Le ragazze, dalle retrovie, dano ancora sfoggio dei loro arcani poteri. Entrambi i colpi vanno a segno: Azalea dirige con maestria il suo colpo sulla spalla del mostro, causando un altro vistoso buco sull'armatura, con conseguente carne divorata dall'incanto. Roxy mira all'addome, aprendo una breccia sulla corazza di metallo dell'essere con il suo raggio di magia scura.
Mentre Lenny si muove per recuperare una torcia appesa alle pareti, l'attacco più massiccio è di certo quello di Neldor, che dà prova ancora una volta di saper maneggiare le fiamme in maniera eccellente. Dal palmo della sua mano partono tre grosse sfere di fuoco che saettano nell'aria, dirette al morto barcollante davanti a voi. Ogni piccola palla esplode all'impatto, causando ingenti danni alla pelle e alla carne già putrefatta dell'essere: nonostante sia bloccato dall'incanto del bardo, sentite i suoi gemiti di dolore, le sue urla strazianti, i suoi ringhi furenti. Non solo: la spada evocata dal druido colpisce in pieno il braccio della donna, quello proteso in avanti con il grosso spadone. Il colpo è perfetto, di una precisione tale da mozzare la mano stretta intorno all'elsa, così da far cadere a terra la grossa arma, ad un passo dal maresciallo.
Proprio quest'ultimo, mentre il falò sotto i piedi del nemico continua a crepitare, affonda di nuovo la sua lama nelle carni dell'avversario, trapassandolo da parte a parte proprio all'altezza della spalla, dove Azalea aveva sciolto, nel vero senso della parola, le sue difese. La spada penetra e sbuca dall'altra parte, distruggendo ossa, tendini e muscoli. Siete certi che qualsiasi altra creatura sarebbe già perita per i colpi subiti, ma l'abominio che avete di fronte sembra fatto di tutt'altra pasta.
Il grosso orco, nel frattempo, con un gesto repentino, raccoglie lo spadone caduto a terra, sulla cui elsa è ancora attaccata la mano del mostro. Il pellegrigia non se ne cura, ed anzi, mulina l'arma con un colpo circolare a mezz'aria, fendendo l'aria con violenza disumana. Sul suo volto non una singola smorfia, non un singolo turbamento, solo lo sguardo austero e severo di chi sa cosa sta fronteggiando. La lama è rapida, il colpo letale: il filo entra nel collo della bestia ed esce dall'altra parte, mozzando di netto il capo al non morto. La testa ruzzola a terra come una palla di stracci mentre il corpo oscilla in avanti e cade, battendo sulla spalla del maresciallo per poi afflosciarsi al suolo come un sacco di patate. Kura, senza perdere tempo, allunga un piede e schiaccia con foga il cranio putrefatto della donna, che esplode con un sonoro "crack", riversando sul pavimento liquami e linfa scura, verdastra, densa. L'orco vi guarda uno per uno, lo spadone ancora stretto tra le mani con la lama grondante di sangue scuro. Testa muore, corpo muore. mormora.
Quel rumore sordo del cranio infranto, quelle parole fredde di Kura, quel corpo bruciato, sciolto, putrefatto riverso al suolo, sanciscono la fine dello scontro per la vostra vita. E probabilmente, l'inizio del vostro incubo...