplicita la complessità del sistema, la ricchezza di opzioni, ma togliendo tutte le parti superflue che aggiungono solo complicazione inutile e annacquano il gioco. Creare un sistema semplice (non complicato, non difficile) ma non-semplice (complesso, ricco) prende tempo ma migliora il prodotto: lo distilla. Non bisogna fare l'errore di pensare che scrivere tanto, fare più regole per gestire ogni aspetto, così come mettere più opzioni in un software, prenda necessariamente più tempo che scrivere meno o mettere meno regole e meno opzioni. Può essere ovviamente: qualcosa può essere semplice nel senso di non complicato, non difficile, ma anche non complesso e non ricco. Ma non è necessariamente il caso. Ne è la prova questo mio post, lungo tre paragrafi, che diluisce e basta la citazione di sette parole di Einstein* e la rende meno efficace. Per forgiare quelle sette parole, è stato speso sicuramente molto più tempo e talento che per scrivere questo mio post. Finisco con un'altra citazione, di Pascal, che termina la lettera al cugino (mi pare) con Questa lettera è più lunga delle altre perché non ho avuto tempo di farla più breve. * Non ci sono prove in realtà che abbia detto proprio questa elegantissima frase, pare sia una efficace sintesi giornalistica di Roger Sessions di un pensiero meno chiaro e conciso: Einstein scriveva bene, ed era molto arguto, ma non era il suo talento principale.
    6 punti
  7. Se posso umilmente dire la mia, io penso che invece parole migliori si sarebbero potute trovare. Più che altro mitigando un po' i toni. Sarebbe utile da parte di tutti un piccolo sforzo per eliminare tutto ciò che è inutilmente accusatorio. Mi rendo conto che questi temi inevitabilmente vanno a toccare le sensibilità e le emozioni individuali, è comprensibile. Penso però che se evitassimo di metterci nell'ottica di accusare e/o di sentirci accusati, e rimanessimo il più possibile nel campo dell'obiettività, il dibattito ne guadagnerebbe e staremmo tutti meglio. Onestamente questa cosa me la sono persa. Forse si desume da un contesto che mi manca. Ma nella dichiarazione in sé io non la vedo. A meno che non la si voglia vedere insita nell'uso del termine franchise, che significa semplicemente una serie di prodotti collegati. Che si voglia "controllare ciò che i giocatori dovrebbero credere e dire" mi sembra un'estrapolazione decisamente esagerata. A me sembra che il concetto espresso sia un altro, cioè: esistono testi di D&D scritti molto tempo fa questi testi sono scritti con un approccio e un'attenzione diversa rispetto a quelli di oggi, perché all'epoca la cultura e la sensibilità degli autori e del pubblico erano diverse se qualcuno dovesse sentirsi offeso o turbato da quei testi Wizards lo informa che: il suo approccio e la sua attenzione attuali sono cambiati e vogliono andare nella direzione di essere più inclusivi possibile al contempo, si è voluto evitare di fare un "lavaggio" dei testi storici perché sarebbe sembrato un revisionismo, come un voler negare che il problema fosse esistito I primi due punti non sono altro che realtà oggettiva. Il terzo punto è una scelta editoriale, con cui si può essere d'accordo o meno. Nessuno di questi punti impone a chi usa i prodotti Wizards (vecchi e nuovi) di doverli usare in un certo modo o di dover pensare in un certo modo. Sono tendenzialmente d'accordo (sulle razze malvagie mi è capitato di scrivere questo). Anche qui, però, bisognerebbe evitare di colpevolizzare. Da un lato, certo, evitando le accuse di malvagità o *ismi vari nei confronti di chi usa la fantasy in questo modo. Dall'altro, però, se qualcuno di fronte a certe rappresentazioni si sente urtato o si sente a disagio bisognerebbe cercare di capirlo, non bollarlo come censore, ossessionato, odiatore, SJW e simili. Da entrambe le parti, anziché andare allo scontro, bisognerebbe cercare la reciproca comprensione e una strada che sia percorribile con piacere da tutti, perché è un gioco. Ognuno di noi dovrebbe farlo, e sicuramente lo fa, al proprio tavolo. La Wizards giocoforza deve misurarsi non con un tavolo specifico ma con la società nel suo complesso. Si può non essere d'accordo con le sue scelte ma in questo caso secondo me non si è mossa così male. Per esempio, questo linguaggio non aiuta. Capisco che dal punto di vista dell'autore è una reazione a un assolutismo uguale e contrario. Ma gli assoluti e le accuse reciproche non fanno che peggiorare la situazione. Per curiosità, posso sapere quali sono? Me li sono persi. È vero che non sono un grande inglesista...
    6 punti
  8. so che mi attirerò le critiche e gli insulti (o forse un richiamo) di tutti o quasi, ma... chi se ne è andato? Perchè The stroy è ancora qui e Smite4life (col quale ho avuto il piacere di giocare un paio di volte) ha dato "l'addio" il 10 giugno , a lunedì 6 luglio era ancora qui. Anche se in parte condivido (e in parte no) le loro motivazioni ho l'impressione che abbiano scritto le loro "ultime pagine" un po' troppo di getto e a caldo. Perfavore, evitiamo di alimentare flame, incomprensioni con queste "scene di sbattere la porta" rimanendo però in casa. Intendiamoci non sto dicendo di uscire, tutt'altro, vi sto "intimando" di rimanere sia per non darla vinta a chi volete combattere sia per essere un esempio. Sarà perchè avendo fatto l'alpino sono un po' restio a gettare la spugna di fronte alle difficoltà, ma non vi sembra di esagerare? Ma sopratutto vi rendete conto che dire "addio per sempre" ma poi restare quanto avete scritto perde un po' di profondità e sensibilizzazione? QUalcuno potrà dire "cosa ne sai tu?". In parte vero. Essendo (scusate) cristiano, bianco, etero, settentrionale, non ho subito -fortunatamente- alcuna discriminazione, ho subito qualcosa come la maggior parte dei ragazzi timidi, non palestrati, non fumatori e che preferivano studiare al farsi le canne in compagnia. Ma di contro mi sono trovato nella situazione opposta. Ovvero quella di essere accusato di: razzismo (attraversai la strada perchè abitavo dall'altra parte della strada mentre dalla'ltra parte veniva uno di colore che mi grido "paura dell'uiomo nero?" e una simpatica ragazza "alternativa" mi sputò contro dicendomi razzista di m... inutile dire che avevo attraversato perchè abitavo lì), antisemitismo (chiesi in classea un professore ebreo se poteva evitare di fumare il sigaro e al prof di geografia perchè se israele è in asia partecipa ai campioanti sportivi europei) e omofobia (2 settimane fa in metro a due ragazzi senza mascherina gli feci notare di mettersela) ... Ah mi sono preso anche del fascista perchè avevo il cappello alpino in macchina assieme ad un tricolore. Mi rendo quindi conto che gli animi sono esasperati in ogni direzione. Il mio invito e di "fermarsi" un attimo. Inspirare e despirare profodnamente e di ripensare bene prima di dare l'addio a un posto a cui volete bene, perchè senza i difensori le città cadono se c'è un nemico. Ed è parlandosi che i problemi si risolvono e ci si può venire in contro.
