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Master e interpretazione


Messaggio consigliato

Apro questa discussione per un motivo molto semplice:condividere un po' di esperienze per quanto riguarda l'interpretazione da parte dei master di mostri ,png e simili.

Sono un giocatore diciamo "autoditatta",non ho mai visto giocare un altro gruppo e quindi non conosco altri master oltre me stesso;mi riferisco al modo in cui ognuno parla,gesticola,recita la parte della creatura che i pg si trovano difronte:come vi comportate di solito?siete più semplicemente il tramite delle parole altrui o vi immedesimate nel personaggio che interpretate?

Con tutte le differenze tra diversi sistemi di gioco(io gioco D&D4)master,gruppi di giocatori,gusti ecc,mi piacerebbe condividere un po' lo stile di masterizzazione/intepretazione :-)

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Alessio

fai una cosa, come invito anche gli altri a fare, onde evitare topic di 20 pagine dove si parla del nulla cosmico o di supercazzoleprematurate, cosa che non intendo assolutamente assecondare: dicci cosa significano per te queste parole e facciamo che vediamo di capirci. Ti prego inoltre di specificare, per cortesia, di che GDR stai parlando - siamo pur sempre nelle discussioni generali e potresti anche aver sbagliato sezione, magari perché volevi parlare di un D&D o di Chtulhu ecc ecc - e se vuoi che la discussione venga ad attestarsi su quel gdr o inserendo anche la variabile dei differenti approcci in base al sistema di gioco.

Perché questa richiesta?

"Interpretare" e "immedesimare" sono termini che facilmente assumono significati differenti fra coloro che parlano di gdr, sia perché non c'è un vocabolario condiviso, sia perché da gruppo a gruppo possono assumere connotati differenti, sia perché da persona a persona possono assumere connotati differenti, sia infine perché i due vocaboli non sono sinonimi, ma possono diventarlo in determinati contesti.

Se vuoi in privato posso passarti link a topic simili dove il problema è stato esattamente la mancanza di precisione.

Definisci, con esempi semplici, dimodoché noi si possa capire tutti cosa significano per te i due termini,- il che significa che se rileggi quello che hai scritto e c'è qualcosa che ad un perfetto sconosciuto potrebbe non essere chiara, è meglio che tu riscriva spiegando meglio, se non riesci a spiegarti chiaramente significa che non è cosa che la discussione prosegua -, poi il resto della ciurma potrà confrontarsi rispetto alla tua definizione.

Fino ad allora prego, da moderatore, di trattenersi dal postare, non è un obbligo, ma il rischio è quello di fare una discussione sul nulla.

Grazie.

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  • 2 settimane dopo...

Secondo me è un ottimo argomento di topic, che anche a me piacerebbe sviluppare e confrontarmi insieme a voi.

Purtroppo ora non ho molto tempo, e le cose da dire sono tante, ma per fare solo un pò di ordine alla successiva favella io suddividerei l'operato del master in due differenti fasi: la creazione ed il racconto.

Nella fase di "creazione" il master crea i luoghi, i personaggi, le trame gli scopi e quant'altro. In tale fase è estremamente importante "la coerenza".

Nella fase del "racconto" invece il master espone quanto creato. Tale fase che è estremamente più personale e dipendente dallo stile del master stesso, ed è difficile esporre delle regole, è più adatto parlare di tecniche di narrazione.

Appena avrò tempo amplierò meglio le mie considerazioni su tali fasi, sempre che tu non voglia far chiudere il topic ;P

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Leggo ora le risposte.

Ti prego inoltre di specificare, per cortesia, di che GDR stai parlando
Beh, qua sei caduto. Lui ha detto di parlare in D&D 4.

Io dico che dipende. Dipende da CHI stiamo parlando.

Stiamo parlando dell'uomo alla locanda? Quello che vedranno una volta, forse due se pensano di passare lì la notte e quindi la mattina seguente sarà di nuovo in piedi a preparare la colazione.

Stiamo parlando di un personaggio principale della campagna? O "peggio" ancora, un personaggio dell'ambientazione?

Nel primo caso no, non c'è bisogno di inventare un modo particolare. Al massimo gli si dà un particolare nella descrizione, come baffi particolarmente pronunciati o al contrario una pelata.

Se invece è un personaggio importante, come un re o un personaggio particolarmente legato alla campagna come un mentore o un nemico, allora è importante che sia ben riconoscibile. Che abbia una cadenza particolare nel parlare o che agisca in modo coerente con sé stesso perché i giocatori lo vedranno molto più spesso e sarebbe un pessimo personaggio se cambiasse modi ogni volta. Immedesimarsi in questo personaggio rende più facile mantenere questa coerenza, facendolo tuo sarai meno incline a cambiarne degli aspetti.

