Artyom
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Daphne e Glauce non erano gli unici membri della spedizione ad essere ciarlieri: anche Artyom si mostrò molto aperto alla conversazione, specie con le due donne, vista l'introversione degli altri due uomini. Non desiderava infastidirli con conversazioni che non desideravano.
Una volta attraccati, Artyom si alzò in piedi per stiracchiarsi, osservando con interesse l'entusiasmo della Taumaturga: gli piaceva pensare che avessero molto in comune, nonostante dubitasse che fosse vero.
Poi, posò lo sguardo sul braciere di ottone, portatore della Fiamma, e dopo qualche istante decise che sarebbe stato meglio lasciarlo sulla barca: in fondo, c'era "solo" da mettere in sicurezza il punto di sbarco e dubitava che ciò avrebbe comportato l'addentrarsi nelle tenebre dell'Isola Senza Nome.
Ottima idea, Popovic, diamoci subito da fare! disse saltando giù dall'imbarcazione, cominciando subito a guardarsi attorno.
Artyom non stava cercando ricchezze o materiali utili, ma possibili pericoli che potessero mettere a rischio la vita dei suoi nuovi compagni e non ci volle molto prima che ne trovasse uno...
Popovic, temo che non sia saggio avventurarsi da soli... disse avvicinandosi sorridente all'inventore, sfoderando il falcione per sicurezza ...lascia che sia io ad aprire la porta, per favore. Dubitava che dentro al capannone vi si annidassero chissà quali mostruosità, ma se ce ne fossero state, non avrebbe certo lasciato da solo il povero Popovic ad affrontarle!