    6 punti
  9. Credo che sia principalmente perché (quantomeno io) non sono riuscito a spiegarmi abbastanza bene dal momento che nel tuo post di risposta non hai risposto a nessuno dei punti che ho sollevato! (Non te ne faccio una colpa, eh! Sono consapevole di essere una frana a spiegarmi e vengo spesso "accusato" di ragionare in modo contorto da chi è costretto ad ascoltarmi!) Perciò cerco di riformulare: Questa frase non vuol dire niente: intanto non è chiaro cosa voglia dire "usando una scheda per il proprio personale tornaconto", ma forse è che ho giocato con poche persone. Non capisco che tornaconto si possa avere con una scheda di un personaggio di un gioco di ruolo, se non il divertirsi. Ma non credo tu intenda quello quindi boh. Inoltre cosa vuol dire "NON gioca il proprio personaggio"? Che si assenta per prendere le pizze? Che non si presenta a sessione? Che è presente ma dorme? In tutti questi casi di sicuro non sta giocando, e fin qua mi sembra stupido disquisire. Forse quindi il punto è che sta facendo metagaming? In questo caso potrei essere d'accordo, anche se ti assicuro che se l'accusa è verso i metagamers non si capiva assolutamente. Perciò quello che (almeno io) ho fatto postando qui era un intervento per dire: Ciao DB_Cooper! Ho letto il tuo articolo sul blog e non ho capito che tesi stai sostenendo: hai scritto un titolo molto condivisibile (motivo per cui sono giunto qui), ma poi il contenuto dell'articolo parla di tutt'altro (il numero di opzioni non influenza il fatto di giocare "bene" di ruolo, cosa di cui tratta l'articolo) ed inoltre mi sembra (ma dato che non ho capito potrebbe essere falso) che tu sostenga che ci sia un modo di giocare migliore di altri! Puoi chiarirmi le idee?" Ora, finalmente, dopo un buon numero di botta e risposta siamo arrivati a capire l'ultima parte della domanda. Si, tu sostieni che ci sia un modo di giocare migliore di altri. Lo dici qui: Lo ripeti qui: E lo sostieni ancora qui: Beh, ora capisci perché la gente interviene punta sul vivo? Perché tu non dici "a me piace giocare di più così", cosa del tutto lecita. Tu dici "giocare cosà è sbagliato. Punto". E questo è Definitivamente scorretto parlando di un tema tanto soggettivo come sono i gusti personali di ognuno; Molto portato ad accendere flame (visto che va a toccare l'intimo dei giocatori). Per cui poi arriva il mod (Ithiliond) a dirti: "guarda, MadLuke ha risposto in modo fuori dagli schemi, ma non è che se tu metti l'amo e il pesce abbocca la colpa è solo del pesce!" e quindi a farti notare il punto 2) e l'utente (Ithiliond) a dirti che è scorretto anche per 1), spiegandoti molto bene il perché: e anche: [cito perché lui lo spiega molto meglio di quanto potrei fare io, sarà il buddismo...] Ora, tu dirai (lo hai già fatto) che questo è il tuo blog e puoi dire ciò che vuoi. Nì, puoi farlo ma devi assumerti le responsabilità di quel che fai. Se mi dici che il mio modo di giocare è meno valido del tuo, e ancora di più, dici: "quello che fai tu NON è giocare, è usare la scheda per il proprio tornaconto (?)" io ho tutto il diritto di venire qui e cercare di spiegarti (civilmente si intende) che quello che dici è sbagliato. Non credo ci sia nulla di improprio in questo: se io domani scrivessi un articolo sul mio blog dicendo "Sapete ragazzi, ho scoperto che molti giocatori di ruolo non sanno giocare, e infatti dicono sciocchezze come: bisogna pensare alla storia e non alla scheda", tu di sicuro verresti li a dire che no, non è vero. Semplicemente giocano diversamente da te. Lo ripeto di nuovo anche per MattoMatteo, sperando di chiarire del tutto il punto: il problema non è esprimere la propria opinione. Il problema sorge quando l'opinione viene trasmessa come se fosse un fatto e pertanto risulta una fallacia. Il problema non è dire: "per me è meglio (o io preferisco) giocare ponendo attenzione alla storia piuttosto che ai numeri", il problema è dire: "chi non gioca come me, sbaglia". PS relativamente inutile alla lettura, può essere tranquillamente saltato se siete stanchi di leggere:
    6 punti
  10. per quanto mi riguarda ho riposto al "no" non tanto perché penso che la lama infuocata sia inutile, ma anzi l'idea è figa, ci sta.. un commento di Grimorio nell'altro topic mi ha fatto un po' riflettere e, effettivamente, ritengo anche io che forse nella descrizione dell'oggetto in sé, questa caratteristica stona un po'.
    5 punti
  11. Senza offesa, ma questa è una sciocchezza. Ci sono stati tanti gruppi che hanno giocato con i primi D&D usando le miniature e questo fin dagli anni '70. Anzi, addirittura, Arneson usava le miniature quando giocava al prototipo del gioco, ben prima che venisse pubblicato! Inoltre, sulla copertina dell'OD&D cè scritto: Rules for Fantastic Medieval Wargames - Campaigns Playable with Paper and Pencil and Miniature Figures. Ripeto: non tutti usavano le miniature (io credo di aver incominciato dalla 3 edizione), ma molti sì e dagli albori del gioco.
    5 punti
  12. "Eh signora mia, che tempi! Ma dove andremo a finire! Non ci sono piu' le mezze stagioni! Ma l'ha visto il prezzo delle zucchine al mercato?"
    5 punti
  13. La complessità non è un pregio (come ben sa chi ha avuto a che fare, ad esempio, con la burocrazia del nostro amato paese); la complessità è un costo, quindi deve corrispondere a un beneficio pari o superiore, altrimenti è dannosa. Con questo non voglio criticare i gusti di nessuno, sia chiaro: sono un grande amante della 3.5 e penso che i gusti di tutti vadano rispettati; oltretutto è solo un gioco. Ma credo che sia troppo duro, e forse troppo facile, liquidare la richiesta di semplicità (di interfacce meno sofisticate) come un sintomo dell'instupidimento delle masse. Penso invece che sia il sintomo che i creatori del gioco non sono riusciti ad offrire a codeste masse dei benefici sufficienti a giustificare la complessità proposta, o, se i benefici ci sono, non sono riusciti a comunicarli in modo adeguato. Oltretutto, la "complessità" non è un valore oggettivo ma dipende dalla percezione, che varia da persona a persona. Nel mio piccolo ho il pallino dello sviluppo di regole alternative e perfino di interi regolamenti. E mi rendo conto sempre di più di come la complessità percepita da me (che conosco bene le regole, le maneggio tutti i giorni, vedo chiaramente il senso che c'è dietro) è quasi sempre molto minore rispetto alla complessità percepita dai giocatori. Ma è la loro percezione che conta, perché sono loro i miei utenti, le persone che devo andare a soddisfare e divertire. Quindi, o riesco a far loro percepire anche i vantaggi in modo almeno altrettanto "forte", o devo rassegnarmi a semplificare. È giusto così.
    5 punti
  14. Non credo sia corretto stabilire che la progressiva "semplificazione" di un sistema equivalga a un "instupidimento" progressivo degli utilizzatori.
    5 punti
  15. Il punto è che noi gronard non contiamo più un cavolo, ormai siamo diventati la minoranza. Ci sono 40,000,000 nuovi giocatori giuovani e politicamente corretti. Se rifaranno le ambientazioni classiche lo faranno con dei reboot per accordarsi ai loro gusti, non mantenendole inalterate per seguire i nostri, perché al momento sono loro la fetta di mercato dominante. Quindi rimuovendo tutto ciò che considerano "problematico" (ovvero tutto ciò che non è stato creato l'altro ieri*) e reimmaginando completamente alcuni dei personaggi storici e del lore, ovviamente il tutto condito da articoli faziosi e maligni come quelli di Morrus, Zambrano e Dicebreaker che si appiglieranno ad ogni scusa per scrivere articoli clickbait su quanto fossero problematici e politicamente scorretti Gygax e Greyhawk (solo per poi fare dieci articoli in stecca spiegando per filo e per segno il lore dell'ambientazione nei manuali TSR in modo da generare altri clik). * Al momento in cui sto finendo di scrivere l'articolo ciò che è stato creato l'altro ieri è già diventato problematico e va cancellato. Ora si può usare solo materiale creato 8 ore fa.
    5 punti
  16. Non si tratta di essere influenzati dalla Wizards ma di essere influenzati dalla società in generale. L'immaginario collettivo di ogni generazione è diverso da quello della precedente, la fantasia si evolve, questo da sempre, anche da prima che la Wizards venisse fondata. Non confondiamo la causa con l'effetto. La letteratura, il cinema, i giochi seguono le trasformazioni sociali molto più di quanto non le provochino. Non ho mai detto che fosse etico né che fosse sociale. Ovviamente quello che fa lo fa per vendere: è un'azienda, mica fa beneficienza. Cerca per favore di non mettermi in bocca parole non mie. No. Intendo che chi si sente a disagio o infastidito per uno o più aspetti di un vecchio manuale non necessariamente è una persona che vede un *ismo dovunque, e quindi potrebbe essere sano di mente e in buona fede. Inoltre, temo che anche qui tu (pur essendo certamente sano di mente e in buona fede) stia travisando il senso delle mie parole. Il mio era un appello alla moderazione e al restare sui fatti, e non perché penso che sia buono e giusto, ma perché penso che sia l'unico approccio che può portare a qualche risultato diverso dal prendersi a pesci in faccia a vicenda senza che cambi niente. Per esempio, se cominciamo a prendercela con "quelli che... bla bla bla", entità impersonali e disincarnate, è facile che questa discussione diventi un alternarsi di post contro "i razzisti!", contro "i nichilisti!", contro "i grognard!", contro "i censori del politicamente corretto!", contro "i sessisti!", contro "il pensiero unico!" e così via. Insomma, in cui ognuno se la prende con "i Cattivi" di turno, che altro non sono se non la versione estremizzata e caricaturale della controparte. Questo è poco utile ai fini della discussione e serve solo a far alzare i toni. Se invece rimaniamo ai fatti, quello che io ho visto per ora in questo post (poi ci sarà tutta una storia dietro che risale fino ad Adamo ed Eva, ok) è: un disclaimer della Wizards che è una legittima scelta editoriale, non costringe nessuno a fare o pensare nulla e usa toni moderati e pacati; puoi può piacere o non piacere, può sembrare ingenuo o patetico o ipocrita quanto volete; un commento dell'autore del post, per contro, decisamente esasperato e dai toni molto duri e tranchant, che a mio avviso drammatizzano la situazione più del necessario e non vanno nella direzione di stimolare una discussione anche critica ma costruttiva. Poi questa è la mia opinione. Chiunque è libero di non essere d'accordo. Basta che non mi accusi di cose che non ho detto.