Una volta ho fatto un oracolo, questa vecchia muoveva le mani sul tavolo... non avevo pensato che c'era lo schermo in mezzo e non le potevano vedere... :asd:

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Aronne

Caduto?

Con tutte le differenze tra diversi sistemi di gioco(io gioco D&D4)master,gruppi di giocatori,gusti ecc,mi piacerebbe condividere un po' lo stile di masterizzazione/intepretazione

Il grassetto è mio.

Edit

Il topic non sarà chiuso, dopo aver sentito Alessio via pm attendo il suo post.

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Aronne,

la discussione è stata e rimane aperta e ci mancherebbe, io sono interessato a parteciparvi.

Per il resto frasi come "se tu hai bisogno di..." ecc ecc non fanno altro che aumentare il volume e i toni degli interventi e sono, per l'ennesima volta, gratuite e di cattivo gusto, sei pregato di astenerti dal proporle nuovamente.

Grazie.

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Per dirla in breve e per esere più preciso,avrei gradito sapere come gli altri masters interpretano mostri e png dal punto di vista "teatrale-narrativo": li fanno parlare in prima persona,o ne parlano in terza?Cambiano tono di voce,accento,gestualità,difetti di pronuncia,modi di dire ecc ecc. Volevo condividere cose di questo tipo per migliorarmi e magari per dare la possibilità un po' a tutti di confrontarsi su questo argomento qui sul forum. Io masterizzo la 4e di D&D,però credo che questo punto di discussione sia abbastanza trasversale.

Ringrazio Fenna per la pazienza dimostrata :D

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Per dirla in breve e per esere più preciso,avrei gradito sapere come gli altri masters interpretano mostri e png dal punto di vista "teatrale-narrativo": li fanno parlare in prima persona,o ne parlano in terza?Cambiano tono di voce,accento,gestualità,difetti di pronuncia,modi di dire ecc ecc. Volevo condividere cose di questo tipo per migliorarmi e magari per dare la possibilità un po' a tutti di confrontarsi su questo argomento qui sul forum. Io masterizzo la 4e di D&D,però credo che questo punto di discussione sia abbastanza trasversale.

Ringrazio Fenna per la pazienza dimostrata :D

diciamo che descrivo in terza persona le azioni dei png, mentre parlo in prima persona (magari accompagnando con intonazioni di voce particolari o gesti se il personaggio lo richiede) solo i png più importanti

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l'interpretazione dipende molto dai casi per quel che mi riguarda. Se faccio un oste, un mercante o un personaggio singolo che sia mostro o no provo sempre a caratterizzarlo sia gestualmente che con la voce. Forse un mercante si sfrega sempre le mani, un consigliere parla un pò ingobbito e un goblin si guarda sempre intorno(improvviso..)

Con un gigante o un avversario molto grande mi metto in piedi, semmai cambio i dadi(ne ho alcuni in metallo e il rumore che fanno aiuta ve lo assicuro). Insomma dipende!

Le descrizioni si, in terza persona, semmai mi soffermo su cose che possono aiutare i giocatori a individuare il loro interlocutore/avversario.

Poi sempre meglio aiutarsi con della musica di fondo, i giocatori intuiscono meglio quello che si fa con qualcosa di extradiegetico..

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Allora…io cerco il più possibile di far parlare in prima persona gli interlocutori dei pg,cercando di caratterizzarne di volta in volta un minimo gli atteggiamenti,la parlata,senza esagerare coi particolari ovviamente. Cerco di differenziare i personaggi aiutandomi con la gestualità e la postura del corpo mentre parlo: il reggente della città parla allargando le braccia per attirare l’attenzione e chiedere silenzio e sta dritto sulla schiena; il bieco mercante si curva spesso e fa gesti confusi con le mani, toccando anche i pg più vicini sulle spalle mentre cerco di convincerli della bontà di merci ecc.

Oltretutto,di solito, faccio una semplice differenza tra personaggi colti o altolocati e gente del popolo: i primi parlano un italiano corretto,mentre i secondi li faccio parlare in dialetto,tracciando questo solco tra le due macrocategorie.

Con un gigante o un avversario molto grande mi metto in piedi, semmai cambio i dadi(ne ho alcuni in metallo e il rumore che fanno aiuta ve lo assicuro). Insomma dipende!

