DM
Il termine degli improperi contro Xrovinsharaz corrisponde all’arrivo di Zekaun, il quale bofonchia i suoi saluti mentre finisce la sua colazione Bene! Guarda, guarda! commenta il nano, ignorando i draghi e dirigendosi verso il mezzelfo, fino a pararsi di fronte a lui Abbiamo una persona importante qui, un principe, il soldato Azzurro! esclama Io ammiro le persone che sanno prendersi il loro tempo commenta, per poi annuire Sì, sì! Tu mi piaci, vieni alla mia montagna che ti faccio sc***re mia sorella! esclama, per poi assestare un pugno sul fianco destro di Zekaun, appena sotto le costole, all’altezza della milza. Un colpo volto non certo a uccidere e nemmeno a incapacitare, ma quel tanto che basta per piegare il giovane cavaliere e portarlo all’altezza del Capo Istruttore, il quale ricomincia con il suo fiume di insulti BRUTTO SACCO DI M***A ELFICA! IO TI METTO SOTTO! TI FACCIO UN C**O COSI’! tuona, per poi puntargli il dito contro più e più volte QUI TU NON RIDERAI! QUI TU NON PIANGERAI! QUI SI RIGA DRITTO E BASTA! TI FACCIO VEDERE IO! urla, per poi fargli cenno con il pollice Alzati in piedi e tirati su! esclama Datti subito una regolata, amico mio! Sennò ti svito il cranio e lo do da mangiare al mio drago! Zundirth sbuffa, come a confermare le parole del suo cavaliere. A quel punto il Bronzeborn si avvicina proprio al suo compagno di battaglie e ne sale in groppa Andiamo! Non perdiamo ulteriore tempo! ordina. Con un possente colpo di ali, talmente forte da generare una raffica di vento in direzione dei presenti, il possente drago di bronzo si leva in cielo, spianando la strada al gruppo.
Il viaggio dura circa quattro ore, permettendo al gruppo di draghi di sgranchirsi ampiamente le ali mentre sorvolano le ampie aree a ovest di Orlanis, principalmente composte da brughiere e zone collinari, puntellate di piccoli villaggi. Sebbene diverse siano le città della nazione, la tradizione popolare ancora forte, anche se negli ultimi anni i più giovani stanno lasciando le aree rurali per concentrarsi verso le città, in cerca di fortuna. Vinhas è un esempio di ciò, un piccolo borgo di circa una cinquantina di anime distribuite in poco più di una dozzina di case in legno e pietra, dal tetto di paglia o di terriccio, laddove un paio di famiglie di halfling hanno insediato le loro dimore direttamente nella collina.
Vinhas
Hedec atterra nei pressi di quella che è la piazza… o perlomeno l’area centrale attorno alla quale vengono sbrigati gli affari cittadini e dove si trova il pozzo principale I DRAGHI!! esclama un anziano sdentato, affacciato alla finestra della sua mansarda, sventolando un bastone Muoriamo! Tutti muorti! La rovina è sù per noi! urla, per poi essere apostrofato da un fischio di un grassone a piedi nudi, in salopette e con una spiga di grano in bocca Aiò! Amos! E stattene zitto! Questi sono i cavallieri! Le persone che ci possono fare l’aiuto contro i pelleverde! esclama. Alcuni villaggeri sembrano interrompere le loro attività, all’arrivo di quella spedizione dei Draghieri: una vecchia con un fazzoletto in testa e una gerla d’acqua sopra la testa, un paio di bambini sporchi di fango, un uomo che impreca parecchio mentre porta dei panni a stendere sul filo vicino a casa. Il maniscalco locale invece non smette di battere sulla sua incudine, scandendo il tempo. Solo due insegne sembrano distinguersi nella massa di case: il maniscalco, la cui attività si chiama “Il chiodo rovente” e una bottega, dal nome di “Cassaforte Straordinaria di Gylex”
Per chi si infila (o cerca di infilare il muso) a “Il chiodo rovente”
Per chi si infila (o cerca di infilare il muso) a “Cassaforte Straordinaria di Gylex”
Hedec rimane in silenzio, lasciando al gruppo l’azione. Essi sono già capi di loro stessi, fosse anche solo per quella missione.
x tutti