    5 punti
  17. Mi spiace ma non sono d'accordo. Vero l'argomento delicato che si unisce con D&D, e fermo restando la libertà di opinione che deve essere concessa a tutti non dovrebbe essere permessa l'aggressività. Questo vale per ogni opinione, poiché l'aggressività è offensiva in senso assoluto è infantile e porta un argomento sul quale si può dibattere a divenire irrimediabilmente un flame preso sul personale. I moderatori hanno molti strumenti in mano prima di arrivare all'estrema cancellazione di un post, alla chiusura di un topic o al ban di un utente. Essi in genere possono avvertire ed ammonire costantemente gli utenti, sia pubblicamente che privatamente fino alla richiesta di modifica, alla modifica diretta o al ban temporaneo di un utente fino a che non ha sbollito od imparato ad abbassare i toni. Il termine moderatore non fu scelto a caso, il moderatore deve moderare le discussioni, Ne censurarle, Ne ergersi a punitore, giudice o carnefice. Ma ha il compito di far si che le discussioni abbiano un tono costruttivo. È un "lavoro" complicato poiché è estremamente difficile essere superpartes ed accantonare le proprie idee, ma diviene semplice se si considera che l'obiettivo non è bloccare o favorire ma semplicemente di bloccare ogni forma di violenza ed intolleranza. Si può parlare della questione "orchi" per prendere un argomento tra i tanti, senza essere aggressivi, violenti ed offensivi a prescinde da quale opinionie si esprime e si può parlare di Razza (strettamente parlando di fantasy) senza scadere nella violenza, ed in maniera matura. E si può farlo senza scadere nella politica reale visto che alla fine si parla di fantasy. Il compito del moderatore, molto difficile in questi casi, è di mantenere la discussione in un tono maturo redarguendo entrambi le parti. Poiché non si deve offendere le persone parlando di orchi, e non ci si deve sentire offesi in prima persona parlando di orchi. Se ciò a cade c'è qualcosa di sbagliato nel modo in cui tale discussione è stata impostata o condotta. Tornando alla figura di moderatore mi permetto un ultima cosa, la sua figura è essenziale in ogni confronto che sia un dibattito politico, che sia una tavola rotonda di professori ecc. Se la figura del moderatore è salda e sa come gestire la conversazione ed il dibattito, essa sarà costruttiva ed efficiente, altrimenti se esso non è in grado o, come alcuni patetici dibattiti televisivi ci hanno insegnato vuole solo l'audience della lite, tutto crolla nel caos. Tutto questo ovviamente vale quasi sempre da tutte le parti della discussione e non da un solo lato, poiché una volta alzati i toni ed anadato fuori controllo è sempre quasi impossibile riprendere le redini di una o più serie di conversazioni. Personalmente sono dovuto intervenire molte volte per fermare subito possibili flame, e sono dovuto intervenire molto spesso per rispondere a chiarimenti da parte della moderazione con utenti scontenti che sono stati redarguiti per atteggiamenti violenti. Alcuni di essi hanno capito, ricordiamoci che spesso il modo di scrivere può essere frainteso è molto più difficile scrivere che parlare. Dalla tastiera un tono calmo o una battuta possono essere fraintesi facilmente. Altri invece sono andati via e questi è purtroppo sempre un dispiacere, ma può essere inevitabile. L'importante però è che deve essere chiaro che nessuno nemmeno la moderazione deve avercela con una singola persona ma solo con singoli comportamenti scorretti che non devono essere tollerati. Finisco questo muro di testo, di cui non avevo intenzione quando ho iniziato a scrivere, sperando di non essere frainteso. Non voglio assolutamente ergermi su un piedistallo, ciò che mi spinge è solo l'estrema tristezza nel vedere un forum autorevole come questo che rischia l'anarchia ed il caos e che rischia di perdere sempre più credibilità. Piccola aggiunta e modifica. Nella maggior parte delle discussioni linkate da The Story sono stati violati i punti: 1.2, 1.3, 1.6, 1.7, 1.12, 2.0, 2.1 del regolamente a volte qualcuno a volte tutti.
    5 punti
  18. Io sono parte della moderazione di un forum (che non centra nulla con i GDR), l'ordine del forum è in mano ai moderatori e basta davvero poco a mandarlo alla malora. Prendere le decisioni in maniera corale e compatta è essenziale e non facile. Detto questo però non si possono permettere determinati tipi di discussioni qualunque siano le idee della moderazione. Sono vicino a the Stroy per quanto io bazzichi a tratti questo forum e spesso non ho avuto un gran feeling con le sue risposte ho sempre avuto un grande rispetto per la sua presenza, conoscenza e dedizione e nel corso degli anni l'ho sempre preso come punto di riferimento in questo forum e con lui, a mio avviso si perde una fetta molto importante. Nel forum in cui faccio parte della moderazione (per altro molto grande) proprio per motivi di correttezza c'è un regolamento molto chiaro: è fatto divieto di discussione politica, religiosa, sportiva non essendo essi i temi del forum ed essendo temi particolarmente delicati. Ci sono situazioni in cui questi temi sono di margine e sono tollerati a malapena, ma in ogni caso ogni discussione centrata su questi argomenti, ogni flame, ogni insulto, ogni attacco personale, ogni segno di intolleranza di qualsiasi genere o discriminazione di qualsiasi genere non è tollerata, i post vengono dopo avvertimento rimossi. In una società come quella umana facilmente incline verso l'intolleranza di qualsiasi genere, dove gli esseri umani si sentono, soprattutto nascosti dietro una tastiera, legittimati a gettare fango contro chiunque, soprattutto in un forum dove chiunque è libero, ed è giusto che lo sia, di scrivere ogni cosa, ci vuole davvero nulla a perdere il controllo. Una moderazione morbida o latente è un male. La libertà di opinione e di parola è sacrosanta, ma non può essere una scusa per vomitare veleno o per offendere il prossimo chiunque esso sia. Tutto questo a prescindere che si sia d'accordo o meno con ciò che si va a moderare devono esserci delle regole chiare che vanno seguite così che un utente sappia cosa si debba aspettare in un forum il quale dovrebbe trattare di un argomento ben specifico. In ogni caso sono sempre più rattristato dalla deriva e dagli enormi passi indietro che sta facendo questa società, e dall'odio che viene versato sia da chi fa discriminazione sia da chi la riceve. Sono tornato dopo un certo tempo di latenza e questi argomenti segnati da The Story non li avevo notati, sono terribili, ed onestamente mi hanno fatto calare considerevolmente l'opinione di questa comunità. Perché purtroppo, girarsi dall'altra parte e non intervenire ha lo stesso valore dell'accusa diretta. My two cent
    5 punti
  19. Mi raccomando ragazzi: evitiamo post chilometrici composti solo da parole colte e frasi arzigogolate. L'obbiettivo del forum è comunicare e discutere su dati argomenti. Non è una vetrina dove fare la ruota!