...ed ecco un paio di dritte simpatiche,soprattutto quella dei dadi!:) ...magari,usando un piccolo oggetto quando parla un personaggio ricorrente nella storia,lo si caratterizza molto anche visivamente!

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La nostra esperienza da pg ci ha resi più diffidenti nei confronti dell'approccio in prima persona. Diciamo che i nostri pg erano sottoposti un pò troppo spesso alla caratterizzazione eccessiva che metteva in ombra le nostre stesse figure, ed altre volte invece era evidentissimo quando quel personaggio poteva essere manovrato a nostro piacimento. Insomma, ci dividevamo tra circa una cinquantina di PNG intoccabili che decidevano le nostre azioni future, e uno o due PNG trovati per caso lungo la via. Certo, un vero e proprio master teatrante (A chi piace il genere lo consiglio a chiunque).

In questo caso però, forse sbaglio, ma trovo che spesso la caratterizzazione in prima persona possa oscurare la presenza dei pg. O meglio, renda difficile la rapportazione causando un relativo distacco, a meno che non si giochi sullo stesso piano di teatralità (Eravamo soliti immedesimarci nella parte, ma non andando più oltre della terza persona).

Questa esperienza è ovviamente relativa, anche se spero non superflua ai fini della tua richiesta.

Quello che abbiamo notato invece con la terza persona, è che il GDR diviene meno R, ossia perde non poco la parte ruolistica, e nonostante porti via una buona parte dell'atmosfera aiuta a guardare le situazioni con più meccanicità e logica, a guardare la situazione in quadro generale. Si perde l'emotività e l'effettività del discorso particolare, ma se si concentra la giusta attenzione sulle descrizioni si può mitigare la perdita. Infatti non è che sia una cattiva cosa l'interpretazione del dialogo, ma per noi era eccessiva, e nella terza persona abbiamo trovato un pò di quiete, per così dire, a farci sentire veramente partecipi della storia e non solo comparse.

Sulla base delle mie esperienze quindi è questo quello che ti posso consigliare, riassumendo il discorso:

-La narrazione in prima persona, la "teatrale" per così dire, è ottima in caso di immedesimazione e narratività, che necessità emotività ed impulso. Eccedere però può causare malcontento tra i pg che si vedranno messi in secondo piano.

-La narrazione in terza persona, la "logistica" per così dire, è ottima in caso di situazioni logiche e meccaniche, in cui lo stesso peso delle parole è da tenere in considerazione. Necessità di un leggero distacco dalla immedesimazione ma compensa fornendo un maggiore legame con l'ambiente rappresentato. Eccedere però può eliminare dal gioco tutto quello a cui i pg cercano di aggrapparsi per avere uno spunto interpretativo, eliminando così la componente ruolistica.

Queste sono le intepretazioni delle mie esperienze. Spero di esserti stato utile.

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Preziosissima la tua esperienzaKozaim!

trovo che spesso la caratterizzazione in prima persona possa oscurare la presenza dei pg. O meglio, renda difficile la rapportazione causando un relativo distacco, a meno che non si giochi sullo stesso piano di teatralità (Eravamo soliti immedesimarci nella parte, ma non andando più oltre della terza persona).

Parli qui della caratterizzazione dei PNG da parte del master?ritieni che un master troppo "attore" e troppo attento a dare spessore ai suoi PNG possa mettere in secondo piano i pg?

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Si, quando esercitava la sua influenza attraverso i PNG, sia un pò che noi eravamo incapaci di avere lo stesso livello d'interpretazione, sia perchè eccedeva lui tralasciando completamente la componente tattico/strategica del gioco, cosa che avremmo voluto giocare di più per non sentirci dire approsimazioni del tipo "è passata all'incirca mezza giornata"-"la strada ha dei rovi che vi impediscono di proseguire"-"Il fabbro vende delle belle spade", ci sentivamo messi da parte se non sottomessi in un certo senso.

Ti ricordo che era fonte di imbarazzo per noi magari adirarci veramente come reazione di un pg da noi giocato, e la prima persona non la portavamo avanti ad alti livelli interpretativi. Quindi la colpa non ricade interamente sul master ed il suo modo di giocare. Pensa che ancora adesso non abbiamo idea di come interpretare, se in prima o in terza.

A questo punto ti dico, va bene recitare nei limiti della coerenza, però se si vuole veramente ottenere un buon risultato senza insoddisfare nessuno, bisogna avere la stessa cura anche nel compilare la componente logica-amministrativa-meccanica del gioco, con la stessa passione, per non rischiare di essere incoerenti o addirittura incapaci a ricoprire il ruolo di master.

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