Star Trek
Nova
1 x 00 - Prologo
Data Stellare: Sconosciuta Localizzazione: Sconosciuta
Il caos ribolliva attorno ad una minuta figura umanoide, ma questo non sembrava disturbarla anzi, pareva quasi che non se ne curasse minimamente.
Le nubi di materia incandescente che lo circondavano davano a quel luogo un aspetto quasi infernale, ma quel particolare visitatore aveva ben altri pensieri per la testa e la sua attenzione era focalizzata su luoghi ben più lontani.
Se fosse esistito qualche altro essere in quel luogo e quel tempo, probabilmente avrebbe trovato incredibile la presenza di un essere umano dall’età apparente di una quindicina di anni nel bel mezzo della più devastante esplosione di energia mai esistita, ma avrebbe fatto male a pensare ciò.
Quella forma bipede, infatti, non era il reale aspetto dell’entità ma solo una sua manifestazione visiva che – in qualche modo – rispecchiava quelli che erano in quel momento i suoi pensieri.
L’essere, che essendo in realtà pura energia e pensiero avrebbe potuto apparire indistintamente come una nube di gas, una Horta o una Entità di Cristallo con la stessa facilità con la quale appariva umano, stava vagliando i dintorni di quel luogo, come alla ricerca di un possibile inseguitore.
Per un lungo momento (anche se non si potrebbe parlare esattamente di momento – e neppure di lungo – visto che aveva scelto di posizionare sé stesso fuori dal tempo) l’entità si guardò intorno con circospezione, poi parve rilassarsi. Il momento del Big Bang? domandò a quel punto una voce ironica, rimbombando tutt'attorno all'entità (nonostante non vi fosse un’atmosfera nella quale il suono si sarebbe potuto propagare) e facendola sussultare per la sorpresa Avresti anche potuto impegnarti di più…
La voce perse la propria incorporeità quando, con un lampo di luce azzurra, una seconda figura umanoide comparve proprio alle spalle della prima aggiungendo …avrò utilizzato questo posto come nascondiglio almeno una mezza dozzina di volte prima che tu nascessi!
Il nuovo arrivato appariva anch'egli come un essere umano e – esattamente come il primo – indossava una divisa nera e grigia della Flotta Stellare. A parte i gradi sul colletto (la prima entità aveva i gradi da Viceammiraglio, mentre il nuovo arrivato aveva gradi da Ammiraglio) e l’apparente età che mostravano, i due esseri erano incredibilmente somiglianti, come somigliante era l’assoluta irrilevanza che sembravano attribuire al fenomeno spaziale che li circondava.
Non mi stavo nascondendo! si affrettò a precisare l’entità all'apparenza più giovane, gonfiando il torace e cercando di assumere un’aria impettita di fronte al nuovo arrivato Non ho fatto nulla per cui dovrei nascondermi! Il che è – già di per sé – quasi una ammissione di colpa… gli fece notare l’essere più anziano, con un’assoluta mancanza di divertimento nel tono della voce e nell'espressione che fece preoccupare assai l’entità più giovane.
Ma, d’altra parte, sapeva di avere combinato un guaio piuttosto serio. Ciononostante cercò di minimizzare il tutto, affermando Non ho fatto nulla di che…volevo solo vedere cosa sarebbe successo mettendo una manciata di Particelle Omega nel nucleo di quella stella...
L’entità all'apparenza più vecchia mosse una mano spazientita, poi affermò Piantala di dire sciocchezze, qui stiamo parlando di cose serie…ho già sistemato quella piccola supernova che avevi causato, evitando che friggesse l’intero Impero Stellare Romulano.
L’entità più giovane parve stupita. Pensava che il suo simile lo stesse rimproverando per aver creato accidentalmente una incontrollabile supernova in grado di devastare un intero universo, ma sembrava che l’altro si riferisse a qualcosa di più serio.
Vedendo che il giovane sembrava davvero stupito dalle parole che aveva appena pronunciato, l’entità più anziana gli suggerì di provare a dare un’occhiata alla linea temporale nel suo complesso e – quando vide l’espressione sbigottita sul suo volto – seppe che l’altro aveva finalmente compreso il proprio errore.