    5 punti
  20. In realtà è un falso problema. Non è che D&D3&co. ha fatto scuola, è che ha portato un sacco di persone nuove, cresciute a pane e Magic, Final Fantasy e Pokemon, nel mondo del GdR, e ci è riuscita proprio perché quelle persone erano interessate soprattutto all'aspetto numerico del gioco. Il concetto di "perdere di vista il personaggio in quanto storia" ha senso per chi valorizza l'interpretazione immersiva o narrativa molto più di tutto il resto, il che è perfettamente lecito, ma non si può vivere il fatto che altre persone siano più interessate ai numeri come un degrado a cui è necessario porre rimedio. Si può promuovere il proprio modo di giocare, ma in maniera positiva, senza porsi in contrasto col mondo e interpretare il ruolo dei difensori di uno splendore passato che ora, per colpa della 3.5, non esiste più. Altrimenti si viene percepiti come chi sa meglio degli altri quello di cui hanno bisogno per giocare bene, quando poi magari quegli altri non è che non sanno cosa sia la profondità narrativa, è che gliene frega molto meno che della system mastery. Alla fine, come hai detto prima tu stesso, l'importante sono le premesse. Non stiamo giudicando te, stiamo dando la nostra opinione in un ambito soggettivo e astratto, per cui per forza di cose ha senso chiedersi la finalità del discorso. Al limite stiamo giudicando la tua posizione, ma questo non rientra nella definizione di processo alle intenzioni. A me dispiace che tu viva questo dibattito come un attacco e ti ponga sulla difensiva. Io personalmente scrivo perché mi interessa la tua opinione, altrimenti evitavo. Ti porto un significativo esempio da buddista per spiegare quello che penso. Le patate di montagna giapponesi, che sono ruvide e sporche quando vengono raccolte, se messe tutte insieme in una vasca in cui scorre l'acqua, scontrandosi si sfregano e la buccia si leva, lasciandole lucide e pulite. Così anche le opinioni e le idee se messe insieme, attraverso lo scontro e lo sfregamento migliorano. Ma se non c'è confronto si perde questa possibilità. Comunque se a te non interessa, basta dirlo. Credo che questa frase sia significativa riguardo gran parte delle incomprensioni che sono emerse, per cui perdonami ma vorrei fare un discorso a riguardo senza intendere alcun processo alle intenzioni La definizione di gioco di ruolo è molto semplice. Si tratta di un gioco in cui i giocatori assumono il ruolo di personaggi in un'ambientazione immaginaria. Il che comprende anche chi gioca limitandosi a descrivere sinteticamente le azioni del proprio personaggio, perché sta comunque assumendo il ruolo del proprio personaggio, solo che lo sta facendo in termini particolari che non comprendono la recitazione e l'amore per i dettagli, ma lo sta comunque facendo. Detto questo è legittimo, e anzi necessario, che ciascuno di noi sviluppi questo concetto arricchendolo con le proprie idee ed esperienze. A quel punto si raggiunge la propria idea soggettiva del modo migliore per giocare di ruolo. Ma rimane il fatto che il giocatore, per dire, EUMATE sta effettivamente giocando di ruolo. A parte questo, comunque ci sarebbe c'è un'altra questione da chiarire, ovvero riconoscere il valore delle idee discordanti dalla nostra. In nessun caso dovrebbe succedere che "tu hai il diritto di sostenere una cosa, e chiunque di dirti che non è vero", perché è così che si generano i flame. Nell'ambito delle idee soggettive non si può dimostrare che una cosa è vera o falsa, per cui non ha senso sostenere posizioni in contrapposizione. Ha senso dare la giusta dimensione alla propria posizione nel rispetto di quella degli altri. Nessuno dovrebbe dire che chi favorisce la parte narrativa a scapito della s.m. non sta giocando di ruolo (ma sta giocando di narrazione), però potrebbero dire che non ha un approccio condivisibile da tutti, perché si perde una parte del gioco che a molti interessa (la tattica e la sfida posta dalle regole). Allo stesso modo nessuno dovrebbe dire che chi favorisce la s.m. a scapito della parte narrativa non sta giocando di ruolo (ma sta giocando a un videogame cartaceo), però potrebbero dire che non ha un approccio condivisibile da tutti, perché si perde una parte del gioco che a molti interessa (la profondità narrativa). In sintesi, non devi smentire niente. L'unica cosa che non ho capito è che tipo di risposte vuoi ai tuoi interventi sul blog.
    5 punti
  21. Scusate se mi intrometto, ma non sono del tutto d'accordo (anzi, quasi per niente) con il ragionamento che fai e con il modo in cui lo poni nella tua inserzione. Nello specifico, definisco i miei due "problemi", cominciando dal "come esponi": Nella tua inserzione, non si capisce se tu stia parlando in generale, riguardo un gioco specifico e, nel caso a quale gioco. Questo dettaglio, però è fondamentale, infatti in base a quale gioco uno va ad affrontare, si imbatterà in prerogative diverse a livello di Design. Ad esempio, mentre AD&D (da quello che ho capito, non la conosco affatto) era/è un gioco più narrativo, la 3.X si è focalizzata molto di più sulla system mastery, mentre la 4E lo ha fatto sul gaming tattico e la 5E è più o meno tornata alle origini più narrative. E qui sto parlando soltanto di DnD, senza nemmeno considerare le centinaia di altri giochi (tradizionali o meno) che ci sono! Ora, è chiaro che quanto tu sostieni essere fondamentale (ovvero: ) dipende pesantemente dal tipo di sistema utilizzato, oltre che dal gruppo. Se io sono in un gruppo che ama ottimizzare e giochiamo a 3.X, ma io ritengo che sia giusto concentrarmi più sulla storia che sui numeri, finisce che io non mi diverto e non solo: il mio pg, così ben caratterizzato non è nemmeno tanto caratterizzato (a meno di esempi particolari). D'altro canto, se io sto affrontando un gioco più narrativo, il discorso potrebbe cambiare. Questo infatti ci porta al secondo punto, ovvero al problema proprio del ragionamento, che secondo me è esemplificato magnificamente dall'esempio del barbaro e soprattutto da questa ben poco felice frase: Secondo me, questa frase racchiude tutto il problema che hai espresso. Il mio personaggio deve essere descritto dal "cosa sa fare" almeno quanto dal "chi è", altrimenti non sarà mai chi è! Mi spiego meglio con un esempio classico ma mai superato (ammetto che questa frase possa sembrare molto contorta): se io voglio fare un paladino ammazza demoni, ma il mio paladino ammazza demoni non sa ammazzare i demoni, al massimo sarò un truffatore che si vanta di ammazzare i demoni (e per carità, va benissimo. Solo che non è il paladino ammazza demoni). Nello specifico, a seconda del sistema utilizzato la parte numerica può diventare più o meno importante per sostenere il concept del personaggio, nello specifico sempre più importante tanto più quanto più il sistema incoraggia la system mastery. Passo ora all'esempio del barbaro, che secondo me è del tutto incomprensibile. E ancora più incomprensibili sono le conclusioni che ne trai, per non parlare del fatto che mescoli opinioni personali a fatti senza soluzione di continuità. Nello specifico, se il mio barbaro vichingo non sa ammazzare le melme, mi spieghi con che coraggio potrebbe fregiarsi del titolo di ammazza melme??? Il punto è che (di nuovo) in base al sistema che usi, per saper ammazzare le melme potresti avere più o meno bisogno di focalizzarti anche sui numeri. Per dire, come potresti essere un ammazza melme (pur con tutte le cicatrici del caso) in un sistema di gioco à la 3.X se poi il tuo compagno di gruppo ammazza le melme molto meglio di te perché ha scelto i talenti migliori? Altro discorso è se stai parlando di un gioco prettamente narrativo, in cui il dire che il mio pg è un ammazzamelme lo rende automaticamente un ammazzamelme (penso agli aspetti di Fate, ad esempio). Ovviamente, fra questi due estremi ci sono milioni di giochi, con tutte le varianti possibili, ma è impossibile parlare in generale. Perciò quell'esempio andrebbe chiarito decisamente meglio, ad esempio mettendolo così: In questo modo chiarisci come la pensi ma senza dire falsità [ad esempio, in 3.5 il secondo barbaro dei tuoi non sarebbe per niente caratterizzato, perché sarebbe morto alla prima melma!]. TL;DR Tutto ciò per dire che, dal tuo articolo, traspare il fatto che chi preferisce la system mastery gioca peggio di chi preferisce la parte narrativa (o almeno, io ci ho letto questo). Per tutti i commenti successivi, poi, non hai mai contestato questo fatto (pertanto lasciando presupporre che sia vero), dal momento che regolamento più complesso è diverso da sistem mastery (ad esempio, la 4E non è molto portata alla system mastery, pur essendo molto complessa, dal momento che l'obiettivo principe è il bilanciamento fra le opzioni), e tu hai ripetuto più volte che ami i giochi complessi. Per quanto io sia un fiero sostenitore della libertà di parola, finchè si tratta di gusti personali credo sia inappropriato demonizzare il gusto di qualcun'altro. PS: Tra l'altro, la frase sul chi e cosa fa che ho citato più sopra, mi sembra cozzi con il titolo della tua inserzione, con il quale invece mi trovavo relativamente d'accordo, e con la pratica del reskin, che amo molto. Infatti, il fatto di avere meno opzioni non vuol dire non concentrarsi su cosa sa fare, anzi! Meno opzioni vuol dire effettivamente che per raggiungere il mio concept ho bisogno di fare meno fatica dal punto di vista numerico, ma di più da quello dell'immaginazione, ma non vedo come questo debba essere in contrasto con il fatto di sapere cosa il mio personaggio sa fare. Semplicemente, deciderlo è stato più facile!
