DM
Nyloc, il gufo di Seline, fu in grado di trasmettere un potere arcano al cavaliere, che tuttavia non riuscì nel suo sogno di veder volare Saltapicchio. Il cavallo guardò sconsolato il suo padrone alla richiesta di librarsi in volo, scuotendo la testa e procedendo verso la nube... via terra. Ariabel spiccò il volo, constatando l'ampiezza di quella nube scura che aveva avvolto i più coraggiosi che stavano affrontando direttamente il drago, sebbene l'elfa preferì attardarsi in direzione della torre, al salvataggio della inaspettata prigioniera aggiuntiva.
Quando Flurio fece il suo ingresso all'interno dell'area della deflagrazione di pochi istanti prima, fece fatica a percepire altro se non le urla dei combattenti mentre cercavano di avere ragione di quel nemico apparentemente forte come un dio. Ma Chandra sapeva il fatto suo e richiamò una delle pergamene che aveva acquistato proprio per quello scontro, muovendosi per allontanarsi da quell'area. Non riuscì a rivedere il sole, ma il suo incantesimo avvolse con un'aura bluastra Azariaxis dissipando alcuni degli incantesimi che l'astuto drago si era lanciato addosso Dur Hi Fo Kul! gridò
x chi capisce il Draconico
Bjorn scattò come un fulmine, raggiungendo in un battito di ciglia il drago e colpendolo con il suo falchion. Il primo colpo si infranse contro le scaglie del drago ma il secondo, inflitto nello stesso punto alla base del collo, trapassò pelle e carne avviluppando il nemico in un freddo torrente di magia del nord. Tom Po giunse a dargli manforte e scaricò una serie di colpi marziali, come mai ne aveva potuti scagliare durante il suo addestramento monastico. Azariaxis alzò gli artigli, cercando di opporsi a quella incredibile dimostrazione di ascetismo, ma fu troppo lento. Uno dei colpi lo centrò in pieno e l'intero mondo parve fermarsi per un attimo mentre una voce sconosciuta raggiunse le orecchie dei presenti
L'Uccello d'Acqua della Sacra Savana. I suoi movimenti sono eleganti come quelli di un gabbiano che plana sull'acqua, ma la sua potenza è così grande e crudele, che niente si può paragonare ad essa!
Il monaco ritrasse infine i suoi artigli, puntandone uno contro il drago Omae wa mou shindeiru
Azariaxis rimase per un attimo sbalordito, prima di ruggire Hi Mey! Neh Dii Dein Pruzah!
x chi capisce il Draconico
Il drago rise, ma la sua risata divenne via via più insicura finchè non si trasformò in un lamento. Infine egli spalancò gli occhi, terrorizzato, quando uno squarciò si aprì sul suo petto, lasciando eruttare un geyser di sangue che investì tutti i combattenti che lo stavano affrontando e che ricadde come una pioggia infernale su coloro che erano rimasti a terra NIIIIIID!!!! XORVINTAAL!!!!!! fu l'ultima esclamazione di Azariaxis il Terrore Cremisi. L'immenso drago rosso contrasse i muscoli e le sue ali in un ultimo spasmo. I suoi occhi si rivolsero al cielo, la lingua saettò ed egli infine iniziò a cadere, precipitando a terra
La caduta del Terrore Cremisi
Gli avventurieri a terra fecero appena in tempo a scansarsi prima che la mole del drago si abbattesse su di loro. L'impatto sul terreno fu terrificante, abbastanza da far tremare leggermente la torre. Thorlum, il più vicino, potè notare come lo sguardo di Azariaxis era vitreo. Non vi era più dubbi: il drago era caduto per mano, o per meglio dire per artiglio, di Tom Po il monaco felinide.
Piano piano la cenere cominciò a ricadere, il fumo iniziò a diradarsi e la luce tornò a filtrare in quel piccolo angolo di mondo in cui si era combattuta una breve, ma titanica battaglia. Tutti gli avventurieri potevano ora vedere, a terra, l'imponente corpo senza vita del drago rosso che aveva minacciato Glantria e aveva rapito una dei suoi nobili più amati. La Torre del Fato ora non aveva più ostacoli ed Ariabel fu la prima a raggiungerla, giungendo a pochi passi dalla ninfa che era ancora viva No! gridò la creatura fatata Ti prego, non farmi del male! la creatura si agitò, mentre le catene che le cingevano i polsi per cui era appesa tintinnarono Se devi continuare, piuttosto uccidimi! lamentò. Se Ariabel aveva pensato che la sua forma l'avesse potuta spaventare, si dovette ricredere. La ninfa era una di quelle poche sfortunate a cui erano stati strappati gli occhi, al cui posto vi erano solo orbite vuote da cui uscivano lacrime.
Alla base della torre l'unico ingresso continuava ad essere bloccato da un pesante masso. Una timida voce femminile si udì dalla finestra del piano superiore E'... è finita? Lo avete davvero ucciso? domandò
x tutti
x tutti, i lanci di dado