Uno dei problemi dell’onnipotenza, infatti, era…la capacità di fare tutto! Entrambi potevano piegare a proprio piacimento la realtà cambiando anche le più profonde e radicate costanti universali e sottomettendo alla propria volontà persino il tempo e lo spazio. Ciononostante se una cosa – anche all’apparenza insignificante - veniva fatta senza riflettere adeguatamente sulle conseguenze, poteva portare a conseguenze spiacevoli e anche molto serie.
Conseguenze che la scarsa esperienza dell’entità più giovane nel gestire i propri poteri non gli avevano fatto prevedere ed alle quali non sarebbe stato così facile porre rimedio.
Compresa l’entità di ciò che aveva fatto, il giovane Q (poiché del più giovane membro del Q-Continuum si trattava) schioccò più volte le dita per tentare di modificare il corso degli eventi a cui stava assistendo ma, non riuscendovi, parve afflosciarsi e – a mezza voce – commentò Non pensavo sarebbe stato così grave…credevo di stare facendo una cosa giusta!
Q, che in fatto di cose sbagliate era un esperto per l’intero Continuum, sollevò gli occhi al cielo e lasciò che parte della propria irritazione verso il figlio scemasse. Già il fatto che quel testone avesse ammesso la propria colpa era infatti un passo avanti, ma l’essere onnipotente aveva ancora una qualche lezione da trasmettere al ragazzo e non ci sarebbe riuscito senza prima fargli capire in cosa aveva sbagliato. Forse le tue intenzioni erano buone… concesse poi, anticipando l’obiezione del ragazzo sollevò le mani avanti a sé e aggiunse ok, ok...ammettiamo che lo fossero. Ciò non cambia il fatto che tu abbia agito senza riflettere e che le tue azioni hanno causato una reazione molto lontana da quello che volevi ottenere.
Ho cercato di correggere il mio errore, ma non sono riuscito ad interferire con quanto avevo fatto! Provò a giustificarsi il Q più giovane, mentre con un cenno il padre faceva scomparire il Big Bang attorno a loro e li trasferiva nel mezzo della devastazione di un campo di battaglia spaziale, dove i relitti di centinaia di vascelli ancora ardevano mentre i fuochi del plasma bruciavano tutti i residui di atmosfera a bordo. E ci mancherebbe anche! esclamò allora Q, passandosi una mano sulla fronte con malcelata insoddisfazione Eri un essere onnipotente quando hai combinato questo guaio e lo sei anche adesso che cerchi di risolverlo…né più né meno! Come puoi pensare di modificare ciò che hai fatto con la forza, senza poter esercitare una forza maggiore?
Il Q più giovane rifletté per un momento sulle parole del padre, dopodiché disse Quindi… neppure tu puoi modificare ciò che ho fatto e risistemare tutto, giusto?
Era una affermazione abbastanza ovvia, visto che i Q erano tutti ugualmente onnipotenti, ma il padre scosse la testa ed affermò Con la forza no, ma posso utilizzare l’astuzia e cambiare le carte in tavola… E come? domandò il Q più piccolo, questa volta realmente interessato e anche un po’ impressionato dalle parole del genitore.
Q si gustò quel momento con grande soddisfazione poi, con un ghigno, commentò Vedrai… e scomparve in un lampo di luce con uno schiocco di dita.
Il Q più giovane - ignorando completamente la grossa sezione di scafo deformato che gli stava pigramente roteando attorno - espanse allora le proprie percezioni, nel tentativo di percepire il modo in cui il padre stava utilizzando i propri poteri per alterare la realtà dell’universo, ma questi ricomparve all'improvviso al suo fianco, aggiungendo Ah, a proposito…sei in punizione per la prossima eternità! e, con uno schiocco di dita, lo trasformò in una specie di minuscola nube pulsante di colore violaceo, rinchiudendolo in un vasetto di vetro che lasciò a fluttuare nello spazio in mezzo a tutti quei relitti. Un vasetto di vetro con sopra inciso un disegno a forma di punta di freccia stilizzata, del tutto identico a quelli contenuti nei laboratori scientifici di centinaia di astronavi della Flotta Stellare della Federazione Unita dei Pianeti.