    5 punti
  22. Personalmente se le illustrazioni sono commissionate per un progetto importante, con un grosso budget alle spalle, con una casa editrice attrezzata allora pretendo che tutte le immagini siano orgininali, con al massimo qualche minima illustrazione (loghi, chiusure di pagina...) generata da AI. Se invece il libro viene fatto da qualche appassionato, probabilmente squattrinato, allora prediligo l'uso di arte libera, stock o senza licenza (vecchie opere d'arte ad esempio) e tollero senza problemi l'uso di immagini generate da AI. Capisco che anche i disegnatori devono guadagnare, ma non avrebbero preso un euro da me per il mio sistema (OBSS vedi thread sul sito), ed e' per questo nel mio volume ci sono 4 illustrazioni fatte con AI e le altre 130 sono tutte senza copyright (anzi mi sono divertito a scegliere quelle piu' adatte all'argomento dove venivano inserite) Come produttore di manuali se mi rivolgo ad uno studio od ad un artista pretendo di sapere se l'immagini sono state create con l'ausilio o meno di AI. Come lettore mi fa piacere leggere se nel libro sono presenti illustrazioni generate da AI. Non sono per il divieto assoluto all'uso di AI per le immagini come molti editori invece (paizo e wotc in primis), sono pero' assolutamente contrario all'utilizzo di AI per generare testo. ciao BHH
    4 punti
  23. Ho dato un'occhiata al post: le basi sono interessanti, provo anch'io a fare un paio di domande nella speranza che aiutino. 1-(un po' più stupida, è soprattutto una curiosità) Hai già pensato all'aspetto dei Degni di Onori? Anche solo quanto siano "strani" per gli standard umani. 2-Hai pensato al tema della religione? Esiste una fede comune e diffusa nella maggior parte dei pianeti della Federazione/Comunità Galattica o ci sono varie fedi, filosofie e sette locali? O, magari, prevale l'ateismo e l'umanesimo? 3-L'ambientazione sarà fantascienza pura, senza elementi sovrannaturali, o esistono dei poteri psichici/spirituali/magici? Nel secondo caso, sono una prerogativa di alcuni popoli o sono diffusi tra tutti?
    4 punti
  24. Banalmente era un bonario "no guarda, stai pigliando una cantonata galattica" accompagnato dall'ennesima prova/evidenza a supporto, semmai ve ne fosse bisogno. Tra l'altro bello notare che di 3 post con immagini, quote sulla R.C, griglie in scala e link assortiti con date e quant'altro, hai notato solo quello e non tutto il resto Poi vabbé, comprendo che quando la controargomentazione sono i "secondo me" è preferibile buttarla in vacca dicendo che son tutti cattivi e uscire sbattendo la porta.
    4 punti
  25. Premesso che ritengo Planescape l'ambientazione più originale creata dalla TSR e perfettamente integrata a quello che è D&D, penso che in questo momento storico sia l'ambientazione che rischia maggiormente lo snaturamento. La cosmologia della grande ruota, in particolare i piani esterni, sono plasmati dagli allineamenti di D&D. Le forze che li formano e li guidano sono forze contrapposte: bene-male, legge-caos. Gli abitanti nativi di quei piani SONO l'allineamento del piano, siano essi umanoidi o meno. Vista la tendenza attuale non oso immaginare come verrebbero "snaturati".
    4 punti
  26. Se deriva da queste parole che credo di aver gia ampiamente smentito coi link a fatti oggettivi nel mio intervento precedente, mi sa tanto di sì: (edit: un piccolo stralcio di storia editoriale dei drow: Halisstra e Ryld) (fine edit) Sui drow sputa ben oltre il materiale delle edizioni TSR. Il punto è proprio come faranno alla WotC a tirare fuori il coniglio dal cappello e far contenti tutti. I drow buoni, cn ecc caratterizzati col dono del libero arbitrio e con una società sufficientemente complessa per un gdr fantasy (Salvatore docet) ce li avevano già e se li sono smentiti da soli in un comunicato ufficiale. Un'espansione su Menzoberranzan a base di retcon sulle matrone drow all'improvviso tutte tsundere e per nulla evocatrici di demoni sarebbe quantomeno imbarazzante anche solo da leggere.
    4 punti
  27. Ma questa è l'opinione che la Wizard, come azienda, ha deciso di abbracciare: che fosse sbagliato. Opinione che condivido, e che anche se tu non condividi non vedo che problema ti crei il fatto che sia opinione minoritaria o maggioritaria nell'azienda. Non credo tu possa pensare sia un fatto oggettivo, e dici correttamente che sia un tuo parere, come il mio e quello della Wizard. Sarebbe diverso se il loro pensarla diversamente da te ti danneggiasse in qualche modo, ad esempio se ti impedissero in qualche modo di giocare in un dato modo. Ma se il loro parere è diverso dal tuo non vedo che problema ci sia. Comunque, per chiarire, dire che fosse sbagliato non insulta né i fan che lo giocano né chi lo ha scritto. La schiavitù è sicuramente qualcosa di sbagliato, ed è corretto dire che fosse eticamente sbagliata prima come lo è ora, ma nel dirlo non sto insultando chi aveva schiavi in un periodo in cui non era riconosciuto come tale. Se dicessi che bisogna distruggere le statue di Giulio Cesare o George Washington perché avevano schiavi, starei implicando quello che dici. Se dicessi che la schiavitù è sbagliata nel presentare a dei ragazzi il De Bello Gallico, non c'è un giudizio morale su Cesare: era figlio del suo tempo. Che è esattamente quello che scrive la Wizard.
    4 punti
  28. Dal lato se sia o meno un problema, non è un argomento democratico. Può essere problematico per il 10% della player-base e un non problema per il 90%, ma non cambia di una virgola la situazione. Sarebbe interessante sapere per quanti non sia un problema se la soluzione scelta fosse di censurare, e quindi di danneggiarli in qualche modo. Ma la scelta di mettere un avviso non rovina in nessun modo il loro divertimento. Mettere l'avvertenza di allergeni sul cibo non mi rovina l'esperienza se non sono allergico a niente. Dal lato se il fatto che sia secondo in classifica sia un segnale di una preferenza nella player base, ovviamente la risposta è che non è un segnale di niente se non del fatto che si parla questa settimana di quel manuale. Se anche il 70% dei giocatori trovasse disgustoso il prodotto e il 30% non lo vedesse come un problema, una frazione sensibile del 30% dei giocatori che acquistano un manuale per ripicca lo manda chiaramente in top 10.* Oppure possiamo invertire la frase: Vedi? Il disclaimer non rovina o cambia l'esperienza in nessun modo, anzi: le vendite sono aumentate nonostante il terribile disclaimer! /s *
    4 punti
  29. Ma sono cambiamenti diversi, non legati agli orchi che diventano buoni, ma a stereotipi razziali che colpiscono gruppi etnici reali, e non di fantasia, come i Vistani di Ravenloft, chiaramente ispirati a Rom e Sinti (etnia duramente e tragicamente discriminata e spesso dimenticata). Questi sono casi ovviamente diversi, e con una priorità diversa rispetto a discorsi accademici sulla morale degli Orchi.
    4 punti
  30. Concordo, ma si entra in una situazione più estesa nel parlare della percezione del razzismo in America negli anni '70, e non particolarmente rilevante. Stavo solo giustificando perché non fosse un problema per me quando lo leggevo negli anni '90 in Italia. Concordo con quello che dici, ma non è in alcun modo importante per la discussione spiegare perché non fosse problematico negli USA quando è stato scritto. Quello che voglio sottolineare è che, oggi, una frase che descrive i popoli asiatici come mistici e esotici mi crea problemi. In particolare per la mia situazione personale, ma credo sia una questione su cui si possa facilmente provare empatia cercando di vedere sé stesso a 14 anni, cercando di convincere degli amici fisicamente diversi da te che sei come loro e non "esotico e misterioso". No, non concordo. Primo, non concordo che sia simile: Sembia è estremamente generico, tanto che la relazione con l'Italia la vediamo noi, ma non è assolutamente esplicita. Ho cercato online, e ad esempio qui sostiene che sia ispirata all'Olanda https://www.reddit.com/r/Forgotten_Realms/comments/3883xb/real_world_equivalents_to_forgotten_realm/ La discussione è esplicitamente basata sulla ricerca di un regno simile all'Italia, e nessuno propone Sembia. Chiarisco: credo anche io sia ispirata all'Italia, ma non è assolutamente palese quanto "Oriental Adventures". Nessuno direbbe "Uhm, no, secondo me Oriental Adventures non è ispirato all'Oriente". Secondo, un'eventuale ambientazione che esaltasse gli stereotipi Italiani non creerebbe naturalmente nessun problema ad un gruppo di giocatori italiani in Italia, anzi, come dici tu è molto figo vedere i mafiosi su D&D. I problemi sorgono in situazioni in cui vi è del pregiudizio nei propri confronti per via del gruppo etnico. Aggiungo un'ultima nota. Quando dico che "Oriental Adventures" mi crea problemi, non intendo "perché voglio che i miei figli e i loro amici non possano entrare a contatto con l'esistenza di questi stereotipi e che vivano in una bolla". Se pensassi questo, chiederei che questi prodotti siano censurati, e la loro vendita sia interrotta. Non è quello che penso, e quindi non concorderei assolutamente con una simile proposta. Credo che però se qualcosa possa ferire qualcuno, sia cortesia evitarla, o avvertire, o spiegare. E quindi trovo il warning di WoTC cortese, educato e bilanciato.
