Miranda era una città che sorse nei pressi del fu Mar Baltico. All'inizio vi era solo qualche trabucco, abitato da pochi pescatori eremiti. Poi, quando si sparse la voce che lì vi era ancora il mare, iniziarono ad arrivare numerosi pellegrini con l'intenzione di costruirvi la propria dimora. Non ci volle molto prima che iniziassero a sorgere dozzine di capanni e di baracche, costruite con tutto ciò che il mare portava a riva: per lo più enormi plastiche e lamiere di metallo, provenienti da antiche barche o da isole di plastica in via di disgregazione.
Col tempo, si svilupparono botteghe di artigiani e di lavoratori specializzati, sorsero le prime case fatte di mattoni e iniziò a costituirsi una milizia cittadina. Al contempo, i cittadini liberi di Miranda stabilirono di votare un'assemblea dei saggi, che avrebbe avuto lo scopo di amministrare le leggi e la giustizia nella loro fatiscente città, la prima di una lunga serie.
Miranda non era una città ricca, ma era sicuramente un luogo di mondo più confortevole di tanti altri: all'infuori della città, infatti, non vi era che il deserto e la disperazione senza fine che attanaglia i raminghi senza dimora.
Quando scoppiò l'epidemia di vaiolo, quella tranquillità apparente che scandiva la vita dei cittadini di Miranda venne sconvolta: nel giro di pochi mesi, la popolazione della città era stata decimata, la forza lavoro era diminuita di un quarto e svariati capi di bestiame erano stati abbattuti nel tentativo (fallimentare) di contenere l'epidemia.
I saggi si riunirono più volte nel loro palazzo, un edificio massiccio costruito con mattoni neri e decorato con finestre smerigliate di color acqua marina: nella loro sala delle leggi, una stanza di pianta circolare arredata al centro da un grosso tavolo di legno, anch'esso rotondo e coperto con alcuni arredi pregiati, avevano discusso animatamente sul da farsi: che fossero bruciati i cadaveri, che si indossasse strumenti di protezione facciale, che si dotasse ogni abitante di una bacinella con sostanze antisettiche per potersi lavare periodicamente le mani, che si chiamassero dei dottori dalle altre comunità umane sulla costa…
Queste erano solo alcune delle idee che ciclicamente venivano proposte, senza che però si riuscisse a metterle efficacemente in pratica o che sortissero gli effetti sperati.
Poi, a Saturnus, uno dei saggi, venne in mente un'idea più bizzarra del solito: era conoscenza diffusa che, prima della guerra atomica, sorgesse in mezzo al Mar Baltico, su un'isola di cui si era dimenticato il nome, un avanzato laboratorio di ricerca biologica. Era stato costruito in tempo di guerra, prima dell'apocalisse nucleare. L'uomo che fu, argomentò Saturnus, sicuramente aveva studiato su quell'isola le malattie, ed era noto che prima della caduta delle bombe erano diffusi farmaci e antibiotici. Forse, concluse, sull'isola vi era una cura al vaiolo, e valeva la pena mandare una spedizione di valorosi a indagare.
Gli altri saggi erano scettici: l'isola era maledetta, chiunque vi approdava o non faceva ritorno, o tornava raccontando di creature orrende, frutto certamente di incubi dovuti allo scorbuto o ad altre malattie. Inoltre, dopo così tanto tempo dalla catastrofe nucleare, qualsiasi cura fosse stata mai sintetizzata sull'isola sarebbe sicuramente andata perduta da tempo.
Saturnus non tentò di negare le obiezioni dei colleghi, essi avevano pienamente ragione: tuttavia, incalzò il saggio, Miranda era in una situazione disperata a cui, era evidente, non erano in grado di trovare una soluzione. Se vi era anche solo una minima possibilità che sull'isola vi fosse una cura creata dagli antichi contro il vaiolo, era loro dovere mandare una spedizione a cercarla.
E così fu. Venne pubblicato un'editto, alla quale risposero pochi valorosi: essi vennero radunati pochi giorni dopo al porto della città e gli venne data una piccola barca a vela: a bordo vi erano alcuni strumenti, banchi da lavoro e derrate alimentari, tutto l'occorrente per sopravvivere un po' sull'isola una volta attraccati e, nel caso di necessità, per allestire un piccolo campo base con cui condurre le ricerche.
Dopo un ultimo saluto alla cara città di Miranda, con le sue labirintiche vie, i vialetti e i muri di mattoni neri e i trabocchi sul mare, la barca salpò, mentre gli abitanti pregavano Dio che i ricercatori sopravvivessero alla difficile spedizione per la quale si erano imbarcati.
(Miranda come vi appare da lontano, mentre la barca a vela sulla quale vi siete imbarcati si allontana placida verso l'isola senza nome)