Gaël Roland de Glanborielle
A differenza del fratello, Roland, sembrò apprezzare la birra un poco di più. Non perché avesse un palato meno fine o gusti meno sofisticati, cosa che un po' si sarebbe invece potuto intuire considerata la leggera differenza di taglia. Piuttosto aveva varcato da poco il confine dell'Impero e il sapore del vino Bretonniano era ancora fresco nella sua memoria.
Aveva già abbracciato calorosamente Aigulf, rivederlo sano e salvo lo aveva riempito di gioia seppur ogni volta che i loro sguardi si incrociavano Roland cambiava leggermente espressione, come se qualche dolore lo affliggesse. La vista di Angelica, energica e dallo sguardo intelligente come sempre, bella e solare come non mai, lo aveva messo di buon umore. "Al Re!"
Alzò con gli altri il boccale di birra. Il gesto quasi in contemporanea col fratello non aiutò gli altri a distinguerli. Forse solo un attento osservatore o un fedele compagno era in grado di discernere le differenze che li contraddistinguevano.
Le presentazioni erano già state fatte, di certo però Baliano non poteva essere descritto citandone solo il nome. Lo stesso Roland, era stato ben felice di averlo al suo seguito dopo quel folgorante incontro. Era un ragazzo valido, dallo spirito indomito, devoto. Nonostante ciò era più che evidente che appartenesse al volgo.
Guardò uno ad uno i suoi commensali dopo aver sorseggiato a lungo la birraccia.
Alla fine lo sguardo si posò su Jean Pierre Claude che si era detto Duca, Visconte e Marchese ma che non aveva nemmeno un cavallo. Un nobile senza un destriero e un'armatura, dalla lingua sciolta. Era la cosa che lo aveva sorpreso di più. Incredibilmente ancora di più del labirintico dedalo di viuzze di Mariemburg, della sua vastità, degli stravaganti edifici protesi sul mare e sul Reik, sulla sua foce e canali. L'inimmaginabile diversità etnica e razziale e dello stesso buffo nome della locanda nella quale si trovavano, affollata, caotica e rumorosa come lo erano le vie della città e il suo porto.
Gli occhi verdi e profondi si posarono qualche istante di più su De Tallierand, come se il cavaliere stesse pesando e giudicando quell'uomo dal modo in cui beveva e si muoveva.
Fu la convincente constatazione dell'armigero a riportare i suoi pensieri alla situazione attuale "Dici bene Baliano. Ma anche i porcili nascondono tesori, l'importante è che vengano ripuliti prima di essere avvicinati a me." lì per lì fu quasi impossibile capire se scherzava o meno, alla fine però un sorriso smagliante fece capire ai presenti che le sue parole non erano del tutto serie... non del tutto.
Fu quindi proprio in quel momento che, convinto dalla verità che era nascosta molto in profondità nelle parole da poco pronunciate, che tirò fuori una pergamena dalla propria bisaccia e dopo essersi guardato brevemente attorno richiamò l'attenzione dell'oste o di un garzone con un gesto della mano. Quando qualcuno si avvicinò prontamente chiese "Avete per caso in questa... locanda" quasi si sforzò di chiamarla così, forse avrebbe voluta chiamarla porcile "una qualche bacheca o un luogo dove affiggere un annuncio?" l'accento natio era piuttosto marcato.
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