    4 punti
  31. No, non sono d'accordo sulla ricostruzione che fai nell'unire le due discussioni. Per quanto sicuramente la discussione sia sufficientemente polarizzata da mischiare tutto, non sono la stessa discussione. Molte persone hanno idee completamente diverse sulle due questioni ad esempio, e quindi dire "e allora gli orchi?" è simile a tanti slogan politici che abbiamo sentito. Stiamo parlando di una discussione in cui vi sono degli estremi chiaramente nocivi, e di una soluzione che è invece una via di mezzo (in particolare per me una via di mezzo ben riuscita): avvisare senza censurare. Si può essere d'accordo o meno con la soluzione, ma rievocare posizioni più estreme non c'entra niente e serve solo a polarizzare ulteriormente. Mentre la discussione sulle razze fantasy che non esistono è una questione su cui è interessante discutere, il warning su Oriental Adventures è in riferimento a pregiudizi raziali su gruppi etnici che esistono, ed è una cosa completamente diversa. Rileggendo Oriental Adventures 1e con i miei occhi di oggi, è onestamente problematico, anche per me personalmente: mia moglie è asiatica, e ho due bambini con un fenotipo asiatico che cresceranno e giocheranno (spero!) a D&D, una cosa che quando giocavamo noi semplicemente non esisteva. Non c'era nulla di male nel contesto dell'Italia degli anni '90 a giocare in un mondo in cui gli orientali erano "l'altro", il "diverso e misterioso", perché lo erano: non erano i giocatori, erano l'altro. Oggi un giocatore di D&D può essere un bambino asiatico (ma con nome e cognomoe italiani) di 12 anni, che cresce in una classe a Ponsacco e vuole essere visto dagli amici come uno di loro, e non come una etnia mistica che viene da una landa esotica. Tra il censurare i vecchi manuali e ignorare il problema che pongono, trovo il warning una soluzione molto ben bilanciata che non impedisce a nessuno di leggere i contenuti che vuole ma non sta ignorando il problema. È una via di mezzo, e come tutte le vie di mezzo scontenta in molti. Ma quello che voglio chiarire è che non è una situazione di bianco e nero: in altre situazioni, quando il bilanciamento trovato è diverso (ad esempio con la rimozione di episodi di Scrubs o Community), saremmo dalla stessa parte della discussione. Per questo non trovo corretto dire "E allora gli orchi che non esistono?", perché è una discussione diversa, che chiaramente non ha le stesse problematicità e quindi naturalmente raggiungerebbe un bilanciamento diverso. Invece di polarizzare parlando come se ci fossero due fazioni, e quindi ogni battaglia sia parte della guerra, trovo più produttivo discutere caso per caso se la soluzione trovata sia adatta alle problematiche specifiche.
    4 punti
  32. Mi unisco anche io con una riflessione un po' cruda rivolta a entrambe le parti: credo che dare corda a tutta questa ansia che ci fa temere che il mondo che conoscevamo venga dilaniato da nuove tendenze di qualsivoglia forma/colore/ideologia non si confaccia al nostro modo di vedere e godere il mondo, sia un comportamento sempre arrogante, infantile e auto-ingannatore. Sono convinto che si possa definire una persona adulta dalla sua capacità di adottare, in ogni questione, un approccio che parta dal mettere in discussione il proprio punto di vista e le proprie convinzioni (ovvero quello in cui decidiamo di riporre fiducia). Un punto di vista che divide le persone in categorie astratte, come ad esempio quelle dei "razzisti", "fascisti", "SJW" o qualsiasi etichetta ci venga in mente, conduce e riduce a instaurare dinamiche da tifoseria calcistica, da politica da quattro soldi, da guerra vera e propria. La realtà concreta però è fatta di singole persone con cui possiamo interagire proficuamente solo se ne riconosciamo prima l'umanità e le caratteristiche che la rendono simile a noi, e subito dopo mettiamo da parte l'arroganza e ne rispettiamo le esigenze cercando di raggiungere una posizione più ampia. Poi ognuno è libero di decidere di non fare tutta questa fatica e leggere testardamente a proprio vantaggio o in base alla "squadra" di appartenenza ogni testo, segnale o situazione, un po' come fanno in maniera estremizzata i terrapiattisti e i complottisti vari. Però siatene consapevoli. Mi pongo questa domanda con voi: A che serve discutere? C'è una reale esigenza di ribadire la mia posizione per propagandarla, o forse dialogando potrei anche imparare qualcosa da quella persona che sto giudicando come un mentecatto perché non è d'accordo con me? E se poi addirittura scoprissi che mi sbagliavo a giudicarla così perché in realtà, sotto sotto, sulle questioni importanti o essenziali, la pensavamo allo stesso modo? Nello specifico della tematica affrontata, aza, sono totalmente in disaccordo con le conclusioni. Posso condividere la preoccupazione per una sorta di "revisionismo fanatico" di questi tempi ma non tanto per l'impatto che avrebbe sul gioco, quanto perché mi dispiace quando qualcuno porta avanti una battaglia che non comprende e anzi fraintende. Però nel caso specifico la dichiarazione presa a pretesto per questa sparata verso terzi, in pieno stile appena descritto, proprio non rappresenta niente di deleterio. Tanto per farti un esempio: Non è uguale alla frase che tu hai tradotto nel tuo commento, e non attacca le persone ma la società Americana del tempo. Ancora, nel testo citato da Greyhwk Gognard tutta la manfrina sugli orchi e sulle razze malvagie è un esercizio di immaginazione provocatorio non attinente al testo preso in considerazione.
    4 punti
  33. 4 punti
  34. È proprio la questione dei paletti che ci preme particolarmente! Ed è la parte più difficile da gestire. Oltre a parlarne tra noi qui sul forum abbiamo anche organizzato una riunione di Mod e amministratori, per la prossima settimana.
    4 punti
  35. Il 90% delle volte che abbiamo espresso entrambi un'opinione su una discussione, era per dare giudizi opposti. Fortunatamente, si parlava sempre e soltanto di meccaniche di gioco ed interpretazione, questioni abbastanza superficiali se confrontate con quelle che descrivi nel tuo pdf. Detto questo, anche se probabilmente non conto granché, ti invito a non andar via. Per me è chiaro che non hai un problema con il D'L, ma con 3 utenti in particolare che secondo te devono essere ripresi dalla moderazione. Non ne vale la pena, soprattutto per un senso di responsabilità sociale nei confronti del forum che noialtri ti abbiamo affibbiato. Sia chiaro: sei il mio arcinemico, come Jim per Dwight. (?) Ma come dice @Brillacciaio, sei una colonna portante di questo ambiente, e ne perderemmo tutti se lasciassi. Concordo con te che c'è un modo di fare un po' loose sugli argomenti di politica. Non mi voglio schierare da nessuna delle due parti, ma è chiaro che quelle conversazioni non sarebbero mai nemmeno dovute arrivare dove sono arrivate senza un post di richiamo da parte di qualche moderatore. Il tuo blog, come vedi, è seguitissimo: basta un sondaggio qui sopra per chiamare tutti a raccolta e discutere insieme delle cose che non ci piacciono. Magari gli admin non hanno ascoltato te da solo, ma se la tua opinione è cosa diffusa, vale molto di più in ogni circostanza.
    4 punti
  36. Ciao, è da pochissimo che sono iscritto e mi dispiace vedere che per la seconda volta in poco tempo qualcuno se ne va per questo motivo. Non ci conosciamo e non mi permetterei mai di giudicare la tua scelta, la rispetto. Mi permetto solo di chiedere a me stesso: come sarà il futuro (non solo di questa community, anche in generale) se tutti quelli che la pensano come te uno dopo l'altro abbandonano il campo, lasciandolo libero per le persone che hai citato? Anche un intervento secco e sanzionatorio da parte degli amministratori non credo che risolverebbe il problema. So per esperienza quanto possa essere frustrante avere a che fare ogni giorno con opinioni o prese di posizione che ci feriscono. Ma mi sono sempre più convinto che il modo migliore (forse l'unico modo possibile) di attuare i cambiamenti culturali sia non interrompere mai il dialogo e la "mescolanza" tra le persone, anche quelle che hanno visioni agli antipodi.
