La presenza di quattro draghi e due cavalieri (contando pure gli ora silenziosi Zundirth ed Hedec) è sufficiente a richiamare via via gran parte della popolazione, le poche persone che vengono ben presto raggiunte da un’altra dozzina di presenti, tutti accomunati dallo sguardo perso nel vuoto, un abbigliamento povero e il fatto che gran parte di loro sono scalzi, con duroni dei piedi che probabilmente potrebbero competere in durezza con l’adamantio.
I villaggeri presenti nella piazza hanno bisogno di più di qualche minuto per smettere di osservare i draghi e quindi radunare le menti più raffinate tra di loro per fornire a Zekaum e Shaggar le informazioni necessarie Che ci penso io! prorompe infine il grassone in salopette e scalzo, rigirandosi tra le labbra la sua spiga di grano Che io che sono Crisippo ci ho fatto le scuole buone, a differenza di voi bifolchi! grugnisce. A quel punto però si prende più di qualche secondo per battere il piede al ritmo della bandola di Zekaum e accompagnare il tutto con un battito di mani Oh sì, che tu la conosci la canzone “Vendemmiando al chiaro di lun”-ah già, il racconto bercia. A quel punto si schiarisce la voce Allora noi ci siamo partiti con grande deterriminazione e fiduciosa nella missione di liberare Untino, che è il nipote di Untone, oltre alla piccola Piattola, che è la figlia del conciatore esordisce Eravivamo un gruppone di valorosi contadini, avevamo armati fino ai denti, poi. Falci, forconi, torce e pure i denti d’oro del vecchio Girlo. Che quindi eravamo convinti di poter sconfiggiare qualsiasi sfida ci ci si presentasse. Che però noi ci siamo giunti alla tana dei goblin, siamo subito notato che le nostre informazioni erano strane, colpa di averci forse fatto fare la vedetta a Sangio, l’ubriacone del villaggio si gratta la nuca La tana si dimostrata avere un intricato labirinto sotterraneo, con passaggi stretti e larghi e insidie nascoste sia sopra che di sotto. I goblin avevano più numerosi di quanto ci si che potessimo aspettassimo, erano organizzati e prontissimi con trappole ingeniose. I goblin sembravano avere essere e conoscere ogni angolo della loro tana. Forse perché che ci vivono. E erano preparato un'imboscata per ogni passo che avrebbimo fatto. Le loro frecce pungenti e le trappolerie ci hanno causato numerose ferite e ci sono costretti a ritirarci, lasciando i goblin ancora aventi nella loro tana
Il resto dei popolani annuiscono d’assenso Portate la giustizia! E riportatacci loro quei poveri bambinelli! esclama una donna dai capelli neri e ricci, la quale viene quindi oltrepassata da un paesano moro, dal naso adunco e avvolto in una mantellina di lana A proposito della giustizia! esclama, rivolto ai draghieri Che io sono il Frodegario Pascolari spiega E ci chiedo la giustizia perché quel figliaccio di una orchessa del Sangio ha rubato una delle mie pecore! tuona, sventolando un sottile bastone di legno. A quel punto un avvinazzato grasso e ciondolante, dal naso rubizzo, emerge sventolando una bottiglia di vino Shhoono shtronzellateh! esclama Che io non ci ho avuto hienthe a che fare con le pecoreh del Pashcolari! gracchia. Frodegario Pascolari però non pare di questo avviso Che quindi tu ci neghi che l’altra sera eri vicino allo confine dello mio recinto? Che ti ci hanno visto la Lanna e il Girlo e Pustolino oltre al mio figlio Flurio! E che quella sera ce l’ho sentito pure io che dalla tua casa ci veniva un sospetto odore di arrosticini! Io che ci chiedo l’indaghine ai cavallieri! ringhia. Sangio ciondola per qualche secondo Le tue narici mi sha che non ci funzionanoh, Frodegario! Che mi ci metto ioh a shishtemartele a shuon di pugni! esclama, ruotando i pugni davanti a sé mentre i giovani del villaggio già si dispongono attorno a loro al grido di BOTTE! BOTTE! BOTTE! l’attenzione dei popolani sembra essere stata distolta dai cavalieri, sebbene essi abbiano ricevuto molte (sgrammaticate) informazioni.
x tutti