    4 punti
  37. Ho letto tutto e, a parte l'intervento di Karsus che mi ha colto un po' alla sprovvista (non diversamente dai suoi tipici interventi ma è comunque discretamente confuso e apparentemente a sproposito) ho apprezzato molto questa discussione. Effettivamente, durante tutto il periodo che è andato dalla mia adolescenza all'ingresso nell'età adulta mi sono interrogato su questi argomenti, soprattutto per il mio percorso di studi, ovvero Fisica Teorica. Da un lato, mi sento di concordare con Brillacciaio quando dice: e con il succo della sua argomentazione seguente, anche se io i positivisti li lascerei in mezzo comunque. In effetti, a mio parere, molta della anti-scienza che si vede adesso (no-vax ma anche no-economia o no-molte cose), a mio parere, è nato proprio dalla troppa fiducia e ottimismo nella scienza che si è generato: infatti, l'uomo medio, non scienziato, non ha i mezzi molto spesso per distinguere una affermazione effettivamente scientifica da un'altra, ma dato che gli è stato inculcato in testa che la Scienza è la portatrice della verità si trova in difficoltà quando due tizi con il camice da laboratorio e la scritta scienziato sul cartellino si contraddicono. A quel punto potrebbe autonomamente tentare di determinare quale delle ipotesi sia veramente scientifica e falsificabile oppure se scegliere quella che gli sembra lo sia ed è migliore per lui (quella che gli da la risposta facile, quella rassicurante ecc...). A mio parere, il problema della mancanza di senso ha molte cause fra cui, appunto, anche il troppo positivismo. Ma a mio parere la principale è sicuramente lo sfaldarsi dell'etica sotto i colpi del cambiamento che è in atto da circa trent'anni con una rapidità inaudita. Basta pensare che trent'anni fa c'erano ancora i blocchi comunista e capitalista, i viaggi in aereo erano solo per i ricchi, i computer erano delle cose fiche che usavano alla NASA e internet ancora praticamente non esisteva, figurarsi i cellulari. La precedente rivoluzione tecnica, che ha portato anche una grossa rivoluzione sociale e culturale, è avvenuta con la rivoluzione industriale, ma si è spalmata su circa 150-200 anni ed è stata molto meno "rivoluzionaria". In questo senso, mi sento ottimista: prima o poi riusciremo a ricostruire l'etica e a ritrovare un senso! 😄 Solo per dire che non è esattamente così, ma ora non riesco ad argomentare bene. In caso nel pomeriggio faccio un doppio post per elaborare meglio, ma questo è un po' un modo per dire di non aver capito come funzionano le cose di cui parli.
    4 punti
  38. Provo a tradurre il messaggio iniziale in linguaggio colloquiale. Semplificherò e sopratutto stringerò al massimo. Spero comunque di centrare il problema. La Scienza ha un sistema solido per costruire affermazioni generali (o universali) che riescano a fare previsioni sui fatti futuri. Però molte persone affermano che La Scienza sia l'unico sistema per determinare cosa sia vero e cosa no. Ecco, la loro posizione è (tra le altre cose) extra scientifica, perchè non è verificabile con nessun metodo scientifico. Si tratta di un'affermazione "metafisica" non basata su nessun presupposto verificabile. La si può prender per buona solo come "atto di fede". Inoltre dire "soltanto la scienza può dirci cosa è il Vero" sarebbe come scrivere col pennarello blu "soltanto le scritte rosse sono vere". Non so se mi spiego. NB (devo chiarire queste cose per me stesso, o mi viene l'orticaria) "La Scienza" non esiste. Esistono le scienze, con metodi diversi. I metodi di valutazione sono discutibili. Le previsioni funzionano, ma si possono ignorare i risultati, fino a un certo limite, pur mantenendosi in ambito scientifico. Per ogni ambito esistono teorie diverse che spiegano ugualmente bene i fenomeni, la scelta su quale considerare valida è spesso basata anche su motivi "estetici".
    4 punti
  39. Che le paladine di Tyr vivano libere dalle costrizioni, perché sarà la spada a difenderne l'onore. Come sapete bene, è opportuno che la gente abbia la possibilità di peccare. Perchè così SMITE!!!
    4 punti
  40. Ogni boom è seguito da un bust. Questo è quello che ciclicamente è sempre successo nell'industria dei giochi di ruolo. Nel 2000 c'è stato il boom del d20. Letteralmente: dal 2000 al 2003/2004 praticamente tutti stavano pubblicando roba basata sul d20. Sembrava che non si sarebbe mai più prodotto altro. Si contano sulle dita di una mano le aziende che in quegli anni non si sono lanciate almeno brevemente sul bandwagon del d20. Poi dal 2004 la bolla si è sgonfiata, e infatti chi su quel bandwagon c'è salito troppo tardi ha preso un bel calcio nei denti. Ci sono compagnie che sono nate e morte sull'onda del d20-boom. Qualche anno prima c'era stato il boom dei collectible card game. Praticamente stessa identica storia, per qualche anno chiunque ha creato il suo CCG; chi l'ha fatto troppo tardi però è rimasto scottato quando il boom è stato seguito dal bust. Con i giochi pbta e con Fate è la stessa cosa. Ora siamo da qualche anno in una fase di boom, ma prima o poi ci sarà il bust. I giochi pbta sono una moda come ce ne sono state altre e come ce ne saranno.Sia nel caso di Fate che dei pbta è stato introdotto un sistema di gioco che permette di creare facilmente i propri giochi, e in più c'è un "trademark" associato che fa da "marketing automatico" - conosco persone che se è un gioco pbta te lo comprano a prescindere dalla qualità. Sul "troppo tradizionale": ma se invece di dividere i giochi in "sporchi giochi tradizionali" e "nobili giochi indie" li provassimo senza pregiudizi? Invece di valutare se un gioco è meritevole o no basandosi sulla sua tradizionalità o meno, si potrebbe, non so, giocarci? Sul fatto che i giochi tradizionali abbiano tutti lo stesso sapore, mi sembra una generalizzazione molto superficiale. La stessa cosa che se uno dicesse che i giochi non-tradizionali sono tutti uguali.
    4 punti
  41. Giusta osservazione. Premetto che rileggendo l'articolo su certi punti mi sono reso conto di non essere stato molto chiaro. Nel senso che non ho chiarito veramente bene quali erano i take home messagges. Questo chiaramente è colpa mia, anche perché l'ho scritto un po' di fretta approfittando di un malanno che mi ha costretto a letto, quindi non è molto polished. Leggendo l'articolo sembra che le trappole debbano essere per forza evidenti alla prima occhiata - il succo però non è tanto questo. Cioè, confermo che "deve essere ovvio che c'è una trappola", ma va bene anche se, come sottolinei nel tuo esempio, l'ovvietà della presenza di trappole è suggerita palesemente dal contesto (anche se sul secondo esempio sono meno convinto - per dei giocatori navigati sarebbe una trappola ovvia, ma per dei giocatori nuovi non lo so. Io con una roba così ci ho una volta quasi inavvertitamente ammazzato un giocatore. Era proprio come l'hai descritto: corridoio col forziere traboccante in bella vista, che però era un'illusione e celava una fossa nel pavimento). Cioè, il vero motivo per cui è necessario che sia ovvio che c'è una trappola è far "switchare" i giocatori dalla modalità "passiva-zero interazione con l'ambiente" alla modalità "allerta-iniziamo a guardarci intorno, notare i particolari, e interagire con l'ambiente perché c'è un pericolo". Se i giocatori sono nel " dungeon dalle mille trappole dell'architetto pazzo", e sono consapevoli di esserci (dunque sono già lì che agitano il ten foot pole, che interagiscono con l'ambiente etc), puoi anche essere più subdolo. Per dire: Tomb of Horrors è piena di trappole "ingiuste". Però la maggior parte diventano meno ingiuste se i giocatori sanno di stare giocando a Tomb of Horrors, sanno esattamente cosa li aspetta, e quindi sono paranoici fin dal primo momento che entrano lì. Se vuoi scrivere lo stesso io lo leggo volentieri Sì, il termine è un po' ambiguo ammettibilmente. Io gamista qui lo intendo nel senso di "gdr visto come esperienza di gioco" piuttosto che "gdr visto come esperienza di narrazione condivisa". In un commento precedente avevo usato Donjon per esprimere la differenza. In questo gioco, il giocatore che cerca qualcosa e ha successo nella prova può letteralmente dichiarare cosa trova. Tipo. Giocatore: "Il mio personaggio cerca una porta segreta." DM "Tira". Giocatore: "Ho fatto due successi! Il mio personaggio trova una lastra di pietra con una scritta misteriosa sopra!" DM "Fico!" Se vedi il gdr come un gioco la tua reazione a Donjon è "???? Ma non ha senso!". Se vedi il gdr come un'occasione per raccontare una storia interessante con i tuoi amici ha perfettamente senso. E intendiamoci: io sono di quelli che pensano "ma non ha senso" - è una cosa che per me è scritta da uno che ha visto giocare i suoi amici a D&D, e ha fatto qualcosa che quando ci giochi sembra un gdr, ma che manca completamente il punto. Però, anche se non è la mia cup of tea, posso comunque capire come mai è scritto così e apprezzarlo per quello che cerca di fare. (Insomma, se c'è qualcuno a cui piace Donjon: ehi, è super ok se ti piace! Solo non è la mia idea di gioco) In definitiva, credo che i due sottotipi abbiano questo in comune - anche se trovano il gioco in aspetti differenti, come sottolinei. Mi fa piacere se ti è stato utile. Allora, visto che @Zaorn non tenta di approcciare la trappola, per tuo intrattenimento commentiamola. Eravamo rimasti qui: @smite4life ripensando a quello che scrivevi ieri, mi è venuta una curiosità. Pensi che il motivo per cui l'approccio suggerito in questo post ti risulta inappetibile sia da inquadrare nello stile di gioco descritto in questo post? (i.e. "se non è rappresentato meccanicamente, non sta veramente succedendo") (non mi aspetto una risposta particolare da parte tua, è solo una mia curiosità - trovo la cosa interessante, tutto qui)
    4 punti
  42. Sentite, la discussione era interessante. Per favore, postate le vostre due definizioni di game play, senza altre aggiunte, la semplice definizione. Se sono uguali o paragonabili allora continuiamo a discutere di Gameplay della 5E: dove migliorarlo, altrimenti o si finisce qua la discussione, senza flame né degni né utili, oppure si discute sulla giusta definizione di gameplay. Ma al momento la discussione sta arenandosi.
    4 punti
  43. Dark Sun è problematico perchè è un mondo brutto e sporco, una distopia dove non vi è la possibilità di salvezza se non in effimeri atti eroici di pochi eroi, che dovranno comunque scendere a patti con una realtà spietata e terribile. Ogni singola ambientazione inedita della 5ed descrive mondi felici e colorati: selve fatate dove il cibo cresce rigoglioso e la magia, pura e meravigliosa, permea ogni cosa. O ancora, città multietniche dove un coacervo di stirpi diverse convive armoniosamente sotto l'egida protettiva di un cristallo magico. Il futuro prossimo di D&D è questo: mondi fantastici felici e colorati, dove mostri e sporcizia vivono rintanati nelle tenebre, non sotto la luce del sole. Dove il giusto governa e trionfa e il male, al massimo, trama nell'ombra, e non un mondo dove "il male" ha trionfato. Dark Sun, più che problematica, a me sembra incompatibile con l'attuale "atmosfera" che la Woct vuole dare alle sue ambientazioni. Giusto? Sbagliato? Mah, un po' stucchevole secondo me.
    3 punti
  44. Davvero complimenti! A mio avviso un notevole passo avanti rispetto ai primi blog (o bozze). Rispetto a prima, mi piace molto di più la conformazione del mondo e come stai caratterizzando l'ambientazione. Quoto @Le Fantome, il suo spunto è davvero interessante! Magari i pg devono "inventarsi il lavoro" (chi mai si butterebbe nei terrificanti e misteriosi strati inferiori?!), Potrebbero diventare famosi, venire chiamati da altri regni ecc. Dividere la parte di esplorazione da palombaro e la scoperta di nuove regioni, territori e culture del mondo mi sembra veramente figo, ammetto che ci metterei la firma pure io! Ovviamente, anche un'avventura più standard puó davvero dire la sua in questo mondo (ricordo alcuni spunti molto interessanti che avevi fornito nelle vecchie bozze). Un classico condito con qualcosa di tuo 😉 PS. Occhio agli errori di ortografia qua e là, ne ho trovati alcuni!
    3 punti
  45. Un paio di domande (o, quanto meno, di spunti): 1) esistono sistemi di comunicazione a velocità maggiori di quelle della luce? E se si, quanto più veloci? Per farti un paio di esempi: - Gliese nonmiricordoilnumero: una serie di 6 pianeti attorno ad una nana rossa, ben tre di loro potrebbero avere acqua allo stato liquido in superficie, benchè tutti e 6 siano così vicini alla stella da avere sempre lo stesso lato rivolto verso di essa (come la Luna con la Terra); se non ricordo male, sono così vicini alla stella che anche il più lontano è più vicino di quanto Mercurio lo sia dal Sole; se i due pianeti più lontani fossero ai lati opposti della loro stella, un messaggio radio (quindi alla velocità della luce) da uno all'altro impiegherebbe ad occhio e croce meno di 6 minuti... forse anche solo 5 o 4. - sistema solare: prendendo in considerazione solo i pianeti maggiori (quindi escludendo Plutone e i pianeti ancora più lontani), la distanza tra i più esterni (Urano e Nettuno) è tale che, nella stessa situazione ipotizzata nell'esempio precedente, un messagio radio impiegherebbe circa 400-420 minuti per andare dall'uno all'altro... circa 70-100 volte tanto. - sistema attorno ad una stella gigante: non avendo dati a disposizione, posso solo ipotizzare che, in una situazione analoga, il tempo impiegato perchè il messaggio arrivi a destinazione sia 10-100 volte maggiore, quindi da 3 a 30 giorni. Se poi parliamo di messaggi tra le stelle... ricordo che la stella più vicina alla Terra è lontana comunque 4 anni-luce e qualcosa (circa 1.500-1.600 giorni). 2) velocità di spostamento all'interno dei sistemi stellari (a velocità inferiori a quelle della luce)? Riprendendo i dati del punto 1 (pianeti ai lati opposti della propria stella), per andare da Urano a Nettuno, con la velocità impiegata dai razzi Apollo per andare sulla Luna, una nave spaziale ci impiegherebbe dai 180 ai 190 anni; ad 1/100 della velocità della luce basterebbero 30 giorni, e ad 1/10 della velocità della luce basterebbero 3 giorni. Nel caso di sistemi planetari attorno a stelle piccole (tipo Gliese), basterebbe da 1/10 a 1/100 del tempo; nel caso di sistemi planetari attorno a stelle più grandi, i tempi sarebbero da 10 a 100 volte maggiori. 3) velocità di spostamento tra sistemi stellari? Quì stiamo parlando di spostamento col Motore Superluminale: quanto vuoi che ci si metta, per andare da un sistema stellare all'altro? Opzione 1: velocità fissa, quindi più due sistemi sono lontani, più ci si mette. Opzione 2: velocità variabile, il tempo di viaggio è uguale, ma più due sistemi sono lontani, più enenrgia si consuma (col rischio di doversi "fermare a metà strada" per fare rifornimento... anche più volte).
    3 punti
  46. Q&A a tema: https://www.enworld.org/threads/q-a-with-gary-gygax.22566/page-87#post-1263669 Comunque no, mi sa che il concetto di precedente a 3e non ti è proprio chiaro. http://basicdungeonsdragons.blogspot.com/2017/05/an-interpretation-of-basic-d.html?m=1 https://www.enworld.org/threads/melee-range-and-occupied-space-in-becmi-rc.677294/
    3 punti
  47. Non posso che essere d'accordo con la sua affermazione.
    3 punti
  48. Giusto per tornare in tema. La tesi iniziale dell'articolo è sbagliata perché non tiene conto dell'intera storia del gioco. D&D è sempre stato un gioco semplice da giocare, sin dall'OD&D passando attraverso quasi tutte le sue incarnazioni ed edizioni. Quel quasi è ovviamente riferito alla 3a edizione; la terza è una mutazione di D&D ed il giudizio se questa mutazione sia un'aberrazione o un'evoluzione è qualcosa che ognuno decide a livello personale. D&D 3a edizione non è la norma, quella è, appunto, la semplicità delle regole che è stata ripristinata nelle successive edizioni.
    3 punti
  49. Anche qui c'è un regolamento che vieta determinati argomenti delicati. Il problema sorge quando questi argomenti divengono pertinenti al GDR. Si potrebbe scegliere di non parlarne, ma così si taglia fuori la comunità da situazioni ed eventi attuali e vivi. Chiaramente la finalità di DL spinge verso una copertura totale delle novità nel campo del GDR, e non è possibile per noi ignorare in toto e volutamente le news. Non è esattamente vero, comunque. Il non interviene ha a che fare con il discernere un'opinione espressa con volontà offensiva da una che è semplicemente il pensiero dell'utente. Come detto sopra, non è un processo semplice stabilire le linee guida.
    3 punti
  50. AD&D 2nd Edition Revised....la mia versione di D&D preferita dopo la 5a Edizione. Bell'articolo, DB_Cooper.
    3 punti
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